VAGNONI VINCENZO RIASSUME LA STORIA DEL CULTO DELLA MADONNA DEL PIANTO A FERMO

VAGNONI VINCENZO vicario generale nella Curia di Fermo racconta la Devozione alla
MADONNA DEL PIANTO
Il fatto storico che dette origine a questo speciale culto alla Madonna avvenne a Roma il 10 gennaio 1546. Due persone che da tempo si odiavano si incontrarono a faccia a faccia, in una delle vie meno frequentate di Roma. L’odio mortale ebbe il sopravvento e, poco dopo uno dei due uomini era a terra trafitto da un pugnale. Le persone che accorsero videro subito che da un’immagine della Madonna, dipinta nel muro, uscivano lacrime.
La fama del prodigio si diffuse subito e richiamò sul posto molti devoti per cui si rese necessario staccare dal muro l’immagine e trasferirla nella chiesa dedicata al Salvatore che, da quel momento prese il nome di chiesa della Madonna del Pianto.
A Saletto di Fermo
La fama del prodigio giunse anche a Fermo e la Confraternita di Saletto chiese di essere aggregata a quella sorta a Roma, per propagare anche nella nostra zona la devozione alla Madonna del Pianto. La bolla di aggregazione porta la data del 9 ottobre 1585 ma, per ottenere i favori di cui alla costituzione di Clemente Vili del 7 dicembre 1604, la Confraternita fu di nuovo aggregata con Atto del 22 giugno 1607.
Da tale epoca la Confraternita del SS. Crocefisso di Saletto aggiunse al suo nome quello della
” Madonna del Pianto”
Il rapido e quasi prodigioso sviluppo assunto dalla Confraternita fece ben presto sentire il bisogno di una nuova residenza, più centrale e più comoda, la scelta cadde sulla chiesa del SS. Crocefisso di Santa Chiara poco distante dalla chiesa di S. Francesco. Il trasferimento avvenne il 28 marzo 1609.
Il simulacro
Prima cura dei confratelli fu quella di avere un simulacro della Madonna del Pianto: ne commissionarono l’opera al recanatese Sebastiano Sebastiani. Il simulacro fu solennemente posto in venerazione nel 1914, come si riceva dai libri della Confraternita.
Da quel momento il culto prese uno sviluppo ancora maggiore. Una delle più belle manifestazioni si aveva ogni anno in occasione della visita che la Confraternita faceva a Loreto; il simulacro della Madonna veniva portato processionalmente da Fermo a Loreto con grande dimostrazione di devozione sia a Loreto che nelle cittadine attraversate entro e fuori la nostra archidiocesi.
LA NUOVA CHIESA
Trascorso appena mezzo secolo da che la Confraternita aveva preso possesso della chiesa del Crocifisso di S. Chiara, i fermani diedero inizio alla costruzione di una nuova più spaziosa chiesa, da principio si era pensato di trasferire il simulacro nella chiesa di S. Francesco, poi prevalse l’idea di costruirne una nuova. Nell’adunanza del 19 dicembre 1660 i confratelli deliberarono di acquistare la casa di un tal M. Filippo Romagnoli e, con le offerte ordinarie e straordinarie dei fedeli, vi costruirono la nuova chiesa che fu terminata in circa venti anni.
Il decreto dell’Arcivescovo Gualtieri che autorizza il trasferimento del simulacro della Madonna nella nuova chiesa reca la data del 7 aprile 1681.
Persecuzione religiosa
La devozione dei fedeli si dimostrò non solo con l’accorrere in gran numero a pregare nel santuario ma anche con l’offrire doni che permisero alla Confraternita di abbellire il santuario e compiere opere di bene a favore dei bisognosi.
Le leggi eversive del 3 luglio 1798 ingiunsero però alla Confraternita di consegnare «entro 24 ore» la nota dei beni posseduti dalla «soppressa Compagnia del Pianto» e, solo a condizione che non venissero fatte processioni in città e che le funzioni religiose si svolgessero sempre prima del suono dell’Ave Maria si permise la riapertura del santuario «attesa la particolare divozione del popolo fermano per la Santissima Madre» come si legge nella relazione del Prefetto al Ministro del Culto, Bovara.
Le persecuzioni religiose delle autorità politiche del tempo, servirono’ ad accrescere la divozione verso la Madonna da parte dei fedeli di tutta la diocesi. E la Madonna ricambiò l’amore dei figli con la sua materna protezione.
Incoronazione. Con bolla del 5 giugno 1843 il Capitolo Vaticano accolse la richiesta della Confraternita fermana decretando la solenne incoronazione del simulacro che fu compiuta, per delega, il 10 dicembre successivo dall’arcivescovo di Fermo, cardinal Filippo De Angelis.
La visita di Pio IX
Il 17 maggio 1851 il Sommo Pontefice Pio IX, in occasione della sua visita al santuario di Loreto, accogliendo l’istanza del card. De Angelis, venne a Fermo e sostò a pregare dinanzi all’immagine della Madonna del Pianto che per la circostanza era stata trasferita nella chiesa della Madonna del Carmine; del fatto si conserva memoria in una lapide posta, per disposizione del card. De Angelis, nella chiesa del Carmine.
Furto sacrilego
Nella notte del 30 gennaio 1877 un ignoto, approfittando dell’oscurità, trafugò la corona d’oro che cingeva il capo della Madonna, i preziosi ornamenti del simulacro e l’angelo d’argento che sorreggeva la città di Fermo.
In città e in diocesi si indissero preghiere di riparazione del sacrilego furto. Furono accolti i fondi necessari per la fusione della nuova corona che fu posta sul capo della Madonna il giorno 8 giugno 1878 dal card. Amilcare Malagola succeduto al card. De Angelis, quale arcivescovo di Fermo.
Altro furto si è avuto il 20 novembre 1961 da parte di ignoti. Nuova incoronazione il 1° Maggio 1962 per le mani di Sua Eminenza card. Fernando Cento.
Pellegrina
Questa, in brevissima sintesi, la storia della devozione nella nostra archidiocesi alla Madonna del Pianto. La storia, è logico, parla solo di fatti esterni, pubblici, ma tace perché li ignora, i grandi prodigi che tale devozione ha operato nel segreto delle coscienze.
Di tali fatti esterni ricordiamo, ancora i festeggiamenti del terzo centenario svoltisi nell’agosto del 1914; il grande Pellegrinaggio del venerato simulacro della Madonna in tutti i paesi dell’Archidiocesi negli anni 1948-1950; il solenne Settenario di predicazione, ogni anno, nel mese di gennaio; il solenne mese di maggio nella Basilica Metropolitana; il Congresso Mariano del 1951.
I ricordi del passato accendano sempre più la nostra devozione alla cara Madonna del Pianto!
Vincenzo Vagnoni

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