Gabriele Nepi da un documento vaticano anno 1355 ribelli scomunicati

Un processo agli Ascolani celebrato a Fermo il 31 ottobre 1355 e la scomunica ai cittadini di Ascoli Piceno

Oltre sei secoli or sono, Ascoli fu scomunicata per aver eletto il suo Podestà senza il permesso del governo pontificio. Si era al tempo di Papa Innocenzo VI, precisamente nel 1355, gli Ascolani, contravvenendo ai loro doveri di sottomissione al governo romano, elessero Galeotto Malatesta da Rimini a loro “signore, governatore e difensore e non solo della città ma di tutto il circondario” o, come si chiamava allora, del “distretto”.

Anzi, nei carteggi del processo, si lamenta che quei “birichini” degli Ascolani fecero lega con gli altri ribelli e nemici della Santa Chiesa, invadendo terre e castelli da veri traditori e si erano alleati con i Malatesta, con Francesco degli Ordelaffi (condannato come eretico) assieme a Gentile da Mogliano.

Vani furono gli sforzi del Rettore della Marca. I nostri non vollero ubbidire. Allora si tenne il processo che ebbe luogo a Fermo il 31 ottobre del 1355. Nel carteggio che abbiamo trovato nell’Archivio Vaticano, si legge che tali ribelli, entro il sei novembre, dovevano presentarsi a chiedere perdono del loro operato. Si sperava ancora in una loro resipiscenza e nello stesso tempo si ingiungeva di abbandonare le terre della Santa Sede abusivamente occupate; se avessero perseverato nell’errore, si sarebbe provveduto alla confisca dei loro beni. Il documento nomina ben 81 famiglie ascolane come più avanti indicato. Nel frattempo, cioè fra il 31 ottobre ed il 6 novembre, Ismeduccio da San Severino (Marche) e Petrello da Mogliano chiedono perdono e si presentano a Fermo nel palazzo di abitazione del legato papale, ma gli ascolani tennero duro.

Il 25 novembre 1355 viene fulminata la scomunica “al consiglio”, al gonfaloniere, ai consoli, agli anziani, agli ufficiali, al popolo ed al Comune di Ascoli ed alle persone colpevoli di ribellione alla Chiesa”.

Fra gli scomunicati c’è Niccolò di Bongiovanni, Cavaliere, e Cola e Zuccio Rossini. Inoltre:

Luca Tommasi   Giacomo Luzi   Ciccolo Nuzi   Giacobuccio Giacobbi   Domenico Tommasi     Vanne Corraduzzi   Ziuccio Francisci   Petruccio Marini   Vanne Bonagiunta   Cervuccio Servidei   Antoniuccio Bongiovanni   Angelo Bonagioanni   Nicoluccio Medico   Petruccio di Rocca   Corrado Rainaldi   Coluccio di Vanni Saladini   Nuzio di Giovanni Bernardi   Giovanni Martelli   Corrado Jacobucci   Giovanni Zocchi   Lucio ed Emidio di Nicola di Montecalvo   Giulio e Nicola Dominici   Giovanni e Lino Jacobucci di Rocca   Cavuccio Ventura   Necco e Vanni Giacomucci   Agresta Simeoni   Lippo Ansovelli   Giovanni di Mastro Luce   Vannino Vanni   Chierico Federici   Giovanni Salvi   Simeone Afresta    Giovanni Vinnibene   Agresta Simeoni   Massio Cini   Giovanni di Mastro Luce   Meo Petri   Chierico Federici   Filippo Jacobi   Simeone Agresta   Coluzzio Sanzio   Massio Francisci   Nicola Timidei   Vannetto Bongiovanni   Manno Salvucci   Maramomte Guglielmi   Angeluccio Giovannucci   Concizzio Massei   Nicola Giovannangeli   ed altre particolari persone della città di Ascoli nella Marca Anconitana

Questo avveniva molti secoli or sono, allorché era legato della Sede Apostolica per le Province e le terre della Chiesa Romana, il Cardinal Egidio <Albornoz>del titolo di S. Clemente il quale fu tutt’altro che clemente “verso la città, consiglio, anziani, consoli e popolo tutto della città e “distretto di Ascoli”.

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