Monterubbiano: canto tradizionale del Venerdì santo trascritto da Brognoligo Gioacchino anno 1900

MONTERUBBIANO: VENERDI’ SANTO

Con voce di dolor

con flebil canto

accompagniam Gesù

che ci amò tanto.

Ricoprasi di fior

l’urna che accoglie

del nostro estinto amor

le sacre spoglie.

I figli di Sion

spietati e felli

le carni gli squarciar

con rei flagelli.

Re di scherno il chiamar

d’acute spine

le auguste coronar

tempia divine.

Qual turpe malfattor,

o rio delitto,

con chiodi il Salvator

voller confitto.

Ha sete il buon Gesù

mano crudele

un ristoro gli dà

di aceto e fiele.

Coperta di pallor

la bella guancia

spira e gli passa il cor

spietata lancia.

 

 

Piange sua morte il Sol,

spezzansi i monti,

si squarcia il sacro Vel,

seccansi i fonti.

Oh con quanto squallor

Solima siede

che estinto il Re del Ciel

sul legno vede!

Deh, piangi, o peccator,

ché il tuo peccato

del mondo al Salvator

la morte ha dato.

E’ vinto il rio Satan,

vinta è la morte

e a noi Gesù riaprì

del Ciel le porte!

Deh, corri, o peccator,

al Cristo esangue

e lava ogni tuo mal

nel divin sangue.

Oh Croce! Oh legno santo!

Oh pregio eterno!

Sei scudo del fedel

terror d’Averno.

Noi ti stringiam al sen

qual certo pegno

d’eterna vita un dì

nel santo Regno.

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