I misteri del Rosario e il santuario di Pompei. Bartolo Longo. Supplica

MAGGIO MESE MARIANO Pensieri dal santuario del Rosario a Pompei

Il Rosario ha quasi mille anni di storia. I Domenicani ne sono stati i maggiori zelatori e promotori. È nel secolo XII che se ne intravede l’embrione, quando tra le preghiere prevalse il Rosario delle Ave Maria. Alla contemplazione insita nelle preghiere, si aggiunge quella poggiata sull’evocazione di momenti della vita di Cristo.      Nel corso dei secoli, il vissuto di fede ha attribuito sempre grande efficacia al Rosario, per affrontare i pericoli che insidiano la vita. È rimasta particolarmente legata al Rosario la vittoria delle armi cristiane su quelle turche a Lepanto nel 1571. In seguito molti interventi magisteriali hanno riproposto il Rosario come preghiera privilegiata per la causa della pace.       San Pio V  attribuendo il successo di Lepanto alla recita del Rosario, stabilì che ne venisse celebrata perpetua memoria il giorno 7 ottobre. I Romani Pontefici nel corso dei secoli hanno raccomandato il Rosario alla pratica del popolo cristiano.   Alessandro VI, Leone X, Adriano VI  e Clemente VII hanno confermato le confraternite del Rosario,  ed hanno premiato i fedeli dediti alla pratica del Rosario con nuove indulgenze. Gregorio XIII  che, nel 1573, istituì la festa solenne del Rosario alla prima domenica di ottobre.     La continuità di vedute da parte dei Pontefici e una fiducia nel Rosario lo hanno valorizzato quale mezzo ecclesiale per estirpare le eresie e favorire la pace.  “Papa del Rosario”, è stato detto Leone XIII che, con numerosi documenti, diede formazione ad un “esercito di contemplativi” grande quanto tutto il popolo cristiano.     In risposta a questo appello il beato Bartolo Longo formulò la celebre Supplica alla Madonna del Rosario a Pompei. Il Rosario è vero “breviario dell’evangelo e della vita cristiana”, è una “mistica corona” amata da tutti i cattolici, a qualunque condizione appartengano.    La contemplazione dei misteri di Cristo e della Madre è sprone alla pratica delle virtù evangeliche e ravviva la speranza suprema dei beni eterni. Il Rosario è una preghiera che, mentre istilla l’amore a Dio, incoraggia anche la carità verso il prossimo con l’aiuto materno della Vergine. A Fatima nel 1917 la Madonna ha chiesto questa preghiera.     La preghiera cara alla Vergine ispira anche una profonda compassione verso il dolore che ancora attanaglia l’umanità e molti cristiani.   Giovanni XXIII fece numerosi interventi perché i fedeli, mediante il pio esercizio del Rosario, dell’Angelus, della pia pratica del mese di maggio, implorino l’intercessione della Madre di Gesù.      Durante il suo pontificato ha messo in rilievo la maternità universale della Vergine, amando in modo particolare il titolo di “Maria, Madre della Chiesa”. Raccomandava questa preghiera, contro le accuse di ripetitività e di poca originalità. Il Rosario è preghiera sociale, pubblica ed universale in ordine ai bisogni ordinari e straordinari della Chiesa, delle nazioni e del mondo.      Paolo VI, nell’esortazione apostolica “Marialis cultus” ha offerto valide indicazioni sottolineandone la qualità trinitaria, cristologica, pneumatologica ed ecclesiologica, l’orientamento biblico, liturgico, ecumenico ed antropologico. Ha esortato i pastori ad inculcare “con ogni cura la pratica del santo Rosario, la preghiera così cara alla Vergine e tanto raccomandata dai Sommi Pontefici”.      Secondo Paolo VI, il Rosario è la preghiera che propizia il gran dono della pace e rende i credenti operatori di pace, in quanto “meditando i misteri del santo Rosario, noi impareremo, sull’esempio di Maria, a diventare anime di pace, attraverso il contatto amoroso e incessante con Gesù e coi misteri della sua vita redentrice”.      Giovanni Paolo II ha voluto esprimere il suo profondo legame con la Madonna, dedicando a lei il suo proposito: Totus tuus. Secondo le sue indicazioni, il contenuto del Rosario è il volto di Cristo contemplato con gli occhi e con il cuore di Maria. Esso si è rivelato una preghiera alla portata di tutti, ed insieme preghiera capace di far innalzare l’animo verso le vette della più alta contemplazione.     In modo più specifico, affermava il Santo Padre, “ciò che è veramente importante, è che il Rosario sia sempre più concepito e sperimentato come itinerario contemplativo”, mistico pellegrinaggio del credente nella contemplazione del volto di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.     A duemila anni di distanza dall’evento dell’Incarnazione del Verbo, la Chiesa del XXI secolo nel volto di Cristo contempla il suo tesoro, la sua vera gioia. Per cui il Rosario, “costituisce un mezzo validissimo per favorire tra i fedeli l’impegno di contemplazione del mistero cristiano”.    Nell’Anno del Rosario, il 7 ottobre 2003, accanto all’icona della Madonna di Pompei c’è il Papa del Totus tuus; che si unisce alla folla orante con la meditazione dei “suoi” misteri della luce, quasi per proiettare la luce di Cristo sui conflitti, le tensioni e i drammi dei cinque Continenti.     L’uomo e la donna del tempo post-moderno hanno bisogno di respirare a pieni polmoni il buon profumo di Cristo per disintossicarsi, ritemprarsi ed ossigenarsi della genuina bellezza e bontà del Mistero!

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