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GENITORI E FIGLI IN CAMMINO NELLA FEDE

Lorcassi Antimo

Mi fermo a parlare di fede e di famiglia con una mamma. Le chiedo se è proprio vero che ci vuole una famiglia cristiana per far crescere i figli nella fede.

LEI: Certo, che se i genitori non frequentano la Chiesa, i figli ne risentono. Se noi non avessimo avuto sin da piccoli l’esempio di babbo e mamma che ci accompagnavano alla Messa e ce la raccomandavano, noi non ci saremmo andati, come tanti altri.  Sono basilari l’esempio e le la preghiera dei genitori. Ci sono però delle eccezioni perché da qualche famiglia di genitori atei provenne qualche santo.

D: Sono eccezioni!

LEI: L’eccezione conferma la regola: Paola Renata Carboni visse a Grottazzolina con un padre ateo. I primi rudimenti della fede li ricevette in una famiglia  cristiana a Fermo. Quando uno da piccolo sente che la mamma  parla di Dio, non lo dimentica.

D: Chi orienta?

LEI: In famiglia influiscono, oltre ai genitori, anche i nonni, le sorelle e i fratelli. Senz’altro una sorellina che parla di vita cristiana, racconta quello che ha ascoltato dai cristiani o in chiesa, lascia un ricordo. Se parla di testimonianze che riguardano il Vangelo, almeno indirettamente  va orientando i suoi familiari.

D: E’ una spinta forte?

LEI: L’influsso di genitori, dei nonni e dei fratelli, prima o poi, giunge a portare un buon frutto nella formazione personale. Ma senza  forzature perché ad ogni persona va riconosciuta l’intelligenza e la volontà propria, come Dio crea. Ciascuna persona ha da vivere liberamente, per scegliere consapevolmente.

D: Una famiglia può influire anche per la scelta della vita sacerdotale o religiosa?

LEI: La chiamata per l’ordinazione a presbitero o a diacono viene decisa certamente dal vescovo, non già dai genitori. Una mamma e un babbo lo possono desiderare. Possono dare un aiuto alla formazione cristiana dei figli. La mamma di San Giovanni Bosco ha portato avanti i figli, e Giovannino ha seguito il suo esempio.

D: Come ha influito?

LEI: La mamma o il babbo pregano e lasciano che lo Spirito Santo agisca nel cuore dei figli. Se un genitore dice al figlio: “Fatti prete” o alla figlia: “Fatti suora” non è decisivo perché non sa se in loro c’è la vocazione. L’importante è anzitutto pregare affinché i figli siano illuminati dallo Spirito Santo. Ogni mattina la  mia prima preghiera  chiede a Dio il dono dello Spirito Santo affinché ciascuno comprenda qual è la Sua volontà e trovi la forza per realizzarla nella propria vita.

D: E’ decisivo?

LEI: Uno può sempre pregare, ma chi decide è Dio. È determinante anche l’esempio di una persona giovane che ha seguito bene una vocazione particolare, perché la testimonianza trascina. Se uno incontra un prete autentico, ne apprezza il ruolo. Al contrario se l’esempio del clero non è persuasivo, certe vocazioni non sono facilitate. In ogni caso è fondamentale la preghiera perché è bello poter alimentare l’unione con Cristo in ogni circostanza della vita.

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