Maria Eletta Sani lettera c. 145 Falerone Macerata

Maria Eletta Sani lettera c. 145
Viva Gesù e Maria
La sig.ra contessa questa mattina non viene a confessarsi stante che la sua sorella morta sta in chiesa, onde certi riguardi gli bisogna che li abbia. Io poi già uscii ieri prima di mezzogiorno dal monastero e ritornai a casa con una gran differenza. E pare che la clausura mi porta più quiete di anima, benché l’essere io entrata per questa occasione di trovarmi alla morte di D(onna) Leonora Teresa, mi è servito di un gran dolore; ma poi contenta perché io vidi quando si trovò al Giudizio di Dio, quando loro altri disse(ro) la prima volta che era morta. Allora si trovava al Giudizio: in un momento vid(i) come l’anima passa da questa vita e come con volo si trova al luogo di purgazione. Altro non vidi, bensì vidi la terribile scossa che l’anima prova quando si trova al Tribunale del divino Giudice. Qui sì che non so che posso scrivere altro (e) tremo da capo a piedi. Se lei si contenta, io non verrei oggi a confessarmi perché sto mezza stordita, bensì farei la Comunione domattina e poi ver(so) il tardi verrò al confessionario da lei. Mi faccia la carità di avvisarmi come devo contenermi. Per fretta richiedo la sua santa Benedizione.
/ Ceralacca e indirizzo \ Al P. Scaramelli.

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