UNA RETE DI LUOGHI SACRI DELLE FEDE per i pellegrini: riflessioni di Lusek d. Mario
La figura del pellegrino sta vivendo un nuova stagione anche nella forma contemporanea del viaggiatore per fede: un turista che, mosso e animato dal sentimento religioso, vuole aggiungere e allargare le mete del pellegrinaggio classico, integrandole con le realtà storico- artistiche e le tradizioni diffuse nei diversi territori.
E cerca nei suoi viaggi, siano essi a piedi o organizzati, nella linea della sobrietà, dell’essenzialità, della semplicità, un’accoglienza e i servizi che siano attenti ai suoi particolari bisogni. La qualità di questi servizi non viene richiesta ad un “marchio”, ma ad un atteggiamento di attenzione e valorizzazione, da parte degli operatori del settore, proprio perché il turismo religioso è, oggi più che mai, una chance in più per la valorizzazione dei territori e anche per il benessere e la crescita socio- culturale ed economica delle popolazioni locali.
Nelle Marche, dai monti al mare, per le innumerevoli valli, in mezzo alle bellezze dei paesaggi, nel corso dei secoli è sorta una vasta rete di luoghi sacri del fede … “Noi, nel custodire, nel proporre l’arte cristiana diciamo, comunichiamo in modo tutto specifico una fede, che può prendere forma proprio perché il Verbo ha preso forma umana e che può dirsi nelle forme umane proprio perché ha in sé un’esigenza di incarnazione continua.” (Luoghi dell’infinito nu. 74)
Scriveva Joseph Ratzinger (prima di essere Benedetto VI) che la bellezza può diventare il colpo del dardo che ferisce l’anima e in questo modo la apre. Le nostre valli sono capaci di offrire al turista, al pellegrino, all’homo viator, attraverso l’arte, le immagini, gli arredi, gli ambienti architettonici e naturali, le produzioni musicali, letterarie, le tradizioni, spazi di senso e di significato, occasioni di preghiera e di lode, percorsi di ricerca, di memoria viva, di trasmissione di valori.
“La via della fede” LUSEK Mario, arcidiocesi di Fermo 2009