Baglioni Silvestro fisiologo 1876 – 1957 belmontese

 

SILVESTRO BAGLIONI belmontese (1876\1957)

   Scienziato insigne nella fisiologia, Silvestro Baglioni è nato a Belmonte P. il 30 dicembre 1876, da una famiglia di agricoltori.

   Alle scuole elementari belmontesi Silvestro ha come maestro Luigi Bretoni.  Dopo il liceo classico,  studia medicina a Roma, vincendo le borse di studio universitarie.

   Si interessa alla ricerca fisiologica leggendo le indagini dei più aggiornati professori europei, i tedeschi, come Max Verwon.  Tra i docenti del biennio universitario gli rimane impresso il Cannizzaro titolare di chimica generale ed organica.

   Al termine del secondo anno accademico nel 1898 per seguire il prof. Verwon, si reca presso il suo Istituto, a Jena, in Germania, dove svolge nuove indagini durate due semestri.

   Inizia nel 1900 la lunga serie delle pubblicazioni sui risultati delle sue ricerche scientifiche svolte con il prof. Verwon, pubblicando in lingua tedesca nelle riviste specialistiche, i primi lavori scientifici che furono ben apprezzati dagli esperti europei.

   A ventisei anni, nel luglio 1902 consegue la laurea in medicina e chirurgia presso l’università degli studi di Roma con la lode e premio Girolami. Appena laureato esercita la professione medica a Belmone ed a Servigliano,  e consiglia l’uso dei medicinali naturali.

   A novembre è chiamato in Germania come assistente effettivo, per due anni,  del prof. M. Verwon nel laboratorio di fisiologia dell’università di Goettingen.

   Le sue scoperte sul sistema nervoso interessano i maggiori fisiologi del mondo. Nel 1906 il Baglioni viene nominato Aiuto presso l’Istituto di fisiologia di Roma, diretto da Luigi Luciani.

   Le sue pubblicazione fino all’anno 1912 sono una sessantina,  in lingua tedesca ed  in italiano, con ricerche innovatrici sulla fisiologia della respirazione, del miocardio, sull’elettrofisiologia, sull’alimentazione, sull’anestesia, sull’etnografia. Inoltre aiuta i  laureandi in nuove tesi di laurea.

   Nel 1913 vince il concorso per la cattedra di fisiologia umana a Sassari. Durante la prima guerra  è incaricato dalla Direzione generale dell’Aeronautica di eseguire esperienze di psicofisiologia del volo per determinare l’attitudine fisica degli aspiranti aviatori.

   E’ chiamato, nel 1917 a dirigere l’Istituto di fisiologia dell’università di Pavia. Poi quello dell’università di Roma, succedendo al prof. Luciani Luigi (1840\1919) Vi resterà ad insegnare per altri trentadue anni.

    Nel concorso per la cattedra universitaria, presenta i giudizi favorevoli pubblicati  da ventinove scienziati stranieri: fisiologi, farmacologi, anatomici, zoologi e psicologi.

   Gli studi sperimentali biochimici compiuti da Silvestro Baglioni insieme con i suoi allievi, contribuiscono ad impostare e offrire soluzione ai problemi del metabolismo interno dei processi nutritivi, mediante l’applicazione dei nuovi metodi di analisi microchimica.

   Per favorire nuovi programmi statali nella sanità, nel 1923 si candida e viene eletto deputato in Parlamento. Torna ogni anno nelle Marche e in un discorso tenuto a Sarnano pubblica:

             “Io mi sento sempre più legato a questa nostra cara patria picena, anche quando ne vivo

            lontano; perché credo (quante cose belle ci fa vedere l’amore di figlio, anche quelle che gli

            estranei non apprezzano o riconoscono) che le virtù di nostra gente più umile, trasmessa per

            eredità e per tradizione dai più antichi progenitori (Piceni) costituiscono un patrimonio

            nascosto, ma non meno reale (…) Come sono fiero di appartenere a questo nostro popolo

            mite, laborioso, amante dell’arte. Sono lieto di vivere qualche giorno dell’anno confuso tra

            voi, cercando di mettere la mia modesta opera di sanitario a contributo del vostro benessere

            e della vostra salute (…) Debbo ringraziarvi per la cara fraterna ospitalità”

   Pubblica alcune indagini sull’acqua di Sarnano e sull’alimentazione. Per la versatilità e l’acutezza d’ingegno, si fa apprezzare inoltre come ricercatore attento e cultore appassionato di archeologia, di storia;  di pittura, di musica e poesia, di filosofia e morale. Studia i reperti piceni e romani e pubblica interessanti articoli in Germania, ed in Italia.

   Apprezza lo spirito popolare delle Marche, la vivacità intellettuale tipica delle popolazioni agricole ed artigiane, da cui fioriscono quasi naturalmente futuri artisti, scienziati, medici.

   Esamina l’evolversi storico della medicina e delle condizioni sanitarie dei conterranei: Sulle condizioni sanitarie presenti e future delle Marche, comunicazione fatta al Congresso Medico eustachiano a San Severino Marche.  Apprezza il versatile ingegno marchigiano e pubblica: Luigi Vecchiotti: musicista filosofo marchigiano 1804\1863.. Mette la musica ai versi del sommo poeta recanatese,  ammira gli artisti del Rinascimento, tra cui il Mantenga (1431\1506). Dice: ” L’arte è la consolazione di ogni ineluttabile tristezza e malinconia della vita”.

    Il gioiello da lui coniato in Italia è la fisiologia sperimentale e dal 1930 fonda e dirige il periodico “Fisiologia e medicina”, aperto a nuovi traguardi con il supplemento Il problema alimentare (1931\1942), fino a ripensare, durante l’ultima guerra,  negli “Annali delle Università d’Italia” l’ordinamento degli studi superiori della facoltà di medicina e chirurgia.

   L’attività scientifica del Baglioni si svolge in diversi settori della fisiologia con l’applicazione dei metodi sperimentali più perfezionati della fisica, della chimica e della psicologia.

    Il prof. Martino suo allievo, ricorda lo slancio comunicativo del docente Baglioni per il quale la scuola è “ profonda intimità spirituale ed ideale, concordanza di aspirazioni, letizia del dare e del ricevere.” Le indagini sono per lui passione, tormento e gioia.

   Diviene anche direttore de “Il farmacista italiano”. Nella prolusione all’anno accademico romano 1933\34 tratta il tema Umanesimo e Medicina  in modo che la ricerca scientifica non risulti solo un’evoluzione nei secoli, ma un moto interiore delle “forze potenziali e delle energie attive insite in noi ed emananti dal nostro organismo e dal nostro spirito.” L’amore alla vita come amore alla natura, all’arte, alla tecnica sono manifestazioni dell’interiorità delle persone.

   Il collaboratore Giusppe Amantea ricorda che la vita di Sivestro Baglioni è stata vita di lavoro. Il Baglioni è puntuale nell’orario e metodico.

   Oltre duecentocinquanta le sue pubblicazioni personali ed altrettante quelle fatte elaborare, sotto la sua guida dagli allievi. Indicano quanto laboriosa sia stata la sua attività di scienziato, di docente e di guida nel laboratorio di fisiologia. Ha esteso la comunicazione delle sue indagini con conferenze, convegni, corsi, invitato come competente e fervido cultore di vari argomenti.

   Da valente scienziato produce indagini di grande valore nel campo della fisiologia dei centri nervosi, dell’apparato respiratorio, dell’udito e della fonazione.

               Silvestro Baglioni è associato a numerose accademie e società italiane e

            straniere, quali l’accademia dei Lincei, la Società italiana delle scienze, detta

            dei Quaranta, l’Accademia medica di Roma della quale funge da presidente dal

            1931 al 1935, la K. Deutsche Akademie der Naturforscher di Halle, la Svenska

            Lakaresallkapet di Stoccolma. Accademico d’onore della Pontificia Insigne

            Accademia dei Virtuosi al Pantheon, Socio onorario della Società di

            otorinolaringologia, Accademico di Storia Sanitaria, Presidente della Società

            Italiana di Fonetica sperimentale, disimpegna con successo importanti incarichi

            affidatigli dal Ministero della Pubblica Istruzione, dal Ministero della Guerra, e

            dai Ministeri dell’Interno e degli Esteri.

               Deputato dello schieramento liberale democratico al Parlamento per la XXV

            e la XXVI legislatura nella circoscrizione Ascoli-Macerata, fa parte del

            Consiglio superiore di sanità, del Consiglio Nazionale delle Corporazioni e

            delle Ricerche, della Commissione della Farmacopea ufficiale. Tenente           

            Colonnello Medico congedato Capitano, Cavaliere, Commendatore d’Italia,

            Presidente (per un periodo) del Pio Sodalizio dei Piceni, e dell’Associazione

            Fonetica italiana e della Associazione artistica internazionale, del Comitato

            medico internazionale per la propaganda del vino. Espleta con successi

            importanti incarichi affidatigli da Enti e Società. Avvalora l’importanza

            scientifica delle acque curative della Fonte San Giacomo di Sarnano. Si avvale

            di tutte le idee e di tutte le esperienze per penetrare nelle cause e negli effetti

            dei fenomeni che coinvolgono il benessere delle persone.

   G. Amantea indica le seguenti sue doti: mente aperta, limpida, associata a grande memoria, tendenza ad inquadrare concetti precisi a contorni esatti; animo generoso, poliglotta, di cultura enciclopedica, brillante nel conversare, conferenziere efficace, grande animatore di allievi. Lo occupano oltre la Fisiologia e le scienze mediche, i classici di ogni tempo, la poesia, la musica, la storia dell’arte, gli studi di etnografia e di archeologia, tutto quel che esalta lo spirito.

   Dà il suo apporto all’Accademia d’Italia che gli affida la prima opera della nuova serie Classici della scienza: Epistolario di Giacinto Cestoni ad Antonio Vallisnieri .

   Il suo pensiero concepisce L’unità del pensiero scientifico artistico e morale.  Molto apprezzato il suo Trattato di fisiologia umana, in due volumi riediti più volte.

   Muore ottantunenne a Roma il 30 luglio 1957. Il ministro della Sanità, il primo creato in Italia, prof. senatore Vincenzo Monadi gli inaugura il 3 agosto 1958, un monumento a Belmonte Piceno, dichiarandolo “un’anima privilegiata” la cui vita si snoda attraverso le conquiste scientifiche. Il suo insegnamento continua perché ripete il diritto alla vita.

    Il prof. Martino dichiarava: “Silvestro Baglioni  seppe tradurre la scienza e la cultura in puri valori spirituali”. Seppe vivere  con le persone e per il bene delle persone, manifestando così la grandezza umana dello spirito.

   L’attività del professor Baglioni, direttore dell’Istituto di Fisiologia dell’Università di Roma con la sua passione per le analisi cliniche è di valido incoraggiamento nella nostra epoca che allarga all’Europa ed all’America l’aggiornamento dei risultati. Quando nel 1990 e nel 1991 si è parlato del Baglioni fisiologo nelle tornate dello Studio Firmano, il prof. Sacino ne esaltava il rigore scientifico, l’esposizione chiara dei concetti, la semplicità incisiva, la meticolosa attenzione.

   Questo suo acuto spirito indagatore applicato ad accurate ricerche ha portato novità nelle concezioni scientifiche e nelle interpretazioni da dare ali complessi fenomeni fisiologici. Si resta affascinati dalla sua opera svolta anche a favore della beneamata Sarnano per le terme a cui applicò la sua ponderata chiarificazione scientifica, come ricorda l’epigrafe locale. E grande era il suo gaudio mentale allorquando constatava i risultati positivi nel progresso della biochimica, delle diagnosi per la patologia e la terapia.

   Il frutto delle sue indagini  prosegue nella metodologia che offre  validi risultati. Silvestro Baglioni ha lavorato mantenendo la fiducia nel frutto del proprio lavoro, cui dedicava un animo generoso con equilibrato giudizio critico.  I suo spirito era teso alle pure soddisfazioni nel dare nuovi apporti a vantaggio della salute umana.

   Il futuro è aperto a nuovi apporti a cui la vitalità dello spirito del prof. Baglioni ha incoraggiato ogni generazione, in modo che ciascuna sempre comunichi il meglio di sé, nella unione delle abilità per il migliore esito. E’ utile e bello coltivare la speranza di adoperarsi ad affrontare e superare le difficoltà.

Carlo Tomassini

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