SANI MARIA ELETTA lettera c. 170 al direttore spirituale P. Scaramelli Giambattista: prove spirituali

SANI MARIA ELETTA lettera c. 170
Da ieri sera in qua … io sto come impazzita, peggio di quando stavo senza confessore: mi è giunto adesso un (non) so che tanto cattivo da non poterci reggere. Son fuori di me. La disperazione mi affoga: la confusione dei peccati, la mia malizia, la mia finzione, il mio inganno: insomma non posso esprimerle. Mi chiude il fiato. Mi pare di essere un tizzone di fuoco d’inferno. Provo pene nel corpo, ma nulla mi fa sentire; nell’anima provo fuoco d’inferno, rimorsi di coscienza da dannati, perché non mi giova a forzarmi di credere al Ministro di Dio. Ma, ohimè! che perdo la fede all’obbedienza, anzi impeti di lasciare tutto e di abbandonarmi ai piaceri. E tutta la mia voglia è di dare consenso per non poter più reggere a tali angustie. Mi sento un diluvio di tentazioni, e d’iniquità e di rimorsi che mi fanno svenire e resto come morta. Farei mille pazzie di andarmene fuori dalla città per trovare luogo perché mi si chiude il respiro. Mi forzo di sollevare lo spirito, ma non trovo modo. Dio non so dove sia. Piangendo, lo vado cercando: “Dove siete, mio Dio?” Ma sommersa sto in fondo di miserie. Io non capisco che sia: se Dio mi dà lume, oppure mi abbia abbandonato. Se io avessi dato consenso e mi avessi comprato il castigo e meritato che Dio mi avesse abbandonato, sarebbe tutta giustizia meritata. Io mi sento rompere le coste del petto. Per carità richiedo una, due ‘Maria’ e questa sera mi forzerò di venire. Ma non so se Dio mi dà aiuto. Io son vera impazzita e come dannata. Richiedo la sua santa Benedizione. Tralascio di dirgli le innumerabili cose da farsi.
/ Ceralacca ed indirizzo/ Al P. Scaramelli
/Sintesi altrui. / Sue turbazioni e tentazioni gravissime e sue smanie in cercare Dio