Visita breve alla collegiata San Marco in Servigliano

VISITA RAPIDA ALLA COLLEGIATA SAN MARCO

IN SERVIGLIANO

1   La FACCIATA di stile neoclassico è uguale a quella di santa Anastasia a Roma, nel tipo di una basilica con ornato di triglifi, stemmi e metope bianche sotto il cornicione.

2   Il PORTALE fu elaborato dallo scalpellino Albertini Angelo anconetano. Il portone in triplice strato di legno è opera del falegname mastro Giorgione Vecchi fermano e fu verniciato color piombino da Anzidei Felice da Falerone.

3   Dall’atrio risistemato nel secolo scorso, entriamo a sinistra per osservare tutto l’impianto della grande NAVATA con abside semicircolare. Tutta la parte interna fu realizzata nel biennio 1778 e 1779, dopo che nel 1777  era stata completata la costruzione  di Castel Clementino.

4    Le pareti laterali sono scandite da tre ARCATE ciascuna per altrettanti altari. Le murature dell’interno e del soffitto a volta in camorcanne sono opera di mastro Sfasciapagliari Attilio da Monte Cassiano (MC) e di mastro Lupidi Vincenzo da Monte dell’Olmo oggi Corridonia (MC). Nel 1976 le infiltrazioni d’acqua fecero crollare il soffitto che fu rifatto come il preesistente. Inoltre fu sistemato il nuovo pavimento, come si legge nelle epigrafi dellelapidi in fondo alla chiesa.

5   I cornicioni, gli stucchi, come le cornici, i capitelli, le lesene, le modanature e i BASSORILIEVI sono opera dei due artisti milanesi Interlenchi Stefano e Bernasconi Lorenzo che usarono la scagliola. A dipingere color marmo brecciato  in vari colori, le mense, le colonne e tutte le rifiniture intervenne l’indoratore pittore maceratese Baldelli Luigi.

6   Le strutture in legno sono del mastro Giuseppe Perugini coadiuvato dallo stuccatore Giovanni Principi i quali elaborarono il PULPITO.

   I quadri  e gli ovali degli altari laterali sono DIPINTI di Filippo ed Alessandro Ricci, dell’anno 1779.

7   Grandi pilastri a semirilevo, con capitelli corinzi sostengono la trabeazione continua che termina nell’archivolto del presbiterio. Sopra questo un cartiglio in gesso reca la scritta qui tradotta ‘Ho consacrato questo luogo affinché il mio nome vi stia in eterno’.

8   Nel primo altare sono dipinti gli apostoli san Giovanni evangelista e san Giacomo suo fratello, opera di Filippo Ricci. Nella sommità il cartiglio: ‘Le loro voci vibrarono come trombe’ si intende nell’annuncio del Vangelo. In alto, tra le sculture degli angeli, il bassorilievo raffigura sant’Agostino, dato che al Paese vecchio ci furono i religiosi Agostiniani.

9   Nella  nicchia è riposta la scultura del gruppo della s. casa di Loreto, Maria, e il divin Figlio.

10   L’altare successivo non ha colonne ma lesene laterali. Nella nicchia dorata  la statua della Vergine Immacolata che schiaccia il serpente, allarga le mani per effondere grazie, è opera del secolo scorso e sostituisce la tela della Madonna del Rosario sistemata nella vicina cappellina. Ai lati i medaglioni con dipinti due apostoli: a destra l’ovale con s. Andrea; a sinistra s. Pietro  Nella sommità il cartiglio dice: ‘O speranza nostra fidatissima, noi ci rifugiamo in te’.

In alto  il bassorilievo raffigura san Serviliano martire, come nell’altare appresso.

11   Sotto il pulpito si entra nella cappella laterale che ha una struttura lignea indorata da Angelini Saverio fermano Il  Crocifisso provenie da Paese Vecchio. Alla parete la tela del Ricci raffigura la Madonna del Rosario con il Figlio, s. Domenico e s. Vincenzo Ferrer.

A destra il dipinto  raffigurante sant’Antonio da Padova , opera di Tricarico Salvatore, vivente.

12    Tornando indietro si va all’altare con il dipintodi san Serviliano, martire romano. Alessandro Ricci, vi ha raffigurato con il santo anche Castel Clementino appena ultimato a costruire, sotto la sua protezione. Tra gli angeli, in alto, il bassorilievo ricorda il martire san Sebastiano.

 Il cartiglio nella sommità ricorda il salmo:’Di gloria e di onore lo hai coronato’.

13   Nel presbiterio il dipinto dell’ Ultima Cena del Cristo con gli apostoli, richiama l’Eucaristia celebrata nell’altare maggiore, privilegiato per le anime del Purgatorio. Il Sommo unico Sacerdote libera dal male, tiene uniti gli sposi ed i fedeli nella comunità.

Sotto il Crocifisso, il plinto di base ha lo stemma serviglianese con l’immagine di san Marco.

Il coro era usato dai canonici per la liturgia dei salmi.

14    Ai lati del presbiterio ci sono due epigrafi. Una dice che la chiesa fu costruita in sei anni per ordine del prefetto della congregazione del Buon Governo dello Stato romano, card. Antonio Casali. A destra l’epigrafe ricorda che la confraternita del Corpo di Cristo sostenne le spese per la parrocchia. Nell’abside una vetrata raffigura la gloria del Risorto, autore della fede; altra a sinistra mostra l’effusione dello Spirito Santo santificatore.

15   Volgendosi verso l’entrata si osserva la cantoria. L’organo è opera di Raffaele Fedeli della Rocchetta di Camerino, anno 1779. Il prospetto è ornato con lesene laterali, putti, rosette, come pure la cantoria ha rosette e maschere dorate.

16   Sopra le pareti laterali, le otto finestre hanno le vetrate disegnate da don Leonardo Picciotti nel 1986. Raffigurano i sacramenti: la Chiesa (nave), l’acqua del Battesimo, la colomba dello Spirito, l’Ostia eucaristica, gli anelli del Matrimonio, la stola del perdono nella Penitenza, l’Ordinazione sacerdotale, l’Unzione degli infermi. Nel finestrone di facciata, i simboli mariani.

17   L’altare dei protettori di Servigliano san Marco, con nel libro le parole: ‘Pace a te, o Marco, mio evangelista’ è insieme con san Gualtiero abate serviglianese a cui si riferisce il cartiglio nella sommità dell’arco: ‘La nostra salvezza è il tuo capo’.

Il bassorilievo in alto raffigura santa Lucia.

18   Nell’altare mediano la statua di san Giuseppe con il divin Bambino.

Sopra l’arco la dicitura: ‘ Terribile esorcista dei demoni ’.

Ai lati le tele ovali nei medaglioni, a sinistra l’apostolo san Paolo, a destra san Giovanni battista.

Il bassorilievo sotto l’arco raffigura san Pasquale Baylon, francescano, protettore della confraternita del Corpo di Cristo, che diede molte sue offerte. Va ricordato che la prima pietra di marmo con reliquie, fatta pervenire dal papa Clemente XIV, fu posta nelle fondamenta di questa chiesa da mons. Lodovico Porti, sovrintendente alla costruzione di Castel Clementino, in data 17 maggio 1774, festa di  s. Pasquale.

19   Di seguito, nella nicchia la Madonna del Piano o dei Frati, scultura ben antica, ammirata.

20   Nell’altare successivo è dipinta della Madonna delle rose con il divin Figlio onorati da s. Giovanni battista bambino e da santa Caterina da Siena. Il cartiglio sopra l’arco ricorda questi due martiri: ‘Effusero il sangue per il nome di Cristo’.

Il bassorilievo in alto tra due angeli raffigura san Nicola da Mira o da Bari con bambini.

21   Il FONTE BATTESIMALE ornato a stucchi, ha due porticine in legno dipinte da d. Giorgio Quondamatteo nel 1978. Sopra alla nicchia l’epigrafe ricorda la consacrazione della chiesa ad opera del concittadino mons. Augusto Curi arcivescovo di Bari nel 1929.

22   L’ACQUASANTIERA vicina è originaria del 1799, opera del mastro anconetano Albertini Angelo. L’altra è stata rifatta uguale nel 1981 da Pettirossi Ezio da Porto San Giorgio.

23   Tutti i lampadari in ferro battuto, furono elaborati in occasione della consacrazione nelle officine dei fratelli Marini in Servigliano e vi si adoperò Zeferino Angelici.

 

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