I CATTOLICI NON RINUNCIANO ALLE ESIGENZE DELLA PACE contro le strumentalizzazioni degli interessi di parte non favorevoli alla solidarietà

I CATTOLICI AGISCONO PER LA PACE
Il cristianesimo con la Chiesa chiede a tutti di promuovere la pace come intima e radicale esigenza del vivere umano. Una tra tante situazioni, viene ribadita dal papa Francesco quando dice che la pace manca dove manca il lavoro, pertanto l’obiettivo è il lavoro per tutti, prima del reddito per tutti.
La Costituzione della Repubblica Italiana sin dalla prima riga afferma che la sovranità appartiene al popolo e per questo chiede a ciascuno l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. E don Lorenzo Milani chiariva bene che la politica non è ricevere ma è dare.
Il cristiano coscienzioso si impegna in politica per l’utilità di tutte le altre persone. Attualmente i cattolici sembrano dispersi politicamente. In realtà non esiste uno schieramento di partito dei cattolici perché la Chiesa non è un partito, non ha un partito, non dà un partito.
In Italia la Democrazia Cristiana è apparsa un’ideologia che ha avuto le sue metamorfosi ideologiche fino alla sua fine. La Chiesa non stringe ‘accordi’ con alcuno dei soggetti politici, ma tutti li incoraggia a pacificare la società. Nessun partito e nessuna coalizione offre ai credenti una scelta in cui possano riconoscersi senza dover rinunciare a qualcosa di cristiano. Il vescovo di Macerata in una recente intervista a “Famiglia Cristiana” (n.11\2018) dice che i cristiani corrono il rischio di trovare persone che strumentalizzano la fede cristiana per altri fini.
Si può sperare in un impegno unitario per i grandi ideali. Una personalità di grande impegno sociale, Giuseppe Toniolo affermava che l’unità politica dei cattolici era improbabile. I cattolici non si stringono in alcun partito politico: uno schieramento del genere non garantisce la volontà di praticare la dottrina sociale cristiana per corrispondere alle esigenze reali della fede vissuta. Il legame della fede è la tutela della verità e del valore insopprimibile delle persone umane, a cominciare dalla loro vita. Qui serve stare uniti in coscienza.
Tornano sempre i richiami alla coerenza contro l’aborto, contro il divorzio, contro le tecnologie della fecondazione artificiale. Nel discutere le proposte di legge si è notata la prassi di alcuni esponenti cattolici di volersi fermare al minor male, purtroppo. L’intenzione di tamponare il peggio è un inutile intervento momentaneo che non risolve nulla a lungo termine.
Le proposte politiche per lo Stato italiano si manifestano come una raccolta molteplice di desideri di gruppi e di individui che non si coalizzano realmente per l’utilità di tutti, dati i conflitti per gli egoismi propri e per le fragili convergenze di interessi. Si sa che le ideologie vanno cambiando nel tempo e si trasmutano molto rapidamente, come i partiti stessi.
Più che partiti oggi si vedono associazioni che agiscono come comitati elettorali che propagandano i propri desideri per catturare i consensi. Ben diverso è stato l’atteggiamento di Giuseppe Toniolo, chiamato l’economista di Dio, perché voleva calare la legge di Dio sul terreno dell’economia e dava speranze alle famiglie e alle giovani generazioni.
La famiglia oggi viene sfruttata secondo l’ideologia del liberismo individualista come ammortizzatore sociale, mentre, al contrario, se venisse valorizzata nella sua natura, verrebbe a risultare come il fulcro più forte della vita democratica. In questo senso, a partire dalle famiglie, la politica diventerebbe la pratica della solidarietà e della pace.
I cattolici non debbono tacere di fronte alle ideologie del cosiddetto gender\genere, altrimenti distruggerebbero la funzione autentica della famiglia e lascerebbero ridotti ad oggetti i bambini e gli embrioni, a disposizione degli interessi di parte. Queste ideologie andranno esaurendosi nel tempo perché non corrispondono alla dignità naturale umana.
Il cristiano vuol far conoscere e amare Dio nel servizio al prossimo e il legame evangelico non serve a creare inviti ideologici, piuttosto ad essere protagonisti di pace e di bene nella sua funzionalità totale.

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