Nepi Gabriele ricorda Ettore Fieramosca memorato nelle cronache fermane

Ettore Fieramosca ad Offida combatté nella guerra  tra Ascoli e Fermo

Ettore Fieramosca (o Ferramosca come si legge in una lettera autografa conservata in Ascoli Piceno) è legato alla Disfida di Barletta (ed eternato anche nel romanzo di Massimo D’Azeglio) dove rinverdì dopo secoli le gesta degli Orazi e Curiazi. Potremmo dire che il tredici fu un numero per lui fortunato. Il giorno 13 febbraio 1503 avviene la disfida; ognuno dei due gruppi opposti, italiani e francesi, “l’un contro l’altro armati” è composto di tredici cavalieri. Ecco il gruppo dei nostri: Capitano comandante è il nostro Ettore Fieramosca; gli altri componenti: Fanfulla da Lodi; Giovanni Capaccio di Tagliacozzo; Giovanni Brancaleone e Ettore Giovenale, romani; Francesco Salomone siciliano come Guglielmo Albimonte; Ludovico Annibale da Terni; Marco Carellario da Napoli; Miele da Troia; Mariano Albignate da Sarno; Romanello da Forlì; Riccio da Parma. I tredici francesi sono capitanati da Guy de la Mothe e fra di essi vi è un italiano: Graiano d’Asti. Strano destino che i rinnegati e traditori abbiano il nome che inizia con la “G”: Giuda che tradì Cristo; Gano di Maganza che tradì il paladino Orlando a Roncisvalle; Giunio Bruto traditore di Giulio Cesare, ecc… Abbiamo visto qualche giorno fa che in Offida soggiornò un altro rinnegato, Fabrizio Maramaldo (anche se fa eccezione alla G) l’osteggiato ed inviso uccisore di Francesco Ferrucci. Ora registriamo che nel 1497 Offida “ospitò” l’eroe della Disfida, Ettore Fieramosca. Ciò avvenne in uno degli episodi della lotta tra le due rivali Ascoli e Fermo. Astolfo Guiderocchi, con inaudita ferocia si era impadronito di Offida, nota roccaforte di Fermo; si era poi avventato contro Ripatransone e nonostante i ripetuti assalti, non era riuscito ad espugnarla. Scornato, abbandona Offida e cede il comando delle truppe ad Ettore Fieramosca.

“… Astolfo Guiderocco era andato a Napoli per aiuto et negozio tanto con quel Re che ottenne, se disse, per soi denari, settanta cavalli e duecento spagnoli e se ne venne volando, e di notte saltò (sic = assalì) Ripa, ma essendo avisati ne furono rebuttati e ci lasciò parecchi morti e de feriti gran numero e poi vedendo non far niente ne lasciò Ettore Fieramosca in Offida con cavalli e fanti, e di continuo faceva scaramucce e d’ogni banda”. Così l’anonimo fermano negli Annali. Se è vero come è vero che Wellingthon abbia detto che la battaglia di Waterloo fu vinta nei campi di addestramento di Eton (The battle of Waterloo was won in the playing fields of Eton) alludendo agli esercizi praticati in esso, chi può negare che le “scaramucce di Offida” non siano state utili esercitazioni per lo scontro di Barletta? Due sono monumenti importanti di Barletta raffigurano: uno l’imperatore Eraclio e l’atro ricorda la battaglia; ma perenne è la fama del nostro Fieramosca che fu in Offida “ che era un piccolo centro dello Stato di Fermo sito a la sinistra del Tronto con mura e bastioni del sec. XIV, noto per S. Maria della Rocca et Palatio comunale et fabrica di merletti et-dolciumi appellati funghetti” e, aggiungiamo noi, anche per la presenza nel 1497 dell’eroe Ettore Fieramosca.

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