LIBERATI GERMANO studia documenti storia Ebrei Fermo anno 1305 agosto 25

Tesi all’università di Urbino anno 1970 “Economia e governi a Fermo nel primo Trecento” di Germano Liberati
Anno 1305 agosto 25 in ASF pergam. 829, Tesi pp. 280-283 – Contratto di mutuo con Ebrei
Nel nome di Dio. Amen. Nell’anno del Signore 1305, indizione terza, giorno 25 agosto, presenti come testimoni: Giovanni Macchi da Fermo; Alessandro di Giovanni di Albertone; Domenico un tempo da Montelupone; Rogerio di Angiolo e maestro Tomasso notaio delle Riformanze del comune di Fermo. Il sig. Giovanni de Guidoni da Modena, e Simeone di Migliore, e Tommaso di Flaviano, e Marco di Filippo Savini, e Smido di Matteo Berardi, e Giorgio di Matteo Enrici, e Francesco di Matteo Nicoletti, e Domenico di Giovanni Cazufurri, e Simonetto di Benvigniato, e Lorenzo di Matteo, e Bongiovanni di Scambio, e Giberto di Pietro, e Antonio di Palmerio, e Pietro di Rozerio, e Tomassino di Felice, e il sig. Tommaso di Iacopo, e Bond… di Rainaldo, e Giovanni di Matteo Magnate, e Iacopino da Monte san Pietro, e Iacopino di Iannetto, e Iacopo di Giovanni Mattei da Fermo, ciascuno principalmente e in unione solidale tra loro, quando uno paga, gli altri sono liberati, di loro animo sereno e di volontà propria nello stipulare, promisero e fecero convenzione per sé e per i loro eredi e successori di dare e rendere, pagare con effetto di ben numerare, in ogni occasione, senza eccezioni ad Abra del sig. Mosè, a Vitale di Dactale e a Vitale di Gugliemo, Giudei riceventi, con stipula per sé e per gli altri loro soci Giudei o per i loro incaricati, ad ogni loro comando e volontà, 1800 libre ravennati e anconetane, che ciascuno di loro e solidalmente ricevettero in ducati d’oro in deposito e a fine di deposito, di fronte a me notaio, ed ai i testimoni già detti, a ciascuno di essi per pericolo e sorte di furto, di violenza, di rapacità, di incendio e di naufragio e di qualsiasi altra cosa, ogni altro pericolo e caso sia celeste che umano, che mai a questo deposito possa capitare o avvenire, affermando e confessando ciascuno di loro solidalmente che i detti ducati sono di oro buono e puro, che essi stessi hanno preso con somma, numero e validità 1800 libbre. Ciascuno di loro rinuncia alle eccezioni di soldi non avuti, non ricevuti o che l’oro non fosse buono e puro o che ricevettero mai questi ducati in somma non calcolata o di non valida quantità e ad ogni argomento di leggi e decretali. E promette ciascuno di loro principalmente ed in forma solidale di richiedere copia del presente istrumento per sé e per i loro procuratori e di non opporre alcuna obiezione di diritto o di fatto a questo istrumento, ma di presentarsi personalmente e non per mezzo di un procuratore o alcun difensore, di fronte ai rettori e ai giudici del Comune di Fermo e dichiarare la detta quantità in giudizio, e ricevere su di sé il precetto a richiesta e volontà dei predetti Giudei. Se poi sarà pronunciata una sentenza interlocutoria o definitiva a favore dei detti Giudei, contro i predetti, promettono che essi e ciascuno di loro vollero che fosse atto valido e stabile con rinuncia a fare in seguito un appello. D’altra parte promisero e fecero convenzione, ciascuno e solidalmente, ai Giudei o ai loro commissari di dare e rendere la quantità depositata e soltanto in più per le pene, i danni, le spese, gli interessi che i Giudei abbiano affrontato in giudizio e fuori. Promisero ciascuno e in solidalo di risarcire i Giudei. E per dovere eseguire tutto quanto è da compiere e operare, misero sotto obbligazione tutti i beni mobili ed immobili di ciascuno, presenti e futuri, dei quali ciascuno e solidalmente danno licenza ai Giudei o ai commissari, e autorizzazione a prenderli, di propria autorità, senza alcun reclamo di curia, quando sarà loro utile o necessario. Dopo soddisfatta, o non soddisfatta, la pena, questo contratto rimane valido. Inoltre essi promisero, ciascuno e solidalmente, che essi personalmente e realmente sono impegnati a recarsi presso la curia del Comune di Fermo, a richiesta e volontà dei Giudei, secondo la forma dei patti stabiliti tra il Comune di Fermo e i Giudei, quando per essi o per qualcuno fosse utile o necessario. Redatto nel palazzo comunale di Fermo. Io Domenico di Servideo notaio rogato scrissi e pubblicai.

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