PASSIONE E RESURREZIONE DI GESU’ CRISTO pensieri espressi da san Giuseppe da Copertino

La Passione di nostro Signore Gesù Cristo, dettata da Fra’ Giuseppe da Copertino a don Bernardino Benadduci.

-1- Arrivata l’ora, quando l’amato Gesù doveva spargere il sangue per il genere umano, chiamò a sé gli amati Apostoli, e con essi andò a ritrovare la sua cara Madre nella casa di Marta, e Maddalena. Batté alla porta, e riconosciuto il caro Maestro con i suoi discepoli, le due sorelle aprirono le porte, e entrato, piangendo ai suoi piedi, dicevano, di non essere degne di riceverlo in casa loro. Gesù le fece alzare in piedi, e proibendo loro di piangere, domandò della sua cara madre, la quale, standosene ritirata nella sua camera, fu avvisata da Maddalena della venuta del suo amato figlio. Entrato da lei si incontrarono gli occhi del Paradiso e rimasero fuori dei sentimenti, sentendo l’uno dell’altra nel cuore acerbissimi dolori della futura Passione. Gli Apostoli sostenevano l’amato Gesù, che non cadesse e lo stesso facevano alla Beatissima Vergine, Marta e Maddalena. Ritornati in sé, tutt’e due si posero a sedere, e la Maddalena portò l’unguento prezioso per ristorare le membra afflitte del suo caro Maestro; l’unguento era prezioso, e l’odore si sentiva per tutta la casa può, per cui Giuda con gli Apostoli cominciarono a mormorare, dicendo, che il loro Maestro non aveva bisogno di unguenti, e che era meglio il prezzo di esso darlo ai poveri. A tali parole di Gesù non rispose altro, se non che lasciassero fare la carità. E ciò per dare l’esempio a te, anima mia, che le infermità corporali si sanano con il volere di Dio, e con le cose da lui ordinate. Di più, che quando si fa la carità, e le opere buone, non bisogna guardare alle parole, che si dicono, se non sono con buona intenzione.
-2- Dopo questo parlavano Gesù e la sua cara Madre, e essa fissando in lui lo sguardo e disse: “ E’ arrivata oramai, Figlio, l’ora di fare la volontà del vostro Divino Padre ?” E lui rispose di sì, aggiungendo che appunto era venuto per licenziarsi da lei, prima di andare a spargere il sangue per la redenzione umana; quel sangue, disse: “Ch’io presi dal verginale e purissimo vostro seno; né vi deve rincrescere, che io per obbedienza vada all’acerbissima Passione”. Al che rispose Maria: “Figlio, se fosse necessario, e volontà del tuo eterno Padre, anche io volentieri sopporterei con te la morte”. Qui considera, anima mia, l’ardente carità del tuo amato Gesù, e della sua santissima madre, che tanto volentieri desiderano la morte per te; e come poco tu corrispondi alla loro carità.
-3- Gesù, nel partire dalla suddetta casa, mandò due discepoli a preparare la cena, essendo Pasqua; e parlando con gli altri, li ammaestrava su diverse cose, ma questi poco l’intendevano, essendo molto confusi. Arrivati al luogo deputato, trovarono i due discepoli inviati, che stavano a pulire e nettare le stanze, le panche, e le tavole. Per dare l’esempio a te, anima mia, che prima di ricevere Dio nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, bisogna ben pulirsi con la spazzola della penitenza.
-4- Giunto, fece preparare l’acqua, e un catino, con un asciugatoio, e alzatesi le vesti se le cinse, e messa l’acqua nel catino, si inginocchiò davanti ai discepoli, già posti a sedere; cominciò a lavare i piedi a Giuda, stringendoli e baciandoli, quasi dicesse: “Lupo, ecco l’Agnello, che vai cercando, che vuoi da me?” E quanto più lo stringeva, tanto più all’iniquo rodevano le viscere per l’odio che gli portava. Asciugatili, se ne partì per dare esempio a te, anima mia, che quando fai bene al prossimo tuo, egli sempre si mostra più sdegnato verso di te, allontanati da lui non ti curare del suo sdegno, rimettendo ogni cosa nelle mani di Dio.
-5- Il buon Gesù voleva seguitare a lavare i piedi a Pietro, il quale si mostrò con grande renitenza, onde ne fu necessitato Gesù a dirgli, che se non si lasciava lavare, non avrebbe parte con lui; e così Pietro piangendo, fece l’obbedienza. Gli altri Apostoli stavano tutti attoniti per la profonda umiltà del loro Maestro; e sebbene avevano i sentimenti di Pietro non usarono però contraddire alla volontà divina. Contempla, anima mia, la grande umiltà dell’amato Gesù, che lavando i piedi sporchi, ti asciuga con un panno bianco, che è la sua santa grazia; e nell’acqua vengono simboleggiate le lacrime di contrizione, che lavano il cuore dai peccati, per poter andare netto alla santissima Comunione.
-6- Dopo la mensa, resero le grazie, e l’amato Gesù ragionò con gli Apostoli delle cose che dovevano succedere, ma quelli non intendendo i segreti divini, si immaginavano dovesse fare qualche dimostrazione umana per pigliare Gerusalemme. Ma i giudizi umani non arrivano a quelli divini, avvertendoli, che se allora non l’intendevano, l’avrebbero inteso col tempo. Dopo queste parole si avviò verso l’Orto e lasciati tutti gli altri, prese con sé solo Pietro, Giacomo, e Giovanni. Pietro volendo dimostrare l’affetto che portava al suo Maestro, gli disse che se fosse stato necessario patire carceri, e tormenti fino alla morte, l’avrebbe fatto per amore suo; ma Gesù l’avvertì, che non avrebbe fatto tanto; ma lui di nuovo soggiunse con più fervore, che l’avrebbe fatto senz’altro. Perciò sentì dal suo Maestro dirsi, che avanti che cantasse il gallo, in quella stessa notte, l’avrebbe negato tre volte. Qui puoi considerare, anima mia, e procurare di umiliarti nelle grazie e favori, che Dio ti fa, e non confidare in te stessa, non reputandoti degna di cosa alcuna, sull’esempio di Pietro, che si ricordava, e pensava solo all’allegrezza della bella visione del monte Tabor, e non alle tribolazioni, che dopo successero; segno, che le virtù non si conoscono, se non nella pazienza, e non sono conosciute da persone mondane.
-7- Giunse finalmente Gesù all’Orto con i suddetti discepoli, parlando con loro benignamente, che fossero contenti di pregare in quell’ora sua desiderata, e bisognosa. Poi allontanatasi da loro un tiro di pietra, e prostrato in terra con grande umiltà, la baciò, dicendo: “Terra, il mio Eterno Padre ti creò con tutti gli elementi per servizio dell’uomo, e egli ingrato, mi prepara le corde per legarmi, le catene per incatenarmi, i chiodi per inchiodarmi, il legno per crocifiggermi”. Impara qui, anima mia, di ringraziare Dio che ti ha creata, e non essergli ingrata, adoperando le cose create in offesa di lui, a che, poi, non provi il suo sdegno.
-8- Tornò Cristo Signore nostro agli Apostoli, che dormivano, li destò, dicendo loro: ”Dormite pure, che già ho avuto quello che desideravo”. Aspettava intanto con ansietà la venuta di Giuda con gli Ebrei, che dopo partito dalla Cena andò a tradirlo per 30 denari, avvisando gli Ebrei, che conducessero molti soldati a piedi, e a cavallo, con armi, catene, e altri. Andando verso l’Orto di Getsemani, quella canaglia andava mormorando, e altri dicevano: “Bisogna, che fosse un uomo tristo, mentre un discepolo lo tradisce, q Altri dicevano che Giuda era un gran ribaldo, tradendo un suo amico. Qui puoi imparare, anima mia, che nel servire a Dio non bisogna guardare alle parole e mormorazioni degli uomini.
-9- Arrivato Giuda nell’Orto con i soldati, come capo ordinò, che la cavalleria rimanesse fuori dell’Orto, ed egli con i pedoni, con fiaccole, e lumi se ne entrò nell’Orto, dubitando, che l’amato Gesù non si nascondesse; ma egli se ne stava ritirato, come un mansueto agnellino con i tre suoi Apostoli, e cercandolo con i lumi non lo trovavano. Impara qui, anima mia, che il peccato è quello che fa perdere il lume della grazia, con la quale si trova Dio.
-10- Gesù aspettando con desiderio la sua Passione, sentendo il rumore dei soldati, andò spontaneamente ad incontrarli. Giuda veduto il suo Maestro, finse di venire da un’altra strada, e accostandosi a Cristo lo baciò, come soleva, domandandogli la benedizione, solamente con la bocca e non col cuore; quel bacio fu il segno del tradimento, e il bacio, che gli rese Gesù non poté entrare nel cuore del perfido traditore, perché era ferrato. Qui puoi imparare, anima mia, che mentre si fa orazione, non può operare la grazia di Dio, se hai il peccato, e stai ostinata in esso.
-11- Si lanciarono allora come lupi arrabbiati contro il mansueto agnello Gesù, che li interrogò che cosa andassero cercando; con molto disprezzo risposero: “Gesù Nazareno!” Egli rispose: “Sono io!” A tali parole caddero tutti all’indietro per terra. Impara, anima mia, di invocare nelle tue tribolazioni il santissimo Nome di Gesù, se vuoi la grazia della liberazione.
-12- Arrivò dopo la cavalleria, circondandolo d’intorno, lo facevano camminare fuori di strada, per fanghi e sassi, e chi lo poteva più maltrattare si stimava più felice. Arrivati in Gerusalemme, lo strepito dei cavalli e dei soldati destò quelle genti, le quali fecero un gran bisbiglio, dicendo, che pure una volta avevano preso il malfattore che pochi giorni prima si voleva fare il Re dei Giudei, e molti lo seguirono con parole ingiuriose, e villanie. Pensa, anima mia, quanto patì per te l’amoroso Gesù, acciò tu impari a sopportare pazientemente i travagli di questo mondo.
-13- Lo condussero prima alla casa di Anna, il quale lo interrogò della sua dottrina e dei discepoli; Gesù rispose esprimendo le sue ragioni con umiltà. Allora un servitore con la mano ferrata gli diede uno schiaffo nella faccia; facendoli uscire dalla bocca e dal naso molto sangue. Pensa, anima mia, di avere pazienza con negli avversari, perché il nemico non potendo sentire la verità, fa l’ingiustizia.
-14- Il giudice Anna sdegnato lo mandò a Caifa, e i ministri lo facevano camminare con gran fretta, parendogli mille anni prima di vederlo morto. Pietro, e Giovanni seguivano il loro Maestro, per vedere che fine avrebbe fatto. Arrivato al palazzo di Caifa, lo esaminò dei segni e dei miracoli che faceva; ed egli rispose che aveva fatto ogni cosa per servizio del prossimo; di che sdegnato il pontefice si stracciò le vesti gridando, che aveva bestemmiato. Prendi qui, anima mia, esempio che quando fai bene al prossimo per gloria di Dio, non sdegnarti, se non sei remunerata dagli uomini del mondo.
-15 – Giovanni entrando dentro il palazzo sentiva tutto il succedere, ma Pietro per il freddo, per il timore restò nella sala per scaldarsi. Guardatolo, alcuni lo interrogarono se lui era uno dei seguaci di Gesù ché gli pareva averlo veduto nell’Orto: Pietro rispose di non conoscerlo; intanto cantò la prima volta il gallo. Dopo uscì una serva del pontefice che, sentito il ragionamento, lei anche disse, audacemente, che Pietro era uno dei seguaci di Gesù, e che lei l’aveva veduto con lui in Gerusalemme, ma Pietro negò di nuovo, che ciò non era vero, e il gallo cantò la seconda volta; ma quella serva più ostinata, che mai, diceva sicuramente di averlo visto con Gesù; pertanto Pietro intimorito negò la terza volta con giuramento, il gallo cantò l’ultima volta. Allora Pietro ricordando le parole di Gesù, per il dolore passeggiava per la sala, come insensato, e riguardato dal suo Maestro, pianse amaramente, e se ne uscì fuori. Impara, anima mia, che quando Dio ti dà le grazie, bisogna fuggire gli incontri cattivi, ad esempio, Pietro, che allontanatosi dal suo amato Maestro, con gli incontri cattivi lo negò, pur essendo capo della Chiesa; e ricevendo doni celesti. Umìliati, che se non puoi far frutto nei cuori ostinati, evita almeno la tua caduta.
-16- Ricondotto il buon Gesù nella casa di Pilato, i Giudei fecero grande istanza, che lo condannasse a morte, ed egli per soddisfare le empie voglie dei pontefici, ordinò, che legate le mani ad una colonna, ignudo fosse flagellato; onde i ministri e Giudei cominciarono a battere quelle carni sacratissime, chi con uncini di ferro, chi con nervi, altri con bastoni nodosi, altri con giunchi marini spinosi, dandogli nella testa, nella faccia, nelle spalle, e nelle gambe, nell’addome, e insomma lo si batteva senza nessun riguardo, in modo tale che la sua santissima carne sbalzava per aria. Il nostro amato Gesù se ne stava con mansuetudine, non diceva parola, né affatto si lamentava, era come una nuvola, che piove acqua, piovendo da ogni parte del suo corpo il sangue, avendo ritirati i raggi della sua divinità. Impara, anima mia, dal tuo amato Gesù la pazienza e pensa che, pur al vedere tanto sangue da lui sparso, gli Ebrei non si convertirono, perché avevano i loro cuori ostinati, maligni, e senza fede, e non possono partecipare dei meriti di Cristo. Ma ad un cuore umile e pentito ogni vero dolore si concede.
-17- Stanchi, ma non sazi di tormentare l’amato Gesù, lo sciolsero dalla colonna, e lui per debolezza cadde a terra, tra il preziosissimo sangue e la carne. Quei ministri crudeli si posero a cenare. Egli brancoloni per terra, se ne andò di canto per rivestirsi della sua sacra veste, che era l’inconsutile fattagli della sua cara madre, e pensando ai suoi dolori, la compatì, pregando per lei l’Eterno Padre, come anche raccomandò se stesso alle sue preghiere; per dare l’esempio a te, anima mia, che non ti devi disdegnare di raccomandarti ai servi e alle serve di Dio nei tuoi bisogni.
-18- I perfidi Ebrei, pieni di vino, maltrattavano con parole il buon Gesù, gli buttavano del pane, come fosse stato un cane per terra, dicendogli: ”Toh, questo è il tuo corpo!” (avendoglielo detto Giuda) gli buttavano delle scorze dei frutti, ossa spolpate, e altre immondezze, dicendogli che facesse miracoli, essendo un incantatore. Finito che ebbero di mangiare, lo vestirono di un pezzo di porpora vecchia, imposero una corona di giunchi marini spinosi in testa, con una canna in mano, una catena di piedi e beffeggiandolo gli dicevano: “Ecco il Re” In questa maniera lo portarono davanti a Pilato, con beffe e burle. E il sangue in grande copia cadeva dalla testa nella faccia del buon Gesù. Ecco, o anima mia, il tuo amato Gesù in tutte le parti ferito e piagato.
-19- Gli Ebrei non contenti fecero istanza di nuova a Pilato, facendo anche gridare il popolo. Egli per mitigare l’odio, che conosceva portarsi a Gesù da quei perfidi, lo mostrò da un balcone al popolo, acciò vedendolo così maltrattato, s’impietosissero; ma il popolo gridava che fosse crocifisso, altrimenti sarebbe stato nemico di Cesare. Sentito questo, Pilato, benché la moglie gli avesse fatto sapere che Gesù era innocente, tuttavia, lavandosi le mani, lo condannò a morte, come volevano gli Ebrei. Pensa qui, anima mia, di non fare mai contro Dio, il prossimo tuo e te stessa, cosa iniqua e ingiusta; di più impara l’avvertimento dato dalla moglie di Pilato, di stare avvertita, che il demonio sotto colore di ben fare spesso inganna, lusingando l’amor proprio, e perciò sovente avviene che i servi di Dio per mezzo di donne provino tentazioni e astuzie grandi dal nemico infernale.
-20- Giovanni, che aveva veduto quant’era accaduto intorno al suo caro Maestro, dopo la sentenza se ne andò a ritrovare Maria, che stava in casa di Marta e Maddalena, ma quando gli fu vicino non ardiva battere la porta, per darle sì trista notizia. La Beatissima Vergine in orazione lo vide tutto piangente e disse a Maddalena che aprisse la porta a Giovanni; Maddalena obbedì, e entrato Giovanni, tutti di casa lo interrogarono per avere notizie del loro caro Maestro. Ma Giovanni per il pianto non poteva profferir parola alcuna. Lo condussero dalla Beatissima Vergine, e lei lo sentì, uscì fuori dalla sua camera con grande carità, lo fece entrare e sedere con tutti gli altri, che piangevano dirottamente. Solo Maria non piangeva, benché sentisse dentro dolori eccessivi, non dimostrando la loro profondità col pianto esterno. Nessuno parlava ma stavano tutti attoniti. Pensa qui, anima mia, che ogni vero amore e dolore deve essere interiore; e nelle afflizioni e aridità di spirito bisogna servirsi della prudenza.
-21- Cessato alquanto il pianto fu interrogato Giovanni su che era successo a Gesù; egli con le lacrime agli occhi raccontò l’istituzione del Santissimo Sacramento, ove dimostrando il suo vero amore, era come dicesse all’anima: “Ecco, o anima mia fedele, nella mia partenza ti lascio, non il mondo, non le ricchezze, non le soddisfazioni umane; ma tutto me stesso”. Raccontò ancora il discorso fatto agli Apostoli, che non l’intesero, pensando ad aspetti umani. Qui puoi contemplare, anima mia, che i giudizi degli uomini sono fallaci. Finalmente egli raccontò quanto era successo fino alla sentenza di morte in croce fra due ladroni. Dopo sentite queste cose, Marta e Maddalena e le altre volevano all’ora di notte andare a Gerusalemme, ma la Vergine Santissima non lo permise, dicendo che andare in quell’ora non era conveniente a donne, e consolava tutti, li esortava a conformarsi con la volontà dell’Eterno Padre, giacché a questo fine l’aveva mandato in questo mondo. Marta e Maddalena, pensando ai grandi favori ricevuti dall’amato Gesù, se avessero saputa l’avarizia di Giuda, avrebbero vendute le proprie vesti per soddisfare la sua ingordigia, a che non avesse tradito e venduto un Dio tanto amoroso. Impara, anima mia, a non avere interesse di roba nel servire a Dio, perché non ti succeda peggio che a Giuda.

-22- Fattosi giorno si avviarono la Beatissima Vergine, Giovanni e le Marie verso Gerusalemme e arrivati alla porta della città, Giovanni domandò ad un fabbro s’era fatta l’esecuzione di giustizia. Risposi che allora aveva finiti e portati tre grossi chiodi per crocifiggere Gesù Nazareno, che si voleva fare Re. La risposta apportò a tutti gran dolore. Entrati dentro la porta videro un legnaiolo, che interrogato da Giovanni, come sopra, rispose che egli aveva fatto una grossa croce e che allora appunto usciva la giustizia, sentendosi anche le trombe. Tra le genti, che stavano per le strade, alcuni dicevano di Gesù che meritatamente si faceva morire, e che meritava peggio, altri vedendo la Vergine, dicevano: “Forse questa è la madre!” E alle Marie, vedendole tutte addolorate, proferivano molte ingiurie e villanie; e esse con silenzio e pazienza soffrivano ogni cosa. Al contrario alcuni confutavano, dicendo che Gesù aveva fatto molto bene alla città. Impara, anima mia, a sopportare e a usare silenzio nelle ingiurie.
-23- Sentirono poi il rumore delle genti, il suono delle trombe e la voce di colui che dichiarava la causa della morte dell’innocente Gesù; la Beatissima Vergine con gli altri non diceva cosa alcuna di quanto sentivano; per dare esempio a te, anima mia, che quando sei calunniata nella fama, sopporti con silenzio tutto, pensando che le bocche dei calunniatori sono come il suono delle trombe, e che Dio a suo tempo ti restituirà ogni cosa, acciò si conosca la forza della sua protezione.
-24- Uscite le forze di giustizia, per ordine, prima andavano i ladroni, e dopo Gesù con la croce in spalla, circondati da ministri, e da soldati a piedi e a cavallo; la Beatissima Vergine con gli altri si fermarono in un luogo adatto, aspettando il passaggio dell’amato Gesù. Subito si guardarono lui e la Vergine, e insieme parlarono internamente con il cuore; dicendo il Figlio alla Madre: “Non conviene alla tua verginità, o Madre, lo stare in mezzo a questa gente!” E la Madre al Figlio diceva: “Come ora ti vedo, o Figlio! Ti fanno atti contrari a quelli che ti fecero i Magi; quelli ti adorarono, questi ti maltrattano; quelli di presentarono doni, e questi con calci e bastoni cercano darti la morte!” Camminava Gesù verso il Calvario con la croce in spalla, e la Vergine Santissima, le Marie, e Giovanni gli andavano dietro. Poco distante dalla città fu incontrato da una devota donna, che vedendolo così sanguinoso nella faccia, gliela asciugò con un panno, onde restò impresso il suo sacro volto. Impara, anima mia, che mentre fai la carità ai bisognosi per amore di Dio, lo stesso Dio imprime nel tuo cuore la sua immagine.
-25- Le Marie devotamente camminavano, raccogliendo le gocce del sangue di Gesù, che sono simbolo delle tribolazioni, poiché chi da dovere o per puro amore di Dio, le prende, imita lo stesso Gesù nella Passione sua.
-26- Fu incontrato di nuovo Gesù da molte donne di Gerusalemme, le quali piangevano per tenerezza al vedere tanti strazi e non per vero amore. Gesù pertanto, rivolto a loro, disse. “Non piangete per me, ma per voi stesse e per i vostri figliuoli”. Qui pensa, anima mia, che chi piange i suoi peccati per timore, o altro rispetto mondano, fa niente.
-27- Erano tanti i tormenti, che i maledetti Ebrei avevano inferto a Gesù, che col peso della Croce, per la gran debolezza non poteva andare più innanzi, e dubitando quei perfidi, che morisse prima di giungere al Monte posero la Croce in spalla a Cireneo, che veniva da fuori: costui la portava malvolentieri, che però gli dava pesantezza in quanto al corpo e in quanto all’anima. Così avviene, anima mia, a chi porta il peso dell’obbedienza del superiore di malavoglia, patisce nell’obbedire, e non acquista nessun merito.
-28- Fatto questo lo strascinarono con le catene che legavano le braccia e il collo, fino al luogo della giustizia, dove arrivati, messa in ordine la Croce, lo spogliarono delle sue vesti. Essendo attaccate alla carne, rimase scorticato, come un agnello. E dopo con tre chiodi nello stesso tempo gli passarono le mani, i piedi, e con gridi e strilli servendosi di travi e di altri strumenti lo sollevarono in alto per mettere la Croce nel luogo designato. La Beatissima Vergine vide da lontano il suo amato Figlio così maltrattato. Inoltre, essendoglisi levata la corona dalla testa, di nuovo gliela rimisero. Lei sentiva nel cuore lo stesso dolore che il suo Figliolo provava nel corpo; e vedendo spargere il suo prezioso sangue, se lo sentiva uscire delle sue proprie vene. Andò con le Marie e Giovanni fin sotto Croce, per raccoglierlo con i loro vestimenti. Gesù vide la Madre e Giovanni e disse per consolarli al discepolo: “Ecco tua Madre!” E alla madre: “Ecco tuo figlio” Qui considera, anima mia, che chi compatisce alle miserie del prossimo, è degno di essere chiamato figlio di Dio.
-29- Dopo Gesù pregò l’Eterno suo Padre per i crocifissori, dicendo, che li perdonasse, perché non sapevano quello che facessero. Il ladrone, che stava alla sinistra, sentendo questo, si sdegnò e disse con ira: “Se tu sei figlio di Dio, salva te stesso e noi!” Ma il ladrone che stava alla destra, riprendendolo, disse che loro veramente erano degni di morte, e non Gesù, che non aveva fatto male alcuno e poi rivolto a lui lo pregò di volersi ricordare di lui nel suo regno. Qui si può considerare che quando uno fa orazione per rispetti umani, se vuole grazie a Dio nel mondo per compiacere alle troppe comodità della carne, non viene esaudito, come non fu esaudito il cattivo ladrone, che disse le accennate parole, per dare gusto agli Ebrei che bestemmiavano Cristo Signor nostro.
-30– Allora Cristo Signor nostro disse che aveva sete. In ultimo disse al Padre Eterno “Perché mi avete abbandonato?” E ciò fu perché vedeva tutte le parti del suo corpo lacerate e il cuore, ove risiedeva ogni forza non aveva patito cosa alcuna. Considera qui, anima mia, che Cristo Gesù avendo pagato per lo spazio di 33 anni il frutto del tuo debito, in ultimo volle sborsare l’intero capitale, che era nella borsa del suo cuore.
-31- Dopo con un gran sospiro raccomandò l’anima sua all’Eterno Padre, e così spirò. Subito dopo venne un gran terremoto per il quale si spezzarono le pietre, e tutti gli elementi si perturbarono. Qui considera, anima mia, che se stai in qualche tribolazione, mettendo un ogni tuo fastidio nelle mani di Dio, si spezzeranno tutte le cose del mondo.
-32- Longino, per compassione, o per altro motivo, diede a Cristo Gesù un colpo di lancia, e essendo nell’oscurità, con il sangue e acqua, che uscì dal lato sinistro trafitto, fu illuminato. Quell’acqua, che il redentore nostro mandò fuori dal suo costato, assieme col sangue, altro non era, che le lacrime della Beatissima Vergine, bevute da lui, mentre era bambino; smettendo di bere il latte, e questo succedeva quando Maria Vergine considerava i tormenti che aveva da patire il medesimo suo figliolo. Considera poi, anima mia, che la Vergine assieme con Giovanni, e le Marie non si partirono dalla Croce, per darti ad intendere, che nei travagli e tribolazioni non devi mai lasciare Dio.
-33- Un devoto e segreto discepolo di Gesù, dopo le predette cose, andò da Pilato a chiedergli il corpo del suo caro Maestro, per dargli sepoltura e l’ottenne. Qui contempla, anima mia, che ogni volta che domandi con devozione il corpo sacratissimo di Cristo, ti sarà concesso nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia.
-34 – Questo discepolo devoto con altri amici si avviarono verso il monte Calvario, e le Marie ebbero un nuovo timore, dubitando non fosse gente che venisse a far maggior danno al corpo del benedetto Cristo. Giovanni perciò si fece avanti per vedere che persone fossero, e riconosciutoli per amici, tutti li consolò. Impara, anima mia, ad essere timorosa dell’offesa di Dio, e ad avere paura delle tentazioni, come ancora di star vigilante, quando ti si fanno le grazie.
-35- Quelli, arrivati al luogo ove era Cristo Signore nostro Crocefisso, si inginocchiarono e lo adorarono. Qui puoi, anima mia, imparare quando vedi le cose sacre, a venerarle, come si conviene.
-36- Dopo posero le scale alla Croce, e con grandissima riverenza lo schiodarono da essa, baciando, chi li chiodi, chi la Croce, chi le spine, chi le piaghe. Qui contempla, anima mia, quando ti si concedono grazie da Dio benedetto, di corrispondere con umiltà. Inoltre pensa che Dio ai servi suoi non dà né oro, né argento, ma spine, chiodi, croci di tribolazioni e travagli in questo mondo.
-37- Asportato il Santissimo Corpo di Cristo dalla Croce, fu sepolto nel lenzuolo davanti alla Beatissima Vergine, e le altre Marie, e tutti piangendo si posero in ginocchioni; la Vergine Santissima diceva con il cuore, guardando per tutte le parti del suo corpo: “Figlio, quanto hai patito per il genere umano? Padre Eterno siate sempre lodato, e ringraziato; quanto è differente, o Figlio, la Passione della vostra nascita? Nella nascita era notte, e si fece giorno, e ora essendo giorno si è fatto notte: nel Presepio fosti adorato dai pastori, e con allegrezza magnificato dall’Angelo, e qui siete stato beffato, è schernito da crudeli Ebrei. Ivi con rudi zampogne fosti dai pastori lodato e qui con trombe vituperato. Figlio, con il latte miracoloso fosti pasciuto, e qui con fiele, e aceto sei stato abbeverato. Figlio, la testa, che il vostro padre Giuseppe vi coronava di fiori, l’hanno trafitta dagli Ebrei con le spine; Figlio, le sante mani e i piedi, che tanto bene operarono in salute del prossimo, ora gli ingrati Ebrei l’hanno inchiodati”. Giovanni piangendo metteva la bocca nel sacro costato di Cristo, e diceva: “Caro mio Maestro, da questo sacrato petto mi rivelasti nella Cena i segreti celesti, e ora con la lancia, lo vedo spalancato”. Maddalena attaccata ai santi piedi, diceva: “Maestro caro, quante volte questi piedi vennero alla casa mia, e adesso li vedo inchiodati e trafitti.” Pensa, anima mia, quante cose per te ha patito il tuo amoroso Redentore, volendo soddisfare alle colpe, poiché per i tanti tuoi vani pensieri, lui patì nella testa la corona di spine; per gli occhi con i quali offendesti tanto Dio, egli si contentò gli fossero bendati; con l’orecchio, che è adoprato nel sentire le curiosità del mondo, Gesù volle udire tante ingiurie e bestemmie; per l’odorato, ove hai posto tanta cura, Cristo nel Calvario soffrì tanta puzza; per la bocca, e la lingua, che con parole e altri peccati l’hai offeso, vuole gustare l’amarezza dell’aceto e fiele; così nel cuore volle patire per quei tanti tuoi peccati, e cattive volontà che hai dentro te stessa; per le mani e piedi tanto sciolti, con i quali hai tanto offeso Gesù, egli si è accontentato, che gli siano trafitti e mani e piedi; e finalmente per la soverchia morbidezza, che usi alla tua carne e per le carezze che gli fai, Cristo Signor nostro volle per tutto essere percosso e lacerato. Anima mia, se di cuore ti pentirai, la remissione dei peccati conseguirai. Amen.
-38- Finito di piangere le Marie e quegli amici posero il corpo di Cristo in un lenzuolo netto e pulito, ungendolo con unguenti odoriferi; segno, o anima mia, che Dio vuole l’orazione netta, senza peccato; dopo lo portarono unitamente in una sepoltura nuova, che era di uno di loro, chiamato Giuseppe, lo e seppellirono con grande reverenza, sigillando di più la sepoltura. Dal che puoi imparare, anima mia, che quando ti sei pentita davvero, devi sigillare nel tuo cuore Cristo Gesù, acciò non si parta mai da te e tu non lo offendi mai.
-39- Nel partire, le Marie e gli altri, ogni tanti passi, si inginocchiavano, e l’adoravano fintanto che persero di vista il sepolcro. La Beatissima Vergine se ne ritornò sconsolata in casa di Marta e Maddalena e ritirata nella sua camera ringraziò l’Eterno Padre del compimento della Redenzione fatta e gli domandava perdono, se in lei fosse caduta alcuna negligenza. Da questo puoi considerare, anima mia, quanto sia necessario che in tutte le tue azioni, ti umili e domandi perdono a Dio delle negligenze che continuamente commetti.
-40- Gli Apostoli era rimasti smarriti, ma dopo qualche tempo, vennero alla casa di Marta e Maddalena, dove stava la Beata Vergine, e man mano che arrivarono, la visitavano pentiti e addolorati, cercando consolazione e conforto. A Pietro, poi non bastava l’animo di recarsi davanti a Maria, ma Giovanni, facendogli animo, ve lo accompagnò, ed egli umiliato e pentito, piangendo amaramente gli domandò perdono. Le Beatissima Vergine controllava tutti, dicendo, che il suo Figliuolo, non per altro fine era venuto in questo mondo, che per quello di fare la Redenzione del genere umano e se lo avevano perso nell’umanità visibile, lo guarderebbero nel Santissimo Sacramento della Eucarestia, e che fossero sicuri, e che stessero con ferma speranza, che quanto egli aveva promesso, l’avrebbero ottenuto ed anche che l’avrebbero rivisto. In questo considera, anima mia, e pensa di chiedere perdono a Dio, o a chi ha potestà, in suo luogo sopra di te, quando hai errato, come fecero gli Apostoli, che avendo perduto e abbandonato il loro caro Maestro, domandarono perdono alla gloriosa Vergine sua Madre.

MEDITAZIONI per la Domenica di Resurrezione
-1-
Contempla, anima mia, che la Beatissima Vergine dopo che fu sepolto il suo caro Figliolo, si ritirò nella sua camera tutta dedita alla sua solita orazione. L’amore combatteva con il dolore, pensando ora alla vita passata del suo caro e amato Gesù, ora alla sua acerbissima passione, ora la sua fanciullezza, così ora alle gioie e ora ai dolori, che aveva sentiti e provati, offrendo ogni cosa all’Eterno Padre, domandandogli perdono se non li avesse sopportati come doveva e, contemplando nel suo cuore, ripensava ai medesimi godimenti e dolori dicendo: “Quanta soave allegrezza, o Figlio, sentivo quando ti portavo nel mio seno e quanto dolore ebbe il vostro padre putativo Giuseppe, per non sapere i segreti dell’Incarnazione, non potendo capire, come voi dovevate nascere in terra di madre senza padre. Quanto poi mi rallegrai, quando l’Angelo lo rassicurò del tutto; quanto contento ebbi, quando nascesti, per il canto degli Angeli per l’adorazione dei pastori e dei Magi, e quanto dolore poi sentii per lo spargimento del sangue nella vostra circoncisione; quanti travagli ebbi nel viaggio di Egitto, e nella perdita vostra di tre giorni; o quanto mi rallegrai quando ritrovandovi vi vidi fra dottori disputando; e quanto poi mi affliggevo, e confondevo insieme, vedendovi servire nell’arte al vostro padre Giuseppe, e in altre cose necessarie per la casa; quanto mi dilettavo di vedervi per la durata di trentatré anni dedito all’orazione e contemplazione continua; e dopo vi ho veduto Crocefisso, morto, e seppellito in un sepolcro”.
Tutte queste, e altre simili cose contemplava la Beatissima Vergine, fino a quando arrivò all’alba della domenica di Resurrezione; e allora si inginocchiò con le lacrime agli occhi, e con le mani giunte, rivolta al Padre Eterno gli offrì tutti i patimenti e tormenti, che il suo Figliolo aveva sopportato per il genere umano, e con questa offerta offriva anche se stessa, dicendo: “Se fosse designato, anche lei avrebbe patito volentieri per il medesimo fine, perciò ringraziava la Divina Maestà di ogni cosa successa.”
Quando stava in queste meditazioni cominciarono a risuonare le voci dolci, sonore di una grande moltitudine di Angeli, che vestiti di vesti bianchissime, entrarono nella camera della Vergine Santissima, e inginocchiati avanti a lei, con gli stendardi in mano in segno di vittoria, cantarono quella bella antifona “Regina coeli laetare, alleluia” e mentre la stavano cantando, entrò il suo caro Figliolo, risplendente più del sole, con le piaghe lucidissime e più d’ogni altra quella del costato. A questa vista così gloriosa si levò la Beatissima Vergine, e corse ad inginocchiarsi avanti a lui, che con viso allegro e giocondo gli disse: “Rallegrati o madre, che non vedrai più la mia carne stracciata, come vedesti nei giorni passati.” La Vergine rispose: “Figlio, non sono degna di vedere una gloria così sublime!” Egli perciò ritirò in sé i suoi splendori, in modo che la gloriosa Vergine gli potesse toccare e baciare i santi piedi. In ultimo la Vergine Santissima gli domandò la sua benedizione, Gesù compiacendola, disse così: “Ti benedica, o madre, la potenza dell’Eterno Padre, la sapienza del Figlio, la Virtù dello Spirito Santo, che è stato sempre con te”. Dopo data a lei la benedizione, sparì. Contempla qui, anima mia, che dopo grandi travagli, tribolazioni, disonori e passioni, vengono gran contenti; e chi patisce qualche cosa in questa vita per amore di Dio, nell’altra, gli è preparato premio grande. Osserva di più, che la Beatissima Vergine nei suoi travagli sempre si umiliava, per darti esempio di aver pazienza nelle tribolazioni e nelle consolazioni dare lode a Dio, perché in noi non è merito alcuno.
-2.a meditazione-
Contempla, anima mia, che la Maddalena e le tre Marie, dopo che ebbero lasciato il corpo del loro amato Gesù tutto piagato e lacerato nella sepoltura, se ne tornarono a casa tutte afflitte, e lacrimose. Poi procurarono l’unguento per andare ad ungere il corpo di Gesù, parendogli mille anni, che si facesse giorno. Pensa qui, anima mia, la grande fede viva della Maddalena e delle tre Marie, e impara che quando hai lasciato Cristo nella notte del peccato, bisogna trovare l’unguento della contrizione, del pentimento, delle lacrime e seguire l’ispirazione che ti dà per andare alla santa confessione. Le Marie partirono poi al far del giorno, per andare al monumento, e per la strada andavano piangendo e lacrimando per non avere con loro alcuno che potesse smuovere la pietra, che era stata posta sul sepolcro, essendo assai grande; e così avevano timore di non poter ungere il corpo del loro amato Gesù. Qui prendi esempio, anima mia, che quando hai il pentimento e le lacrime, e sei risoluta di andare a ritrovare Gesù, non bisogna avere timore, che non ti perdoni le tue colpe, ma prosegui il tuo viaggio, come appunto fecero queste sante donne, le quali arrivate che furono, trovarono la pietra rivoltata sottosopra e su questa videro un Angelo, che disse loro: “Gesù non è più nel sepolcro ma era risuscitato”. Impara, anima mia, che quando aprirai la pietra del tuo cuore al sacerdote nella confessione, risusciterai da morte a vita, e cascheranno in terra tutti i tuoi peccati, come fecero quei soldati che stavano in guardia del monumento. La Maddalena, sentito ciò dall’Angelo, lasciate le compagne, se n’andò nell’orto cercando il suo amato Maestro, affinché tu, anima mia, impari che quando puoi trovare Gesù nella santa confessione, devi lasciare tutti gli affetti del mondo, come fece la Maddalena, che per trovare il suo amato Gesù, lasciò tutte le compagne, e cercando con diligenza, avvenne che lo trovò in forma d’ortolano, al quale lei domandò, con grande affetto, chi avesse levato il corpo del suo caro Gesù sepolto; e se lui sapeva ove fosse stato sepolto. E l’amore le faceva credere che se l’avesse potuto, lo voleva portare a casa sua sopra le spalle. Gesù gli rispose, chiamandola con il nome di Maria; ed ella al solo suono della voce riconobbe subito che quello era il suo caro Maestro. Quindi si prostrò subito in terra per baciargli i santi piedi. Per dar esempio, anima mia, che quando vai al Sacramento dell’Altare, devi andare con viva fede, credendo fermamente, che sotto quelle specie sacramentali vi sia Dio e non cercare curiosità, come la Maddalena, ad una sola parola, conobbe nella figura di un ortolano il suo Maestro, che subito sparì. La Maddalena si partì tutta consolata, affinché tu, anima mia, vieni a conoscenza, che chi cerca con devozione Dio nel giardino delle tante virtù, si parte consolato da questa vita, e se ne vola in cielo per essere glorioso.

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