Maria Eletta Sani lettera cc. 219-220 Falerone

SANI Suor Maria Eletta cc. 219-220
Viva Gesù e Maria.
Gli scrivo per obbedire perché V.R. mi dice che subito uscita, gliene dia- avviso. In fretta gli dirò che ieri sera, primo di ottobre, giorno della Vittoria, giunsi a prendere il sacro abito di santa Chiara. Ieri alla mattina, dopo fatta la Comunione, per condiscendere e per obbedire, mi convenne di uscire e verso il tardi fu fatta la funzione come è solito, che so consueto dei monastero. Mi conducevano due fanciullette vestite da angeli in chiesa, e il Vicario di questo luogo mi vestì. In chiesa stetti al sermone e alle litanie dei santi curva in terra e poi mi diede il Crocifisso, la corona di spine in testa e il cero. Io perciò provai una certa unione e quiete con Dio solo quel tempo che stetti curva sulla scalinata dell’altare sinché furono dette le litanie. Il restante del giorno sempre stetti come una sentenziata alla morte, provai una pena che mi credevo di morire. Richiedevo aiuto a Dio che mi desse forza perché la violenza mi scoccava e rompeva il petto e tutte le ossa. Ieri sera, ritornata in camera fu tanta la forza che mi facevo: mi sentivo morire per la pena. Mio padre mi ha portato per spendere duecento scudi, eppure non è bastat(o). Mi creda che mi sono voluta e voltata il cervello per le grandi spese. Se io sapevo tutto questo, non so come sarebbe andato! Il P. Eusebio mi ha fatta la carità, ma non posso finire di dirgli quanto ho penato per tanti versi, conto, inciampi per il disturbo dello strumento fatto per mano del notaio. Ma ora io non posso, bensì gli dirò in altra lettera, perché io n(on) ne sto quieta. Ricev(o) la sua che mi diceva che partiva da Macerata … Mi diceva che io non gli avevo scritto nel mese di settembre e io gli scrissi un foglio pieno la settimana dopo la Natività di Maria Ss.ma. Mi dà pena che si sia perduta. Con mia consolazione ricevo la carità delle sue premure verso di me, delle trenta Messe che lei mi dice che il P. Francolini mi farà la carità. Io non manco di pregare per V(ostra) R(everenza) e per tutti i miei benefattori, tanto spirituali che temporali. In fretta domando la sua santa Benedizione. Come saranno andati via i miei parenti scriverò il tutto e gli renderò conto del mio inferno. I nomi che mi sono messi sono cinque MARIA, ELETTA, TERESA, MADDALENA, VITTORIA perché era la Madonna della Vittoria e le monache hanno voluto così e mi chiamano: SUOR MARIA ELETTA.
2 ottobre 1752 – Falerone – San Pietro
/Ceralacca ed indirizzo/ Al molto rev.do padrone Padre colend.mo – Il P. Giacinto Aloisi della Compagnia di Gesù -Perugia per Città San Sepolcro

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