SANTUARIO DELLA MADONNA DELL’AMBRO AFFRESCHI DIPINTI NELLA VOLTA. Nota di P. Alfonso Schiaroli

. DIPINTI MARIANI NELLA VOLTA. Pittore Virgilio Parodi. Ornatista Mario Di Nunzio.
Guida alla lettura. Alza gli occhi: 16 medaglioni mariani a riferimento biblico; 8 donne tra le più conosciute del Vecchio Testamento raffigurate nelle quattro campate; e 6 stemmi papali affrescati negli archivolti intermedi.
Entrando nel Santuario, specie nelle ore del mattino quando la luce solare lo illumina, lo sguardo del visitatore è deliziato da uno spettacolo suggestivo, iniziando dalla volta del sacro luogo. Il soffitto, con una superficie di circa 200 metri quadrati, è costituito da una volta reale a botte, impostata sopra un cornicione aggettante. E’ ripartito in quattro campatedi dimensioni uguali, divise da 3 archivolti ribassati (di 20 centimetri) che costituiscono il proseguo del sistema di pilastratura di base. La parte superiore di ogni campata è ripartita in quattro spazi triangolari da un bianco disegno a forma di croce di S. Andrea: X. E’ raffigurata la volta celeste, trapunta di stelle dorate realizzate a stucco. I centri di ogni “crociera celeste stellata” sono caratterizzati dalla presenza di un grande stucco a forma di un pane rotondo, incorniciato da una decorazione circolare, con finalità decorativa ed anche con allusione all’Eucaristia. Nei quattro angoli di ogni crociera figurano altrettanti medaglioni di forma ottagonale i quali accolgono simboli biblici cui fanno riferimento gloriosi titoli mariani. Ogni campata, termina lateralmente, al di sopra del cornicione con la raffigurazione delle otto donne più celebri dell’Antico Testamento. L’iconografia le vede tutte sedute su tronetti, ai lati dei quali sono presenti decorazioni simmetriche e ripetitive, con ornati di fogliame a riccio e festoni penduli, una specie di ornamentazioni frequenti nell’arte decorativa dal Seicento al Novecento.
Nell’intradosso di ognuno dei tre archivolti è dipinta una fascia verde bordata in oro, cosparsa da festoni di rose gialle, spezzata in tre parti per creare due spazi, a stemmi di papi e di altri.
Dall’alto del soffitto pendono sette lampadari: sei piccoli di fronte ad ognuna delle sei cappelle e uno più grande, quasi sopra l’altare maggiore. Sono manufatti artigianali riferibili ai primi decessi del XX secolo ma molto intonati all’unica navata basilicale seicentesca.
Lungo la fascia all’imposta dell’arco della volta, sul lato sinistro corre un’ampia scritta mariana: La porta del Paradiso, aperta per noi, per opera di te che oggi trionfi gloriosa per gli angeli suoi; ( in latino difettoso)= Paradisi porta per te nobis aperta … quae hodie gloriosa e.u.. angelis triumphas. Alleluia. Sul lato destro segue l’altra scritta: E’ stata esaltata al celeste regno la santa Genitrice di Dio al di sopra dei cori degli angeli. = Exaltata est sancta Dei Genitrix super choros angelorum ad coelestia regna. Alleluia –
L’intera superficie è stata affrescata dal pittore romano Virgilio Parodi della scuola vaticana e dall’allievo Mario Di Nunzio nel 1928. La notizia è stata confermata dal ritrovamento recente di una memoria autografa degli artisti vergata sopra il cornicione nei pressi della cappella del SS. Crocifisso così espressa: “Dipinto il 1928, Prof. Virgilio Parodi e Mario Di Nunzio de Roma. Rettore e direttore P. Luigi da Monterado”. (Voce del santuario Madonna dell’Ambro; a. 1999-1 pp. 26-28)
– Nella prima campata a destra di chi entra, si vede una pallida alba con una stella: Maria è la stella mattutina; accanto c’è l’immagine di una porta aperta: Maria è la porta del cielo. Sulla sinistra: un’alba luminosa: Maria è l’aurora della redenzione; accanto una robusta torre: Maria è la torre di David. La prima donna sulla destra è Giuditta di Ruben con una spada e la testa di Oloferne: Maria è la vittoriosa sul grande nemico. Sulla sinistra, con una brocca in mano c’è Rachele di Labano, sposa di Giacobbe e madre di Giuseppe e di Beniamino: Maria è la Madre buona.
– Nel primo archivolto è raffigurato lo stemma di Sisto V che fu vescovo diocesano di Fermo, sulla sinistra quello approssimativo di Pio IX marchigiano di Senigallia.
– Nella seconda campata a destra è raffigurato uno specchio di mare sovrastato da un arcobaleno: Maria è la Donna della nuova alleanza; accanto c’è l’immagine di una nave che trasporta una casa: Maria è una nave che porta da lontano il suo sostentamento. Sulla sinistra un orto recintato: Maria è un orto chiuso di riservatezza; accanto l’immagine di una colomba che si libra sulle acque: Maria è la regina della pace. La donna ha di destra è Anna di Elcana con il fanciullo, Samuele, tra le braccia. Quella di sinistra è la profetessa Debora con una lira musicale: immagini di Maria che protegge la vita e che loda Dio per le sue grandi opere.
– Nel secondo archivolto a destra c’è lo stemma papale approssimativo di san Pio X (o forse di Giovanni XXIII aggiunto in anni recenti); a sinistra si vede lo stemma francescano a indicare la presenza dei Cappuccini di san Francesco custodi del santuario da 1897.
– Nella terza campata a destra c’è un albero fiorito: Maria è l’albero della vita; accanto c’è una porta chiusa: Maria è il santuario di Dio. Sulla sinistra c’è la figura delle due tavole della legge: Maria è il tabernacolo dell’alleanza; accanto una lampada a olio accesa: Maria è la vergine prudentissima. Le due donne madri, Resfa con le lacrime agli occhi è figura di Rachele che piange i bambini uccisi, e Ruht di Moab con un mazzo di spighe in mano sono figure di Maria addolorata e laboriosa.
– Nel terzo archivolto uno stemma papale speciale con nel campo la scritta: “Sacrosanta patriarcale Basilica Liberiana”, di santa Maria Maggiore (Roma), in riferimento all’aggregazione del nostro santuario a quella basilica con la partecipazione ai suoi privilegi di indulgenze, accordatici il 20 febbraio 1927; sulla sinistra lo stemma di Pio XI che era il papa felicemente regnante al tempo di esecuzione dei lavori pittorici e concedente dei privilegi di santa Maria Maggiore.
– Nella quarta campata a destra: l’immagine di un fuoco ardente: Maria è un roveto ardente incombusto; accanto un giglio fiorito: Maria è un giglio tra le spine. A sinistra c’è l’immagine di una sorgente che sgorga dalla roccia: Maria è la fonte di acque vive; accanto una rosa fiorita: Maria è una rosa mistica. Le due donne sono due regine: Ester di Assuero con in mano uno scettro d’oro; a sinistra la Regina di Saba con in mano un vaso di profumi: Maria è la regina potente e tutta profumata di virtù.
I titoli mariani raffigurati sono stati scelti rispettivamente 12 dalle litanie bibliche, e 4 da quelle lauretane, dipinti nella volta insieme alle donne bibliche, sono un canto perenne alla Madre di Dio e degli uomini insieme alle tante preghiere degli innumerevoli pellegrini al Suo caro santuario nel cuore degli monti Sibillini. (Voce del santuario Madonna dell’Ambro a. 1998-2 pp. 10-12)

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