Maria Eletta Sani lettera cc. 223- 224 Falerone monastero

Sani Suor Maria Eletta cc. 223- 224
Falerone 30 ottobre <1752>
Viva Gesù e Maria
A gloria di voi, mio Dio, incomincio a scrivere e per obbedienza del Ministro. Giacché il Signore mi ha fatto grazia di stare sotto la sua direzione, vedendo anche la sua bontà e premura che ha dell’anima mia, gliene professo grande obbligazione e nel medesimo tempo la prego, per carità, di averne cura con i santi consigli e direzione e poi di raccomandarmi a Gesù ed a questa santa anima di Angelina (con) la quale io già ho preso l’unione nelle mie deboli orazioni, acciò il Signore la faccia santa, e grazia di morire in impeto di amore di Dio; ma che lei anc(he) faccia il simile per me, perché mi trovo in grande necessità. E il mio desiderio è che se il Signore gli desse qualche lume, V. R. me lo scriva. E mi trovo in grande timore che questa oscurità di tenebre non sia che io mi trovi lontano da Dio per giusta giustizia. E il vedermi raffreddata e senza spirito di perfezione mi fa temere molto perché prima che io entrassi in monastero avevo grandi, desideri e speravo di farmi santa e per corrispondere al fine cui ero creata di servire Dio con più perfezione. Ma, ohimè, che mi trovo più che mai miserabile e con gran timone di me medesima, temendo di non essere una insensata e inutile religiosa. Richiedo con gran desiderio l’amore e dico: ”O amore, o amore; o morire”. Come non ho da amare che devo amare, desidero di incamminare nella perfezione essendomi messa nella Religione, questo mi obbliga. Ma, ohimè, che spavento di mille timori che se una creatura invecchiata e incallita nei vizi, come sarà possibile di esercitarsi nelle virtù e perfezione. Perciò richiedo al mio Signore che per convertirmi vi è bisogno di fuoco per le piaghe dell’anima mia, fuoco, fuoco di carità e di amore per distruggere il fetore delle mie iniquità. Perciò desidero a suo comodo di scrivermi in un foglio (i temi) della perfezione sopra ai sentimenti e della Passione e sopra le virtù e sopra i voti della obbedienza, povertà e castità, (per cui) io patisco, perciò mi parli con chiarezza perché mi fa scrupolo tutto: onde che farò quando avrò fatto Professione?
Piangendo giorni fa, stavo in coro, avanti al SS.mo, esclamando, piangendo dicevo: ” Mio Dio, vi ringrazio della misericordia, perché mi avete fatto entrare in monastero a farmi religiosa, eppure voi vedevate la mia infedeltà e l’iniquità e incapacità o ostinata nei vizi, come farò, se voi non mi date amore per osservare la professione dei voti?” Mentre mi intesi una Voce che mi disse: “Non temere! che io ti darò aiuto” mi consolò e mi fece piangere di confusione. Ma dopo mi sono intimorita che (passi): in me non c’è altro che un po’ di desiderio delle virtù e dell’amore di Dio che di continuo richiedo a Gesù e a Maria ss.ma.
Una religiosa, cioè la nipote del P. Eusebio desidererebbe che da V. R. io avessi licenza che si vorrebbe aprire con me, non trovandosi quieta del Confessore; vorrebbe che la consigliassi intorno a qualche cos(ar)ella in(terna). Io gli lo risposto che sono capace, ma ho bisogno di prenderli io i corsigli e andasse con fede viva al suo Signore e da lui riceverà quiete. Io mi scanso più che posso, ché io mi trovo legata dall’obbedienza e perciò V. R. mi dica quello che il Signore gli (i)spira. Mi raccomando alla sua carità pregandola da parte della M. Badessa, la quale si ritrova in grandi travagli e ne partecipano tutte le religiose e serve che non stanno quiete per la lite che hanno dell’incominciata fabbrica, fatta per necessità, prive di orto e cantine che per miracolo di san Luigi (del) quale tiene l’immagine nelle botti stanno nei corridoi.
Non si possono dire le angustie, trovandosi il monastero angustiato e da nessuna parte si può fabbricare, da questa banda (dove) è incominciata la fabbrica ci si litiga e poi un’altra aggiunta che, unita da un’altra banda attaccata alle mura del monastero, vi è una chiesa dei Curati ed i Preti vogliono alzare la chiesa e fabbricare, alzando loro la chiesa: al nostro monastero ci privano dell’aria e del sole. Il nostro monastero diverrà una sepoltura e resterà sotterrato. E perciò le monache per necessità dicono che bisognerà mutare sito e così sono consigliate di scrivere al Papa se vuol accordare (loro) di mutare sito. Altrimenti il nostro monastero diverrà scaduto e non si troverà chi ci si voglia far monaca. Onde veda che la cosa è di premura. Si tratta di casa di Dio e perciò la M. Badessa prega V. R. che faccia la carità di far fare orazione da questa Angelina e dirgli l’affare che è di premura, però per carità lo faccia. Ma si desidera che prima di fare un tale passo di scrivere a Roma, al Papa, per mutare sito, la M. Badessa vorrebbe sapere la volontà di Dio; onde, per carità, V. R. lo dica a quest’anima santa dell’Angiolina, perché so che il P. Scaramelli ne faceva gran concetto, e per carità ci dica con sincerità quello che il Signore gli fa conoscere: se è gloria sua che noi mutiamo sito per il monastero e per avere quiete. Queste povere religiose, mi creda, che fanno Compassione di sentire la povera Badessa: le spese si fanno e non sa come fare per gli intrighi delle spese della lite. Prima di rispondermi faccia fare orazione all’Angelina; bensì mi scriva di separato, a piede della lettera, acciò la risposta la possa sentire la Badessa. Desidero che quando V. R. mi scrive, ci metta il giorno, cioè la data della lettera, per mia ragione e per vedere quanto ci vuole per la posta. V. R. mi dice che non ha capito quello che io gli scrissi. Non so in che materia si sia, perché io gli dicevo che il Signore mi fece capire che il patire non era appena cominciato e che la croce si preparava. Il dolore nel cuore mi dà più dolore che mai, ma la notte è peggio, ché fa prova di fermarmi il respiro e di morire, e se V. R. mi desse licenza di non sempre and are a letto, la Maestra mi vede tanto penare che, se mi fosse accordato dalla sua obbedienza, non mi farebbe andare a letto, però io mi rimetto alla sua obbedienza. Godo che V(ostra) R(everenza) s(t)ia bene e qualche volta se mi dà nuova come se la passa, ne godrò e mi servirà di raccomandarlo al Signore. Gli domando la sua santa Benedizione.
/ Ceralacca; indirizzo di grafia diversa/ Al molto rev.do Padre padrone col.mo – il Padre Giacinto Aloisi della Compagnia di Gesù – Ancona per Città San Sepolcro

This entry was posted in Chiese, DOCUMENTI, LUOGHI, PERSONE and tagged , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gentilmente scrivi le lettere di questa immagine captcha nella casella di input

Perchè il commento venga inoltrato è necessario copiare i caratteri dell'immagine nel box qui sopra