Mario Blasi parroco evangelizza domenica XVI tempo ordinario anno A Matteo 13, 24ss

Domenica XVI tempo ordinario anno A Paroco don Mario Blasi

(Mt 13,24-43)
“APRIRO’ LA MIA BOCCA IN PARABOLE“.

La Parola di Dio viene offerta a tutti. L’uomo, però, la può accogliere o rifiutare.

Il Regno di Dio rivelato attraverso le parabole è il Regno in cui si rivela l’Amore del Padre. E’ un Regno senza confini. E’ un Regno dove Dio non governa imponendo leggi da osservare, ma è un Regno dove si comunica la forza dell’Amore di Cristo.

“Un Regno che non domina gli altri popoli, ma si mette al loro servizio. Un Regno che non accumula ricchezze, ma le condivide. Per far comprendere che il Suo Regno non ha nulla in comune con quelli conosciuti che si fanno avanti a forza di prepotenza e di appariscenza (Gv. 18,36), Gesù insegna la breve ma intensa parabola del granello di senape: è come un grano di senape che quando è seminato sulla terra è il più piccolo dei semi che sono sulla terra, ma quando è seminato cresce e diventa più grande di tutti gli ortaggi“.

Il Regno di Dio “non sarà qualcosa di appariscente e maestoso, come un cedro, lo stupendo albero considerato il re degli alberi. Un cedro non può rimanere nascosto e si impone orgogliosamente alla vista e alla ammirazione di tutti.

Gesù paragona il Regno di Dio ad una pianta comune che cresce in ogni luogo, anche sui muri delle case. Cresce “nell’orto di una casa, tra gli ortaggi e sarà una pianta tanto comune da non attirare l’attenzione dei passanti”.

La Chiesa, popolo santo di Dio, deve essere una casa umile, ma ospitale verso i poveri, gli umili della terra, luogo semplice ma ricco di tenerezza e di protezione.

“Gli uccelli del cielo possono accamparsi sotto la sua ombra”.

Il Regno di Dio è rifugio tranquillo per tutti, è pace e gioia per chi accoglie l’amore di Cristo e lo ridona.

“Con la figura dell’arbusto di senape Gesù avverte che trionfalismo, ricchezza, gloria e splendore non sono frutto del Regno di Dio, ma è opera di Satana, l’avversario al piano del Signore”

(A.Maggi).

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