Storia delle chiesa antica e moderna Fermana. CATALANI tradotto da E. Tassi

La nuovissima opera di don Emilio Tassi commetatore del De Ecclesia Firmana di Michele Catalani edita in latino nel 1783 a Fermo.

CATALANI Michele, De Ecclesia Firmana. I vescovi e gli arcivescovi della Chiesa Fermana. Commentario – secc. III – XVIII. Traduzione, introduzione e note di TASSI Emilio. Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo. “Fonti per la storia Fermana. V” . Fermo (Andrea Livi) 2012. pagine 542

Ecco un bel volume di cui esser grati per aggiornare i dati sinora insufficienti ed imprecisi sulla storia della diocesi e dei vescovi di Fermo, mal reperibili nelle pubblicazioni, e in internet wikipedia.it.  L’autore dell’opera, scritta in lingua latina, visse nella seconda metà del secolo XVIII, epoca di cui ha echeggiato lo spirito critico, pur serbando l’amore per il passato. Era ecclesiastico, avvocato e direttore della biblioteca comunale di Fermo.

Il Catalani non era un antiquario erudito, ma soprattutto un biografo capace di narrare la vita dei presuli come persone inserite nel contesto sociale e pubblico dei rispettivi secoli. Con un gusto speciale intellettuale si interroga, interpreta i dati, propone e discute le riflessioni confrontandosi con altri esperti, coglie al meglio gli aspetti istituzionali e culturali dell’agire umano.

Il traduttore Emilio Tassi riferisce nell’Introduzione che l’autore considera gli aspetti pastorali e religiosi, quelli educativi culturali e quelli riformistici sociali, con una visione problematica che intende andare al di là dei particolarismi locali. Il metodo del Catalani infatti presenta la validità del saper compiere ricerche sicure sulle fonti che consentono di esplorare documentativamente l’antica Chiesa particolare Fermana.

Il suo “Commentario” è un’indagine scientifica che si avvale di una documentazione adeguata, grazie alle relazioni con molte personalità che conoscevano gli archivi marchigiani, e romani. Non si tratta di una semplice storiografia locale, ma di una interpretazione della romanità ecclesiale, della universalità delle relazioni e delle opere evangeliche nella vita personale e pubblica, attraverso l’illustrazione delle azioni dei prelati e dei legati papali.

Autore di vari studi motivati, rigorosi ed approfonditi, personalità dotata di distinte qualità umane e morali, ricercatore colto, illuminato egli vuol essere innovativo nell’eliminare le imprecisioni e le deformazioni fantasiose degli storici. Come docente dello studio generale, il suo stile è elevato, nutrito di un umanesimo classico che suscita l’amore al sapere.

Si propone di correggere l’elenco dei vescovi Fermani pubblicato un secolo prima da Ferdinando Ughelli nell’ Italia Sacra, espungendone alcuni ed aggiungendone altri. Tutto dipendeva dalle fonti documentarie ed in tal senso, scrisse due “Prolegomeni”: uno di confronto con L’Ughelli, e l’altro per presentare le carte da valorizzare, in particolare il Regesto vescovile Fermano.

All’illustrazione delle biografie di 79 presuli, dal III al XVIII secolo, il Catalani fa precedere in molte pagine il chiarimento sistematico riguardo alle motivazioni della ricerca, agli inizi del cristianesimo nel territorio dell’episcopato a Fermo, a questa diocesi, al potere dei suoi vescovi, ai canonici della Chiesa matrice ed ai santi particolari del Fermano.

Don Emilio Tassi non è un semplice traduttore, è un annotatore con perspicaci commenti ed aggiornamenti. Chi consulta internet “bibliosip.it” lo trova autore di molte pubblicazioni. I suoi inizi sono però negli archivi. E’ benemerito per il riordino completo dell’archivio storico arcivescovile di Fermo (ASAF) collocato in sei stanze, ha anche riordinato gli archivi storici comunali di Ripatransone (1993) e di Carassai (1995), comune natale che ha fatto illustrare in varie pubblicazioni.

Inoltre nel 2008 ha completato una precisa pubblicazione sulle pergamene dell’archivio diplomatico della stessa Ripatransone. Contemporaneamente stava traducendo il Catalani condividendone il dominio dello spirito documentale. Tra l’altro lo ha manifestato nel 1990 pubblicando i documenti dei secc. XV-XVI della vita religiosa nel castello di San Benedetto del Tronto, trascritti e tradotti.

Il Tassi, nella competenza di direttore  dei  “Quaderni dell’Archivio Storico Arcivescovile di Fermo” ha pubblicato sinora 53 volumi , ciascuno di oltre 120 pagine, ed è autenticamente lo storiografo ufficiale dell’arcidiocesi Fermana perché ne ha delineato i caratteri nei suoi molteplici saggi editi anche in altri periodici, come “Studia Picena”, o “Archiva Ecclesiae” e altrove.

Egli, più di tutti gli altri scrittori, ha elaborato studi per questi Quaderni ASAF, realizzando una continuità logica nei molti lavori di ricerca, raccolti in parte nel volume sugli arcivescovi di Fermo nei secoli diciannovesimo e ventesimo, pubblicato nel 2006.

Questo archivista ha fornito documenti a molti studiosi. Data la sua operosità, si comprende come sia stato non solo traduttore, anche annotatore del libro del Catalani con un nuovo apporto che ha raddoppiato la mole delle notizie biografiche dell’antico autore. Nel prezioso aggiornamento indica, opportunamente le testimonianze riscoperte negli ultimi due secoli. Questo lavoro di commento, frutto di studi meticolosi, offre suggerimenti a chi volesse approfondire le attività delle personalità ecclesiali Fermane nel contesto delle situazioni delle rispettive epoche, in vista di un completamento.

Questo lavoro di traduzione del libro del Catalani era apparso “impossibile” al grande latinista del Vaticano, mons. Tommaso Mariucci  (carassanese). Don Emilio ha “sgobbato” con un testo latino difficoltoso, tanto che ci sono voluti sette anni di elaborazione per portare a termine l’esecuzione editoriale. In questa fatica , lo ha sorretto l’impegno di divulgare le conoscenze, in modo da favorire ed accontentare i lettori che oggi si possono impadronire in lingua italiana della storia Fermana, ed arricchirsi di ulteriori indicazioni.

Nel pieno rispetto per il pensiero del Catalani, senza tradurre “a paroletta”, il discorso è reso chiaro, ed espresso in forma scorrevole. Il traduttore  ed annotatore, nel completare con rigore scientifico le notizie pertinenti e nell’incoraggiare ulteriori studi, usa il criterio di lasciare dubbie le cose dubbie e di lasciare certe solo quelle documentate.

Le ultime parole con cui il Catalani chiude il suo “commentario” riguardano la vita della popolazione e rivelano la sua aperta laicità. Egli dice che la vita di un arcivescovo non è definita soltanto dal numero degli anni e dal cumulo dei meriti, anche dall’utilità per la Chiesa e per la “comunità civile”. Questa la storiografia  è laica nel presentare le scuole, gli ospedali, i servizi sociali, i collegi, le arti, la monumentalità, l’organizzazione delle amministrazioni pubbliche.

La traduzione delle biografie finisce a p. 359, poi seguono 183 pagine che presentano le sintesi in italiano dei 104 documenti latini editi, qui fotocopiati, citando poi i manoscritti ed i libri usati dal Catalani, del quale si aggiunge un breve profilo (p.479). I documenti sono tessere necessarie a comporre il mosaico della storia. Il riferimento agli archivi è un invito a frequentarli per valorizzare il materiale necessario alla ulteriore raccolta delle fonti per la storia Fermana.

Una premessa è stata posta dal traduttore alla esposizione documenale (pp. 361-371) per riguardo all’elenco ed all’indicazione delle fonti. L’esplorazione di vari archivi, la selezione degli atti furono realizzate dall’autore del secolo XVIII con il criterio di voler illustrare le personalità e le attività dei Presuli ed in questa dinamica inserì le notizie sulla storia civica.

Per i primi vescovi il Tassi analizza bene le fonti e l’uso che se n’è fatto. Indica le varie tipologie: Padri della Chiesa, Atti dei martiri, Tabulae dei concili, lettere, bolle, brevi dei pontefici romani, concessioni di privilegi, atti notarili di donazioni, di permute, di compravendite, di enfiteusi e atti di controversie come testimonianze, sentenze e appelli; inoltre concessioni di autonomie comunali e gestioni patrimoniali. I registri vaticani sono stati esplorati per le nomine dei vescovi, degli amministratori diocesani, e per le azioni dei legati e dei nunzi papali. Non sono stati trascurati i documenti degli anti-vescovi (scismatici) nominati dagli anti-papi.

Il Tassi, prima di raccogliere in bibliografia le opere da lui stesso usate per le annotazioni, offre una bella serie dei nomi dei presuli Fermani dall’anno 247 ad oggi (pp. 485-491). Conclude l’opera con gli ampli ed utilissimi indici dei nomi delle persone, dei toponimi ed anche degli autori citati nelle note del volume. Una fatica per la quale viene spontaneo esprimergli i ringraziamenti.

La Chiesa Fermana si è distinta per la dignità delle persone che le appartennero nei diciassette secoli di operosità documentata. E’ una vicenda cristiana che l’arcivescovo Luigi Conti nella Prefazione dice “congiunta nel bene e nel male alla vita di una popolazione che ha incontrato la vera religione in età precostantiniana.”

Vien da riflettere sulla missione degli storiografi, sull’esempio del Catalani a ciò incaricato da mons. Andrea Minucci, come il Tassi fu incaricato dall’arcivescovo mons. Cleto Bellucci, fondatore dei nuovo archivio. Per entrambi vale quel che è stato scritto Nei “Quaderni ASAF” nel 1996 riguardo al docente Serafino Prete, storico fermano dall’abito critico accompagnato da signorilità e delicatezza. In comune con il Catalani si evidenzia la dote di valorizzare magistralmente la pluralità delle fonti storiche, dall’archeologia alla agiografia, dai testi letterari alle carte delle pubbliche amministrazioni, nel rigoroso ambito scientifico, esercitando costantemente un profondo acume critico, ed un’estrema chiarezza.

Il lettore è sensibilizzato ad esplorare le testimonianze storiche ed ad indagare la stretta correlazione tra la storiografia locale e quella di ambito generale. Emergono in tal modo tanti temi e problemi che sono al centro del dibattito storiografico generale. Il  discepolo Tassi, traduttore ed annotatore del Catalani con questa nuova opera trasmette il richiamo a studiare la storia sotto il segno della ragione nella raccolta dei dati.

Questa laboriosa edizione del “De Ecclesia Firmana” è stata dedicata al papa Benedetto XVI con gratitudine per il suo appassionato ministero Petrino, inoltre alla santa Chiesa particolare in Fermo con i suoi arcivescovi, il clero, le parrocchie, tra cui quella natale di Carassai, infine ai genitori e ai famigliari.

Rimane un appello che invoglia a documentare e narrare in modo preciso il senso autentico del vivere dei popoli e dell’agire delle personalità che ci hanno preceduto, viventi ora nella Gerusalemme celeste e commemorate nel ricordo. Grazie.

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