Poesia popolare. Canti religiosi. Folclore. Raccolta di Vesprini Albino

36  LA PASCIO’

Ogghhi è lu Giovedì Santu,

Maria se ne va a letto co’ lu mantu,

e Pietro jé porta la novella:

lu Figliu to’ li vatte e lu flagella;

manne tele a chiamà le tre sorelle

che vengono piagnenno e lacrimanno

che lo sangue suo scorre tutto quanto.

Maria allor se mette per la via,

tutte le gocce de sando che ‘ncontrava,

comme le ‘ncontrava le rcuglìa

e dentro lu santu calice le mittìa.

Comme le rcuglìa le vasciava,

questo è lo sango de lu Figliu miu;

lu scete vattutu e flagellatu

‘ncoronatu de spì  e ‘ncrucifissatu!

Cari Signori l’avete inteso?

Questa è la pasciò che Dio ha patito:

cari signori se l’avete scordato

questa è  la pasciò che Dio ha passato.

Cara vergara fate mpo’ presto,

porta dieci ova che sta nel canestro;

se a te dieci pare troppo

lascene due e daccene otto.

Se vòi fa c omme ha fatto il vicino

portane dieci e un mecchié de vino;

oppure comme lo vicinato,

porta dieci ova e ‘na forma de cascio.

37  LA PASCIO’

Ecco che è giunta l’ora,

o ingrato peccatore,

rimira il tuo Signore

che a morte se ne va!

Gesù solo nell’otrto,

da tutti abbandonato,

con pianto disperato

il Padre suo pregò.

Ecco un gran tormento,

l’afflitto Redentore,

con pena e con dolore

nella prigione se ne andò.

Di prigion levato,

alla colonna fu legato,

battuto il flagellato,

e di spine incoronato.

Dai soldati fu trascinato,

dal proconsole Pilato

per essere processato

come fosse un malfattor.

Pilato spaventato,

dal popolo inferocito

il processo non celebrò

ma le mani si lavò.

Affacciandosi al balcone,

al popolo poi propone

di scegliere tra il Redentore

e un grande malfattore.

O la libertà a Barabba,

o la croce per Gesù,

il popolo incosciente

chiese la croce per l’innocente.

Allor per soddisfare,

del popolo l’insolenza

a sì crudele sentenza

Pilato acconsentì.

E senza più indugiare,

legato il Redentore,

come fosse un malfattore

ognuno lo schernì.

Giuda il traditore,

con fare sospettoso

gli dice: “Maestro eletto

Iddio ti dia il bon dì!

Patire così tanto,

di morte così atroce,

quella pesante croce

come potrai portar!”

Piangeva la cara Madre,

mirando il suo Figliolo,

bagnò di pianto gli occhi

e soffrir non poté più.

E il dolente Figlio,

tutto ferito ed impiagato

per salvare l’uomo ingrato

in croce se ne va a morir.

E la dolente Madre,

tutta piena di zelo

vorrebbe almen col velo

coprire il suo Gesù.

Con la croce sulle spalle,

salendo all’alto colle

spesso inciampa e cade

sotto le frustate il mio Gesù.

Giunto nell’alto monte,

il buon Gesù innocente

da quella ingrata gente

presto spogliato fu.

Lo inchiodano poi in croce,

per l’una e l’altra palma

sospirò forte l’alma

con gran pietà e dolor.

Piangeva la cara madre,

mirando il suo Signore

pensate al gran dolore

che gli spezzava il cuor.

Il buon ladrone allora,

pentito del suo errore

chi dice: ”Mio Signore

ricordati di me!”

Allor  l’eterno Iddio,

morente sulla croce

con voce lamentosa

Giovanni a sé chiamò;

gli disse:”Fratello mio,

io me ne vado al Padre

e l’afflitta Madre mia

la raccomando a te!”

Il romano centurione,

mosso a forte compassione

per togliere a Gesù il dolore

con la lancia il cuor gli trapassò

Ecco Gesù che è morto,

e nella tomba vien deposto

e gli angeli dal cielo

la gloria a Dio cantò.

Ricorda o peccatore,

che l’appassionato Bene

con tanto affanno e pene

sulla croce morì per te.

Il terzo giorno intanto,

Gesù resuscitato,

suoni, feste e canti

negli alti cieli andò.

Oh cari amici miei,

la storia è qui finita

se volete donar qualcosa

Iddio vi aiuterà.

38  LA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE

L’ho preparato un’ora,

per aver l’ultima cena.

Con la faccia assai serena

così  Gesù parlò:

“ Da chi sarò tradito,

da chi sarò negato?

Giuda disgraziato

rispose: “Io non sarò!”

A le due il Redentore,

a Giuda li pié lavò

jé disse: “Dell’errore

io ti perdonerò!”

Da chi sarò tradito,

da chi sarò negato?”

Giuda disgraziato

rispose: “Io non sarò!”

Le tre il Sacramento,

distribuito viene a lor,

per far il suo cuore contento

il suo corpo dispensò.

Le quattr’ore che si mosse,

con gran compassion

tutti gli Apostoli volevan

Giuda ancor salvar.

Alle cinque ore nell’orto,

il buon Gesù andò;

alle sei Padreterno

il Re de ciel chiamò.

Alle sette di Giuda

le truppe guidò.

“Dio ti salvi Maestro!”

Così Giuda parlò.

Alle otto una manciata,

al buon Gesù toccò,

con la faccia beata

Gesù la sopportò.

A le nove schiaffeggiato,

al loro Gesù si turbò;

alle dieci carcerato

la truppa lo menò.

Dopo che fu accusato,

suonò le undici ore,

le dodici a Pilato

Gesù si presentò.

Alle tredici ore, di bianco

vestito il Salvator,

schernito è con una canna

per dargli più dolor.

Gridavano”Crocifiggilo!”

A le quattordici ore,

Pilato se ne affligge

non vi trova alcun error.

Legato alla colonna,

che fu alle quindici ore

battuto e flagellato

Gesù mio che gran dolor.

Coronato di spine,

quando fu alle sedici ore

dalle tempie sue divine

tanto sangue lui versò.

Alle diciassette ore,

la penna si adoperò

per scrivere la sentenza

che al buon Gesù toccò.

Li chiodi e li martelli,

per Lui si preparò;

in croce il Redentore

alle diciotto andò.

Alle diciannove ore,

Gesù si aggravò;

Gesù per nostro amore

Giovanni a sé chiamò.

Disse: ” Giovanni mio,

io andrò dal Padre

e la mia dolente Madre

a te l’affiderò.

Alle venti ore da bere,

il Redentor chiamò:

portaron aceto e fiele

mentre suona e canta il peccator.

Alle ventuno appunto,

il suo capo si chinò;

e l’anima sua santa

al Padre Eterno ritornò

Alle ventidue ore,

la lancia il cuore trapassò

con ferro e con furore

il suo petto s’impiagò.

Alle ventitre ore,

dalla croce lo calò;

e la Mamma del Signore

tra le braccia lo pigliò.

Alle ventiquattr’ore,

tra gli Angeli e li Santi,

tra suoni, feste e canti

giù nel sepolcro andò

A le venticinque ore,

Gesù resuscitato;

con feste, suoni e canti

in gloria se n’andò.

Gesù Cristo morto,

e poi è resuscitato

per sempre sia ascoltata

la sua santa passiò.

39  LA PASCIO’

Ecco che è giunta l’ora,

ingrato peccatore

rimira il tuo Signore

e a morte se ne va!

E’ despietatu tanto,

volle abbracciar la morte

rrapreteglie le porte

del regno de llassù.

A l’ortu subitamente,

rivolse le sue piante

del buon Gesù è costante

per il Padre suo l’amor.

Tutto jé stato fatto,

in terra cadde e langue

con gran sudor de sangue

resister più non può.

Ebbene il traditore:

“Chi cerchi amico mio?”

Ma giunta da nemico,

con un bacio lo tradì.

Le truppe in quel momento,

funi e con catene

contro l’amato Bene

subboto s’avventò.

Ebbene il traditore,

sor Giuda e con despettu

disse: “Maestru elettu

che Dio ti dia il bon dì!”

Ma guarda se che pene,

suffrì la Madre pia,

per tutta quella via

piagnenno se ne andò.

Piagnenno allora il Figlio,

che son tutto piagato

pe’ sarvà l’omo ingrato

in croce va a morir.

E la dolente Madre,

piena d’amore e  zelo,

si leva il suo bel velo

per ricoprir Gesù.

Lo inchiodan tostamente,

il mio signor clemente;

e da quella sete ardente

nessun lo dissetò.

Ne’ gli splendori sui,

che pure il sole oscura

perfino i sassi duri

si mosserro a pietà.

Il buon ladrone allora,

che scola di sudore

disse: ”Caro mio  Signore

ricordate de me!”

Il Signore gli rispose,

con addolorato viso:

“ Nel santo Paradiso

oggi verrai con me!”

Piagni con cuor contrito,

con vero pentimento

e con proponimento

di non insultarlo più.

E Gesù Cristo è morto,

e poi resuscitò.

Che Dio ve la conceda

questa santa pasciò.

E Gesù Cristo mortu,

eppò resuscitatu

sia sempre ringraziatu

chi intanto ci ascoltò.

40 LA PASSIONE

Già condannato il Figlio,

dalle ribalde schiere

l’afflitta madre chiede:

“Il figlio mio dov’è?”

Ritornello: La Passione del Signore,

il dolore di Maria

sempre impresso sia

nel mio e nel vostro cuor.

Corre per ogni via,

incontra l’empia gente

e cerca il Dio piangendo:

“Il Figlio mio dov’è?

Ritornello: La passione…….

Sale l’infame monte,

con frettolosi passi,

e chiedi anche ai sassi:

“Il Figlio mio dov’è?”

Ritornello: La Passione……

Madre dolce cara,

o Vergine pudica

permetti che io ti dica:

“Il Figlio tuo morì!”

Ritornello: La Passione…..

Guarda alla nuda Croce,

che a Te rivolta dice:

“Ahi, mesta Genitrice,

qui il Figlio tuo morì!”

Ritornello: La Passione…

O Maria quel tuo bel Figlio

chi l’uccise e derubo?

Sono stato l’ingrato,

o Maria perdon pietà.

Ritornello: La Passione……

41  LA PASSIONE

E’preparata l’ora,

dell’ultima sua cena

e con faccia assai serena

Gesù così parlò:

Disse: “Saro tradito,

e poi sarò negato

di Giuda scellerato

rispose: “Io non sarò!”

Poi venne il traditore,

Giuda con dispetto

disse: “Maestro caro eletto

Iddio ti dia il buon dì!”

Gesù rispose allora:

“ Che cerchi amico mio?”

E Giuda iniquo e rio

con un bacio lo tradì.

La truppa in quel momento,

con funi e con catene

verso l’amato Bene

con furia si avventò.

Mesto e assai dolente,

in terra cade il langue,

al gran sudoredi sangue

resistere non può.

Poi fu inchiodato in croce,

per l’una e l’altra palma,

per farlo morir con calma

con più pene e più dolor.

Al buon ladron pentito,

come lui pure inchiodato,

Gesù che è sempre buono

concede il suo perdono.

E pien di dolce amore,

Giovanni a sé chiamò

e la sua cara Madre

a lui raccomandò.

Pregò l’eterno padre,

per i suoi crocifissor,

poi quell’alma santa e pia

al Padre Eterno andò.

A un tratto allora il velo,

del Tempio di squarciò,

ed anche il sol nel cielo

d’un tratto si oscurò.

Tremò la valle il monte,

più d’uno resuscitò;

il prato, il colle, il monte

con gran rumor tremò.

La Madre con dolore,

fra le braccia lo pigliò

e lui pieno d’amore

a noi tutti ci salvò.

Nel terzo giorno intanto,

Gesù resuscitò

e fra gran feste canti

all’alta gloria andò.

42  LA PASSIONE

Ecco che è giunta l’ora,

o ingrato peccatore

rimira il tuo Signore

che la morte se ne va.

Per te spietato ancora,

volle abbracciar la morte

e così aprir le porte

del regno celestial.

Nell’orto prontamente,

dirige le sue piante

il buon Gesù piangente

il Padre suo chiamò.

E mesto e dolorante,

in terra cade il langue

ha un gran sudor di sangue

che resistere non può.

Poi viene il traditore,

e Giuda con dispetto

gli dice:”Maestro caro eletto

Iddio ti dia il buon dì!”

Rispose il mio signore:

“ Amico mio che cerchi?”

E di Giuda iniquo e rio

con un bacio lo tradì.

Le truppe in quel momento

con funi e con catene

verso l’amato Bene

con rabbia avventò.

E senza più indugiare,

legato il Redentore,

come un malfattore

in prigione lo portò.

Di prigione fu levato,

davanti ad Anna fu portato

e poi esser giudicato

l’amato mio Signor.

Il traditore ingrato

gli dette una manata

e quella faccia assai beata

soffrì tanto dolor.

Allor per soddisfare,

del popol l’insolenza

a sì crudel sentenza

Pilato acconsentì.

Legato alla colonna,

battuto e flagellato

di spine coronato

fu il mio dolce Redentor.

Piangea la cara Madre,

mirando il suo signore

pensando al gran dolore

che sentiva nel suo cuor.

Ecco Gesù mio caro,

la croce preparata,

di legna fabbricata

con tanto mio peccar.

Questo patir sì amaro,

una morte così atroce

questa pesante croce

come potrei portar.

Mira o peccatore,

l’appassionato Bene,

un quanti affanni pene

alla croce se ne va.

E tra le guardie armate,

buon Gesù caduto

nessun gli offre aiuto

al mio caro buon Gesù.

Piangea la cara Madre,

vedendo il proprio Figlio

bagnò di pianto il ciglio

soffrir non potea di più.

Vedendo in gran periglio,

il suo dolce Signore

“Il cor mi scoppia di dolore!”

Allor essa prese a dir.

E il dolente Figlio,

il corpo tutto impiagato,

per salvare l’uomo ingrato

in croce va a morir.

Giunto sull’alto monte,

il buon Gesù innocente

da quella ingrata gente

resto spogliato fu.

E la dolente Madre,

piena d’amor e di zelo

vorrebbe col suo velo

coprire il suo Gesù.

Lo inchiodan sulla croce,

per l’una e l’altra palma

per fargli spirare l’alma

con più pene e più dolor.

Il buon ladrone allora,

gli disse:”Mio Signore

ricordati di me!”

Gesù rispose allora

con umiliato viso:

“Nel santo Paradiso

oggi verrai con me!”

Ecco Gesù morente,

sulla croce languente

con voce assai dolente

Giovanni chiamò a sé.

Disse: “Fratello mio,

io me ne vado al Padre

e la mia dolente Madre

La raccomando a te!”

Ricorda, o peccatore,

l’appassionato Bene

con quanto affanno e pene

in croce se ne sta.

Il tuo caro Signore,

lo fai così soffrire

in croce va a morire

per la tua infedeltà.

Ecco Gesù che muore,

in sepolcro se ne andò

e gli Angeli del cielo

le glorie a lui cantò.

Il terzo giorno intanto,

Gesù resuscitò

con suoni feste e canti

all’altro mondo andò.

E Gesù Cristo è morto,

e poi e resuscitato

che sia ringraziato

con questa santa Passiò.

E Gesù Cristo è morto,

e poi resuscitato

si è sempre ringraziato

con questa santa passiò.

43 LE ORE DELLA PASSIONE DI CRISTO

Agli Apostoli riuniti,

per far l’ultima cena

con faccia assai serena

così Gesù parlò.

Disse:”Sarò negato!”

Disse: “Sarò tradito!”

E Giuda il traditore

gli rispose: “Io non sarò!”

Alle due il Redentore,

anche a  Giuda  i pié lavò;

Gesù gli disse:”Dell’errore

io ti perdonerò!”.

Alle tre il Sacramento

distribuisce a lor,

e a tutti col cuore contento

il suo corpo dispensò.

E alle quattro si mosse

a gran compassiò

allor baciò gli Apostoli

con gran consolazio’.

Alle cinque nell’orto,

il buon Gesù andò.

Alle sei del Padre suo

l’aiuto invocò.

Alle sette e da Pilato,

Le truppe lu menò.

“Dio ti salvi oMaestro!”

Così Giuda parlò.

Le otto una manata,

al buon Gesù toccò;

e quella faccia beata

soffrì tanto dolor.

Alle nove schiaffeggiato,

allora Giuda si turbò;

alle dieci carcerato

le truppe lu menò.

Quando che fu accusato,

sonava l’undiciore,

le dodici a Pilato

Gesù si presentò.

Le dodici di bianco,

vestito il Salvatore,

fu schernito con una canna

per dargli più dolore.

A le tredici ore con spine coronato,

di rosso ben vestito

dal popolo inferocito

fu deriso come re.

Si gridava:”Cocifiggi!”

Che fu le quattordici ore,

Pilato se ne afflisse

per non trovar l’error.

Legato alla colonna,

che fu le quinmdiciore,

battuto e flagellato

tutto con gran dolor.

Le sedici di bianco,

vestito di Salvatore

scarnite le sue carni

per dargli più dolore.

Alle diciassettore,

carta e penna si adoprò

per l’ingiusta sentenza

che al buon Gesù toccò.

Li chiodi ed il martello,

per lui si preparò;

in croce il Redentore

alle diciotto andò.

Alle diciannovore,

testamento si onorò;

Gesù pieno d’amore

Giovanni a sé chiamò.

Disse: “ Giovanni mio,

io me ne ritorno al Padre

e la dolente Madre

io la raccomando a te!”

Alle venti da bere,

chiedeva il Redentor;

solo aceto il fiele

fu dato al Salvator.

Alle ventunore,

la testa sua chinò;

quell’anima santa e pura

dal Padre suo tornò.

Alle ventidue ore,

la lancia lo forò;

con feroce e con furore

il costato gli impiagò.

Alle ventitreore

dalla croce lo levò,

e la mamma con amore

su le braccia lo pigliò

Alle ventiquattrore,

Gesù sepolto andò,

con il suo grande amore

a noi tutti ci salvò.

Alle venticinque ore,

con gli Angeli e li Santi

per colpa dei nuovi tanti

nell’altro mondo andò.

Il terzo giorno intanto,

Gesù resuscitò;

con gioia, feste e canti

nell’alta gloria andò.

Gesù Cristo è morto,

e poi è resuscitato,

dal peccato ci ha riscattato

con la sua santa Passiò.

44 LE ORE DELLA PASSIONE DI CRISTO

Sia tutto pronto a un’ora,

per fare l’ultima cena,

e con faccia serena

Gesù così parlò.

Disse: “Sarò tradito!”

Disse: “Sarò negato!”

E Giuda disgraziato

rispose: “Io non sarò!”

Alle due il Redentore,

a Giuda i piedi lavò;

e poi jé disse:”Dell’errore

io ti perdonerò!”

Alle tre col sacramento,

chiamato comunione,

Gesù col cuore contento

il suo corpo dispensò.

Alle quattro si mosse

a gran compassione

agli apostoli rivolse

una raccomandazione.

Le cinque già nell’orto,

il buon Gesù n’andò;

alle sei il Padreterno

Gesù nel ciel pregò.

Alle sette in giudizio,

le turbe lo menò.

Gli disse: “Salve Maestro!”

così Giuda parlò.

Alle otto ‘na guanciata,

al buon Gesù toccò;

e quella faccia beata

soffrì tanto dolor.

Alle nove schiaffeggiato,

allora Giuda si turbò;

alle dieci carcerato

le turbe lo menò.

Quando che fu accusato

suonava l’undici ora;

alle dodici a Pilato

Gesù si presentò.

Le tredici di bianco,

vestito di Salvatore;

scarnite le sue carni

per dare di più dolor.

Alle quattordici ore,

gridava: “Crocifiggi!”,

Pilato se ne afflisse

e le mani si lavò.

Legato alla colonna,

che fu le quindici ore,

battuto e flagellato,

così si presentò.

Lo corrono di spine,

che era le sedici ore,

e le sue tempie divine

lo sangue a Dio versò.

A le diciassette ore,

carta e penna si doprò,

per la sentenza ingiusta

che al buon Gesù toccò.

Alle diciotto ore,

li chiodi e li martelli,

per il canto dei ribelli

Cristo a morte se ne andò.

A le diciannov’ore,

testamento si narrò;

e Gesù pieno d’amore

a Giovanni lo consegnò.

Alle venti ore da bere

chiese il Redentore;

amaro aceto e fiele

solo per i peccator.

Suonava le ventuno

il capo su un inchinò;

e l’anima santa pura

al Padre suo tornò.

A le ventidue ore,

mosso a compassione,

il petto con la lancia

gli trafisse il Centurione.

A le ventitre ore,

dalla croce lo levò;

e la Mamma del Signore

tra le braccia lo pigliò.

A le ventiquattr’ore,

li monti, la terra, li sassi,

li monti, la terra, li sassi

pure quelli se scurò.

A le venticinque ore,

tra gli Angili e li Santi

con soni, feste e canti

in quell’altro mondo se ne andò.

E con soni, feste e canti

in quell’altra Gloria se ne andò.

45  LE ORE DELLA PASSIONE DI CRISTO

Col preparato onore,

nell’ultima cena

con faccia ognor  serena

a lor Gesù parlò.

Gesù che fu tradito,

Gesù fu rinnegato;

e Giuda, disgraziato

discepolo sarà.

Due ore: il redentore,

a Pietro i piè lavò:

“Pentiti dell’errore

e ti  perdonerò”.

Tre ore: il Sacramento,

per noi Gesù ordinò;

col cuore suo contento

il suo corpo ci lasciò.

Alle quattr’ore: a morte,

con grande passione,

la falsa devozione

di Giuda il condannò.

Alle cinque ore: in orto,

Gesù si presentò,

e cadde in terra morto

pel sangue e pel sudor.

Le sei: il Padreterno,

un Angelo mandò;

il calice per berlo

Gesù si preparò.

Delle sett’ore i suoni:

la turba si recò

all’orto con bastoni;

Gesù forte parlò.

Le otto: una guancia,

la faccia gli bruciò;

e alla schiaffeggiata

Gesù non si turbò.

Le nove: sconcertato,

il Giuda si turbò;

all’albero impiccato,

il suo ventre si squarciò.

Le dieci: incarcerato,

condussero Gesù,

con ferri ben legato

in prigione lo menar.

E quando fu accusato,

sonava l’undici ore;

e Pietro che l’ha rinnegato

s’avvide dell’error.

Le dodici: a Pilato,

Gesù fu presentato:

a lui ha dichiarato:

“Il regno mio è il lassù!”

Tredici ore: rosso panno

vestito se ne andò,

schernito co’ ‘na canna

per dargli più dolor.

Un grido:”Crucifige!”

alle quattordici ore:

Pilato se ne affligge

Ché non vi trova error.

Legato alla colonna,

che fu le quindici ore,

battuto il flagellato

Gesù con gran dolor.

Coronato di spine,

e gli fu a sedici ore;

le tempie sue divine

il sangue riversò.

Alle diciassette ore,

la pena s’aggravò,

l’Angelo consolatore

il buon Gesù toccò.

Li chiodi ed il martello,

per lui si preparò;

di croce il gran fardello,

le diciotto, gli portò.

Alle diciannov’ore,

pendente dalla croce,

con il cuor pieno d’amore

Giovanni a sé chiamò.

La cara Madre sua,

a lui raccomandò;

pregò l’Eterno Padre

ed erano le venti ore.

Alle ventun: da bere,

chiese il Redentor;

portano aceto il fiele,

saluta il buon ladron.

Le ventidue sonate,

il capo suo chinò,

l’anima pura santa

al Padreterno ritornò.

Tremar la terra e monti,

le pietre si spaccar

per dimostrare quanti

per noi patì dolor.

Le ventitré passate,

il capo centurione,

con grande compassione

il petto si battè.

Il velo del gran Tempio,

tutto si squarciò;

ed ogni uomo empio

devoto ritornò.

A ventiquattr’ore,

dalla croce lo calar;

la Mamma del Signore

in braccio lo pigliò.

A ventiquattr’ore,

Gesù al sepolcro andò;

fu per il nostro amore

e tutti ci salvò.

Alle ventiquattr’ore,

Dio lo risuscitò;

la santa sua passione

a noi tutti raccomandò.

46 CANTO DELLA MORTE DEL SIGNORE

Ecco che è giunta l’ora,

ingrato peccatore,

rimira il tuo Signore

che alla morte se ne va.

Per te spietato ancora,

vuole abbracciarla morte,

per aprire a te le porte

del suo regno celelstial.

All’orto immantinente,

rivolge le sue piante

e il buon Gesù dolente

il Padre suo pregò.

Tutto mesto dolorante

in terra cade e langue,

dal gran sudor di sangue

resister più non può.

Poi viene il traditore,

giunga con dispetto,

che dice il Maestro eletto:

“Il Dio vi dia il buon dì!”

Rispose il mio Signore:

“Che cerchi di amico mio?”

E Giuda iniquo e rio

col bacio lo tradì.

Le truppe in quel momento

con funi e con catene

verso l’amato Bene

ognuno s’avventò.

E con maggior tormento,

soffrendo il Redentore

con gran pena e dolore

alla prigione andò.

Di prigione elevato,

con gran vergogna e scorno

ad Anna lo menorno

Gesù pieno d’amor.

Il traditore ingrato,

gli diede una guanciata

e la faccia sua beata

soffri tanto dolor.

Allor per soddisfare,

il popol l’insolenza,

a sì crudel sentenza

Pilato acconsentì.

E senza più indugiare,

legato il Redentore

come un malfattore

ognuno lo schernì.

Legato alla colonna,

battuto il flagellato,

di spine incoronato

fu il dolce Redentor.

Piange la cara Madre,

mirando il suo Signore,

pensa che gran dolore

sentiva nel suo cuor.

“Ecco Gesù mio caro,

la croce ho preparato

io stesso fabbricato

con tanto mio peccar.

Questo patir  tuo amaro,

di morte così atroce

questa pesante croce

come potrai portar?”

In mezzo delle guardie,

il buon Gesù caduto

nessuno gli porge aiuto

al caro mio Gesù.

La sconsolata Madre,

mirando il caro Figlio

bagnò di pianto il ciglio

soffrir non poté più.

Vedendo in gran periglio,

il dolce suo Signore:

“Dove va il mio cuore?”

allor essa prese a dir.

E il dolente Figlio,

tutto quanto impiagato,

per salvare l’uomo ingrato,

in croce va a morir.

Giunto sull’alto monte,

il buon Gesù innocente

da quella ingrata gente

presto spogliato fu.

E la dolente Madre,

piena d’amor e di zelo,

vorrebbe col suo santo velo,

coprire il suo Gesù.

Poi lo inchiodano a la croce,

per l’una e l’altra palma,

acciò spirasse l’alma

con più pena e dolor.

Il buon ladrone allora,

pentito del suo errore,

gli dice: “Oh mio Signore,

ricordati di me!”

Gesù rispose allora,

con umiliato viso:

“Nel Santo paradiso

Oggi sarai con me!”

Ecco l’Eterno Iddio,

sulla croce languente

con voce dolente

Giovanni chiama a sé.

O peccatore feroce,

per i due falli rei

in mezzo a due Giudei

già muore il Redentor.

Ricorda peccatore,

l’appassionato Bene

fra quanto grosse pene

sulla croce per te soffri.,

Il tuo ostinato cuore,

lo fa così  languire

in croce va a morire

per la tua infedeltà.

47  GESU’ MIO

Gesù mio con dure funi,

come il reo chi ti legò?

Gesù mio, perdon pietà.

Rit. Sono stato io l’ingrato,

Gesù mio perdon pietà.

Gesù mio, quel sacro volto,

chi feroce  Ti schiaffeggiò?

Rit. Sono stato io…..

Gesù mio di dura croce,

chi crudele Ti caricò?

Rit. Sono stato io……

Gesù mio la sacra fronte,

chi di spine Ti incoronò?

Rit. Sono stato io……

Gesù mio le sacre mani,

chi con chiodi Ti straforò?

Rit. Sono stato io….

Gesù mio quei sacri piedi,

gli spietato Ti straforò?

Rit. Sono stato io…..

Gesù mio le sacre labbra,

chi con fiele Ti amareggiò?

Rit. Sono stato io…..

Gesù mio su crudo legno,

chi alla morte Ti condannò?

Rit. Sono stato io…..

Gesù mio quel sacro cuore,

chi con lancia Ti trapassò?

Rit. Sono stato io….

O Maria il Divin Figlio,

sotto gli occhi chi Ti immolò?

Rit. Sono stato io……

48  GIOVEDI’ SANTO

E’ notte, notte lu giovedì sera

Maria sta ammantata con lo manto;

è notte, notte lu giovedì sera

Maria sta ammantata con la vela.

Passa Iovanni porta alla novella:

“ Che fai tu qua Maria verginella?”

“Io sono qua, non dormo e pure meglio

Io sto ad aspettare lo mio  Figlio”.

“Il tuo figliolo non lo spettar neppure,

al Calvario monte è stato portato

la collana d’oro gli è stata levata

quella di spine gli è stata incappata!”

E la Madonna quando sentì quella,

dal grande dolore se butta per terra,

pure sua sorella l’aiutava:

“Su, su Maria non più dolore

che tutte le mamme ci-ha il suo figliolo”.

E la Madonna se mette in cammino,

‘ncontra lu mastru facente li chiodi:

“O mastro, mastro,Dio ci aiuta a cresce

Che ne facete de ‘sti santi chiodi?”

“Sarrà per uno che si chiama Dio,

lu Figliu de la Vergine maria!”

“Se li facete per lo Figlio mio

Non tanto grossi, non tanto piccosi,

ché li dà portà la carne preziosa!”

Lu mastru jé rispose:

“Più grossi e più piccoli li faremo,

quanto più denaro guadagneremo!”

E la Madonna quando sentì quella,

dal gran dolore se buttò per terra.

E pure la sorella l’aiutava:

“Su, su Maria non più dolore,

che tutte le mamme ci’ha il ,suo figliolo

e ognuna piange la sua passione.

La Madonna si rimette in cammino,

‘ncontra  lo mastro che faceva la Croce

La Madonna domanda a lo mastro e dice:

“Mastro, che ne facemo de ‘sta Croce?”

“Sarà per uno che se chiama Dio,

pe’ lu Fugliu de la Vergine maria!”

“Non la facete fa grossa e pesosa

Ché la dà portà la carne preziosa!”

“Più  grossa e più pesosa la faremo,

quanto più denaro guadagneremo!”

E la Madonna quando sentì quella,

dal gran dolore se buttò per terra.

E la Madonna si rimette in cammino,

tutte gocce di sangue incontrava,

e goccia per goccia se le raccoglieva,

e la Santa Messa ce la fece dire:

“ Questo ero sangue del Figlio mio!”

Se ‘ncontra co’ ‘na donna vecchierella:

“Fuscisti  visto lu Figliu miu?”

“No, non lo so’ visto, né lo so ‘ncontratu

eppure l’ho sentito nominare.

Al monte Calvario è stato menato,

la collana d’oro gli è stata levata,

quella di spine gli è stata incappata!”

E la Madonna andava per la strada,

per la via tutte gocce de sangue incontrava,

e goccia per goccia se le raccoglieva,

dentro il Santo Calice le metteva

per la Santa Messa e ci diceva:

“Questo è lo sangue del Figlio mio!”

Quand’arriva sulla porta, piglia ‘na pietra,

ce batte forte e il Figlio risponde:

“Chi è, chi è che bussa alla mia porta?”

“Apreme, Figlio mio, è la Mamma vostra!”

“Oh Mamma, tanto che ci sei venuta

‘na goccia d’acqua mi potresti dare?”

“Oh Figlio mio, io della darrio,

ma non saccio né fonte né fontana

manca la conca per poterci andare!”

Se n’è andati li giudici rinnegati,

gli hanno portato il fiele e l’aceto:

“Mamma, Mamma che m’è stato dato?

Prima  è parso doce e po’ m’ha ‘mmarellato.

Mamma, Mamma dato che ci sei venuta,

dammi la santa benedizione, che ne moro!”

“Ti benedico questi tui santi piedi

Chi te li vo’ vedé tanto inchiodati.

E benedico queste tue sante ginocchia,

chi Ti ci vo’ vedé sulla croce morto.

Benedico queste sante costate,

chi te le vo’ vedé le lancellate.

I benedico queste tue sante braccia,

chi te cce vo’ vedé in Croce in piazza.

Ti benedico questo tuo santo viso,

ci rivedremo in Paradiso.

I benedico questa santa memoria,

ci rivedremo tutti di Santa Gloria.

49  GIOVEDI’ SANTO

In quella sera del Giovedì Santo,

Maria java coperta del suo manto;

andò Tarbino e andò Tarbinello

jé la portò ‘na mala novella

che il suo Figlio se batte e se flagella.

Maria quanno sintì  questa novella

cadde per morta tutta longa in terra;

andò la sua sorella che la consolava:

“Orsù Maria non tanto dolore,

che tutte le mamme ha quarche figliolo

e se recorda de ‘sta santa passione!”

Allora Maria se mise per la via,

‘ncontrò li falegnami che facìa la croce:

“Dio ve cce aiuta, mastri falegnami,

per chi la fate la presente croce?”

“O Madonnella giacché ci sei parlato,

la croce la facciamo è per il vostro figlio!”

“Non la fate né grossa né pesosa

ché la deve porta sulle spalle preziose!”

“A noi o Maria, c’è stato commannato,

jé la facimo grossa, lunga e quatra,

acciò lu ‘cciacchi da ‘na parte e ‘n’atra!”

Maria quanno sintì  questa novella,

cadde per morta tutta quanta in terra.

Andò la sua sorella pure a consolalla:

“Orsù, Maria, non tanto dolore,

tutte le mamme ha qualche figliolo

e se recorda de ‘sta passione!”

Allora Maria se mise per la via,

‘ncontrò li ferrari che li chiodi facìa,

“Io ve ddomanno, o mastri ferrari,

per chi ne fate quessi grossi chiodi?”

“O Madonnella, giacché ci sei parlato,

famo li chiodi pel vostro figliolo!”

“Non mi fate né lunghi né puntuti,

ché ne le passa lle carni gentili!”

“A noi, o Maria, c’è stato commannato,

tre livre de ferro c’è stato pesato,

tre livre de ferro ci-ha dato Pilato,

acciò che se rebatta da ‘na parte a ‘n’atra!”

Maria, comme sintì questa novella,

cadde per morta tutta longa in terra.

Arrivò la sua sorella per consolarla:

“Orsù, Maria, non tanto dolore,

tutte le mamme ha quarche figlio

e se recorda de ‘sta santa passione!”

Allora Maria se mise per la via,

‘ncontra li mastri che facìa ‘na corona:

“”Dio ve cce aiuta mastri coronari,

per chi la fate quessa spinacorona?”

“O Madonnella giacché ci sei parlato

famo la corona pel vostro figliolo!”

“No la fate né stretta né spinosa,

ché la dà portà quella testa graziosa!”

“A noi, o Maria, ce stato commannato,

de mettece li spì più dell’usato,

acciò òlu punceca de ‘na parta e ‘n’atra!”

Maria, comme sintì quella novella,

cadde per morta tutta longa in terra.

Andò la sua sorella che la consolava:

“Orsù, Maria non tanto dolore,

tutte le mamme ha quarche figliolo

e se recorda de questa passione!”

Allora Maria se mise per la via,

‘ncontrò Giovanni che incontro jé vinìa:

“O caro Giovanni mio, caro Giovanni,

lu fusti vistu lu Figliu miu?”

“Cara zia, scì che l’ho veduto,

al monte Salvario, su è stato menato.

La corona jé stata levata,

una de spì jé stata ‘ncappata!”

“Caro fratello mio, caro fratello,

t’era nepote e tu li scì lasciatu ello?”

“Cara zia, era notte e no nce sse vidìa,

comme ‘na creatura ce sfuggìa!”

Maria comme sintì questa novella,

cadde per morta tutta longa in terra.

Andò la sua sorella che la consolava:

“Orsù Maria non tanto dolore,

tutte le mamme ha quarche figliolo

e se recorda de ‘sta passione!”

Allora Maria, se mise per la via,

certi Giudei incontro jé vinìa;

ma appena arrivò in quella valle

incomincia a vedé le gocce de sangue.

“O Matalè, Matalena mia,

questo è lo sangue de lu Figliu mia!”

Prima lo piagne e po’ lo suspirà,

dentro lu pettu se lo mittìa.

“O Mamma, o Mamma comme scì capitata

fra tanti lupi e cani rinnegati?”

“L’edittu tuu fu fattu ieri sera,

che jò dentro d’un fossu te buttesse!”

“O Mamma, Mamma giacché ci sei vinuta,

‘na stlla d’acqua me putristi dare

pe’ rrenfrescamme queste sante labbre?”

“O Figliu, non saccio né fonti né fontane,

non saccio dove jì in questa contrada;

non daccio né fonti né fontanini

non saccio dove jì tra ‘sti vicini.

O Figliu se tu te potessi inchinare

la zinna in bocca ti vorrei dare,

la mzinna per poterti dissetare!”

Li Giudei, allora, che sentirono questo,

corsero co’ lo fiele e co’ l’aceto.

“O Mamma, Mamma  che m’avete dato?

Tutta la vocca m’avete ‘mmarellato!”

“O Figliu, Figliu non so’ stata io,

è statu invece un brutto Giudeo

un Giudeo de querlli che t’ha rinnegato

l’aceto co’ lo fiele che t’ha dato!”

Ma li Giudei che sentirono questo,

‘na spinta subboto dettero a Maria.

Se stacca lu Figliu suu da la Croce:

“De la vita mia fate quello che ve piace,

la cara Mamma mia non me la tocchete!.

De la vita mia fate li flagelli,

ma non tocchete la Mamma mia vèlla!!

Mamma benediceme che io mòro!”

Povera madre che se gran dolore!

“Dio te benedica ‘ssi santi piedi,

chi resiste a vedette cuscì ‘nchiodatu?

Dio te benedica ‘sse sante recchie,

cuscì ‘nchiodatuchi te putrìa regge?

Dio te benedica le sante gionocchie,

chi te le vo’ vedé in croce scomposte?

Dio te benedica le sante costate,

chi te vo vedé piene de lamcettate?

Dio te benedica ‘sse sante bracce,

chi te le vo’ vedé in croce sparse?

Dio te benedica quessa santa barba,

chi te vo’ vedé in su la croce stacce?

Dio te benedica quessa santa vocca,

chi te vo’ vedé su la croce mortu?

Dio te benedica quissu santu capu,

chi te vo’ vedé su la croce ‘nchinatu?

Dio te benedica quissi santi occhi,

chi te vo’ vedé su la croce mortu?
Dio te benedica quissi santi capigli,

chi te vo’ vedé in croce con quilli?

Cara jente che l’avete scordata,

questa è la pasciò che Dio ha passato,

cara jente che l’avete sentita

questa è la pasciò che Dio ha patita!

50 VENERDI’ SANTO

E’ notte a lu Venerdì Santo,

Maria sta coperta col suo manto.

Passa Giovanni e porta la novella,

dice: “ che f i Maria verginella?”

“Sto qui né veglio né dormo,

sto ad aspettar il mio figliolo!”

“Il tuo figliolo non l’ha aspettare,

perché a monte Calvario è stato portato,

corona d’oro gli è stata levata

quella di spine gli è stata incappata!”

Allora Maria che sentì quello,

cascò per terra e non mancò di parola.

Poi mandò a chiamar le tre sorelle:

“Che vengan qua  chi scalze e chi in pianelle!”

“Su, su Maria non tanto dolore,

tutte le mamme ci-hanno i figlioli

tutto l’hanno da passà la passione!”

Allora Maria si mise in cammino,

s’incontra co’ un mastro che faceva la croce

“O mastro, o mastro per chiè quessa croce?”

“Questa è per uno che si chiama Dio,

il figlio della vergine Maria!”

“Non non la fate grossa e pesosa,

la deve portà la sua spalla preziosa!”

“Più grossa e più pesosa la faremo,

più sordi dai Giudei guadagneremo!”

Allora Maria si mise in cammino,

s’incontra con un mastro che faceva corone.

“O mastro  per chi è questa corona?”

“Questa è per uno che si chiama Dio,

il tiglio della vergine Maria,

che è uno che Dio è chiamato

il figlio della vergine beata!”

“Non non la fate tanto grossa e spinosa

la deve portà sulla sua fronte preziosa!”

“Più più grossa e  più spinosa la faremo

più soldi dai Giudei guadagneremo!”

Allora Maria si mise in cammino,

s’incontra co’ un mastro che faceva i chiodi:

“O mastro, o mastro per chi è ‘ssi chiodi?”

“Essi è per uno che si chiama Dio

il tiglio della vergine Maria

che è uno che Dio è chiamato

il figlio della vergine beata!”

“Non li fate tanto grossi e quadrosi,

ha da passà le carni preziose!”

“Più grossi e più quadrosi di faremo

più soldi dai Giudei guadagneremo!”

Allora Maria alzò le dita:

“Con questi quattrini voi non vi arricchirete!”

51  PROCESSIONE DEL VENERDI’ SANTO

Gesù mio la bella faccia chi crudele la schiaffeggiò?

Sono stato io l’ingrato, Gesù mio perdon

pietà!

Gesù mio con dure funi come reo di chi ti

legò?

Sono stato io l’ingrato, Gesù mio perdon pietà!

Gesù mio con schiaffi e sputi chiti  uccise e flagellò?

Sono stato io l’ingrato, Gesù mio perdon pietà!

Gesù mio la bella fronte chi di spine ti incoronò?

Sono stato io l’ingrato, Gesù mio perdon pietà!

52  INNO ALLA SANTA CROCE

Ti veneriamo o croce,

conforto dei credenti;

a Te alziam la voce,

redenti peccator.

Rit.  Ti  invoco o Croce Santa,

in vita e in morte ancora;

di vera pace ammanta

il mondo peccator.

A Te leviamo i cigli,

bagnati dal dolore;

per te siam tutti figli

di Cristo Redentor.

Rit. T’invoco o Croce……

Tu sei la gran Regina,

che ci ha ridato il cielo

a Te il mortal s’inchina

T’invoca ogni fedel.

Rit. T’invoco o Croce…..

53 EVVIVA LA CROCE

Rit.Evviva la Croce,

la croce evviva,

evviva la croce

e chi la portò.

Da te o Croce Santa,

io voglio conforto

perché da morte è risorto

il mio caro Gesù.

Rit. Evviva la Croce…..

O Croce preziosa,

o sacro Tesoro,

prostrato io t’ adoro

per chi ti disprezzò.

Rit. Evviva la Croce….

Felice quel cuore,

che solo sta afflitto

per un Dio crocefisso

che tanto l’amò.

Rit. Evviva la Croce….

Con sommo trionfo

in cielo è salita

di luce adornata

un dì Ti vedrò.

Rit. Evviva la Croce….

Sarai  per gli eletti,

dolcezza e conforto;

affanno e spavento

per chi Ti sprezzò.

Rit. Evviva la Croce…..

54 SANT’ANTONIO

Sant’Antonio a lo deserto,

che magnava li tagliulì,

il demonio per dispetto,

jè rrubbò lu cucchiarì.

Sant’Antonio non se rrabbia

co’ le mà se li pappa,

e lu demoniu llì per llì

non sapì più che sse dì.

Su venite, su venite brava jente

su venite al paesello,

questo solo l’orgoglio dì

pe’ la festa de domà

e domà e Sant’Antonio

gran nemico del demonio.

55  SANT’ANTONIO

Sant’Antonio predicava,

e un Angelo l’ascoltava,

per dispetto del Demonio

facciamo festa Sant’Antonio.

Sant’Antonio vecchierello,

porta il fuoco sotto il mantello

per dispetto del Demonio

facciamo festa Sant’Antonio.

56   S. ANTONIO

Sant’Antonio vestito d’ abate,

nel deserto facìa penitenza

fu scoperta la sua innocenza

e tu era la sua santità.

Co’ l’erba fresca che magnava,

de continuo digiunava.

Mentre stava nella sua cella,

jé comparve ‘na femmina bella.

Gli disse: “O uomo santo

famme durmì a te accanto!”

Gli rispose Sant’Antonio:

“Vattene via, ho voluto demonio!”

57  SANT’ANTONIO

Sant’Antonio era un gran santo,

che l’inferno tremò tanto

era lui di fresca vita

quando si fece eremita;

e lu rumitu e lu rumitoriu

facci la grazia o Sant’Antoniu.

Sant’Antoniu era un vecchione,

lu portava un gran bastone

se ne va a la camerella

ce trovò ‘na donna vèlla

e je chiese all’omo santo

che con lei dormisse accanto;

lungo vastò de Sant’Antoniu

caccia via quellu demoniu.;

Sant’Antoniu racconciava,

co’ la subbia e co’ lu spagu,

lu demoniu jé stuccava

tutto quanto e ruppìa l’aco.

Sant’Antoniu mena un pugnu

E jé ‘mmacca tutto il grugnu!

Tutte  quante a raccontalle,

lunga sarrìa la filastrocca,

che protegge anche ‘sta stalla

e in Paradiso ve sse porta;

per dispetto del demonio

viva, viva Sant’Antonio!

58  LA CANZONE DI S.ANTONIO

Sant’Antonio era un signore,

va a la Messa,scolta il Vangelo

torna a casa, cambiò pensiero:

tutto i poveri egli donò.

Diedi alla chiesa la sua casa,

nel deserto se ne andò

per salvar l’anima sua

ed tornarla al Signor.

Sant’Antonio nel deserto,,

il demonio jé va appresso;

molte botte jì hanno dato

che rimase senza fiato.

Sant’Antonio nella sua cella,

jé compare ‘na donna vèlla

ma quello era il demonio

che tradiva Sant’Antonio.

Sant’Antonio era un gran santo,

che all’inferno visse tanto;

fu il terrore del demonio

nel deserto Sant’Antonio.

Sant’Antonio vecchierello,

porta il foco sotto il mantello;

per scaldar nostro Signore

che soffriva dal dolore.

Sant’Antonio protettore,

proteggete il bestiame

d’ogni sorta del valore:

buoni, vacche, portici e pollame.

Sia maiali che capritti,

polli, vacche somaritti;

O Sant’Antonio da tanti mali

sarva tutti gli animali.

Sant’Antonio mai non falla,

e protegge la vostra stalla.

Se voi non ci crederete

prima o poi vi pentirete.

Venga pure jò le scale,

la vergara col boccale,

venga da cielo vi bono

in onore del gran patrono.

Grazie tante, o brava jente,

anche se non ce date niente!

Per dispetto del demonio,

facciamo festa a Sant’Antonio.

59  S.ANTONIO

S.Antonio mio benigno,

io ti prego ma non so’ degno,

come il nostro protettore

prega Cristo Salvatore.

Rit. Per la tua vita castigata,

quante grazie Dio ci ha dato.

Per virtù dell’Ostensorio

facci la grazia Sant’Antonio.

Sant’Antonio mio divino,

va incontro a sti bambini,

va incontro a li carcerati,

e  a le povere donne tribolate,

va incontro a li vedovelle,

ha le povere vergini e orfanelle.

Rit. Per la tua vita castigata……

A la donna partoriente,

che patisce un gran tormento,

tu reca aiuto ogni momento.

Chi va per mare o per marina

Sant’Antonio salva dagli assassini.

Rit. Per la tua vita castigata….

O marinaro, co’ la proteziò di Sant’Antonio,

sempre puoi andare più lontano,

anche fino all’oceano indiano,

senza paura del pescecano

che ubbidisce Sant’Antonio.

Rit. Per la tua vita castigata……

Sant’Antonio miracoloso,

in cielo in terra ci dà riposo.

Ave Maria de l’Angeli  e de li santi,

Padre, Figlio e Spirito Santo.

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