MEDIATRICE DIVINA LA BEATA MARIA CHE RECA LA PACE DI GESU’

MEDIATRICE DIVINA

Dichiara Alessandro Manzoni: “O Vergine, o Signora, o Tuttasanta, che bei nomi ti serba ogni loquela!” nella poesia “Il nome di Maria”. Innumerevoli i titoli che a lei si addicono e tra questi si addice a Lei il nome di Mediatrice in riferimento al Mediatore Gesù Cristo, mentre Lei nulla compie se non accompagnando i devoti al divin Salvatore, con serene esortazioni ammonitrici, senza minacce.

   E’ molto significativa Maria “Mediatrice” nel dipinto del santuario dell’Amore misericordioso a Collevalenza (PG). Maestosa si innalza dal globo terrestre fino alla gloria dello Spirito Santo raffigurato dalla colomba che dall’alto irradia la luce aurea del Paradiso dove lei vive con il suo corpo risorto immortale e distende le sue braccia allargate al modo del figlio Gesù Cristo crocifisso, tenendo aperte le mani con le palme rivolte umilmente verso l’alto al divino Spirito. Mosè, i salmisti (Es 17,11; Sal 63;121) e l’apostolo Paolo (1 Tim 2,8) erano oranti con le braccia allargate verso l’alto. Gli occhi della divina Mediatrice hanno lo sguardo sereno rivolto all’alto al modo come il Crocifisso nello stesso santuario dell’Amore misericordioso.

   La divina Madre reca sulla testa la corona di Regina del cielo e della terra. Il velo bianco, simbolo della purità dell’Immacolata, le copre i capelli. Il volto della Mediatrice comunica serenità e fiducia di persona orante. Il manto verde dalle sue spalle scende aperto sopra la veste rosea, fino a terra. Il verde è il colore più diffuso nella natura ed è usato nelle liturgie per la maggior parte delle celebrazioni. Esso indica la speranza di salvezza, l’emanazione dalla creazione, la giovinezza, il confine del bene.

   Al centro del dipinto spicca sul petto e sul cuore di lei il bianco splendente del giglio tra i cui petali è scritto IHS con la croce di Gesù dichiarato “Salvatore delle persone umane”. Il giglio nasce nel globo terrestre su cui poggiano i piedi nudi di lei che calpesta il serpente e la luna, simboli della malignità e della mortalità che lei sempre vince. Sono diffuse nuvole bianche attorno al pianeta terra nel cielo sereno dove splende l’arcobaleno a due colori, bianco e celeste, a simboleggiare la spiritualità, l’universalità, la trascendenza, la stabilità e la pace.

   La beata Madre Speranza ha ricevuto questa immagine della Mediatrice da Juan Gonzàlez Arintero domenicano (+1928) e le sue Ancelle dell’Amore misericordioso chiesero e ottennero l’approvazione di del titolo di Maria Mediatrice da San Giovanni XXXIII il 10 febbraio 1961.

   Nel nostro tempo si diffonde l’indifferenza che misconosce le dimensioni spirituali del vivere umano riducendo spesso la religione a sentimento finanche puerile. Questo nostro mondo oggi ha bisogno, più che in altri tempi, della preghiera, dell’umiltà, della purezza di cuore, della riconciliazione mediante la Vergine Maria che conduce le persone a Gesù Cristo Salvatore, dal cuore caritatevole e misericordioso.

   Nel 1921 Papa Benedetto XV ha confermato al Belgio la celebrazione della messa con il titolo mariano di “Mediatrice di tutte le grazie” nella funzione materna riaffermata dal Vaticano II (Lumen gentium 60). San Giovanni Paolo II ha pubblicato il Messale della B. Vergine Maria con la liturgia della “Mediatrice di grazia”. Lei è associata in modo singolare all’opera del divin Redentore con la potenza della sua preghiera e condivide, con pari amore, la sollecitudine di Cristo verso i fratelli e sta giovando a favore di tutti tramite l’intercessione, il perdono, la protezione, l’appello a fidarsi di Dio, la vittoria sul maligno, l’esemplarità delle virtù, la gioia del cuore, il coraggio nelle avversità. La salutiamo avvocata nostra, regina pia, clemente. San Giovanni Paolo II nel consacrare a lei il mondo il 25 marzo 1984 pregava che si i riveli l’infinita potenza salvifica della Redenzione: potenza dell’Amore misericordioso che arresti il male (…) Nel Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza.

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