Epigrafi funerarie degli antichi Romani a Petriolo (MC)

EPIGRAFI FUNERARIE ROMANE. Il libro di Aldo Chiavari “Petriolo (2010)” nell’inserto di iconografia da pag. 208 figura 28 riporta le foto di due iscrizioni funerarie romane riferibili ai decenni dopo la lex sumptuaria legge dell’imperatore Augusto contro il lusso (attorno al 18 a. C.)

 L’epigrafe: E P B I S – è interpretabile = Ex Pecunia Benemerentis Impensa Sua – “Dal denaro del benemerito per sua diligenza” dice che la spesa non suntuaria (di lusso) con il  marmo scolpito a cornice per l’iscrizione che copre la nicchia dell’urna contenente l’anfora delle ceneri è stata una spesa fatta per lascito della persona defunta.

L’altra epigrafe parimenti su marmo con scolpita la cornice = E. S. T. – Ex Suo Tumulus – dice un fatto simile: “Dal suo avere il tumulo” giustificando il dispendio per la tomba o tumulo.

Le tipologie sepolcrali nell’antica Roma erano molto varie. I tumuli con monumenti più o meno piccoli, se non edifici, erano costituiti da un cippo con stele ed epigrafe su marmo o travertino. Erano collocati per una legge delle antichissime ‘dodici tavole’ fuori dallo spazio abitativo o urbano, spesso a lato delle vie extraurbane e vi si poteva leggere l’epitaffio che dava qualche prestigio al defunto, almeno con il far intendere che non era uno schiavo o nullatenente perché quand’era vivente si era potuto far provvedere dai superstiti quel sepolcro dopo la cremazione.

Anche nelle tombe di inumazione degli antichi Piceni si dava al defunto il suo corredo di oggetti come suo patrimonio onorevole.

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