8 febbraio MADRE SPERANZA DI GESU’ Ancella dell’Amore Misericordioso sua congregazione di Ancelle e Figli

8 febbraio BEATA MADRE SPERANZA DI GESU’ Ancella dell’Amore Misericordioso. Per saperne di più basta andare a Collevalenza di Todi (PG) perché lei chiedeva di andare al santuario dell’AMORE MISERICORDIOSO ( qui notizie scritte da Cecarini sac. Giuseppe)
La fondatrice della famiglia delle due congregazioni dei Figli e delle Ancelle dell’Amore Misericordioso è la beata Madre Speranza di Gesù, al secolo Maria Josefa Alhama Valera, nata a Santomera, in Spagna, il 30 settembre 1893. La famiglia di origine era molto povera. I genitori lavoravano a giornata come braccianti agricoli e vivevano in un’umilissima baracca costruita con mattoni di fango e paglia. Maria Josefa era la primogenita di nove fratelli, di cui ben quattro morirono prematuramente. All’età di sette anni venne accolta nella casa del parroco, che l’affidò alla custodia delle sue due sorelle nubili.
All’età di ventuno anni, il 13 ottobre 1915 entrò religiosa nel convento di clausura delle Figlie del Calvario a Villena. Questa Congregazione venne aggregata nel 1920 all’Istituto delle Missionarie Claretiane.
Nella notte del Natale 1930 lei fondò la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, la cui missione era quella di far conoscere Dio misericordioso attraverso le opere di misericordia, come l’accoglienza di bambine e bambini orfani e di famiglie bisognose. Le spese venivano coperte con il lavoro delle religiose Ancelle, con eventuali sussidi da parte di enti pubblici e sempre con interventi della Divina Provvidenza. La Congregazione delle Ancelle, subito all’opera nella Spagna aprì una decina di case di accoglienza, impegnandosi in una grande opera umanitaria al di là di ogni colore politico. Nonostante l’assenza di proprie riserve di denaro, le iniziative raggiunsero risultati sorprendenti, e nella prima decade di attività fu dato aiuto a un migliaio di poveri ospiti assistiti. Il programma spirituale è nel motto: “TUTTO PER AMORE”.
Madre Speranza spronava tutti ad avere grande fiducia nel sostegno della Divina Provvidenza, anche di fronte a difficoltà provenienti dalle male lingue che provocavano interventi da parte della Santa Sede su lei e le sue opere. Ci furono ispezioni. Madre Speranza si trasferì con le Ancelle a Roma nel 1940 prendendo in affitto la casa di Villa Certosa dove rimasero dieci anni, durante i quali si spensero le polemiche, con la completa approvazione della Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso.
Con grande gioia nel 1951 si consacrarono i primi tre Figli dell’Amore Misericordioso.Poi insieme ad alcune Ancelle e questi Figli dell’Amore Misericordioso, Madre Speranza si trasferì a Collevalenza di Todi, ove prese alloggio in una piccola casa dove accolsero dal Vicario del vescovo di Todi l’incarico ufficiale di servire la piccola parrocchia bisognosa di assistenza. A Collevalenza Madre Speranza cercò subito di spiegare che le due congregazioni da lei fondate formavano una sola famiglia che condivideva la stessa spiritualità, e che si aiutavano come sorelle e fratelli in unità di intenti per la gloria di Dio e il bene della Chiesa.
Altro impegno fu iniziare la costruzione del santuario dell’Amore Misericordioso, a cui pensava dal 1930, quando, stando a Madrid, aveva fatto scolpire il grande Crocifisso che rappresenta Gesù ancora vivo, con lo sguardo rivolto verso il cielo. Questo Crocifisso doveva essere posto nel santuario ad accogliere i fedeli. Una prima chiesa a Collevalenza fu benedetta dal Vescovo di Todi, Alfonso M. De Santis per il culto dell’Amore Misericordioso. Sin dal 1945 questo vescovo aveva approvato l’edizione della Novena dell’Amore Misericordioso.
Madre Speranza con le Ancelle e i Figli fece costruire diversi edifici sacri e abitativi, che elenchiamo con l’anno della loro inaugurazione: la Casa dei Padri (1953), il Seminario minore (1954), il Santuario piccolo (1955), il Pozzo e le Piscine (1960), la Casa delle Suore (1962), il Santuario grande (1965), il Campanile (1966), la Casa del Pellegrino, settore A (ottobre 1967), la Piazza e locali sotto la piazza (ottobre 1969), la Casa del Pellegrino, settore B (1973), la Via Crucis monumentale (1967 – 1973). L’arcivescovo di Fermo Norberto Perini ottenne dalla Santa Sede l’approvazione dei Sacerdoti Diocesani Figli dell’Amore Misericordioso e diede molti sacerdoti alla Congregazione.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, la strategia di Madre Speranza era quella di fare tutto ciò che era nelle sue possibilità, lasciando il resto alla Divina Provvidenza. Per donare fiducia all’Amore Misericordioso, a fianco al santuario, si praticano il pozzo e le piscine, per sanare anche i corpi dopo aver curato le anime.
La proposta spirituale si completò con una speciale devozione verso la Madonna , invocata quale “Mediatrice” il cui
dipinto fu realizzato a Fermo dal pittore Romagnoli Elis che accolse tutte le indicazioni di Madre Speranza.
Una gioia immensa provò la famiglia dell’Amore Misericordioso con Madre Speranza quando, il 22 novembre 1981, arrivò a Collevalenza il santo Padre Giovanni Paolo II, ancora convalescente per l’attentato del 13 maggio. Questo papa ebbe peculiare zelo per la spiritualità della Divina Misericordia con vari interventi e definì il santuario di Collevalenza centro eletto di spiritualità. In questo intervento, più di tutte le parole vale il bacio che il papa impresse sulla fronte di Madre Speranza. Questo bacio fu considerato come devoto ringraziamento di tutta la Chiesa per quanto ella, con tanto amore e sacrificio, aveva realizzato ampiamente nel corso della vita.
Madre Speranza visse ancora poco più di un anno dopo questo grande evento. Rese la sua anima a Dio l’8 febbraio 1983. La sua salma fu deposta nella cripta del santuario il 13 febbraio.
Il decreto di beatificazione fu firmato dal papa il 5 luglio 2013. La cerimonia di beatificazione è avvenuta il 31 maggio 2014.
La festa liturgica è fissata all’8 febbraio, data della morte della beata, che è particolarmente venerata in tutta l’Arcidiocesi fermana poiché Madre Speranza, a suo tempo, dopo un colloquio con l’arcivescovo mons. Norberto Perini, assunse la direzione dell’Istituto Artigianelli del Sacro Cuore fondato da don Ernesto Ricci. Lo stesso arcivescovo diede l’approvazione diocesana al Sacerdoti Diocesani Figli dell’Amore Misericordioso. I suoi “Figli dell’Amore Misericordioso” costruirono a Fermo la chiesa parrocchiale di Cristo Amore Misericordioso presso la quale hanno la sede di servizio pastorale.

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