PROVERBI raccolta alfabetica lettere M-N di Vesprini Albino da Belmonte Piceno

Ma che brutta compagnia disse il ladro sulla forca al prete e al boia.

Madama finché piscia e messer finché rizza.

Maestro giovane e mamma bella, dieci e lode sulla pagella.

Maggiorana e rosmarino fanno sugo e arrosto fino.

Magnifichiamo le cose antiche e disprezziamo le presenti.

Mai a nessuno sono cadute le orecchie per il troppo ascoltare.

Mai andare al massimo.

Mai capello guastò buona vivanda.

Mai catena ha fatto buon cane.

Mai chiedere all’oste se ha buon vino.

Mai consigliare chi non ti ha chiamato.

Mai dar tutto all’amico, potrebbe diventare nemico.

Mai dare  i calzoni alla moglie.

Mai è da ritener sicura la bocca che spergiura.

Mai è perfetta la cosa fatta in fretta.

Mai e sempre sono le parole degli amanti.

Mai entrare nel fiume se non si sa quant’acqua c’è.

Mai manca occasione per passare da coglione.

Mai si acquista fama su di un letto di piume.

Mai si deve tagliare ciò che si può slegare.

Mai si potrà sentire una pecora ululare.

Mai si vede capra morta di fame.

Mai si vince un pericolo senza pericolo.

Mai spendere e spandere.

Mai una cosa limpida e schietta proviene da una cosa torbida.

Mai va verso la felicità chi si volta indietro.

Mala cosa è essere cattivo, ma peggiore essere conosciuto.

Mala cosa è per il servo mangiar ciliegie con il padrone.

Malattia non vuole risparmio.

Male atteso, male minore.

Male comandando si perde tutta l’autorità del comando.

Male curato fresco fresco, si guarisce bene e presto.

Male non fare e paura non avere.

Maledetta la furia, disse la tartaruga.

Maledetta la gatta che davanti ti lecca e di dietro ti graffia.

Mangia quanto puoi, ma non dire quanto sai.

Mangiamo e beviamo, del doman non ci curiamo.

Mangiare e grattare, tutto sta a cominciare.

Mano callosa, mano laboriosa.

Mano fredda, cuor sincero.

Marito vecchio e moglie giovane: figlioli per la casa.

Matrimoni e vescovati son dal cielo comandati.

Matrimonio all’improvviso, o Inferno o Paradiso.

Matrimonio fatto per amore si vive sempre con dolore.

Matrimonio fra disuguali, poche gioie e tanti mali.

Medico vecchio e barbiere giovane.

Medico, prete e beccamorto, fra di loro non si fan torto.

Meglio all’Inferno che con un filosofo al governo.

Meglio arrivar primo che dopo.

Meglio aver nome di coglione per far meglio il furbacchione.

Meglio avere un cuore sano, che onori da sovrano.

Meglio buoni pagani che cattivi cristiani.

Meglio cader dalla finestra che dal tetto.

Meglio capo d’asino che coda di cavallo.

Meglio capo di lucertola che coda di dragone.

Meglio cavallo fatto che puledro matto.

Meglio cento purghe che un clistere.

Meglio che nulla, marito vecchio.

Meglio chiedere che rubare.

Meglio compatire che essere compatiti.

Meglio consumarsi che arrugginire.

Meglio cornuto, che cornuto e bastonato.

Meglio cornuto, che male inteso.

Meglio correre che esser preso.

Meglio crepi la panza che la roba avanza.

Meglio dal macellaio che dal farmacista.

Meglio danno segreto che vergogna palese.

Meglio dare che aver da dare.

Meglio dieci cani alle costole che un cardo nel culo.

Meglio dieci colpevoli alla forca, che un innocente al taglio della testa.

Meglio dir: poveretto te, che poveretti noi.

Meglio dire che far dire.

Meglio dolore di borsa che di cuore.

Meglio domandare tre volte che sbagliare una volta.

Meglio donare dieci che prestare cento.

Meglio esser considerato cattivo che scemo.

Meglio esser superiori più dentro che fuori.

Meglio esser testa di formica che coda di leone.

Meglio essere fortunati che figli di re.

Meglio essere signore che ricco.

Meglio faccia roscia che pancia moscia.

Meglio far cent’anni l’asino che uno il porco.

Meglio far la parte di coglione che metter su una questione.

Meglio far niente che male.

Meglio ferito che morto.

Meglio godere con poco, che soffrire con tanto.

Meglio il cappello in mano, che mano alla borsa.

Meglio in cantina con i fiaschi, che in chiesa coi bigotti.

Meglio in ciel stracciato, che all’Inferno ricamato e ben vestito.

Meglio in mezzo a due che sopra a quattro.

Meglio in Paradiso stracciato, che all’Inferno ben vestito.

Meglio incontrarsi che cercarsi.

Meglio la grazia che la giustizia.

Meglio lavorare per chi non ti paga, che ragionare con chi non ragiona.

Meglio le gambe rotte che una continua tosse.

Meglio le sassate dell’amico che i baci del nemico.

Meglio l’ira del leone che l’amicizia delle iene.

Meglio malato a letto che freddo nel cataletto.

Meglio mordersi la lingua che usarla male.

Meglio morir di indigestione che morir di fame.

Meglio morire che far cinquantanove.

Meglio non dire che cominciare e non finire.

Meglio odiati che compatiti.

Meglio pagare il macellaio che il farmacista.

Meglio pane e cipolla a casa tua che arrosto a casa d’altri.

Meglio pane secco in pace, che un cappone in guerra.

Meglio pentirsi con la corda al collo che mai.

Meglio perdere l’anello che un dito.

Meglio perdere un dito che la mano.

Meglio perdere un occhio che la testa.

Meglio poco con onore, che molto con vergogna.

Meglio praticar cuochi che medici.

Meglio primo a casa sua che secondo a casa d’altri.

Meglio primo in un villaggio delle Alpi che secondo a Roma (disse Cesare).

Meglio puzzar di merda che di scemo.

Meglio puzzare d’aglio che d’Olio Santo.

Meglio rattoppato che strappato.

Meglio scalzo che con le scarpe in prestito.

Meglio stracciarsi la camicia che la pelle.

Meglio uccel di bosco, che uccel di gabbia.

Meglio un aiuto che cento consigli.

Meglio un asino che porta che un cavallo che ti butta a terra.

Meglio un asino vivo che un dottore morto.

Meglio un cavallo fatto che un puledro matto.

Meglio un cero davanti che un faro dietro.

Meglio un cuore sano che gran tesori da sovrano.

Meglio un dottore fortunato che bravo.

Meglio un grammo di buon senso, che un quintale di talento.

Meglio un insulto che una bastonata.

Meglio un leone a guidar pecore, che una pecora a guidar leoni.

Meglio un marito senza amore che con gelosia.

Meglio un marito senza amore che geloso.

Meglio un medico fortunato, che uno dotto.

Meglio un orologio fermo che un orologio che va male.

Meglio un passerotto in mano che nel bosco un bel fagiano.

Meglio un passerotto in mano che un tacchino sul tetto

Meglio una asino tristo che portare il peso a spalla.

Meglio una brutta sentenza, che un buon funerale.

Meglio una capanna nel bosco, che una ricca nave in mare.

Meglio una capanna propria, che un castello a pigione.

Meglio una coscienza un po’ sporca che le tasche troppo pulite.

Meglio una piccola fontana che due cisterne.

Meglio un’offesa, che un beneficio rinfacciato.

Meglio vendere la lana, che la pecora sana.

Meglio vivere un giorno da leone che cent’anni da coniglio.

Meglio zoppicare che non camminare.

Meno ci si vede e più ci si vuol bene.

Meno fiamma e più brace, fanno l’amore più tenace.

Meno insalata, ma meglio condita.

Mentre  i pastori si azzuffano, il lupo mangia le pecore.

Mentre il cane si gratta la lepre scappa.

Mentre il dottore pensa, l’ammalato muore.

Mentre l’erba cresce il cavallo muore di fame.

Mentre si pensa a decidere, l’occasione fugge.

Mercanti e porci si pesano dopo morti.

Messa corta, lunga tavola.

Messa corta, lunga tavola.

Mettere in ridicolo le virtù è l’arma preferita dai viziosi.

Mille ciechi non fanno un occhio.

Mille ciechi non fanno un orbo.

Mille sospetti non fanno una certezza.

Miseria e povertà sono sorelle, una in ciabatte e l’altra in pianelle.

Misura sette volte e taglia una volta.

Moglie e ronzino pigliali dal vicino.

Moglie muta e marito cieco fanno una bella coppia.

Molta apparenza si abbina sempre alla poca sostanza.

Molta eloquenza, poca sapienza.

Molte formiche divorano un leone.

Molte opinioni non trovano la soluzione.

Molte volte fa più danno l’apprensione che il malanno.

Molte volte la bellezza più adorabile si unisce alla sciocchezza più insopportabile.

Molti asini non portano soma.

Molti cantano, ma pochi incantano.

Molti di suocera, dolore di gomito.

Molti fan prima la roba e poi la coscienza.

Molti hanno la coscienza dove i canestri hanno la croce.

Molti soffrono per necessità, ma l’avaro per volontà.

Molto ad est si trova l’ovest.

Molto fumo e poco arrosto.

Monete e legnate vanno sempre contate.

Morendo i saggi, gli stolti tengono banco.

Morta la pecora, finita la lana.

Morta la vipera, spento il veleno.

Morte di suocera, dolor di gomito.

Morte tua, vita mia.

Morto Cristo, spenti i lumi.

Morto il Papa, se ne fa un altro.

Morto io, morto il mondo.

Morto un re, se ne rifanno tre.

Mostrare un topo per leone non spaventa nessuno.

Moto, sole, dieta e sonno ti faranno diventar bisnonno.

Muoiono i buoni e restano i bricconi.

Muoiono più agnelli che pecore.

Muore asino chi asino nasce.

Muove la coda il cane, non per te, ma per il pane.

Muovi anche le mani anche se preghi gli dei.

Né alla messa né al mulino non aspettare il tuo vicino.

Né donna, né tela al lume di candela.

Né il bello né il buono non fu mai troppo.

Né mulo, né mulino, né fiume, né forno, né un signore per vicino.

Né ovile vé casale su torrente o sul crinale.

Né pertiche né sassi per l’albero senza frutti.

Né tavola senza vino, né predica senza S. Agostino.

Ne uccide più la lingua che la spada.

Neanche Giove piace a tutti.

Neanche la vacca quando va al toro si veste di rosso.

Negli occhi dei cani, spesso si trovano riflessi più umani.

Nei peccati dei signori fanno penitenza i poveri.

Nel bisogno si conosce l’amico.

Nel cavallo, né moglie, né vino non li lodare a nessuno.

Nel commercio e negli affari, se hai coscienza non fai denari.

Nel commercio non ci sono fratelli.

Nel convento altrui non si porta la propria regola.

Nel convento una sola tavola.

Nel cucco la voce è quasi tutto.

Nel dubbio e nel male, chiedi aiuto a San Pasquale.

Nel matrimonio un mese di miele e il resto di fiele.

Nel matrimonio un mese di miele e il resto tutto fiele.

Nel paese della cuccagna ha più onori chi più magna.

Nel paese della cuccagna il pan lo danno ed il vino lo regalano.

Nel paese della cuccagna meno si lavora e più se magna.

Nel paese della speranza non si cena e non si pranza.

Nel paese delle bugie, la verità è una malattia.

Nel refettorio i frati hanno l’usanza di trattare i negozi di più importanza.

Nel terriccio si ficca bene ogni ferraccio.

Nella bocca del discreto, ciò che è pubblico è segreto.

Nella cassaforte dell’avaro, il diavolo vi dorme dentro.

Nella corte le porte vedono ed i muri ascoltano.

Nella discesa tutti i Santi ci aiutano.

Nella guerra d’amor vince chi fugge.

Nella sconfitta la morte è vergognosa, nella vittoria gloriosa.

Nella testa è spesso senza cervello.

Nella vecchiaia la vita pesa e la morte spaventa.

Nell’acqua e nella cenere non si piantano chiodi di alcun genere.

Nelle avversità si vedono le virtù.

Nelle biblioteche parlano le anime immortali dei trapassati.

Nell’eternità si arriva sempre in tempo.

Nell’incerta fortuna si conosce l’amico

Nemico diviso, mezzo vinto.

Nemmeno la luna mai si offende di frate Sole che risplende.

Neppure per gioco è lecito offendere l’amico.

Nessun albero ne vuole un altro sopra.

Nessun assente ha ragione, e nessun presente torto.

Nessun frate morì digiuno, parecchi di indigestione.

Nessun impero violento dura a lungo.

Nessun ladro è ladro finché non è scoperto.

Nessun lupo saluta la pecora.

Nessun topo vuole attaccare il campanello al collo del gatto.

Nessun uomo è savio tutte le ore.

Nessun vizio è senza supplizio.

Nessun vizio è troppo caro per chi butta via il proprio denaro.

Nessuna animale è più intrattabile dell’uomo.

Nessuna persona senza difetti e nessun peccato senza rimorsi.

Nessuno ama le sue catene, anche se sono d’oro.

Nessuno dipinse la fame.

Nessuno è contento a questo mondo.

Nessuno è contento del suo stato.

Nessuno è contento della sua sorte.

Nessuno è più paziente d’un morto.

Nessuno è saggio tutto il giorno.

Nessuno fa frittate senza rompere le uova.

Nessuno più di una donna offesa gode della vendetta.

Nessuno prega Dio per avere più cervello.

Nessuno può essere punito per il pensiero.

Nessuno può insegnare il Credo agli Apostoli.

Nessuno può portare lungamente la maschera.

Nessuno può prendere due sentieri alla volta.

Nessuno sa cosa c’è in un piatto coperto.

Nessuno si accontenta di una fetta sola di polenta.

Nessuno si è mai pentito d’essere stato zitto.

Nessuno si lamenta del suo poco talento.

Nessuno si mette la fascia senza dolore.

Nessuno si pente mai di aver taciuto.

Nessuno ti ama se tu pensi solo a te stesso.

Nessuno tiene cari i parenti avari.

Nessuno urla come un ladro quando viene derubato.

Nessuno vuole attaccare il sonaglio alla gatta.

Niente è più difficile che vivere con semplicità.

Niente fa chi comincia e non finisce.

Niente si asciugò così presto come le lacrime.

Nipoti, cognati e compari ti costano sempre cari.

Noci e fresco pane è un pasto da sovrane.

Noi siamo di creta e Dio il vasaio.

Noia grande è dover dare e non aver nulla per pagare.

Non a tutti è dato aver naso.

Non arde il lumicino, se manca lo stoppino.

Non basta l’asso per vincere la partita.

Non basta montare a cavallo per essere cavalieri.

Non bisogna andare a Roma per far la penitenza.

Non bisogna avere tanto riguardo verso chi è bugiardo.

Non bisogna creder troppo ai colori.

Non c’è erba volta all’insù che non abbia la sua virtù.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Non cammina piano chi ha carboni accesi in mano.

Non c’è amore senza amaro.

Non c’è amore senza gelosia.

Non c’è anima di avvocato che giri per il Paradiso.

Non c’è avere che valga quanto il sapere.

Non c’è così piccola chiesa che non abbia il suo santo.

Non c’è erba che guarisca mal d’amore.

Non c’è gatto che lascia fuggire il topo per correre dietro ad un insetto.

Non c’è genio senza pazzia.

Non c’è governo che regge, se il paese non rispetta la legge.

Non c’è legge senza buco.

Non c’è maggior ladro di un cattivo libro.

Non c’è male senza bene.

Non c’è mucca così netta che non abbia una macchietta.

Non ce n’è abbastanza, se non avanza.

Non c’è niente e nessuno che si vendichi più del tempo.

Non c’è pianta senza fiore, e non c’è mamma senza amore.

Non c’è piccola casetta che non abbia la sua crocetta.

Non c’è polvere, finché c’è vento.

Non c’è puttana che non muoia di fame

Non c’è uomo che non erri, né cavallo che non sferri.

Non c’è uomo più povero dell’avaro.

Non c’è via e non c’è scampo, si va tutti al camposanto.

Non ci sono frutti tanto duri che il sole ed il tempo non maturi.

Non compianger mai chi va cercando guai.

Non comprare da chi si fa pregare.

Non conviene allevare vecchi.

Non credere al Santo finché non t’ha fatto il miracolo.

Non dare mai una freccia alla persona adirata.

Non di tutte le farine si fa pane.

Non dire mai tutto quello che sai, e non credere mai a tutto quello che senti.

Non dire mai: “Gatto!” se non l’hai già nel sacco.

Non d’ogni erba si può fare insalata.

Non domandare agli altri quello che a loro negheresti.

Non dura in eterno il gelo dell’inverno.

Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace.

Non è buona fonte quella che critica il mare.

Non è certo colpa della gatta, se la padrona è matta.

Non è facile soffiare e bere nello stesso tempo.

Non è il coraggio che mi manca, è la paura che mi tiene.

Non è l’amo né la canna, ma è l’esca che ti inganna.

Non è male consigliarsi col guanciale.

Non è neve tutto l’inverno.

Non è prudente mangiar castagne e star tra la gente.

Non è ricco chi tanto possiede, ma chi ha meno bisogno.

Non è sempre domenica.

Non è tutto oro quel che riluce.

Non è tutt’oro quello che riluce, e non è tutto vero quello che si dice.

Non è un merito la ricchezza, né una colpa la miseria.

Non esiste bilancia, per pesare l’ignoranza.

Non faccia il ladro chi poi non sa nascondere.

Non fasciarsi la testa prima di averla rotta.

Non gettare la pietra nel pozzo dopo che ci hai bevuto.

Non ha guai, spesso si va a cercare.

Non ha il dolce caro chi non provò l’amaro.

Non importa alzarsi presto, importante è arrivare primo.

Non importa andare a Roma per la penitenza.

Non la condanna, ma la causa di essa rende l’uomo turpe.

Non lasciare il poco per l’assai, che forse l’uno e l’altro perderai.

Non lodar mai nessuno prima che sia morto.

Non lodare il giorno, prima che sia giunta la sera.

Non manca mai da fare con la rogna da grattare e la moglie bella da guardare.

Non metter bocca dove non ti tocca.

Non mettere e levare fa seccare il mare.

Non mettere mai bocca dove non ti tocca.

Non mi ci pigliate più, disse quello che avevano castrato.

Non morder poppe che t’hanno dato il latte.

Non mostrar mai il fondo della tua borsa né del tuo animo.

Non nominare erede un medico, se vuoi vivere a lungo.

Non ogni errore può chiamarsi sciocchezza.

Non ogni testa è buona per portare la corona.

Non per paura ma per dovere l’uomo si deve astenere dal male.

Non perde il cervello se non chi ce l’ha.

Non perde tempo chi muore di notte.

Non permettere che sulla tua ira tramonti il sole.

Non piaci neppure alla cornacchia che pur trova buone le carogne.

Non provvedere a se stessi e pretendere di consigliare gli altri è cosa stolta.

Non può essere buon cristiano chi prima non è stato buon pagano.

Non puoi vedere il bosco se stai tra gli alberi.

Non sa bene comandare chi mai imparò ad ubbidire.

Non sa donare chi tarda a dare.

Non sa parla chi non sa tacere.

Non sai in qual luogo la morte ti attenda, ma tu attendila in tutti i luoghi.

Non sapendo che far del pover’uomo, lo fecero canonico del Duomo.

Non sarà mai grande l’uomo che frequenta le locande.

Non scherzare con l’orso, se non vuoi essere morso.

Non sempre e dappertutto, buon seme dà buon frutto.

Non sempre fugge chi gira le spalle.

Non sempre la temerità ha buon esito.

Non sempre l’arco centra il bersaglio.

Non sempre passano i tordi.

Non serve andare in Chiesa se con si perdona l’offesa.

Non si affida la pecora al lupo.

Non si ama il proprio paese se non si ama la propria casa.

Non si ama se non si ama sempre.

Non si arriva all’oasi senza attraversare il deserto.

Non si balla bene se non si è allegri.

Non si bastona il cane che sta affogando.

Non si buttano le ciabatte, se le nuove non l’hai fatte.

Non si canta bene se dal cuore non viene.

Non si chiama beneficio quello che non posso ricordare senza arrossire.

Non si da in prestito la padella a Carnevale.

Non si deve lasciare il certo per l’incerto.

Non si deve vivere per mangiare, ma mangiare per vivere.

Non si è mai troppo vecchi per imparare

Non si è nobili per la borsa.

Non si fa cosa in terra che non sia scritta in cielo.

Non si fa più lunga strada che quando non si sa dove si vada.

Non si fanno ghirlande con i cardi.

Non si fida neppure di sé stesso chi non vuole esser fatto fesso.

Non si frigge con l’acqua.

Non si getta l’acqua sporca col bambino dentro.

Non si ha se non quello che si gode.

Non si hanno gli anni che si dimostrano, ma quelli che si sentono.

Non si macina senz’acqua.

Non si mette una pezza vecchia su un vestito nuovo.

Non si muove foglia che Dio non voglia.

Non si nascondono gli aghi nei sacchi.

Non si nascondono gli anni, neppure vistosi e colorati panni.

Non si possono raddrizzare le anche ai cani.

Non si prova desiderio di ciò che non si conosce.

Non si può abitare tutti a Roma.

Non si può accendere la candela sopra e sotto.

Non si può bere e zufolare.

Non si può cantare e portare la croce.

Non si può catturare tutte le mosche che volano.

Non si può digiunare e fare la festa.

Non si può dire a uno peggio che dirgli povero.

Non si può far cacare il mulo per forza.

Non si può far fare la guardia a chi dorme.

Non si può fare tutti quanti il vescovo.

Non si può fare un buco per tapparne un altro.

Non si può piangere e suonare la campane.

Non si può rammentare la croce al diavolo.

Non si può tenere la lingua a nessuno.

Non si può volare senza ali.

Non si regala una pecora senza lana.

Non si ricava farina da un sacco di carbone.

Non si ruba un bue per darne la coda in beneficenza.

Non si sa mai per chi si lavora.

Non si salta il fosso per lungo.

Non si sente un lamento da chi ha poco talento.

Non si sta mai tanto bene che non si possa star meglio.

Non si toglie a San Pietro per darlo a San Paolo.

Non si tosa dove non c’è lana.

Non ti fare uno amico, se prima non l’hai sperimentato.

Non ti lamentare del bene che il peggio viene.

Non ti mettere in cammino se la tua bocca non puzza di vino.

Non tutte le chiavi pendono dalla stessa cintura.

Non tutte le ciambelle riescono col buco.

Non tutte le lacrime vengono dal cuore

Non tutte le ostriche hanno la perla.

Non tutti a messa possono stare vicino al prete.

Non tutti gli stracci si possono appendere al pubblico.

Non tutti i giorni è domenica.

Non tutti i giorni è festa.

Non tutti i legni sono  buoni per fare una croce.

Non tutti i legni sono buoni per fare i santi.

Non tutti i pellegrini sono santi, anzi molti sono furfanti.

Non tutti i salmi finiscono in gloria.

Non tutti i santi fanno miracoli.

Non tutti possono avere casa in piazza.

Non tutti possono far la stessa cosa.

Non tutti quelli che hanno la chitarra sono chitarristi.

Non tutti quelli che leggono, intendono.

Non tutto ciò che è lecito è anche sempre onesto.

Non tutto ciò che si mangia nutrisce, ma solo quel che si digerisce.

Non tutto si aggiusta a colpi di frusta.

Non vada tra i cani chi non sa abbaiare.

Non vale una ciocca l’amico di bocca.

Non v’è cosa peggiore che in vecchie membra il pizzicor d’amore.

Non v’è denaro che possa pagare la libertà.

Non v’è donna, anche bruttissima, a cui la sua figura non piaccia.

Non v’è mortale che in vita non conosca male.

Non vi è al mondo alcuna cosa che non serva a qualche cosa.

Non vi è cosa tanto assurda che non possa essere affermata dal filosofo.

Nonno scarso, padre avaro, figlio prodigo.

Nove non è malizia, non vie è peccato.

Nozze fra disuguali, poche gioie e molti mali.

Nulla è più intollerabile della donna ricca.

Nulla è più vile dell’uomo che calunnia.

Nulla è troppo poco.

Nulla teme l’innocente.

Nuoce ai buoni il giudice che non punisce i malvagi.

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