FERMO E CASTELLI FERMANI RELAZIONI PUBBLICHE DELLO STATO NEL MEDIOEVO E NEL RINASCIMENTO sintesi di Michele Hubart da 1601 a 1800 traduzione di Vesprini Albino

da n. 1601 al 1800 TRADUZIONE DELLE PERGAMENE NELLE SINTESI DI MICHELE HUBART DOCUMENTI DELLO STATO DEI CASTELLI DI FERMO NELLE RELAZIONI DI PUBBLICI PATTI NEL MEDIOEVO E NEL RINASCIMENTO, sintesi edite in Antichità Picene 40, 41, 42 tradotte e digitate da Vesprini Albino
1601 – Castello di Cossignano – Atto di un mandato di procura fatto dalla Comunità, Comune e gli uomini di Cossignano , nella persona di Vico di Ciccarello di quel luogo, a nome di detto Comune, per sottomettere e raccomandare detto Comune di Cossignano e le sue particolari e singole persone al Sindaco del Comune della città Fermana o di detta città ecc. e per promettere ogni accordo e capitoli con detto Sindaco o con altri che hanno autorità a fare ciò ecc. sotto l’anno del Signore 1383 – rogato da Trasmondo di Egidio da Fermo.
1602 – Cossignano – Atto di un mandato della città di Fermo e gli uomini di Cossignano per accogliere il Comune e gli uomini del Castello di Cossignano sotto la giurisdizione il dominio della città di Fermo, con i patti e capitoli chiesti dagli uomini di detto Castello ivi indicati, fra i quali ci sta il capitolo relativo alla perpetua esenzione ed immunità concessa ai nobiluomini Cicco di Rainaldo e Cicco del Sig. Gentile di detto Castello. E l’atto famoso sopra la sottomissione di questa maniera fra il Sig. Francesco, Sindaco della città e Mattiolio di Benvenuto, Sindaco di Cossignano. Sotto l’anno del Signore 1329 – per mano di ser Guglielmo di Servideo. Vedi num. 92.
1603 – Diritti dell’Episcopato – Atti , proteste ed appelli fatti da parte del Rev.mo Sig. Filippo, Vescovo Fermano, e a suo nome tramite il Sig. Salimbene, nella causa che ha con il Rettore, i consiglieri e gli uomini di Ripatransone. Sotto l’anno del Signore 1275.
1604 – Episcopato – Mandato del Rev.mo Sig. Nicola, Vescovo e Principe Fermano, nella persona del Sig. Matteo del maestro Filippo, nella causa con il Rev. Sig. Oliverio, Mescovo maceratese e di Recanati e con la Comunità e con il clero di detta città, sopra la delimitazione della Diocesi di Macerata, nell’anno del Signore 1372 – per mano di ser Antonio del defunto ser Cicco da Bologna.
1605 – Episcopato – Bolla di Onorio Papa III concessa Pietro, vescovo fermano e in perpetuo ai successori per proibire a chiunque eccettua legato della Chiesa romana di fare riscossioni, tenere il placido o trattare le cause nella città Fermana o nei castelli di scritti o sui beni spettanti alla Chiesa Fermana, senza un mandato della sede Apostolica; ma tutto quello che proviene dal placido, dal bando, dal mercato, dalle piazze o dai porti, fuori dalla città nel territorio dell’episcopato ed anche le altre regalie nella città di Fermo o fuori di essa, le paghe fino a questo vescovo ecc. Data da Laterano nell’anno del signore 1218.
1606 – Episcopato – Copia del conferimento del beneficio della chiesa di San Blasio, vacante per la morte del Sig. Giovanni di Golalata, fatta dal Rev.mo Sig. Giacobbe, Vescovo e Principe Fermano, al Sig. Francesco di Tomasio di Bartolomeo da Columnillo, della Diocesi Fermana, sotto l’anno del Signore 1345 – rogato da Matteo di Cisco da Santa Natolia.
1607 – Episcopato – Bolla di Gregorio Papa IX, diretta a Giovanni, dal titolo di Santa Prassede, Cardinale, Rettore della Marca Anconetana, che ordina che conservi in modo inviolabile i diritti della Chiesa Fermana e del vescovo. Sotto la data, Anagni, nel giorno decimo alle Calende di Novembre <23 Ottobre> – nell’anno sesto del Pontificato.
1608 – Episcopato – Copia di alcuni atti di donazioni fatte da persone nominate come in essi dal Castello di Sculcula, e relativi ad altri beni dell’Episcopato Fermano, sotto gli anni del Signore 1002 ed altri, trascritto da Antonio di Domenico di Gabriele da Fermo.
1609 – Episcopato – Atto di un accordo di clemenza e di pace, iniziato tra il maestro Angelo di Giovanni di Cicco, Sindaco della città di Fermo e Ugolino di Dernano, Sindaco di Camerino, con il quale, d’accordo, decidono di difendere l’onore della Diocesi delle dette città contro l’arcivescovo e il Comune di Macerata, nell’anno del Signore 1321.
1610 – Episcopato – Trascrizione di alcuni patti iniziati tra alcuni cittadini Fermani e del Comitato, ossia di Sant’Elpidio, Civitanova, Monte Santo, Murro, Monte Lupone, Macerata, Monte dell’Olmo, Monte Santa Maria e Monte Rubbiano e della città di Fermo a favore della Chiesa Fermana ed il Vescovo, sotto l’anno del Signore 1224. Insieme con tre privilegi a favore del Vescovo Fermano, due nientemeno di Onorio Papa III ed uno di Onorio Papa IV ecc. per mano di Giacobbe di Pietro di Marco, nell’anno del Signore 1298.
1611 – Episcopato – Trascrizione di due conferimenti di benefici fatti dal Rev.do Giacobbe, Vescovo e Principe Fermano, della Chiesa di Santa Maria di Montebello, della Diocesi Fermana, per legge del Patronato del nobiluomo Gualfredo di Giacobbe da Montebello, della Chiesa di Santa Maria di Montebello nella persona del Sig. Abbamonte di Giacobbe da Ascoli, nell’anno del Signore 1346. E della Chiesa, senza amministrazione, di San Pietro di Arbitreto, della Diocesi Fermana, per legge del Patronato del nobiluomo Canitto di Vinciguerra da Mercato, nella persona del Sig. Rainaldo di Cisco di Francesco da Ascoli, nell’anno del Signore 1340; queste chiese sono posti nel territorio di Monte Cretaccio e di Sculcula fra il fiume Tronto e Ragnolo.
1612 – Episcopato – Atto di promessa, di mantenimento e di difesa della giurisdizione Fermana al Rev.mo Vescovodi Fermo, concessa dall’Imperatore e dal Sommo Pontefice e di conservazione della sua libertà ecc. fatto dai cittadini e gli uomini Fermani a Civitanova, di Monte Santo, di Monte Santa Maria e Monte Rubbiano ecc. come detto in quell’atto dell’anno del Signore 1224.
1613 – Episcopato – bolla di Gregorio Papa XI che ordina a Pietro, cardinale di Santa Maria in Trastevere, Vicario Generale e nelle cose spirituali che se gli ospizi per mani ecclesiastici della stesso vescovo e dei canonici, nella città di Fermo, fossero utilizzati dalle milizie del pontefice a motivo del fortilizio costruito in città, egli faccia al più presto come compensazione. Fatta ad Avignone nell’anno secondo del suo Pontificato.
1614 – Episcopato – Copia di una Bolla di Innocenzo Papa III concessa al Sig. Adenulfo, Vescovo Fermano ecc. cioè che nessun prete, senza un mandato Apostolico potrà trattare cause e che ogni e che tutti i doni in denaro ed i proventi dei ponti della città e di quelli fuori della città debbono essere dello stesso Episcopato, come più ampiamente è scritto nel detto atto, copiato sotto l’anno del Signore 1205.
1615 – Episcopato – Bolla di Gregorio Papa IX con la quale comanda all’abate di Macle, della Diocesi di Camerino, affinché decida la causa tra il Vescovo Fermano e i Ripani circa la produzione del grano, del vino e delle derrate dovute da essi, annualmente, al detto Vescovo. Sotto la data, Perugia, nell’anno secondo del Pontificato.
1616 – Episcopato – Breve di Martino Papa V che fa sapere ai Priori e al Comune Fermano di avere scritto al Capitolo e al Clero della città di Fermo affinché rendano conto di tutti i frutti, i redditi e i proventi che sono derivati o derivano dalla Mensa Episcopale della Chiesa Fermana al’eletto Firmano o ai suoi procuratori, per la qual cosa li esorta che se fossero stati requisiti dalla Sede Apostolica dimostrino il proprio favore ed assistenza. Fatta nell’anno primo del Pontificato.
1617 – Episcopato – Breve di Paolo Papa III di ristabilimento del Vicario Generale Fermano nella condizione di prima, nel possesso della sua giurisdizione come era prima della separazione dei Castelli, e del Vicario Generale Foraneo che conserverà la delegazione per conoscere tutte le cause al di fuori della Curia Fermana ecc. Sotto l’anno del Signore 1544.
1618 – Episcopato – Bolla di Innocenzo Papa III concessa ad Adenulfo, Vescovo Fermano, affinché nessuno possa fare riscossioni, nella città Fermana o nei Castelli, ossia ad Agello, Capo di Monte e in altri, che la città Fermana aveva in possesso, né nei beni dell’Episcopato ecc. Sotto l’anno del Signore 1205.
1619 – Episcopato – Trascrizione del mandato del Rev.mo Sig. Nicola, Vescovo e Principe di Fermo, nella causa che aveva con Vanne di Giacobbe De Bacileris da Bologna, e per comparire dinanzi al Vescovo Albanese e davanti ad Oliverio Vescovo Recanatese e Maceratese, sotto l’anno del Signore 1370 – per mano di ser Giovanni del maestro Benvenuto da Penna San Giovanni ecc.
1620 – Episcopato – Copia di una copia di una Bolla di Onorio Papa III concessa alla Rainaldo, Vescovo Fermano ed ai suoi successori, sopra le cose temporali, a guisa della Bolla di Innocenzo Papa III che vieta che qualche Legato della Chiesa Romana nella Città Fermana o nei Castelli ecc. possa decidere o trattare cause senza mandato della Sede Apostolica ecc. Vedi num. 1614.
1621 – Episcopato – Bolla di Gregorio Papa XI che dispone che nessuno nella detta delimitazione dei confini della Diocesi Maceratese proceda a danno della Diocesi di Fermo, di Camerino e di Osimo; Bolla emanata a richiesta di detti vescovi, sotto la data, Avignone, nell’anno secondo del Pontificato.
1622 – Episcopato – Bolla di Onorio Papa III concessa vescovo fermano riguardo alla amministrazione dei beni materiali di molteTerre e castelli elencati in questa, per proibire a chiunque eccetto ai ministri della Chiesa romana di recare noia vescovo in quell’amministrazione, ma si deve corrispondere allo stesso vescovo tutto quello che gli proviene dal bando, dal placito, dal mercato, dalla piazza e dai porti integralmente. Data dal Laterano nel giorno precedente le liti di Febbraio <12 Febbraio> dell’anno del signore 1223, nell’anno ottavo del suo Pontificato.
1623 – Episcopato – Trascrizione della riconciliazione o arbitraggio e sentenza fatta tramite il Patriarca di Aquileia e Pandolfo del Sig. Papa, suddito e notaio, fra Pietro, Vescovo Fermano, e Azone, Marchese della Marca Anconetana ed Estense, sopra il Comitato di Fermo ed in particolare di Ripatransone, Castello di Marano, Campofilone, Cerqueto, Monte Ottone e Monte Santo a favore del Vescovo e di tre castelli, che dicevano di essere dei Canonici, ossia Grotta, Monte Urano e Monte San Pietro, nell’anno del Signore 1221. Trascritto per mano di Pietro un tempo di Matteo notaio, nell’anno del Signore 1283.
1624 – Episcopato – Bolla di Onorio Papa III che ordina al popolo fermano e al suo Comitato e ai Baroni che rispondano al Vescovo Fermano secondo il disposto della Bolla di Innocenzo III, suo predecessore, concessa alla Chiesa Fermana. Fatta a Perugia alle None di Agosto <5 Agosto> nell’anno primo del suo Pontificato. Vedi i numm. 26-41-126-127-537-763-783-938-996. Vedi i diritti di Monte Ottone.
1625 – Diritti di Fabriano – Atto di un mandato di procura fatto da Gualterio del Sig. Alberto del defunto Toma De Clavellis da Fabriano e di sua moglie, nelle persone di ser Pietro di Giacobuccio da Serra San Quirico e del maestro Giovanni, per le cause ecc. e particolarmente nella causa che hanno intenzione di fare col Sindaco e la Comunità di Monte Santa Maria in Georgio, fatto nell’anno del Signore 1316- Indizione nona, al tempo del Signor Innocenzo Papa VI, nel giorno ultimo di Augusto, rogato da Filippo di Francesco da Fabriano, la copia in verità in questo modo fatta dal Sig. Gemino di Andreetto.
1626 – Copia della lettera scritta da parte di Egidio vescovo della Sabina, Legato Apostolico e Vicario Generale in Italia per la Santa Romana Chiesa, indirizzata al nobiluomo Guido de Clavellis da Fabriano, per lui, per il padre Alberghetto, per lo zio paterno Giovani, per Gualtiero e per altre persone di Fabriano, con cui li assolve tutti dalla ribellione e da altri vari reati commessi in particolare nell’occupare la stessa terra di Fabriano, Rocca Contrada, Serra de’ Conti e altri luoghi e castelli della stessa provincia, anche per l’occupazione di Castello Prececchiaro. Data da Cesena 7 luglio dell’anno decimo del pontificato di papa Innocenzo VI. Copia fatta nell’anno del Signore 1363 di mano di ser Francesco di Vanne Salimbeni da Fabriano. Vedi N. 334
1627 – Diritti di Falerone – Lettera di ammonimento di Aloisio dal titolo di Santo Marco, presbitero e Cardinale Cornelio, Camerario della Santa Romana Chiesa, concessa su richiesta del Comune e degli uomini della città Fermana, contro il Comune e gli uomini del Castello di Falerone, i quali, di propria volontà, imposero una nuova gabella o dazio, e imposta o imposto dalla predetta Comunità e tentano di esigere dagli uomini di detta città e dagli altri uomini dello Stato della stessa città, ammonendoli affinché ciascuno al quale questa lettera di ammonimento è pervenuta, entro lo spazio di sei giorni diano l’ordine, sotto pena di 1000 ducati d’oro ecc. che cessino e si astengano da quella riscossione della nuova gabella dai Fermani e dagli uomini dello stesso Comitato o Stato ecc. Sotto l’anno del Signore 1570 – nell’anno quinto del Pontificato di Pio Papa V.
1628 – Diritti di Francavilla – Atto di un mandato di procura fatto tramite il Comune e gli uomini di Francavilla, nella persona del Sig. Antonio di Giovanni da Francavilla per trattare la pace ecc. con il Comune e gli uomini di Alteta. Sotto l’anno del Signore 1493 – rogato da Giacobbe di Miele dal Castello di Monte Gilberto.
1629 – Francavilla – Copia di un mandato del nobile e potente uomo Nicola d’Acquaviva, marito della nobile signora Margherita, figlia di Mercenario da Monteverde e della detta sua moglie, nella persona della signora Isabella, moglie del defunto Mercenario per nominare e leggere il Sig. Puccio Buczani da Monte Granaro nella Cappellania e Rettoria della Chiesa di San Pietro di Francavilla, della Diocesi Fermana. Nell’anno del Signore 1341 – insieme con lo strumento di detta elezione o nomina fatte tramite la detta signora Isabella, in forza del suddetto mandato ecc.
1630 – Francavilla – Atto di determinazione dei confini tra la città di Fermo e il Castello di Francavilla da una parte e le Terre (cittadelle) di Monte dell’Olmo dall’altra parte e Manfredo del Sig. Domenico, Sindaco e cittadino fermano e Domenico di Nallo da Francavilla, Sindaco di detta Comunità da una parte e Antonio di Nuccio, Sindaco di Monte dell’Olmo dall’altra parte insieme con un mandato dello stesso Antonio questa determinazione fu fatta sotto l’anno del Signore 1461 – al tempo del Pio Papa II per mano di ser Evangelista di Antonio da Amandola.
1631 – Diritti del Castello di Gabbiano – Atto di vendita di tutti i beni che un tempo furono di Andreuccio Ciccarone del Sig. Luzio e Vanne del defunto Berardo da Massa, situati nella Terra di Monte Santa Maria in Giorgio e nel suo territorio e nel territorio di Gabbiano, del Comitato di Fermo, fatta tramite il Rev.do Sig. Gerardo, Abate del Maggiore Monastero di Tours, Nunzio nelle parti delle Italia della sede Apostolica, al Sig. Angelo Bernardi da Fermo, Sindaco del Comune e degli uomini della città Fermana che comperano a nome e al posto della signora Caterina e Lisetta figlie del fu Cole di Andreuccio da Massa ecc. per il prezzo di 1100 fiorini d’oro questi beni per alcuni eccessi della Camera erano confiscati, riservato tuttavia che quando le signore sopraddette restituiscono il prezzo anzidetto a detto Comune di Fermo ci sia l’obbligo di vendere alle stesse ecc. come detto in quell’atto, fatto nell’anno del Signore 1373 – rogato da Giovanni di Miele da Amandola. Trascritto per mano di Antonio di Pasquale da Fermo.
1632 – Gabbiano – Atto di retrovendita fatta dei beni che un tempo furono di Andreuccio Ciccarone del Sig. Cuzio e Vanni del defunto Gerardo da Massa, in altro tempo confiscati al nobiluomo Petrello da Mogliano col nome di Procuratore della signora Lippa, figlia di Folchetto di Vanni da Massa ecc. tramite il Sig. Angelo Bernardi da Fermo, a nome del Comune di Fermo, riservato tuttavia il diritto del Territorio del Castello di Gabbiano e dei Massari dello stesso Castello ecc. come detto in quell’atto dell’anno del Signore 1373 – rogato da Nardo di ser Corrado di Bictomo.
1633 – Gabbiano – Atto di acquisto di alcuni pezzi di terra lavorativa e parte prativa, posti nel Comitato di Fermo nel Territorio di Gabbiano, secondo i confini fatti da Venanzio di Pietro del Castello di Ripacerreto, da Francesco di Giacobbe di Antonio della Terra di Monte in Giorgio. Sotto la data nell’anno del Signore 1499 – rogato da Ludovico di Giacobbe di Antonio dal Castello di Massa.
1634 – Gabbiano – Alcuni atti e presentazione di testimoni nella causa che ha Comune di Fermo con il Comune e gli uomini di Gabbiano ecc.
1635 – Gabbiano – Copia del conferimento della Chiesa di Sant’Angelo di Civitella fatto nella persona di Simone di Francesco da Gabbiano, tramite il Rev.mo Sig. Giacobbe, Vescovo Fermano, come più ampiamente è scritto nel detto conferimento, fatto sotto l’anno del Signore 1349.
1366 – Gabbiano – Descrizione del diritto sopra i confini di Gabbiano tra il Comune della città di Fermo e la Terra di Monte Santa Maria in Georgio.
1367 – Gabbiano – Altra descrizione del diritto sopra i diritti confini di Gabbiano al Comune della città di Fermo e la Terra di Monte Santa Maria in Georgio.
1638 – Gabbiano – Atto di notifica dell’acquisto di Gabbiano fatto tramite il Sig. Vanni di Andriolo da Fermo, Sindaco e Procuratore del Comune e degli uomini della città di Fermo, al Rev.mo in Cristo padre e Signore Guglielmo dal titolo di Sant’Angelo, Diacono Cardinale, Vicario Generale per conto del signor Papa per il motivo e in occasione come detto in quell’atto, fatto nell’anno del Signore 1375 – Vedi Massa, Monte Santa Maria in Georgio.
1639 – Diritti del Castello di Grottammare – Atto di una donazione fatta tramite il Santissimo Signore Nostro Sisto Papa V di 1000 scudi a favore del maestro della scuola, il quale istruisce i fanciulli nelle nobili virtù, con i quali 1000 scudi volle acquistare tanti posti dei monti e rendite perpetue irrevocabili perché non potessero essere convertite in altri usi che per il salario del maestro della scuola di Grottammare, il cui ufficio sarà quello di insegnare la cultura e la grammatica ecc. come detto in quell’atto, fatto nell’anno del Signore 1585 – nell’anno primo del Pontificato.
1640 – Grottammare – Copia di alcuni statuti o capitoli del Comune di Fermo trovati nel libro e nel volume di detta città fatto al tempo del signor Neapolione del Signor Giacobbe, Podestà di detta città relativo alla restituzione dei soldi ricevuti in prestito dagli uomini, come detto in quella copia, per il recupero dei castelli di Grottammare, Torre di Palme e Moresco. Trascritto tramite il signor Giovanni vicario ecc.
1641 – Grottammare – Atto di ricevimento di 40 soldi volterranei in conto di 55 libbre, fatto tramite Gualterio di Monaldo, Vicario del Castello di Grottammare, a Luca di Marco agricoltori di detto Castello, a causa del suo salario sotto l’anno del Signore 1289 – rogato da Rolando di Filippo.
1642 – Grottammare – Atto copiato di una donazione di un giuspatronato dell’altare di San Leonardo, eretto nella chiesa di San Giovanni nel Castello di Grottammare, fatto a favore di Sante di Luca, altrimenti detto frate Luca Amoronsino di Andrea di Pace, per i molti gratuiti servizi da lui ricevuti ecc. sotto l’anno del Signore 1465 – rogato da ser Nardo di Domenico di da detto Castello. La copia in verità fatta da ser Mariano di Sante.
1643 – Grottammare – Atto di una quietanza fatta tramite Antonio di Monaldo, Podestà del Castello di Grottammare, per il salario dello stesso e del suo notaio 47 libbre di denari 12 a Luca di Marco, agricoltore di detto Castello, sotto l’anno del Signore 1289 – rogato da Vinciguerra di Paolo notaio.
1644 – Grottammare – Nomi dei fumanti del Castello di Grottammare scritti da Chierico, notaio, su incarico di Trasmondo e soci, incaricati per queste cose dei magnifici Sigg. Priori della città di Fermo, sotto l’anno del Signore 1365.
1645 – Grottammare – Atto fatto estipulato tra Sig. Percivalle di Giovanni da Fermo, Sindaco e a nome del Sindacato del Comune di Fermo e il maestro Alessandro di Boso da Mola della città di Genova, il quale promise e stabilì di lavorare e di far lavorare nel Porto e al Porto della città Fermana, posto davanti al Castello di Grottammare, per due anni prossimi futuri ecc. al prezzo di 400 libbre anconetane volterrane ecc. come detto in quell’atto sotto l’anno del Signore 1299 – rogato da Tommaso di Gualtierio da Offida.-
1646 – Grottammare – Breve di Martino Papa V per informare i Priori ed il Comune di Fermo che Giovanni del maestro fermano Tommasio in un altro tempo aveva fatto mutuo a Ludovico migliorati, Milite di Sulmona, per 900 fiorini d’oro per cui il predetto Ludovico aveva fatto assegnamento del Castello di Grottammare e delle riscossioni di questo Castello, perché il predetto Giovanni aveva fatto consegnare alla sede Apostolica questo Castello dopo la morte di Ludovico, senza che avesse ricevuto i 900 fiorini. Pertanto li ammonisce che prendano informazioni in merito a questo mutuo e dopo esserne certi paghino quei fiorini al predetto Giovanni ecc. Data nell’undicesimo anno del Pontificato.
1647 – Grottammare – Breve di Paolo II che elogia i Priori del Comune di Fermo perché fecero sapere al lui della venuta di Silvestro, con il figlio del Milite Piccinini, al Castello di Grottammare e del raduno degli armati di quel Milite colà già fatto, per tal motivo egli circa quella cosa largamente ha scritto a L. Vescovo Albanese, Cardinale De Ursinis, Legato e li esorta che prestino obbedienza ad esso. Fatto a Roma nel giorno 3 Luglio 1465.
1648 – Castello di Lapedona – Atto di un mandato di procura fatta dalla Comunità, Comune e gli uomini del Castello di Lapedona, nella persona di Bartolomeo di Anselmuccio, a nome di detto Comune, per comparire dinanzi ai magnifici Sigg. Priori della città di Fermo e per chiedere ad essi il permesso di poter imporre una tassa per il salario del vicario e la tassazione per altre cose e di riscuotere la stessa come più ampiamente detto in quell’atto fatto sotto l’anno del Signore 1405 – rogato da Trasmondo di Egidio da Fermo.
1649 – Lapedona – Atto di un mandato di procura fatto tramite il Comune e gli uomini del Castello di Lapedona nella persona di ser Cicco, a nome di detto Comune, per chiedere licenza ai magnifici signori Priori di Fermo di poter imporre una tassa agli uomini di detto Castello per il salario del vicario e del Messo di detto Castello, sotto l’anno del Signore 1407 – rogato da Marino di Alessandro da Montegiorgio.
1650 – Diritti del Castello di Loro – Privilegio di approvazione e di conferma di concessioni di diritti e porzioni che e le quali avevano nel Castello di Loro i Sigg. di Falerone Gualterio da Loro e figli, fatto tramite Manfredo Re della Sicilia ad Ezzelino da Mogliano, e prima concesso ad esso tramite il Sig. Giordano di Aquilano, conte di San Severino e coppiere del regno di Sicilia ecc.
1651 – Loro – Mandato del Castello di Loro nella persona di Berardo di Isabene per promettere al Comune di Fermo o al suo Sindaco 300 libbre volterrane e per ricevere le promesse da farsi da detto Comune che non arrechi danni agli uomini di detto Castello ma che li possa conservare secondo quel mandato e per accogliere dai predetti la garanzia ecc. nell’anno del Signore 1267 – per mano di Clemente di Bono di Lauro notaio.
1652 – Loro – Atto di liberazione o di libertà concessa tramite il nobile Sig. Gualtiero di Giovanni del Sig. Alterio da Loro, a nome suo proprio e per procura della nobile donna signora Blonda, moglie del nobiluomo Federico da Loro per suo interesse o per procura di Corrado di Giovanni da Loro suo nipote ecc. per Guglielmo di Rainalduccio per Offreduccio di Bonconsiglio ecc. per loro stessi e per procura di parecchi vassalli da Loro da ogni diritto di vassallaggio ecc. così che siano essi stessi e i loro eredi e successori liberi come cittadini romani. Tuttavia riservato, per comune accordo, che detti vassalli dopo che sono stati fatti liberi siano e che debbano essere per sempre cittadini Fermani, o di rinnovare e confermare la sottomissione dianzi fatta dai predetti tramite il signor Gualterio da Loro come meglio piacerà al Comune di Fermo ecc. e di obbedire in tutte e per tutte le cose alla città e corrispondere gli ossequi reali e di pagare le tasse ecc. e ciò fece per il prezzo di 1500 libbre ravennatensi anconetane nell’anno del Signore 1299 – rogato da Francesco di Matteo da San Ginesio.
1653 – Loro – Mandato di parecchi vassalli dei signori Gualtierio e Corraduccio di Giovanni dal Castello di Loro, nelle persone di Monaldesco di Angelo, Gualderisco di Albrico di Bensalto di Bondone, di Monaldo di Accursio ecc. da detto Castello di Loro per comparire davanti ai magnifici Sigg. Priori della città di Fermo per giurare di obbedire ai loro ordini e per chiedere di essere ricevuti come cittadini agli onori e agli oneri, per sottomettere se stessi e i loro eredi alla giurisdizione della città, promettendo di pagare contribuzioni e tasse e di prestare garanzia ecc. allorché per un’altra volta riconoscano che furono che sono sottoposti del Comune di Fermo per concessione fatta al Comune tramite il nobiluomo Sig. Gualtierio da Loro e per fare altre cose come detto in quel mandato. Nell’anno del Signore 1299 – per mano di ser Francesco di Guglielmo da Loro notaio.
1654 – Loro – Mandato della nobildonna signora Blonda moglie del defunto Federico da Loro, nonna e tutrice di Corraduccio di Giovanni suo nipote, a nome di tutrice e anche dello stesso Corraduccio parte principale, nella persona del procuratore nobiluomo Gualterio di Giovanni da Loro per comparire dinanzi ai magnifici Priori di Fermo e per confermare, con giuramento, i loro ordini ecc. per rinnovare e confermare la cittadinanza promessa e una volta fatta al Comune predetto dal nobiluomo signor Gualterio da Loro per sottomettere quei vassalli e i loro beni alla giurisdizione della Città e a chiedere umilmente che accolga detti vassalli quali cittadini, ai doveri ed imposizioni ecc. come detto in quel mandato, nell’anno del Signore 1299 – rogato da ser Francesco di Guglielmo.
1655 – Loro – Atto di ratifica fatta tramite il nobile e magnifico Sig. Giovanni dalla Romania, podestà di Fermo, a richiesta di Tommaso di Flaviano, Sindaco di detta città, relativa alla liberazione e alla libertà concessa dal nobiluomo Gualteruccio di Giovanni da Loro, per suo conto e per procura di Corraduccio, ai vassalli, un tempo di Gualterio e di Corraduccio, accolti come cittadini Fermani, nell’anno del Signore 1299 – rogato da ser Francesco di Matteo da San Ginesio.
1656 – Loro – Mandato del Castello di Loro nella persona di Giovanni di Cicco di Lorenzo per ricevere nuove promesse dal Sindaco della città di Fermo per riconoscere che il Castello di Loro fu, da tempo immemorabile, ed è sotto il dominio di detta città e per stipulare nuovi patti e per promettere altre cose come detto in quel mandato con ampio mandato. Nell’anno del Signore 1402 – per mano di Guglielmo di ser Antonio da Loro.
1657 – Loro – Mandato del Castello di Loro nella persona di Marino di Nicoluccio da Fermo per comparire davanti ai magnifici Sigg. Priori della città di Fermo e per chiedere il permesso di imporre una contribuzione per il salario del Podestà, dell’Esattore e del Messo, nell’anno del Signore 1405 – per mano di ser Guglielmo di ser Antonio da Loro.
1658 – Loro – Copia di patti fatti ed iniziati tra il Comune di Fermo da una parte e il Comune del Castello di Loro, del Comitato di Fermo, dall’altra parte, per opera di ser Ludovico di ser Bastiano da Orto, Cancelliere della città, intermediari Giovanni di Cisco di Lorenzo, Sindaco del Castello di Loro e Pace di Dino, Sindaco di Fermo; patti nei quali il Sindaco del Castello di Loro riconoscere che detto Castello fu ed è sotto il dominio della città di Fermo da tempo immemorabile e promette di fare e di sopportare gli obblighi e il rispetto come gli altri cittadini delle Comitato, e si giunge fra loro a nuovi patti come è scritto nella detta copia, dato che la vecchia copia fu ed era stata smarrita, sotto l’anno del Signore 1403 – copiata per mano di ser Vanne di Andreuccio, cancelliere di Fermo.
1659 – Loro – Mandato del Castello di Loro nella persona del Sig. Domenico di Matteo di Boccio per chiedere il permesso dei magnifici Sigg. Priori della città di Fermo di imporre una contribuzione per questa volta soltanto, cioè disposta per un mese per pagare il grano dato al signor Marchese, nell’anno del Signore 1406 – per mano di Guglielmo di ser Antonio.
1660 – Loro – Atto di determinazione dei confini fatto tra il Comune e gli uomini della città di Fermo o piuttosto il Comune e gli uomini del Castello di Loro da una parte e la Comunità della Terra di Tolentino e i suoi uomini e la Comunità dall’altra parte ecc. come detto in quell’atto, nell’anno del Signore 1506, al tempo del Santissimo Signore di Giulio Papa II – rogato da Amico di Giacobbe, notaio delle cause della Curia della Marca Anconetana.
1661 – Loro – Discorso in certo qual modo sopra i diritti del Castello di Loro e sul territorio della Terra (cittadella ) di Apezzana in forma di risposta ad un certo memoriale ecc.
1662 – Castello di Loro, o di Apezzana – Processo ed esame dei testimoni, a perpetuo ricordo della cosa, per la parte di Maurizio di Filippo, Sindaco del Comune di Fermo, a nome di detto Comune, contro il Comune di San Ginesio, ed altre località vicine al territorio del Castello di Loro, vicino al fiume Fiastra, dinanzi al signor Giovanni De Bresalitis da Gubbio, Giudice dei Malefici della Curia Generale della Provincia delle Marche, a favore di Ludovico De Melioratis sopra i confini, il territorio e la giurisdizione della città di Fermo in mezzo al territorio del Castello di Loro, Comitato della stessa città ecc. col Comune di San Ginesio ecc. nell’anno del Signore 1417. Vedi Apezzana.
1663 – Diritti del Castello di Magliano – Sentenza fatta dal magnifici Sigg. Priori della città di Fermo per ordine dei magnifici sublimi Sigg. Ludovico e Gentile De Melioratis a favore del Comune degli uomini del Castello di Magliano, contro gli uomini del Castello di Grottazzolina sopra i pascoli della tenuta presso o nella Bovara, dal mulino di Santa Maria in Giorgio fino al mulino di Majano per di sotto il vallato e verso il corso del fiume Tenna, nell’anno del Signore 1428- rogato da Battista di Vanne di Bernardo da Fermo.
1664 – Magliano – Copia di determinazione dei confini fra la Terra di Monte Santa Maria in Georgio e il Castello di Magliano del Comitato di Fermo fatta ecc. tramite gli egregi uomini Vittorio del maestro Giuliano, Nicola di Domenico di Marcuzio e Giovanni di Corrado Mede da parte di detta Terra di Monte, e Nicola Bottoni e Antonio di Puzio da parte di Magliano, in forza dell’incarico a lui stesso fatto dei magnifici Cavalieri ed egregi Militi Sigg. Nicola Fogliano e Angelo di Volpuzio, Commissari incaricati di fissare i confini dei Castelli del Comitato di Fermo con detta Terra , nell’anno 1456 – per mano di ser Evangelista di Antonio da Amandola. Vedi num. 909.
1655 – Diritti del Castello di Marano – Atto copiato di una lettera del Rev.mo Signor dal titolo di San Martino, Cardinale e Legato della Sede Apostolica, diretta al nobiluomo Pisa, suo nipote, sopra la restituzione del Castello di Marano al magnifico Comune di Fermo ecc. fatto sotto l’anno del Signore 1266- copiato per mano di Bonaccorsio Gonzaga notaio.
1666 – Castello di Marano – Atto di una vendita di una casa fatto dal Sig. Giovanni di Ambrosio dal Castello di Marano a Palmerio del Sig. Falcone, a nome del Comune di Fermo, sotto l’anno del Signore 1268 – insieme con numerosi altri atti di vendite di case e altre cose, fatti da diverse persone al predetto signor Palmerio a nome come sopra – rogato da Pietro di Bartolomeo.
1667 – Castello di Marano – Atto di un mandato di procura fatto dal Comune e gli uomini del Castello di Marano, nella persona di Giovanni di Attone, in particolare ed espressamente dal Sindaco del Comune di Fermo, o da altri aventi l’autorità, per ricevere la cittadinanza e per promettere a detto Sindaco che gli uomini del Castello di Marano sempre saranno e rimarranno e pagheranno le tasse, le contribuzioni e tutti i servizi come si usa nel Comune di Fermo, come fanno i cittadini Fermani ecc. nell’anno del Signore 1254. Con una copia di un atto di promessa fatta da Rainaldo di Fallerone e la signora Maria con le figlie e suoi uomini ed abitanti del Castello di Marano, di spianare la Carbonaria del girone con un altro Castello e murare tutto il Castello di fare parecchie altre cose, come detto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1194 – al tempo di Celestino Papa ed Enrico VI Imperatore dei Romani.
1668 – Marano – Lettera di Lucio di Ursino diretta al Sig. Raffaele, banchiere del Comune di Fermo, nella quale è contenuto che restituisca a Mecozio Sbarzoco da Marano un fiorino per il motivo come è scritto in essa. Sotto la data, Fermo, nel giorno 5 Dicembre, nell’anno del signore 1547.
1669 – Marano – Bolla di Gregorio Papa di restituzione del Castello di Marano alla Comunità e al Comune della città di Fermo. Fatta presso la Città Vecchia nel giorno secondo alle None di Maggio (6 Maggio), nell’anno secondo del Pontificato.
1670 – Marano – Atto di quietanza fatta da Grimalduccio e la signora Aldisia, figlia ed erede di Francesco del signor Giovanni di Matteo di Firmone e Rogesolo del signor Matteo, marito della signora Aldisia, al signor Gentile di Mogliano, Sindaco del Comune di Fermo, a nome di detto Comune, di 250 libbre volterrane ravennatensi, che Michele di Giovanni di Sinibaldo, a nome del Comune di Fermo, ricevette dal predetto Francesco, per la cui quantità detto Sindaco del Comune di Fermo ipotecò a detto Francesco il Castello o il deposito del Castello di Marano ecc. Sotto l’anno del Signore 1296 – rogato da Tebaldo notio.
1671 – Marano – Copia di una copia di una lettera inviata al Sig. Pisto del Sig. Giacomino De Trocis da Ferrara dal Rev.mo Simone dal titolo di San Marco, Cardinale Legato della Sede Apostolica affinché personalmente si rechi al Castello di Marano e si adoperi per attribuire il possesso di detto Castello e dei suoi diritti al Comune, alla Comunità e agli uomini Fermani, sotto la pena a proprio arbitrio, e che per l’avvenire obbediscano alla stessa Comunità e agli uomini Fermani ecc. insieme con parecchi diritti fra il Comune di Fermo e il Comune del Castello di Marano – trascritta da Antonio di ser Cisco da Fermo.
1672 – Marano – Conferimento di un processo insieme con la richiesta e la sentenza fatta per la parte e a richiesta del Comune e degli uomini del Castello di Marano con il Comune di Fermo, relativa al processo dei delitti fatti nel detto Castello; da farsi come più ampiamente è scritto nella detta supplica e sentenza tramite Errico Gaetano da Viterbo, Giudice per gli appelli, per conto della Santa Romana Chiesa nella Provincia delle Marche, a favore del Comune di Fermo, contro il Comune di Marano. Sotto la data, nel Girifalco Fermano, nell’anno del Signore 1379 – rogato per mano di ser Simone da Spoleto.
1673 – Marano – Copia di un privilegio di promesse fatte e di obbligazioni tramite il Presbitero Sescovo della Sede Fermana agli uomini del Castello di Marano, nell’anno del Signore 1194- rogato in copia da Guglielmo di Margarito notaio. Vedi pag. 153 num. 747.
1674 – Diritti del Castello di Massa – Atto di spartizione di beni fatta fra i Nobili di Massa, nella quale divisione Lino del Sig. Guglielmo prese per sé soltanto il Castello di Carnassale con tutti i diritti dello stesso e tutti i diritti che detto nobile aveva sui Patronati delle Chiese nel Castello di Camporo e su altre giurisdizioni; Vanne del Sig. Gerardo per sé, per Tuccio,per Ciccarone e Andreuccio suoi fratelli, prese il Castello di Gabbiano e la metà dei beni nella città di Fermo, e tutti i beni nella Terra di Monte dell’Olmo e nella Terra di Macerata con tutti i diritti e i Patronati delle Chiese, e il Sig. Rainaldo di Fidesmido per sé, ed il fratello suo Cicco, prese il Castello di Massa e il Castello di Chiarmonte con tutti i diritti e Patronati delle Chiese ecc. e l’altra metà di tutti i beni nella città di Fermo ecc. nell’anno del Signore 1314 – rogato da Nicola Benvengiati un tempo da Massa notaio.
1675 – Massa – Copia di un mandato di procura fatto da Rainerio Zeno, Podestà del Comune di Fermo e della Comunità e gli uomini della città di Fermo, nella persona di Aldigerio notaio, a nome di detto Comune, per accogliere il Sig. Guglielmo da Massa della cittadinanza della città di Fermo, e per ricevere dallo stesso il giuramento e adeguata garanzia di sottomettere sé, i beni e le sue terre (cittadelle) alla giurisdizione di Fermo e di obbedire agli ordini del predetto Sig. Podestà e dei successori, e per altre cose ecc. Per questo motivo il Sig. Guglielmo giurò di prestare attenzione e di osservare tutti gli ordini del predetto Podestà e dei suoi successori ecc., nell’anno del Signore 1252 – rogato da Alberto De Brusegadis, copiato per mano di Vanne di Domenico da Fermo.
1676 – Massa – Atto di un mandato di procura della città di Fermo, nella persona del Sig. Angelo di Berardo, per ricevere, a nome della città, la vendita di tutti i beni un tempo di Vanne di Ciccarone, del signor Cuzio, e di Andreuccio del Sig. Gerardo da Massa, ubicati nel territorio di Massa e Gabbiano, del Comitato di Fermo, e nella Terra di Santa Maria in Georgio, confiscati dalla Camera per il prezzo di 1100 fiorini d’oro dal Eev.do signor Gerardo, Abate del Monastero Maggiore di Tours, Nunzio della Sede Apostolica ecc., nell’anno del Signore 1372 – rogato da ser Nardo di ser Corrado da Bictonio. Vedi Gabbiano.
1677 – Massa, o Gabbiano – Atto di retrovendita fatta dei beni che un tempo furono di Andreuccio di Ciccarone del Sig. Cuzio e di Vanne di Gerardo da Massa, confiscati dalla Camera ecc. Vedi Gabbiano num. 1632.
1678 – Massa – Copia di un atto di donazione e di cessione di tutti i diritti e le pertinenze e di tutta la giurisdizione del Castello di Massa, fatto dal Sig. Tebaldo di Giacobbe, come Sindaco e a nome del Sindacato, della Comunità di detto Castello al Sig. Matteo di Pietro Rose da Fermo, a nome del Sindacato del Comune di Fermo ecc. Sotto l’anno del Signore 1327 – rogato da Monte di Giacobbe da Fermo.
1679 – Massa – Mandato di Monte Santa Maria in Georgio, nella persona di ser Pietro di Giovanni da Fermo, nel processo che ha con il nobile e potente milite e padrone di Massa, per presentarsi nella Curia Generale della Provincia delle Marche e per dare giustificazioni per una inchiesta avviata contro detto Comune a causa dell’accoglimento di Vico di Tuzio Bonacose, di detto luogo, bandito e ribelle, nell’anno del Signore 1367 – per mano di Giovanni del maestro Giorgio da Sarnano.
1680 – Massa – Atto di un accordo circa i confini tra i Comuni di Massa e di Santa Maria in Georgio, fatto dal magnifico Costante di Gabina, Marco di Pandolfo, Vincenzo di Berardino, e Natale di ser Francesco da Monte Giorgio ai quali, con questo accordo, mediante il giuramento, fu concesso dagli incaricati di Massa, ossia da Guarnerio di Silvestro, Giuliano di Guerriero, Pietro di Farinello e ser Francesco di Perrotto con l’intervento del chiarissimo dottore nei due diritti Giovanni di Filetto da Gualdo, del Rev.mo Legato, Uditore Commissario, nell’anno 1538 – per mano di ser Quiriaco di Novo da Macerata.
1681 – Diritti del Castello di Mercato – Atto copiato di alcune condanne fatte tramite il Sig. Sinibaldo De Aymandis da Treviso, Podestà di Fermo, contro il Sig. Vinciguerra da Mercato in 2000 libbre ravennatensi perché lo stesso con 40 uomini a cavallo e a piedi depredò alcuni mercanti di Ancona, di Firenze e di Siena, e molti altri che erano con loro, di stoffe di altre cose, come detto in quella condanna. E parimenti contro Rainaldo e Albertino di Camporo condannati per il motivo come sopra, sotto l’anno del Signore 1284.
1682 – Macerata – Atto della pace fatta fra Cauzio del defunto Vinciguerra da Mercato per sé e per i suoi eredi universali e singoli fautori, aiutanti e seguaci da una parte e Otto del defunto Albertino da Mercato, di tutte le offese fra loro fatte dall’una e dall’altra parte ecc. sotto la pena di 4000 fiorini d’oro in caso di trasgressione, con l’intervento del Comune di Fermo. Sotto l’anno del Signore 1317 – rogato da Bondo del defunto Nardo ecc.
1683 – Mercato – Atto copiato di una donazione e concessione del Castello di Mercato e del suo Borgo con le porte, le vie, le fonti e le ripe e con altre cose come scritto in quell’atto, fatto e concesso da Cauzio di Vinciguerra e da Censorio di Albertino di Vinciguerra da Mercato, a Giacobbe di Aldovero, Sindaco del Comune di Fermo, a nome di detto Comune, per il motivo che il predetto Sindaco, a nome di quanto sopra, riceve il predetto Cauzio e Censorio e i loro posteri al beneplacito, onori e dignità come gli altri cittadini di Fermo, e sotto la giurisdizione e la difesa di detto Comune ecc. come scritto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1319 – rogato da Francesco di Francesco notaio. La copia in verità da Petrocco di Alessandro da Fermo notaio. Vedi Acquaviva num. 1037 pagina 220. Vedi Castello di San Benedetto.
1684 – Diritti del Castello di Morico – Bolla di Gregorio Papa IX diretta al Vescovo di Fermo e all’abate di Santa Croce di Chienti e al Priore da Balegone, della Diocesi Fermana e di Camerino, a richiesta di Fidesmido da Mogliano, di associare detto Priore nella decisione da prendere nel processo in corso fra detto Fidesmido e il Comune di Camerino sopra il Castello di Morico ecc. Sotto la data, Anagogna, nel giorno settimo alle Calende di Settembre (26 Agosto) nell’anno quarto del Pontificato.
1685 – Morico – Incarico conferito dal Santissimo Gregorio Papa IX al Rev.mo Vescovo Fermano perché, eliminato l’ostacolo dell’appello, preposta la ragione, vada avanti nel processo in corso avanti ad esso tra Fidesmido da Mogliano da una parte e il Comune di Camerino dall’altra sopra il castello di Morico e sopra altre cose ecc.
1686 – Diritti del Castello di Mogliano – Atto di una vendita fatta dal Sig. Pietro di Rattoncino, Preposto e Ricevitore Generale della Santa Romana Chiesa delle rendite dei proventi nell’Italia, di numerosi immobili che furono di Gentile, Nicoluccio, Capitale, Andrea e di altri condannati da Mogliano, alla Comunità, Comune e uomini di detto Castello e per essi a Cicco di Tommaso di Crisindeo, Sindaco e Procuratore al prezzo di 4400 ducati d’oro ecc. Sotto l’anno del Signore 1370 – rogato da ser Giovanni di Americo da Parma.
1687 – Mogliano – Atto copiato di un mandato di procura fatta dal Comune e gli uomini del Castello di Mogliano nella persona di ser Puccio di Tuzio da Camerino per un salario di 3 fiorini d’oro da pagarsi da detto Comune nello stesso anno, ossia per il tempo in cui servì a detto Comune per le liti e i processi e soprattutto con Manitto di Francesco di detto Castello e generalmente ecc. Sotto l’anno del Signore 1369 – rogato da ser Matteo di Cecco di Andrea da Mogliano.
1688 – Mogliano – Atto di sottomissione e di una promessa fatta da Tommaso e Gentile del signor Gentile da Mogliano alla Comunità e al Comune di Fermo, e per esso a Matteo di Giovanni del maestro Pensabene, Sindaco del Comune di Fermo, ossia di ogni giurisdizione e del mero e misto impero sul Castello di Mogliano e del suo territorio e relativo distretto ecc. come scritto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1317 – rogato da Boncambio di Giacomino di Giacobbe.
1689 – Mogliano – Atto di esecuzione da farsi di sentenze fatte dal Vescovo di Senigallia e Giudici soci, incaricati della Camera Apostolica a favore di Fidesmido da Mogliano contro Tommaso e Giovanni, figli del Sig. Bove da Sant’Angelo e Bove e Rainaldo, loro nipoti e i loro beni, come più ampiamente è scritto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1234 – rogato da Gualfredo notaio.
1690 – Mogliano – Lettera aperta del Rev.mo Sig. Anglico, Vescovo Albanese, Vicario Generale della Santa Romana Chiesa in Italia, diretta al Rettore della Provincia delle Marche affinché spinga e costringa, con l’autorità della legge, la Comunità e gli uomini di Mogliano a pagare la somma di 3000 fiorini per ciò che resta del prezzo dei beni del defunto Gentile da Mogliano, confiscati dalla Camera Apostolica, e tramite il maestro Pietro, Ricevitore dei proventi delle vendite a favore della Camera Apostolica in Italia, 3000 fiorini tramite gli stessi compratori, a richiesta del Comune di Fermo, nelle mani di Alfarello di Fanello e Francesco di Faciolo, cittadini anconetani. Fatta nel giorno nono alle Calende di Agosto (24 Luglio) nell’anno ottavo del Pontificato di urbano Papa V.
1691 – Castelli di Mogliano e Petritoli – Atto della donazione fatta tramite l’Ill.mo e Rev.mo Sig. Cardinale Farnesesio, alla Comunità di Fermo, del Castello di Mogliano e di Petritoli, o al Sig. Troiano di Riccio, suo procuratore, per l’autorità per sempre a lui conferita dal Santissimo, con tutte le giurisdizione con il mero e misto impero, nell’anno del Signore 1549 – 30 Agosto, al tempo di Paolo Papa III – rogato dal Sig. Pastore De Grossis da Galesio.
1692 – Mogliano – Atto di una vendita fatto da Rainaldo di Gilberto al signor Fidesmido da Mogliano e al Sig. Baligano di Falerone di tutti i beni immobili che furono di Uguccione suo nonno e del padre e dei padri suoi predecessori, cioè a dire a Fidesmido per due parti integralmente tutto quello di Brunforte con gli uomini ed altre cose ecc. e al detto Sig. Baligano per la terza parte, ossia da Monte Ragnolo sino al Morrione o al Monte San Giovanni, dal Salino verso Tenna, ossia i Castelli, i Castellari, le Chiese, e gli uomini ed altre cose come detto in quell’atto al prezzo di 200 libbre ravennatensi. Sotto l’anno del Signore 1229 – rogato da Rainaldo notaio.
1693 – Mogliano – Riserve e opposizioni fatte contro le affermazioni dei testimoni della parte di Rainaldo e di Tomassuccio, esaminati nel processo col signor Fildeo ed altri soci della causa.
1694 – Mogliano – Atto di un mandato di procura fatto dalla Comunità e dagli uomini del Castello di Mogliano nella persona di Crisogono di Pietro da Mogliano e a loro nome per comparire davanti ai magnifici Priori della città di Fermo e per ottenere il permesso di applicare e di riscuotere una tassa nel detto Castello ammontante a 200 libbre per un bisogno urgente di detto Comune, ossia per le paghe del Podestà, dei Baiuli, del Sindaco e del Maestro e di altri come è detto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1406 – rogato da Vanne di Corrado da Mogliano.
1695 – Mogliano – Atto di alcune proposte e deliberazioni fatte da Crisogono di Giacobbe, altrimenti detto Chimente, e da Crisogono di Corradino dal Castello di Mogliano, nel Parlamento degli uomini di detto Castello, sopra le intenzioni di accuse per i danni arrecati, fatto nella Curia di Mogliano, deliberazioni che fatte da predetti uomini, come è possibile vedere in detto atto, ebbero valore per 157 fave nonostante 22 contrarie. Sotto l’anno del Signore 1483 – rogato da ser Armilleo di Marino dal Castello di Massignano, Vicario di detto Castello di Mogliano.
1696 – Mogliano – Atto di una quietanza di 3000 fiorini d’oro fatto tramite Petrello del Sig. Gentiluccio da Mogliano, alla Comunità e al Comune di Fermo e per esso al Sig. Puccio del Sig. Giacobbe e soci, Priori di detta città, per la qual cosa il predetto Petrello dichiarò di aver pagato ai Sigg. Malatesta e Galeotto De Malatestis o ad altri degli stessi, per il riscatto del Castello di Mogliano e per altri motivi come indicato in esso. Sotto l’anno del Signore 1366 – rogato da ser Andrea di Gentile da Fermo.
1697 – Mogliano – Copia di una lettera del Governatore della Provincia delle Marche che vieta ossia che nessun uomo del Castello di Mogliano possa tramite qualcuno essere inviato quali ambasciatore di detto Castello se lo stesso non sarà stato deciso dal Podestà o dal Consiglio di detto Castello ecc. Sotto l’anno del Signore 1375 – rogato di un’altra copia da ser Domenico di Vannuccio da Fermo.
1698 – Mogliano – Atto di quietanza fatta dal Sig. Pietro di Rattoncino, Preposto del Ricevitore delle rendite dei proventi della Santa Romana Chiesa, alla Comunità e gli uomini di Mogliano e per loro al Sig. Cisco di Tommaso di Crisindeo di ducati 1000, per il saldo di 1400 ducati d’oro per il prezzo della vendita di tutti i beni di Gentile, di Nicoluccio e di altri ecc. Sotto l’anno del Signore 1371- rogato da ser Giovanni di Aimerico da Parma.
1699 – Mogliano – Atto copiato di occupazione, mediante giuramento, fatto dal Sig. Gentile da Mogliano a nome proprio e di Fidesmido e dei suoi fratelli, al Sig. Palmerio del Sig. Falco, Sindaco del Comune di Fermo, di conservare per sempre la cittadinanza della città e del Comune di Fermo, sottomettendo tutti i suoi beni, e dei suoi fratelli, persino i Castelli e le terre alla giurisdizione della città di Fermo ecc. come scritto in quell’atto. Sotto l’anno del signore 1252 – rogato da Corrado notaio.
1700 – Mogliano – Copia di una sentenza di condanna fatta tramite Vl Sig. Martino da Amelia, vicario sopra i Malefici del magnifico Sig. Blasco di Forando da Belvisso , Rettore nella Marca Anconetana, contro Fronzio di Francesco e il socio dal Castello di Mogliano, per le cause e motivi come scritto nella detta sentenza. Sotto l’anno del Signore 1359 – al tempo del Signor Innocenzo VI – rogato da Giovanni da Bologna notaio. La copia in realtà rogata da Pizio di Lorenzo.
1701 – Mogliano – Atto di procura fatto dalle Comunità e a nome dei Castelli di Mogliano e di Montechiaro, da i vassalli del nobile milite Sig. Alterio da Mogliano e dei suoi figli, ossia Puccio e fratello, nelle persone di Antonuccio di Nicoluccio da Fermo per la parte dei detti di Mogliano, e per la parte di quelli di Montechiaro Tommaso di Giovanni ed altri come indicato in detti mandati, a nome loro e per promettere e giurare la cittadinanza della città di Fermo ai Sindaci ecc. come scritto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1323 – rogato da ser Filippo di Calcaneo da Mogliano.
1702 – Mogliano – Copia del testamento del Sig. Fidesmido da Mogliano, fatto nell’anno del Signore 1294 – presente il Sig. Balingano e il Sig. Trasmondo da Sant’Angelo.
1703 – Mogliano – Atto di un mandato di procura fatto dalla Comunità e dal Comune del Castello di Mogliano nella persona di ser Vanne di detto Castelloa presentarsi dinanzi ai magnifici Sigg. Priori della città di Fermo per ottenere il permesso di imporre e riscuotere una contribuzione per gli uomini malati in detto Castello, nell’importo di 170 libbre di denari. Sotto l’anno del Signore 1374 – rogato da ser Puccio da Mogliano.
1704 – Mogliano –Atto di un mandato di procura fatto dalla Comunità e dagli uomini del Castello di Mogliano nella persona di Carcone di Guardato da Mogliano con una paga di 9 libbre, come di consueto e più ed anche con la sostituzione fatta dallo stesso Procuratore con la persona di Jacopo di Giovanni per presentarsi dinanzi a qualsiasi giudice, rettore o officiali della città di Fermo e di difendere i suoi superiori in materia civile criminale ed anche per richiedere come detto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1326 – rogato da ser Francesco di Andrea da Mogliano.
1705 – Mogliano – Trascrizione di un atto di vendita fatta dal Rev.mo Egidio, Cardinale Vicario Generale, al Sig. Domenico del Sig. Bongiovanni, Sindaco del Comune di Fermo, di tutti i beni che un tempo, nel Castello di Mogliano, furono di Gentile da Mogliano, condannato e ribelle della Santa Chiesa Romana, per il prezzo di 3000 fiorini d’oro. Nell’anno del Signore 1355, per mano di Antonio di Bartolomeo da Fermo insieme con un atto di quietanza fatta da ser Lotto di Giacobbe da Monte di Santa Maria in Cassiano, e ser Bartolomeo Gani da Fagnano a nome del Tesoriere della Camera, Coluccio di Bonarello , a nome della Città di fiorini 3000, pagati per l’acquisto dei beni di Gentile da Mogliano sotto il giorno 12 Dicembre 1357 – per mano di Vanne di Cole del maestro Tommaso da Macerata – trascritto per mano di Giorgio di Matteo di Dono da Fermo.
1706 – Mogliano – Atto di un mandato di procura fatto dal Comune e dagli uomini del Castello di Mogliano nella persona di ser Compagnuccio dello stesso Castello per la causa e soprattutto per il motivo che detto Comune ha e spera di avere con il signor Paolo del Sig. Giovanni da Bologna ecc. Sotto l’anno del Signore 1362- rogato da Matteo di Cisco di Andrea da Mogliano.
1707 – Mogliano – Atto di una copia di un testamento della signora Befania, figlia della signora Clavellina, moglie del defunto Sig. Norando del Sig. Tommaso del Sig. Fidesmido, fatto da ser Francesco di Pilippuccio da Fabriano – trascritto da Francesco di Nicoluccio.
1708 – Mogliano – Atto relativo a patti e capitoli fatti ed iniziati fra i Nobili e Baroni del Castello di Mogliano, Massa, Monteverde e da altri castelli da una parte, e la Comunità e il Comune di Fermo dall’altra, come detto in essi. Sotto l’anno del Signore 1229 – rogato da Giovanni da Villafranca.
1709 – Mogliano – Atto copiato di un atto di condanne fatte dal Sig. Angelo Paradiso, Dottore in tutte due diritti e Giudice Generale dei Malefici nella Marca Anconetana, contro Gentile, Nicoluccio e Cicarrello del Sig. Tommaso e Ruggerio figlio del Sig. Gentile da Mogliano, per i misfatti, colpe ed eccessi come detto in quelle condanne, sotto l’anno del Signore 1371 – rogato da ser Andrea di Riccio da Monte Novo – la copia in verità rogata da Giulio di Cicco da Macerata.
1710 – Mogliano – Atto di acquisto della metà di tutti i beni del defunto Oguccione, nonno di Rainalduccio di Ercolano, tramite il signor Fidesmido da Mogliano per due parti di Brunforte e tramite Corrado di Falerone per la terza parte dal sopraddetto Rainalduccio di Ercolano con i diritti e le azioni come scritto nel detto atto al prezzo di 200 libbre volterrane. Sotto l’anno del Signore 1232 – rogato da Rainaldo notaio.
1711 –Mogliano – Testamento del Sig. conte Trasmondo, figlio del defunto conte Gerardo da Sant’Angelo in Pontano, che istituisce eredi le figlie signore Mattia, Marsibilia e Munaldesca in tutti i suoi beni e giurisdizioni nel Castello di Sant’Angelo in Pontano, nel Castello di Mogliano, nella Paleviniole e Gualdo con la condizione che, morendo senza eredi, tutta l’eredità va dal conte Bono suo fratello. Nell’anno del Signore 1202 – per mano di ser Alberto notaio.
1712 – Mogliano – Copia di una promessa fatta dall’Ill.mo e Rev.mo Sig. Alessandro Cardinale Farnesio alla Comunità e al Comune di Fermo, e per esso ai Sigg. Oratori Gentile Bevilacqua e Sebastiano Savino, di restituire, entro il biennio, i castelli di Mogliano e di Petritoli. Sotto l’anno del Signore 1547.
1713 – Mogliano – Copia di un bando o condanna fatta dal Sig. Bartolomeo De Orlandinis da Firenze, Podestà della città di Fermo, contro Massio del Sig. Ludovico e Gentile suo figlio dal Castello di Mogliano a causa e per il motivo come più ampiamente risulta dalla detta condanna, sotto l’anno del Signore 1413 – rogato da Mariano di Giacobbe. La copia in verità da Giovanni del defunto Puccio di Fermo.
1714 – Mogliano – Atto di una promessa di 22 soldi volterranei, fatta per garanzia dal Sindaco del Comune di Fermo, a Giovanni di Ugolino, perché stette, per conto del Comune di Fermo, 22 giorni a Mogliano e a Montechiaro ecc. sotto l’anno del Signore 1250 – rogato da Matteo notaio.
1715 – Mogliano – Copia di un atto di quietanza fatta dal Sig. Pietro di Rattoncino, Ricevitore delle rendite proventi della Santa Romana Chiesa in Italia, alla Comunità e gli uomini di Mogliano e per loro conto al Sig. Cicco di Tommaso di Crescindei di detto Castello, loro Sindaco, di ducati 1000 a saldo di 4400 ducati. Vedi num. 1698.
1716 – Mogliano – Copia di un atto pubblico di restituzione di alcuni beni del Castello di Mogliano sequestrati della Camera Romana. Vedi num. 1686.
1717 – Mogliano – Atto di quietanza fatta dal Sig. Pietro di Rattoncino, Ricevitore Generale dei redditi dei proventi della Santa Romana Chiesa in Italia, alla Comunità e agli uomini del Castello di Mogliano e per essi a Cicco di Tommaso, Sindaco, di 1400 ducati per il secondo pagamento dei beni che furono di Gentile, Nicoluccio e di altri di detto Castello, tramite il predetto Sig. Pietro a nome di quelli di cui sopra venduti nell’anno del Signore 1371. Rogato da ser Giovanni di Aimerico da Parma.
1718 – Mogliano – Articoli e capitoli unitamente con i nomi dei testimoni fatti da parte del Sig. Giovanni e soci contro Ranaldo del Sig. Palmerio e Tomassuccio del Sig. Giovanni sopra questioni e offese fatte contro lo stesso Rainaldo.
1719 – Mogliano – Atto copiato di un atto di una copia di condanna fatta e recaata dal Sig. Angelo di Paradiso, Dottore nei due diritti, Giudice Generale dei Malefici nella Marca Anconetana contro il Sig. Gentile da Mogliano e Rogerio suo figlio per i delitti, colpe ed eccessi come scritto in quella sentenza sotto l’anno del Signore 1356, al tempo del Signor Innocenzo Papa VI – rogato da Marino di Leonardo di Deodato ecc.
1720 – Mogliano – Atto di conferma di una vendita di beni venduti dal Sig. Pietro di Rattoncino alla Comunità e al Comune di Magliano, come più ampiamente risulta per mano di Giovanni di Americo da Parma, fatto da Giacobbe di Domenico di Silvestro da Fermo, Sindaco e Procuratore della Comunità e degli uomini della città Fermana, sotto l’anno del Signore 1371 – rogato da Vanne di Corrado da Mogliano.
1721 – Mogliano – Atto copiato di un atto di vendita di beni che furono del Sig. Gentile da Mogliano, condannato e ribelle della Santa Romana Chiesa, tramite il Rev.mo Sig. Egidio, Cardinale Legato della Sede Apostolica e Vicario Generale in Italia, al Comune di Fermo e per esso al Sig. Domenico del Sig. Bongiovanni da Fermo per il prezzo di 3000 fiorini d’oro, sotto l’anno del Signore 1355. Rogato quello da Antonio di Bartolomeo da Fermo, la copia in realtà, con la quietanza di 3000 fiorini, da Vanne di Domenico di Pietro da Fermo sotto l’anno del Signore 1357.
1722 – Mogliano – Atto copiato di un atto pubblico di sottomissione e di promesse fatte dal Comune e dagli uomini del Castello di Mogliano ed un tempo di Montechiaro, e per essi da Riccardo di Benpensante, loro procuratore, alla Comunità e agli uomini e ai Priori della città di Fermo, ossia consegnando detti Castelli, sottomettendo ai nomi di cui sopra gli uomini e i loro Castelli alla giurisdizione e alla protezione della città di Fermo, con gli oneri ed i patti come è scritto in quell’atto ecc. sotto l’anno del Signore 1324 – l’atto principale rogato da ser Simone di Simonetto da Fermo. La copia in realtà da ser Cola del maestro Domenico da Fermo.
1723 – Mogliano – Atto copiato di una sentenza rispettivamente di condanna e di assoluzione fatta dal Sig. Pietro del Sig. Errico Della Porta di San Miniato, Vicario e Rettore della città di Fermo, contro Gentile da Mogliano e i suoi figli ed altri complici, come risulta nella detta condanna, a causa dei malefici, eccessi fatti e perpetrati da essi contro la Reverenda Camera Apostolica ed il Comune di Fermo. Sotto l’anno del Signore 1356 – rogato dal ser figlio del defunto del ser Maffeo da Reggio.
1724 – Mogliano – Lettera dell’Ill.mo e Rev.mo Sig. Cardinale Farnesio diretta all’Ill.mo Sig. Legato della Provincia delle Marche circa la consegna del possesso dei Castelli indicati nel Breve ed anche delle gabelle ecc. Sotto la data, Roma, nel giorno 11 Ottobre 1547.
1725 – Mogliano – Atto di quietanza di 1000 ducati fatta dal Sig. Pietro di Rattoncino, Ricevitore Generale delle rendite e dei proventi della Camera Apostolica in Italia, a Cicco di Tommaso di Crisendei , Sindaco della Comunità e degli uomini di Mogliano, a causa dei beni, un tempo di Gentile e di altri nobili di detto luogo, confiscati dalla Camera Apostolica, e infine dallo stesso Ricevitore venduti al detto Comune per 4400 ducati, come più ampiamente è scritto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1370 – rogato da Antonio di Giovannello.
1726 – Mogliano – Bolla o lettera aperta di perdono e di ammissione alla grazia fatta dall’Ecc.mo Sig. Andrea Tomacello, fratello germano del Santissimo Signore Nostro Bonifacio Papa IX, Marchese della Marca Anconetana ecc. alla Comunità e agli uomini del Castello di Mogliano per gli eccessi, e i crimini, i tradimenti, omicidi, furti ed altre cose fatte nella città di Fermo o nel suo Territorio e Distretto. Sotto l’anno del Signore 1397 – rogato da Onofrio cancelliere.
1727 – Mogliano – Atto relativo alla sottomissione e alla promessa fatta dal Sig. Manfredo di Bartolo del Castello di Mogliano, a nome della Comunità e degli uomini di quel Castello, quale Sindaco e procuratore del Comune di Fermo, e per esso a Matteo di Giovanni del maestro Pensabene, ossia consegnando il Castello di Mogliano e il suo Territorio e Distretto, con tutti i diritti e sue pertinenze, per la parte che compete dei signori Tomasio Gentiluccio del Sig. Gentile da Mogliano, ed anche la predetta Comunità, e gli uomini, il Comune di detto Castello sotto la giurisdizione e la protezione del Comune di Fermo e sotto il suo governo e territorio, e con altri patti e sottomissioni, come scritto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1317 – rogato da Boncambio di Giacobino notaio.
1728 – Mogliano – Copia di alcuni atti insieme con una sentenza fra la Comunità e gli uomini del Castello di Mogliano da una parte e la Comunità, il Comune e gli uomini di Fermo dall’altra, sopra la richiesta fatta dai detti uomini di Mogliano che dovevano e che dovessero osservare i patti e i capitoli iniziati dalla Comunità, Comune e uomini di Fermo con essi, sopra la quale richiesta, trascurati alcuni altri atti dall’una e dall’altra parte, poi fra le dette parti furono fatti tramite il signor Roberto di San Gemino, Giudice sopra i malefici nella Marca Anconetana si è arrivati alla infrascritta sentenza di tale tenore (omesse alcune cose non sostanziali). Noi Roberto ecc. comandiamo di osservare per sempre che il Podestà e gli Officiali del Castello di Mogliano, da designarsi dal Comune o dagli uomini della città di Fermo, possano conoscere e porre termine a tutte le cause civili e criminali, tranne che per omicidio, tradimento, furto, assassinio, rapine stradali, e per altre cose, dove si impone la pena capitale o il taglio di membra, ecc. e delle quali ecc. dichiariamo che la conoscenza spetta il Podestà e agli Officiali di Fermo. Sotto l’anno del Signore 1369 – rogato da Antonio da Appignano. La copia in verità rogato da Matteo di Cisco di Andrea da Ficolliano.
1729 – Mogliano – Capitoli delle concessioni fatte dai Priori del Popolo della città di Fermo per la Comunità e il Comune del Castello di Mogliano, dal tenore come scritto in essi.
1730 – Mogliano – Richieste e le affermazioni fatte da parte del Sig. Fildeo da Mogliano tramite il Sig. Tommaso, il Sig. Giovanni del Sig. Bove e Bove e Rainaldo del Sig. Palmerio.
1731 – Mogliano – Dichiarazioni di alcuni testimoni esaminati per la parte di Fildeo contro i figli di Bove e i figli del Sig. Gerardo.
1732 – Mogliano – Citazione fatta da parte del Sig. Fidesmido da Mogliano contro Tommaso e Giovanni, figli del Sig. Bove da Sant’Angelo e soci, circa l’esecuzione di una sentenza tra di essi fatta da Oldofredo Vescovo di Senigallia ecc.
1733 – Mogliano – Atto di una relazione riguardante una presa di possesso di una tenuta di altre cose di un certo Manzo di Bartolomeo Berte di Angelo tramite Giovanni di Rosello, Messo del Sig. Fildeo da Mogliano ecc. come scritto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1236 – rogato da ser Giovanni di Alberto da Sarnano.
1734 – Mogliano e Petritoli – Breve del Santissimo Signore Nostro Giulio Papa III di restituzione e di reintegrazione dei Castelli di Mogliano e Petritoli, con i loro frutti, tasse, rendite e le entrate, concesso dallo stesso Pontefice alla Comunità di Fermo, per il motivo come indicato in quel Breve; ed anche con la condizione di risarcire tutti i danni arrecati dal Capitano Federico De Nobilibus da Fermo, e dai suoi complici, agli uomini e alla Comunità di Petritoli, pagando, nel luogo e tempo appropriati, e a discrezione del signor Baldoino da Monte, fratello germano di detto Pontefice. Fatto a Roma nel giorno 25 Novembre 1552. Nell’anno terzo del Pontificato.
1735 – Mogliano- Quietanza del Comune di Mogliano di scudi 3300, fatta al Comune di Fermo, unitamente al mandato e ai decreti del Parlamento per la reintegrazione la restituzione di detta città e nel possesso di detto Castello.
1736 – Mogliano e Petritoli – Atto di possesso dei castelli di Mogliano e di Petritoli accettato a richiesta della città di Fermo, nell’anno del signore 1578.
1737 Mogliano – Copia di una lettera di Anglico, Vescovo Albanese, per incarico di Urbano Papa V, fatta e diretta al Venerabile Stefano, Abate e Ricevitore Generale delle entrate in Italia, dal tenore evidentemente che, allorché gli uomini e il Comune di Fermo comperarono i beni del defunto Gentile da Mogliano dalla Camera Apostolica, al quale erano stati confiscati, mai gli officiali della stessa Camera in nessun modo poterono e possono avere detti beni ecc. come scritto in quella lettera, copiata per mano di Bartolomeo di Guidone da Imola, sotto l’anno del Signore 1368, al tempo di Urbano Papa V.
1738 – Mogliano – Lettera di Anglico, Vescovo Albanese, diretta al Comune e alla Comunità del Castello di Mogliano esortando quelli affinché restituiscano quanto prima 3000 fiorini d’oro che il Comune della città di Fermo, per l’acquisto dei beni del defunto Gentile da Mogliano, aveva pagato per essi ecc, Data, Bologna, 11 Giugno.
1739 – Mogliano – Breve di Sisto Papa IV diretto a tutti i Governatori, le Comunità, i Podestà e Officiali della Santa Romana Chiesa per la cattura di numerosi banditi e esuli di Mogliano che ferirono e depredarono dei beni Giovanni di Aceto, Cavaliere e Oratore fermano e uccisero due suoi servitori ed amici. Sotto la data, Roma, ultimo giorno di Marzo 1477. Nell’anno sesto del Pontificato.
1740 – Mogliano- Lettera del Rev.mo Pietro Aldobrandini, Cardinale Camerario della Santa Romana Chiesa, di avviso di una sentenza fatta dal Rev.do Geronimo, Vescovo Maceratese, nella causa in corso fra la magnifica Comunità e gli uomini della città Fermana da una parte e le Comunità dei Castelli di Mogliano, Falerone, Servigliano, Ponzano, Massignano, e Altidona, intorno e sopra il preteso pagamento delle tasse e la loro asserita esenzione ecc. lettera nella quale chiarì che la magnifica Comunità Fermana e gli uomini non erano obbligati al pagamento e alla contribuzione di tasse e collette da farsi tramite detti Castelli e tramite gli uomini della Camera Apostolica e da quella era da assolvere ecc. come scritto in quella lettera. Fatta nell’anno del Signore 1606.
1741 Mogliano – Diverse scritture e spiegazioni di un diritto e di un fatto e lettere relative al processo che era in corso tra la magnifica Comunità del Comune e degli uomini della città Fermana e il Comune e gli uomini del Castello di Mogliano ecc. come scritto in esse.
1742 – Mogliano e da altri castelli del comitato di Fermo – Processo istruito nella Curia Generale di Macerata della Provincia delle Marche per la magnifica Comunità e gli uomini della città Fermana e contro le Comunità dei castelli di Mogliano, Servigliano, Loro, Falerone, Campofilone, Petritoli, Ponzano ecc.
1743 – Mogliano e Petritoli – Processo sopra il Governo delle magnifiche Comunità di Mogliano e Petritoli ecc.vedi pag. 36 num. 174-175-294 e 638. Vedi Petritoli e il Castello di Sant’Angelo.
1744 – Diritti del Castello di Monte Urano – Atto di sottomissione del Castello di Monte Urano, fatto dal Sig. Tebaldo di Domenico di Pietro, Sindaco di detto Castello, al Comune della città di Fermo e per esso al Sig. Giovanni Plebano, suo Sindaco, con l’azzeramento dei patti fra la detta città e lo stesso Castello, con questa condizione che quelli rimanessero e con la promessa di sottostare a tutti gli obblighi e come scritto in quell’atto, nell’anno del Signore 1255 – rogato da Rainaldo del Sig. Guidone.
1745 – Monte Urano – Atto di un mandato di procura fatta dalla comunità, il Comune e gli uomini di Fermo, nella persona di Giovanni di Plebano, a nome di detto Comune, per ricevere da Tebaldo del Sig. Pietro, Sindaco del comune di Monte Urano, a nome dello stesso Castello la promessa e la sottomissione, ossia che gli uomini del predetto Castello stiano e siano governati secondo l’uso e il modo come i cittadini Fermani vengono comandati dal Podestà di Fermo e per altre cose ecc. sotto l’anno del Signore 1255 – rogato da Rainaldo del Sig. Guidone notaio.
1746 – Monte Urano – Atto relativo ad un accordo e a patti iniziati fra la magnifica Comunità di Fermo e il Comune del Castello di Monte Urano e i loro Sindaci da una parte, e il Comune della Terra di Sant’Elpidio a Mare il suo Sindaco dall’altra, a causa della differenza dei confini del Territorio e dei confini di detti possedimenti ed di particolari persone di detta città di Fermo e il Castello di Monte Urano e la Terra di Sant’Elpidio ecc. sotto l’anno del Signore 1479 – rogato da Procuzio di Riccio notaio. Vedi num. 644.
1747 – Diritti del Castello di Moresco – Atto di una vendita fatta dal Sig. Giorgio di Bardone e Crescenzio da Sant’Andrea per sé e per i suoi nipoti Andrea, Alessandrino e Grimaldo all’egregio Sig. Lorenzo Tiepolo, figlio del Sig. Giacobbe Tiepolo, di felice memoria, Doge di Venezia, Podestà di Fermo, che riceve per conto del Comune di Fermo il Castello di Moresco con il Girone con tutti i diritti al prezzo di 500 libbre volterrane, nell’anno del Signore 1266 – per mano di Nicoletto di Benvenuto notaio del Comune di Fermo. Con la conferma dei detti nipoti.
1748 – Moresco – Bolla di Gregorio Papa X che ordina a Pietro, chiamato Ispano, Castellano del Castello di Moresco fino al punto della requisizione di Fulcone da Poggio Riccardi, Rettore della Marca Anconetana, che restituisca al Comune di Fermo il Castello di Moresco. Sotto la data, Lione, nel giorno quarto alle Idi di Febbraio <10 Febbraio>, nell’anno secondo del suo Pontificato.
1749 – Diritti di Montappone – Atto copiato di un mandato di procura fatta dalla Comunità e il Comune di Fermo nella persona di ser Matteo di Pietro Rose, a nome di detto Comune per accogliere come cittadini gli uomini e la Comunità di Montappone e per altre cose come scritto in quel mandato, sotto l’anno del Signore 1327 – rogato da Giacobuccio di Firmano. La copia in realtà da Venanzio di Simonetto.
1750 – Montappone – Atto di una procura fatta dalla Comunità e a nome di Montappone, nella persona di Giacobbe di Ugolino di detto luogo, a nome di detto Comune, per promettere e giurare. per conto di detto Comune e degli uomini e dei loro figli e discendenti, perpetua cittadinanza e fedeltà al Comune di Fermo e di obbedire agli ordini del Podestà e del Capitano della città di Fermo e per altre cose come scritto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1327 – rogato da Andrea del maestro Gentile dal Castello di Guidone di Corrado.
1751 – Montappone – Mandato di Montappone e del nobile e potente milite Federico di Federico da Montappone, nella persona di Giacobbe di Ugolino, per promettere e giurare, a nome di detto Castello e del predetto Sig. Federico, perpetua cittadinanza e fedeltà al Comune di Fermo e di obbedire ai suoi comandi di prestare i reali e personali ossequi come gli altri cittadini e parimenti anche per dare e trasferire, a nome del detto Federico, al Comune di Fermo, ogni giurisdizione e tutto il dominio nel Castello predetto. Sotto l’anno del Signore 1327. Per mano di Andrea del maestro Gentile da Monte Vidon Corrado, trascritto per mano di Venanzio di Simonetto.
1752 – Montappone – Atto di un giuramento di fedeltà fatto da Giacobbe di Ugolino, Sindaco e Procuratore della Comunità e degli uomini del Castello di Montappone a ser Matteo di Pietro Rose, Sindaco e a nome del Sindacato del Comune di Fermo, giurando di essere sottoposto di obbedire agli ordini ed ai precetti dei Sigg. Priori pro tempore della città di Fermo e ad altre cose come detto in quell’atto. Sotto l’anno del Signore 1327 – rogato da ser Giacobuccio di Firmano.
1753 – Castello di Montappone – Copia di un atto di giuramento di fedeltà fatto da Giacobbe di Ugolino, Sindaco e quale procuratore del Castello di Montappone ecc. come nel numero precedente. – Trascritto per mano di Antonio di Bartolomeo da Fermo.
1754 – Castello di Montappone – Altra copia di quell’atto di fedeltà fatto da Giacobbe di Ugolino ecc., trascritto per mano di Chierico di Brunetto di Francesco.
1755 – Montappone – Terza di quell’atto di fedeltà e di promesse di Giacobbe di Ugolino, a nome suddetto ecc. copiato tramite Simone di Simonetto da Fermo. Sottoscritto per mano di Giacobbe di Simonetto.
1756 – Montappone – Atto di accettazione nella perpetua cittadinanza della città di Fermo, con i privilegi, gli onori e dignità, fatto tramite il Sig. Matteo di Pietro Rose, Sindaco del Comune di Fermo, a nome del Comune e degli uomini di detta città, a Giacobbe di Ugolino, Sindaco del potente milite Federico di Federico da Montappone e della Comunità e degli uomini di Montappone a cui il detto Giacobbe di Ugolino, a nome di detto Sig. Federico e della Comunità di Montappone promise e, toccate le sacre scritture, giurò di obbedire agli ordini e alle prescrizioni del Comune di Fermo e di quel Podestà, fatto sotto l’anno del Signore 1327 – rogato da Andrea del maestro Gentile.
1757 – Montappone – Copia dell’atto suddetto di ricevimento nella perpetua cittadinanza della città di Fermo ecc. trascritto per mano di Andrea del maestro Gentile.
1758 Montappone – Seconda copia dell’atto sopradetto di accoglimento del Sig. Federico da Montappone e della Comunità e degli uomini di Montappone e del loro Sindaco Giacobbe di Ugolino nella cittadinanza della città di Fermo ecc., trascritto per mano di Matteo del maestro Simone da Fermo.
1759 – Castello di Monteappone – Atto di conferma e di approvazione dei capitoli, patti e convenzioni, fatto fra il Sig. Matteo di Pietro Rose, Sindaco del Comune di Fermo e Giacobbe di Ugolino, Sindaco del Comune di Montappone, per accogliere quelli come cittadini e Distrettuali della città di Fermo, come più ampiamente è detto in quei capitoli e patti, per mano di ser Giacobuccio di Firmano notaio, approvando attraverso questo atto tutti e singoli i capitoli e pattiper detti motivi, redatto per mano del predetto Giacobuccio, sotto l’anno del Signore 1327- rogato da Rainaldo di Rainaldo.
1760 Monte appone – Copia di alcuni statuti e ordinamenti fatti dagli uomini indicati in questa copia e dai Priori del Popolo della città di Fermo, in forza della decisione del Consiglio dei 300 del popolo di detta città, scelti in mezzo alla Comunità del Comune di Fermo da una parte e in mezzo alla Comunità e gli uomini di speciali qualità del Castello di Montappone, dal tenore come più ampiamente è scritto nella detta copia. Trascritta tramite Chierico di Brunetto di Francesco da Fermo sotto il rogito di Rainaldo notaio, nell’anno del Signore 1327.
1761 – Montappone – Lettera del Rev.mo Sig. Egidio, Legato e Vicario Generale in Italia della sede Apostolica, con la quale vieta che sia costruito o riedificato nel Castellare di Montappone il fortilizio o il Castello vecchio ecc. Sotto la data, Fermo, 8 Ottobre, nell’anno terzo del Pontificato di Innocenzo VI.
1762 – Montappone – Privilegio di un permesso concesso tramite il Rev.mo Sig. Egidio, Cardinale e Legato della Sede Apostolica in Italia, alla signora Mitarella, moglie del potente milite Albergitto da Fabriano, affinché possa riedificare e per intero costruire il Castello di Montappone, abbattuto da Gentile di Mogliano, nel luogo ove era prima, con la condizione tuttavia che nello stesso luogo non abbia la facoltà di costruire un altro Castello o un’altra rocca senza il permesso della Sede Apostolica. Sotto la data, Gubbio, nel giorno terzo alle Calende di Giugno <30 Maggio

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