FERMO ARCIVESCOVO NORBERTO PERINI ANNO 1966 Intervista alla Radio Vaticana =”La mia Diocesi=

Perini arcivescovo Norberto 1941-1977  intervista- LA MIA DIOCESI alla Radio Vaticana 7 dicembre 1966

-D. Ci vuoi dire, Eccellenza, qualche cosa sull’Archidiocesi di Fermo che altri Vescovi ci dissero tanto illustre?

=R. Comincerò col dire che se mai a un Sacerdote dovessi fare l’augurio tremendo dell’Episcopato, ne vorrei almeno mitigare le conseguenze coll‘augurargli di diventare Arcivescovo di Fermo. Se vuol fede, vita cristiana, buone costumanze; se persone equilibrate, caratteri miti, sereni; se gioventù festosa e intelligente e sana; se chiese gremite e sonanti di preghiere e di canti; se piani e colline, mare e monti, casolari sparsi su pendii e cittadine vive e operose: tutto trova colui che si affaccia a questa terra marchigiana così ricca di contenuto.

-D. E’ l’ideale, insomma, della Diocesi?

=R. A ogni uccello (dice il proverbio) suo nido è bello. Ma le basti sapere che, quando l’Arcivescovo di Urbino e io fummo convocati come rappresentanti dell’Episcopato Marchigiano per certe intese, presso la S. Congregazione Concistoriale, dopo che il Presidente ebbe delineato i caratteri di cui, secondo il Concilio Ecumenico Vaticano II ogni Diocesi dovrebbe essere fornita, io chiesi la parola e dissi: « Mi permetta di ringraziarla, Eccellenza, per aver fatto esatta la descrizione della mia Diocesi, se si aggiunge la dignità arcivescovile e metropolitana ».

-D. Ce ne faccia una breve descrizione, citando dati di ampiezza e di popolazione –

=R. Sono quasi 1400 kmq., con una fascia costiera di 45 km. di lunghezza e un entroterra che si sviluppa per 60 km. circa. Cinque ubertose vallate che, lungo ben quattro Statali e molti raccordi provinciali tutti asfaltati, partendo dai monti in compagnia dei fiumi, attraverso le zone collinose scendono dolcemente al mare, dove si ritrovano nella grande statale Adriatica cui corre parallela la linea ferroviaria Milano-Lecce, e presto correrà l’autostrada dei Levante.

Al mare sfociano i fiumi in importanti centri rivieraschi: Pedaso per l’Aso, Porto San Giorgio per l’Ete, Fermo e Porto Sant’Elpidio per il Tenna, Civitanova per il Chienti e Potenza Picena per il Potenza. In questi territori, dove con maggiore dove con minore densi, vivono 250.000 <anno 1966> abitanti in 55 Comuni, parte della Provincia di Ascoli e parte di quella di Macerata: tutti però affratellati da un vincolo religioso che conta secoli e secoli, e che non si spezzerebbe certo senza sanguinare.

-D. L’appartenenza a due Provincie non porta nessun inconveniente alla vita religiosa?

=R. Se rispondessi tout-court di no farei una bugia. Qualche complicazione si avvera per quei movimenti di carattere religioso che hanno o dovuto o voluto adottare la circoscrizione civile, come sono le ACLI, il CIF, l’ACAI. Ma, tirate le somme, credo che la duplice esperienza da farsi nella duplice Provincia: la necessità di più ampie consultazioni e di più controllato approfondimento; Io sforzo, che alle stesse autorità provinciali riesce vantaggioso, per avvicinare punti di vista e metodo: cose queste che conferiscono alla soluzione dei problemi una maggior maturazione.

D’altra parte, la possibilità di contatto con due Prefetti, con due Questori, con due Provveditori agli Studi e alle Opere Pubbliche; e il bisogno di consultarsi e di accordarsi con altri Confratelli, dando e ricevendo lumi e consigli: tutto ciò accresce, insieme con l’esperienza dell’Arcivescovo, la sua autorità, e finisce per essere ampiamente positivo.

-D. Come si svolge il servizio religioso? <anno 1966>

=R. Si può contare sull’attività di 300 Sacerdoti Diocesani e di 112 Religiosi: Francescani, Agostiniani, Passionisti, Sacramentini, Salesiani, Religiosi della Consolata, dell’Amore Misericordioso, Pavoniani, Fratelli delle Scuole Cristiane.

L’opera loro Pastorale cura 170 Parrocchie, un grande Seminario Diocesano, dieci Case di Apostolini, Collegi, Convitti, Oratori, Associazioni e Confraternite, Ospedali, Cliniche e Istituti di Assistenza.

   Il territorio è diviso in 15 Distretti, ciascuno presieduto da un Vicario Foraneo, mentre la Curia Arcivescovile è in piena efficienza, diretta da due Vicari Generali, dei quali uno, Mons. Gaetano Michetti, è anche Vescovo, dato come Ausiliare alla persona dell’Arcivescovo, che ha tanti anni quanti ne può avere chi è nato ne! 1888,

funzionano anche, conforme alla provvida loro vocazione, 14 Monasteri di clausura (il che è un primato) e 880Case religiose femminili, che assistono Ospedali, Scuole Magistrali, Educandati, Asili infantili, istituti di Beneficenza.

-D. Quali sono i problemi più pressanti che la Diocesi deve affrontare?

R. Tutti i problemi della salvezza sono oggi più che mai pressanti, e il mio Clero dà segno non solo di conoscerli, ma di affrontarli con zelo e intelligenza. In particolare preoccupa il fatto che la Diocesi, fino a pochi anni fa esclusivamente agricola, presenta ora il 65% tra industriali, operai e artigiani. Questo fatto ci pone davanti a folle di lavoratori pendolari, e a tutte le difficoltà della migrazione interna: dall’agricoltura alla industria, dai campi ai centri cittadini, dalle zone montane e collinari alle pianure e specialmente, ai paesi rivieraschi. Per i paesi rivieraschi è urgente la necessità e difficile il problema delle Chiese nuove. Negli ultimi cinque anni ne abbiamo costruite: a Porto Potenza Picena, a Porto Civitanova, a Porto Sant’Elpidio, a Marina Palmense <Fermo>, a Villa S. Filippo <Monte San giusto>, a Ortezzano, a S. Maria Apparente <Civitanova>, a Campofilone, due a Porto S. Giorgio per merito delle Suore di S. Gaetano e delle Madri Canossiane; due prefabbricate abbiamo collocate a Fermo per Lido e Fermo e per la zona Tenna. Ora ne sono in cantiere a Fermo-Stadio, a Porto San Giorgio, a Porto Sant’Elpidio – Faleriense, a Montegranaro, a Fermo -Zona industriale. Ma altre ne occorrono a Casette d’Ete, a Porto Civitanova, alle Piane di Montegiorgio, a Colle d’Ete, a Monte Canepino <Potenza Picena>

-D. Questa enumerazione farebbe pensare che ci sia anche un problema turistico.

=R. Certo, se Lei vagheggia le grandi ascensioni alpine o le traversate degli oceani, non penserà al mitissimo ambiente delle Marche. Ma anche da noi ci sono monti, i Sibillini, dei quali cantava Leopardi:

« Quei monti azzurri

« che di qua scopro e che varcare un giorno

« io mi credea, arcani mondi, arcana

« felicità fingendo al vive mio ».

Nelle Marche panorami collinari stupendi, ove l’occhio scorre, pel verde dei campi, più giù fino all’azzurro del mare. E al mare le spiagge, oltre i pregi delle grandi spiagge, hanno il pregio di non essere ancora di moda, benché già affollatissime.

Opere d’arte ne trovi non solo nelle città, ma disseminate nei più modesti villaggi: vuoi una dozzina di tavole dorate dei Crivelli? vuoi quadri del Baciccio, del Solari, dei Pomarancio, affreschi d’antichi secoli, del tre e del quattrocento? vuoi un capolavoro di Lorenzo Lotto? una Natività del Rubens? vuoi vedere Abbazie dai nomi venerandi e dalle purissime linee romantiche o gotiche? come Santa Maria a pié di Chienti, San Claudio al Chienti, S. Ruffino, i SS. Vincenzo e Anastasio, S. Bartolomeo di Campofilone, San Marco alle Paludi?

Vuoi un Santuario tutto poesia, in fondo di valle, le cui fondamenta sono lambite dal torrente Ambro non lontano dalla scaturigine e dove accorrono, nelle Domeniche di primavera e d estate, migliaia di pellegrini?

Tutto ciò crea un problema del turismo: forestieri che, dal giugno a settembre, raddoppiano o triplicano alcuni paesi, invadono alberghi e pensioni, gironzolano dappertutto, e se non trovano una organizzazione religiosa culturale e sportiva adatta, finiscono per occupare il tempo insegnando la modestia alla nostra gioventù, come la insegnavano i soldati dei Manzoni alle ragazze di Lecco.

-D. La Città di Fermo in particolare presenta interessi turistici?

R. Basta salire al « Girfalco » per trovare un complesso interessantissimo di edifici sacri e profani che documentano due millenni di storia civile e religiosa. Mura preromane, resti di opera imperiale, teatro e anfiteatro di epoca augustea; complesso grandioso di piscine epuratorie costituite da 28 massicce sale per il rifornimento idrico della Città.

La facciata del Duomo a linee originalmente asimmetriche e ciò che rimane della Chiesa gotica costruita in pietra d’Istria dai Maestri Comacini nel 1230.

Nei sotterranei dei Duomo: resti di un tempio di Giove, tombe romane, sarcofago e mosaico di epoca pagana, mosaico ravennate del V secolo che basta da solo per attestare che già nel secolo IV Fermo era una Chiesa di primo ordine.

Nel tesoro del Duomo: reliquiari e pastorali donati dai due Papi che furono Vescovi di Fermo, Pio III e Sisto V; il Messale De Firmonibus, che è un capolavoro della miniatura italiana, opera di Ugolino da Milano, e la preziosissima Casula di S. Tommaso Becket, il più antico ricamo di arte araba che si conosca, lavorato in Almeria di Spagna, nel 1116.

Altri edifici sono in Città sacri e profani di gran valore artistico e storico. Ne! palazzo Comunale l’Aquila in bronzo regalata da Cesare Augusto alla fedele Colonia Fermana, e arazzi e quadri e tavole. Accanto al Palazzo Comunale la Biblioteca civica, ricca di 250.000 volumi, con 550 incunaboli e 2660 pergamene, già sede dell’Antica Università.

-Ci fu dunque una Università a Fermo?

=R-  Sì, fondata da Lotario I nell’825 come Studio generale e vissuta con alterne vicende fino al 1826.     

Ma questo accenno a Università mi porta a un altro problema caratteristico per Fermo: il problema degli studenti. Si calcolano 7.000 studenti, dei quali più di 3.000 iscritti a quell’Istituto Industriale che fu il primo, e per molto tempo unico in Italia. Molti di essi vengono da altre Regioni; ragion per cui abbiamo diversi Collegi e Convitti: un Convitto Montani annesso all’Istituto industriale, un Convitto Nazionale, un Collegio Arcivescovile, un Collegio per gli Orfani dei Ferrovieri a Porto San Giorgio e uno per gli Orfani di Pubblica Sicurezza a Fermo, e diversi Pensionati maschili e femminili.

Moralmente e religiosamente questi giovani, che arrivano ai 19 e 20 anni, costituiscono un difficile problema, che è sempre abbordato da diverse iniziative dovute allo zelo di Sacerdoti e a spirito di apostolato di giovani militanti di Azione Cattolica, ma non è mai pienamente risolto.

-D. Tutto questo super-afflusso a scuole pubbliche lascia posto e possibilità di vita a un Seminarlo?

=R. Per ora questo è un problema che non ci preoccupa eccessivamente, perché abbiamo ancora un Seminario di circa 300 alunni, nonostante che in quasi tutti i paesi sia sorta in questi ultimi anni la Media Statale. Forse il bellissimo nuovo edificio che torreggia sulla collina come una statua di Santo sul suo piedistallo contribuisce ad attrarre la gioventù, a sensibilizzare la popolazione e a renderla comprensiva e generosa verso il Seminario.

-D. Quali sono le opere assistenziali di maggior rilievo?

=R. Oltre le tradizionali Conferenze di S. Vincenzo maschile, femminile e giovanile, esiste un Patronato AGLI, come sede distaccata dalla Provincia, che tratta attualmente decine di migliaia di pratiche previdenziali: un servizio di ben nove Assistenti Sociali dipendenti dall’ONARMO e ODA tengono per tutto il periodo estivo tre Case per ferie per le famiglie dei lavoratori. Sono molto attive nel loro campo, l’UNITALSI e la Legio Mariae.

-D. E l’Azione Cattolica?

=R. Ci sono 600 Associazioni con un totale di 12.000 iscritti. Oltre le normali attività, esiste un Centro Studi e una Scuola di Apostato della Gioventù.

Svolgono un’attività molto incisiva i movimenti « -Studenti -Lavoratori -Rurali » della Gioventù maschile e femminile. Sono pure fiorenti i vivaci Scout, Guide e la Gioventù Studentesca.

Nuova abbondante vena di grazie il Signore ci ha aperto nei « piccoli Corsi di cristianità » che abbiamo imparato dalla Spagna, e che si faranno più frequenti ora che si è inaugurata, nel parco del Seminario, la « Villa Nazareth » destinata a tutte le forme di ritiro spirituale per i laici.

-D. In una Diocesi così antica e ricca di vita cristiana non può certo essere mancato il profumo di santità.

=R. Non è mancato davvero.

-D. Ci vuol accennare a qualche nome?

=R. Oltre i due Fondatori della Chiesa Fermana, i Vescovi Alessandro e Filippo martiri nelle persecuzioni di Decio e di Aureliano, e S. Marone primo evangelizzatore della terra picena, nominerò S. Nicola, che si dice da Tolentino perché vi morì, ma è nato e fu Sacerdote a Sant’Angelo in Pontano e Religioso Agostiniano a Fermo; il B. Adamo Abate Benedettino, S. Serafino da Montegranaro laico Cappuccino,  i conventuali S. Giovanni della Verna, S. Pietro da Mogliano, il B. Antonio Grassi, Filippino di nobile famiglia fermana, ancora viva e prosperosa, il B. Antonio da Amandola agostiniano, i conventuali S. Giovanni della Verna, S. Pietro da Mogliano, il B. Pellegrino da Falerone, il B. Giovanni della Penna. E nel primo fiorire dell’Ordine Francescano non scrivevano forse i « Fioretti di S. Francesco » che « la Provincia della Marca di Ancona, a modo che il cielo di stelle, fu adornata di santi ed esemplari frati, i quali hanno illuminato e adornato l’Ordine di S. Francesco e il mondo con esempi e con dottrina »? E si sa che i Fioretti di S. Francesco sono nati da noi. Né sarebbe giusto dimenticare che di Porto Civitanova fu la Madre di S. Gabriele dell’Addolorata, il quale si santificò nel tempo che trascorse, Novizio, nel Ritiro di Morrovalle, dove ancora c’è il Noviziato dei Padri Passionisti.

Ma oltre a questa santità canonizzata, io godo di poter dire a me stesso e agli altri che ancor oggi esiste la santità nell’umile nostra gente ricca di fede, di pazienza, di laboriosità, di spirito di sacrificio; nelle famiglie ricche di figli e di virtù; nelle case sonanti del Rosario serale e delle Litanie, che portano il cuore di ogni Marchigiano al cuore delle Marche, che è Loreto.

-D. A sostenere tanta attività di opere e a nutrire tanta vita cristiana, vi sarà una stampa?

R. Per gli iscritti c’è la stampa dell’A.C. per le famiglie c’è il quotidiano «l’Avvenire d’Italia » e il Settimanale « La Voce delle Marche» che è al suo 73° anno di vita. Per essere sincero, devo però dire che il problema della stampa è troppo poco sentito nella mia Diocesi.

-D. Come è possibile chiudere una relazione così ricca di dati positivi con una nota malinconica?

=R. Malinconica per nulla affatto. Basta pensare che nessuna cosa al mondo è statica. E per essere allietati, o immalinconiti, bisogna chiedersi non solo a che altezza stanno cose e persone, ma anche se sono volte verso l’alto o verso il basso, se tendono a salire o a scendere. Se sono in discesa fanno tristezza, ma se sono in salita fanno letizia. Ebbene in quest’anno di grazia, ora di primavera, ora di Pentecoste, la Diocesi di Fermo, sotto ogni aspetto, sta in salita. Questo dico fidandomi a voi, venerati miei Fratelli nel Sacerdozio e miei cari Fedeli, alla cui cordiale, intelligente e operosa collaborazione non mi sono mai fidato invano.

Così mi attesta una esperienza di 25 anni, quanti sono gli anni in cui ho avuto la grazia di esservi Vescovo e Pastore.

************** Digitazione di Albino Vesprini.

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