REGISTRI DELLA CANCELLERIA VESCOVILE analizzati per cenni da Emilio TASSI a Fermo

I REGISTRI DELLA CANCELLERIA VESCOVILE.  Analisi del prof. TASSI  don Emilio

Uno dei fondi più consistenti degli archivi vescovili è costituito dai “Registri di Cancelleria”. Si tratta di atti ufficiali del governo della diocesi, che per questo motivo necessitano della controfirma del notaio pubblico che, nella curia, è il cancelliere. A Fermo, tutto questo materiale è stato diligentemente raccolto dal dottissimo arcivescovo Alessandro Borgia che ha retto la diocesi dal 1724 al 1764 fondando l’archivio arcivescovile. Anche in seguito questi registri di cancelleria si sono andati accumulando.

Precisiamo che fino al concilio di Trento tutti gli atti di cancelleria venivano raccolti soprattutto nella serie dei registri intitolati Libri delle Collazioni, come si legge nell’Indice, compilato nell’anno 1766 a cura dell’arcivescovo cardinal Urbano Paracciani,  “Libri di Collazioni dei benefici, Provvisioni, Istituzioni, Conferme, Editti per i benefizi, Patronati, Licenze, Fondazioni e Dotazioni di chiese, altari ed altri Luoghi Pii della città e diocesi di Fermo, Dispense e Dichiarazioni matrimoniali, Ordinazioni, Patenti de’ vicari e altre spedizioni dei vescovi di Fermo”.

Qualche decennio dopo il concilio di Trento, tutti gli atti ufficiali del vescovo, tutti i documenti provenienti dalla santa Sede o da altri organi centrali del governo della Chiesa vennero raccolti in un unico registro. In seguito sono introdotti un nuovo criterio e una diversificazione nella raccolta degli atti dei vescovi rispetto ai documenti vari della curia. Continuava sempre la serie delle “collazioni”, ma a partire dal 1528 viene aggiunta un’altra serie di registri nei quali vengono riportate in copia tutte le bolle e i brevi pontifici riguardanti le materie relative alla città ed alla diocesi di Fermo. Questa serie è intitolata “Bollario Romano”. In questi registri sono trascritte inoltre le bolle arcivescovili, le quali, tuttavia, dall’anno 1720  in poi vengono raccolte in una nuova serie di registri dal titolo “Bollario Arcivescovile”.

Un nuovo tipo di registri a partire dal 1583 dal titolo “Libri delle Approvazioni” raccoglie altri atti  che nell’Indice, repertorio, sono descritti: “Libri nel quali vengono registrate le Licenze di fondar chiese; Patenti di assentarsi dalla diocesi, Giuramenti dei Dottorati, Ordinazioni, Patenti de’ Vicari ed altre spedizioni con li Sinodi diocesani.

Un’altra serie di registri dal titolo “Libro delle Ordinazioni” inizia dall’anno 1592 e riporta, in elenco, tutte le ordinazioni sacre conferite dagli arcivescovi, e le lettere dimissoriali rilasciate dal Vicari generali per la promozione agli Ordini sacri  conferiti da altri Presuli a persone soggette alla giurisdizione Fermana. In questa serie di registri sono contenute, come annotato nell’Indice citato, anche materie proprie della predetta serie delle Approvazioni.

Un altro gruppo di registri raccoglie le “Dispense matrimoniali”.  Nell’Indice d’archivio: “Libri ne’ quali sono registrate le bolle delle Dispense matrimoniali date dal Papa e le dichiarazioni ‘non abstante’ fatte dai vescovi ed arcivescovi di Fermo”.

Di tutt’atro genere è la serie dei registri delle “Suppliche criminali” che nell’Indice d’archivio sono  “Libri ne’ quali sono registrate le Suppliche de’ delinquenti processati”.

Riassuntivamente quindi possiamo notare che il fondo della Cancelleria è organizzato e distinto con:

.1. – I registri delle COLLAZIONI che iniziano dai primi anni del secolo XV ed arrivano fino al 1750. Negli anni successivi queste collazioni sono contenute nei  Bollari o nelle Approvazioni. Si tratta per lo più delle nomine di competenza vescovile che riguardano i benefici parrocchiali e gli altri benefici minori.

.2. – Il BOLLARIO  ROMANO inizia dal 1582

.3. – il BOLLARIO ARCIVESCOVILE inizia dal 1750

.4. – I libri delle APPROVAZIONI dal 1586

.5. – I libri delle ORDINAZIONI dal 1592

.6. – I libri delle SUPPLICHE  criminali dal 1549

Si tratta di un fondo cospicuo per mole e ricchissimo di notizie. Come si può immaginare, siamo di fronte ad un copioso materiale che abbraccia le più svariate materie, dal governo del diocesi esercitato mediante gli atti ordinari del ministero episcopale, all’attività pastorale; dalle decisioni riguardanti l’organizzazione economica e finanziaria della diocesi, alla fondazione di nuovi altari e chiese, all’istituzione di confraternite e di istituzioni caritative; dalle dispense matrimoniali, alle ordinazioni, alle richieste di riduzione di pena o di condono. Non è infrequente incontrare materie attinenti alla vita religiosa dei monasteri femminili e all’attività educativa che viene svolta in essi a beneficio delle giovani.

Si incontrano documenti che registrano le liti insorte tra i religiosi e il clero secolare, così pure ci si imbatte in sentenze arbitrali emesse dal vescovo o dal vicario generale, per dirimere le liti insorte tra i sacerdoti e\o tra i laici, specialmente per questioni di eredità. Sono riportati anche i testamenti o le particelle dei testamenti riguardanti i lasciti a favore delle chiese o di altri luoghi pii, ed inventari particolareggiati per i beni mobili o immobili appartenenti ad enti ecclesiastici.

Tra le “Approvazioni” vorrei far notare i numerosi decreti di laurea accompagnati dai verbali delle discussioni delle tesi con le relative votazioni conseguite dai neo -dottori.

Sono importanti, tra i carteggi della Cancelleria, le interessanti relazioni dei “Sinodi diocesani” e di quelli “Provinciali” celebrati a Fermo nelle varie epoche e da diversi vescovi ed arcivescovi ed inoltre le “Relationes ad Limina Apostolorum” resoconti indirizzati alla santa Sede, periodicamente, dopo fatta la visita pastorale, e diligentemente riportati in vari registri che fanno parte, anche se non molto numerosi, del presente fondo archivistico.

Chi esamina con attenzione, nella progressione del tempo, l’ampliarsi e l’approfondirsi degli interventi pastorali e di governo da parte dell’autorità ecclesiastica della diocesi, non ha difficoltà a notare come, in relazione alla maggiore sensibilità pastorale esistente nella Chiesa e in presenza di riforme incisive messe in atto dalla Sede Apostolica Romana, si moltiplichino le iniziative, si affini il senso cristiano delle coscienze, si qualifichi l’azione pastorale del vescovo, e come la presenza sua e la sua azione di stimolo ai sacerdoti in cura d’anime e ai fedeli, siano stringenti e promozionali.

Nel leggere gli atti dei registri della Cancelleria, certamente, molte volte, si ha l’impressione di trovarsi di fronte a testi, a formulari apparentemente sempre uguali, a documenti che possono apparire burocratici ed asettici. Tuttavia lo studioso attento può, attraverso una lettura intelligente e perspicace, ricostruire la vita pulsante delle comunità locali, può cogliere i momenti di crisi e di vitalità della vita cristiana e sociale dei vari paesi diocesani e dell’intera Chiesa particolare.

Un cenno meritano pure le numerose LETTERE che vengono riportate un po’ in tutti i registri delle Collazioni e delle Approvazioni. Sono missive di papi, di vescovi di Fermo ai loro vicari generali (nel periodo in cui essi risiedevano fuori dalla loro sede) o ai legati della Marca e ai governatori della città. Ci sono anche lettere di cardinali capi dei dicasteri Romani in cui sono contenute precise disposizioni circa le più disparate questioni di carattere cristiano, economico, politico e finanziario.

Nel periodo post-tridentino è possibile cogliere la particolare cura posta dai vescovi ed arcivescovi di tale periodo, ormai stabilmente residenti a Fermo, per la formazione del clero (tra cui l’attenta organizzazione del seminario diocesano), per la promozione della cultura, mediante l’organizzazione ed il potenziamento dell’università Fermana in cui arrivano i docenti gesuiti, chiamati; e mediante l’istituzione di scuole nei centri più popolosi della vasta arcidiocesi, così come pure nei centri minori.

Non deve neanche sfuggire all’attenzione, l’interessante materiale documentario relativo alle varie istituzioni benefiche. In esso si coglie agevolmente il moltiplicarsi delle iniziative di assistenza e di beneficenza attraverso le istituzioni di svariati enti che dedicano la loro attività ed usano i propri beni a favore delle categorie sociali più povere e più bisognose di aiuto. Questo accade non soltanto nella città di Fermo, anche nelle piccole e lontane parrocchie della diocesi Fermana.

Né inferiore può essere l’interesse che coglie lo studioso attento allorché si imbatte in documenti che direttamente o indirettamente testimoniano il nascere e lo svilupparsi di nuove forme di devozione o l’affievolirsi di antiche pratiche devozionali. Interessante è anche seguire il formarsi delle associazioni di categoria che sentono il bisogno di aggregarsi, fosse anche solo per meglio e per più comunitariamente esprimere la propria pietà e per darsi una regola più stringente di vita cristiana, in rapporto all’immagine e al carattere dell’attività professionale a cui si appartiene. A questo proposito rivestono particolare importanza e suscitano grandi interessi, i “Capitoli” e gli “Statuti” di varie associazioni e confraternite che vengono accuratamente riportati in alcuni dei registri che abbiamo preso in esame, specialmente quelli relativi al secolo XVII e al secolo XVIII.

Per quanto riguarda l’aspetto economico e sociale della vita delle popolazioni, credo che sia opportuno segnalare le numerose richieste che riguardano la vendita o l’acquisto o la permuta di beni immobili, le migliorie da apportare ai terreni agricoli, o alle abitazioni rurali, a quelle urbane, agli edifici sacri e in generale alle proprietà appartenenti alle Chiese e ad agli enti di assistenza e di beneficenza. A questo riguardo si nota la ricerca di possibilità di contrarre mutui o di mettere a frutto il denaro al fine di aumentare le disponibilità economiche da utilizzare per il mantenimento del clero, o per più efficaci opere caritative. Tutto ciò può rappresentare un’interessante testimonianza dell’evoluzione della vita economica e sociale delle nostre zone. Per questo sono utili gli atti del fondo beneficiale “Evidente Utilità”.

Ho espresso, per cenni, un modesto contributo, con un’elencazione sommaria del ricco materiale documentario contenuto nei registri di Cancelleria; ma già da questa breve indicazione, si può arguire quale mole di notizie possa essere a disposizione degli studiosi al fine di illustrare e ricostruire interessanti aspetti della vita cristiana, civile e sociale delle popolazioni locali. In particolare possono essere interessati a questo copioso materiale d’archivio gli studiosi della storia della Chiesa Fermana e coloro che si dedicano alla storia delle devozioni e delle tradizioni popolari. Preziose testimonianze può trovare pure lo studioso delle varie branchie dell’economia, come anche il sociologo o il ricercatore della storia del diritto. Trova  una messe utile di documenti chi vuol seguire lo sviluppo delle forme associative in campo ecclesiale o anche il progredire delle istituzioni dedite alla cultura ed all’istruzione dei giovani, in campo ecclesiastico ed in campo civile, sia a livello superiore, che a livello popolare.

Fortunatamente, per la solerzia dell’arcivescovo Borgia e del suo successore, cardinale Paracciani, sono stati conservanti, quasi in modo completo, i registri di cancelleria, in buone condizioni (quasi tutti i restanti) tanto da rendere comoda la lettura. Conosciamo, dalle varie serie, le linee generali degli argomenti che vi sono contenuti, come ho esposto in questa breve comunicazione, e quello che si desidera e si vorrebbe realizzare sono gli indici mancanti ai registri stessi, che permetterebbero un facile reperimento dei singoli documenti contenuti nei diversi registri di questo fondo.

L’arcivescovo Cleto Bellucci, dal 1975 al 1985 ha compiuto un atto straordinario fornendo nuovi ampi locali idonei a sistemare bene l’archivio ed ha contribuito in modo determinante alla migliore tutela e all’utilizzazione serena del ricco materiale documentario. Ma questo importante patrimonio di storia, vero gioiello di beni culturali, rischia di essere “una cattedrale nel deserto” se dalla autorità civili, nazionali, regionali e locali  non arriva il necessario aiuto efficace per valorizzarlo nel migliore dei modi.

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