A MONTELPARO (FM) AFFRESCHI DEL SECOLO XV DELLA SCUOLA FARFENSE DI META’ SECOLO XV.Notizie di Crocetti Giuseppe

MONTELPARO (FM)

FRA’ MARINO ANGELI DA SANTA VITTORIA IN MATENANO

Affresco proveniente dalla chiesa S. MARIA DE LAUDO

Frammento di affresco trasferito, nel sec. XVIII, dalla antica chiesa “S. Maria de Laudo”, crollata per frana.

Datazione: Seconda metà del sec. XV.

Collocazione: Montelparo, chiesa di S. Angelo, Pala d’altare nel sotterraneo.

Proprietà: Parrocchia di S. Angelo di Montelparo.

    “La chiesa di S. Michele Arcangelo, a Montelparo, detta comunemente Sant’Angelo, è chiesa parrocchiale con titolo di Priorato, la cui nomina apparteneva all’Abate di Farfa, come scriveva nel 1781 lo storico di Montelparo, Luigi Pastori, religioso agostiniano che proseguiva: “nella Cappella sotterranea vi è un’immagine antica di Maria Santissima dipinta su muro, detta S. Maria de Laudo, riportata col suo pezzo di muro e incastrata nel muro vecchio del medesimo sotterraneo”. Si presume che la frana del 1703 facesse crollare la chiesetta-oratorio Santa Maria de Laudo, eretta con indulto e privilegio di Giovanni IV, abate farfense, spedito da Rieti nel 1337; detta chiesta è ricordata nel testo degli Statuti Comunali di Montelparo (Libro I, rubrica 4) e nella relazione di sacra visita pastorale del 2 agosto 1574, fatta da Mons. Paolo Pagani, figlio del pittore Vincenzo Pagani, a ciò Delegato del Vescovo di Fermo che era Felice Peretti successivamente papa Sisto V. Dallo stile dei dipinti a tempera che la circondano si può argomentare che il trasferimento e l’adattamento avvenisse nel primo quarto del sec. XVIII.

   La cappella di S. Maria de Laudo fu eretta per uso di una Congrega o confraternita che vi si riuniva per la recita delle Laude (Litanie Lauretane), in onore della Vergine Maria.

Il dipinto a tempera, se ha inteso riprodurre idealmente l’affresco andato perduto, indica che si trattava di una “Madonna della Misericordia” tra quattro santi invocati come protettori contro le malattie e le calamità: il vescovo S. Biagio, per la gola; la martire S. Lucia, per la vista; S. Caterina contro le pestilenze; il Vescovo S. Emidio contro i terremoti.

   A noi interessa l’antica immagine di Maria Santissima col Bambino affrescata su muro, che, fra tante rovine, ha conservato nella sua integrità un dipinto di squisita fattura, degno della nostra attenzione con un discorso attributivo in favore di fra’ Marino Angeli, con datazione intorno all’anno 1458, in quanto nel Bambino e nel volto della Vergine si notano le stesse caratteristiche morfologiche della Madonna che presenta il Bambino all’Adorazione dei Magi, nella chiesa di Patrignone; la plasticità delle membra del Bambino, la sua animazione espressiva, danno a questo frammento il ruolo di piccolo capolavoro che, integrato con altri dipinti più completi, ci offre una chiara dimostrazione della duttilità del nostro artista, che, oltre la maniera espressionista adottata nelle scene drammatiche dell’Oratorio Farfense (Santa Vittoria in Matenano), manifesta anche una squisita dolcezza nel dipingere le devotissime immagini della Vergine, o nel racconto popolare dell’infanzia del Redentore.

   Il dipinto dal punto di vista della critica d’arte, è inedito. Questo pertanto è da considerarsi il primo intervento attributivo.

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MONTELPARO (FM)

Attribuzione: SEGUACE DI FRA’ MARINO ANGELI

Raffigurazione: LA VERGINE COL FIGLIO TRA S. MARIA MADDALENA E SANT’ANTONIO ABATE – ANNUNCIAZIONE

Affreschi della seconda metà del sec. XV

Collocazione: Montelparo (AP), Chiesa rurale di S. Maria di Camurano.

Proprietà: Comune di Montelparo.

   S. Maria di Camurano è una chiesa rurale sita in territorio di Montelparo, a circa due chilometri dall’abitato, nel versante del fiume Aso. Di essa si hanno notizie sin dal 1259: nei pressi ebbero il loro “luogo” i Frati Minori del Terz’ordine Regolare di S. Francesco.

   Gli affreschi di cui intendiamo parlare sono all’interno della piccola cappella isolata, sita al centro della chiesa, ora protetta da un successivo rivestimento in pietra arenaria, squadrata e levigata, eseguito nel 1549. Ma gli affreschi risalgono al secolo precedente.

   La cappella, costruita su base rettangolare, ha la volta a botte, con decorazioni risalenti al secolo XV. Vi è eretto un altare che si estende per quasi tutta la lunghezza della cappella. Nella parete di fondo, delimitato dall’altare e dall’arco della volta a botte, è stato conservato un interessante affresco; vi si vede, a sinistra, S. Maria Maddalena, compatrona della Comunità di Montelparo, figura giovanile aureolata, dalla lunga e fluente chioma che scende alle spalle, nell’atto di sorreggere con ambedue le mani il vasetto degli aromi. Dall’altro lato si ammira “La Vergine col Figlio”, seduta nella cavità di un trono culminante con la decorazione imitante la forma di una conchiglia. La Madonna ha il capo cinto da un’aureola graffita, coperto da un mantello color verde cupo; la veste è in giallo d’ocra. Il Figlio è coperto solo parzialmente da un velo color rosa, che la Madre solleva con la sinistra, con gesto delicato e pudico.

   Lungo la parete di destra, a fianco dell’immagine votiva di Sant’Antonio Abate, dentro un riquadro rettangolare delimitato da cornicetta gotica, è stata affrescata la scena della “Annunciazione”. I due personaggi sono separati da una colonnina sulla quale posano due archi ribassati che fanno da corona. Fa da sfondo un drappo rosso, sul quale risaltano le figure aureolate della Vergine Maria e dell’Arcangelo Gabriele. Dolci le espressioni dei due volti, eloquenti gli atteggiamenti delle mani incrociate, un po’ scoloriti i manti e le vesti, caratteristico il leggio con l’ondulato drappo di lino.

   I dipinti sono molto deperiti nella zona inferiore, dove, probabilmente, un tempo vi si poteva leggere una segnatura con la datazione e l’indicazione del pittore e del committente.

   Lo stile degli affreschi è da mettere in relazione ad altri dipinti della seconda metà del secolo XV. Per quanto riguarda la individuazione del suo autore, pur essendo evidente l’ambito culturale da cui dipende, cioè la scuola di pittura farfense di Fra’ Marino Angeli, trovo qualche difficoltà per assegnarli all’uno o all’altro dei suoi continuatori; per cui sembrerebbe esser cosa logica attribuirli ad un generico “seguace” del monaco-pittore, figura molto interessante fra i pittori minori del quattrocento avanzato.

   Nonostante ciò, mi sembra anche opportuno rilevare alcune caratteristiche nel disegno, che suggerirebbero l’assegnazione in favore del Maestro Cola da S. Vittoria. Si distingue il disegno del volto e dei capelli della Maddalena; forme analoghe si riscontrano nei dipinti della “Sepelitio dei morti”, scoperti recentemente sul Matenano, raffiguranti la “Deposizione di Cristo nel sepolcro” e la “Discesa al Limbo del Cristo risorto”.

   Il disegno delle mani della Vergine e del Bambino invece, ripete “ad litteram” quanto abbiamo ammirato nell’affresco di Pietro Alima “Madonna col Figlio” a Loro Piceno. Anche la conchiglia è un elemento sfruttato dal pittore albanese e l’aureola è modellata nel tipico suo stile.

   Che fosse anche questo un ciclo di dipinti, eseguito in collaborazione?………

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