POESIE DI GAETANO SBAFFONI: primavera; aprile; maggio; sposi; pace

ANNA (Gaetano Sbaffoni)
Or son molti anni che si fa notare
al mattino, al meriggio, ed alla sera,
d’estate, d’autunno, inverno e primavera
mentre va con premura a lavorare.
Sempre a puntino nel venire e andare
in centoventisei la ragioniera,
tanto gentile amabile ed austera
sempre ligia al dover, donna esemplare.
La si conosce pur solo a guardarla
d’animo aperto, brava e intelligente,
io spesso mi onoro di incontrarla.
Per le sue qualità sinceramente
merita a mio parere di premiarla
con una stella al merito …. nascente.

APRILE

Ritorna con April la primavera
e ritorna la rondine al tetto,
sulle ramaglie in fiore l’uccelletto
verseggia e canta da mattina a sera.
Ogni essere creato si rallegra
nel dolce tuo tepor, caro apriletto;
piante, animali, campi, ed il boschetto
ci parlano il linguaggio di preghiera.
Pure l’agricoltor spinge lo sguardo
col cuore già ricolmo di speranza,
come l’atleta prossimo al traguardo,
al cielo con amore ed esultanza.
Lieto nei campi lavora pregando
perché i prodotti siano in abbondanza!

AD ANNA E DANIEL

Vorrei, con cuore aperto e animo gentile,
scriver due versi, e con tanto calore
augurarvi felicità e tempo migliore
per tutta l’esistenza: sempre aprile!
L’ardente fiamma vivace e giovanile
che vi ha uniti, prenda più vigore,
come nel giardino il più bel fiore
nella lieta stagion primaverile.
Oggi per voi facciamo questa festa
per dimostrar che vi vogliamo bene,
e impressa nel cuore sempre resta
questa sera che tutta a voi appartiene,
con la luna, e il cielo lo manifesta
col ponentin che a rinfrescar ci viene!

MATTINO DI PRIMAVERA

Nel mattino, quando l’oriente si rischiara
di una luce che irradia tutto l’universo,
le stelle scompaiono, gli uccelli festeggiano
tra le tenere foglie degli alberi, nelle siepi
e sulle acacie biancheggianti di fiori.
Gli operai vanno al lavoro,
un via vai di macchine, moto e biciclette.
In tutto questo piacevole risveglio
Percorro la strada in bicicletta
per andare al mio campicello.
Amo la mia terra, gli animali domestici.
Mi svago a guardare le messi ondulate dal vento,
i grappoletti dell’uva che nasce, i ciliegi, i peschi
i mandorli, gli albicocchi coperti di frutticini.
E’ bello lavorare in pace, con il canto degli usignoli
e dell’acqua che scorre limpida lungo l’ombroso canale.
Un delizioso venticello muove le foglie
allevia la stanchezza del mio lavoro …
Un alito di vita serena e di giovinezza
mi spinge ad amare e pregare!

NOTTE DI MAGGIO

Piacevole e corta questa notte di maggio!
Un venticello fresco, un verso d’usignolo,
una nota stonata di uccelli randagi,
una rana che canta nel fonte
rumore d’acqua che scorre,
la luna che splende, le stelle brillano
lassù nell’azzurro; io non vado a dormire
per guardare e gustarmi il canto della natura
in cui tutto è poesia, tutto è preghiera!

IN BICICLETTA AL LAVORO

Ecco il mattino, ce lo annuncia il gallo
e il suono della campana odo
della vicina Servigliano.
Giù nell’oriente vedo un chiaror d’oro,
un festeggiar d’uccelli tra le fronde,
un movimento di macchine e trattori.
Qualche contadino con le vacche al giogo
mi riporta i bei tempi passati,
la gioventù nei campi consumata;
ripenso ai giorni del mio lavoro,
immerso in questi ricordi, m’incammino
sotto il cielo, da nubi un po’ velato.
Vi è qualche stella, verso ponente,
la luna si nasconde dietro al monte,
ed io con piacere corro in bici,
mi gusto l’aria fresca mattutina,
pochi minuti, in pianeggiante asfalto.
Senza per nulla affaticar le gambe
silenziose girano le ruote!

SESSANT’ANNI INSIEME

Ricordo quel giovedì del 17 settembre 1931
e la chiesetta sulla cima più alta di Montelparo,
l’altare dove ci inginocchiammo
per giurarci reciproco amore!
Avevo allor venticinque anni e Carolina diciannove.
Era un giorno nuvoloso con temperatura mite.
Dopo pranzo un acquazzone di breve durata.
Fu una gran festa! Attorniati dai parenti e dai vicini.
Rivedo i miei, i tuoi genitori e tutti i cari
che gioiosi sedevano accanto a noi.
Quanti avvenimenti in questo lungo percorso!
Disgrazie, malattie, lutti in famiglia, guerre.
Ma ogni evento ha rinsaldato il nostro amore.
Ed oggi a distanza di sessant’anni
siamo qui attorniati da figli, nipoti, generi
e dai coniugi dei due nipoti, e tutti ci consolano.
Questa bella riunione famigliare
fa per un po’ dimenticare la vecchiaia
per far splendere ai nostri occhi
la fiamma viva d’amore che accese i nostri cuori
al primo incontro, nel gennaio del 1929
quando ci vedemmo per la prima volta.
Ed oggi auguro ai figli ed ai nipoti
per l’esperienza vissuta,
tanta felicità e tanto bene: di camminare uniti
e far brillare davanti agli occhi la stella
che illumina il cammino intessuto
di speranze, di pace e d’amore.

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