San Claudio al Chienti, abbazia. Storia ed arte studiate da LIBERATI GERMANO

Andando verso Corridonia, un suggestivo viale di cipressi conduce ad un ampio spiazzo, ove sulla destra si scorge l’Abbazia di san Claudio, forse la più antica, certamente la più originale: scavi e testimonianze hanno messo in evidenza infatti una continuità di insediamento e vita tra romanità e cristianesimo.   L’abbazia sorge infatti presso l’abitato romano di Pausolae (stazione di pausa). Forse su un tempio pagano si costruì nel quinto secolo una chiesa, rimaneggiata quando, nel secolo nono, vi si stabilirono i monaci i quali, per vedetta e per  difesa, innalzarono, in puro stile ravennate, le due torri cilindriche ai lati della facciata.       L’attuale chiesa risale ai secolo IX – XII: la facciata è a due piani, “a parato”. La pianta quadrata e le absidiole delle fiancate richiamano gli edifici bizantino – ravennati. Le strutture sono romaniche con pilastri quadrati e campate a crociera; romanica del pari la muratura in laterizio, a faccia vista, con sagomatura “quadrata” o a “spina”.  I pochi gli affreschi che restano con i santi Claudio e Rocco segnano la storia dell’edificio, dal titolare alla peste del 1460.

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