FESTA DEL 25 APRILE anticamente e nel mondo cristiano. Usanze, riti, liturgia

25 APRILE antico e moderno. Pratica cristiana di fede confidenza umiltà
Il 25 aprile si celebrava in Roma pagana la festa campagnola e l’Ambarvale e i Robigalia. Fioriscono gli alberi spuntano le messi e crescono le biade in questo mese. I giovani e le giovinette di Roma partivano dal centro della città e andavano oltre il ponte Milvio, can tanto, per sacrificare a Robigo, perché difendesse i frutti della natura dalla ruggine e dalla tignola. Questo rito e questa tradizionale processionale hanno cambiato totalmente significato e sono stati elevati cristianamente con le Rogazioni nella stessa data del 25 aprile. Si faceva la processione da San Lorenzo, attraverso la via Flaminia e il ponte Milvio verso i campi del colle Vaticano, ma insegnando che non è il favore degli dei che salva; ma è la benedizione del Signore Interceduta per noi dai santi invocati delle litanie.
Il 25 aprile cade la festa dell’evangelista San Marco che si faceva con grande solennità perché cadeva nel tempo pasquale e per questo motivo si usava il nome di Litania Maggiore in confronto del triduo delle rogazioni che precedono la festa dell’Ascensione, chiamato litanie minori. Durante il tempo di Pasqua si ha un ciclo di gaudio per cinquanta giorni fino alla Pentecoste: tutto solennità e gioia pasquale.
Le Rogazioni sono funzioni della Chiesa di Cristo e vengono vissute dai fedeli per offrire a Dio l’adorazione, il ringraziamento, la riparazione, le domande a favore di grazia di tutti i fedeli. La partecipazione è caratterizzata dal triplice spirito di fede in Dio, confidenza in lui, umiltà. FEDE perché in Dio ci muoviamo, siamo e viviamo. CONFIDENZA perché Dio provvederà alla gente di fede UMILTA’ perché Dio resiste ai superbi e dà la grazia agli umili.
La processione in raccoglimento e in silenzio serve a mantenersi in relazione con Dio, pregando con certezza di essere sudditi, cantando e partecipando al sacrificio della santa Messa. Vengono cantate o pregate le litanie dei santi mentre la processione passa attraverso i attraverso i prati, chiamando in aiuto tutti i giusti che trionfano in cielo, quelli che soffrono nel Purgatorio e militano in terra perché intercedano sulla Chiesa e sul popolo cristiano, sui governanti e sui sudditi, sui buoni e sugli erranti, sui vivi e sui morti, per tutte le necessità umane, per la liberazione da ogni male, dal peccato e dalla morte improvvisa, dalle sciagure materiali e soprattutto dalla morte eterna, sulla natura in fiore, sui campi affinché producano, sui vigneti perché siano ubertosi e l’atmosfera sia tranquilla e le onde del mare siano in bonaccia.
Il sacerdote benedice con l’acqua benedetta, con la sua mano consacrata e potente e con la croce che fuga le parti avverse.

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