Risorge la famiglia dalla convivenza per mezzo della preghiera e la fraternità evangelica

GUARDA AL RISORGERE DEL MATRIMONIO

Antimo Lorcassi

Ci sono coppie che prima non erano sposate che civilmente, oppure, erano conviventi. Poi sono giunte al matrimonio cristiano, ed hanno attinto la divina grazia. Ci sono coniugi che si erano separati e che si sono riuniti nella vita matrimoniale che avevano iniziata, interrotta, infine recuperata. Consideravano la religione come un aspetto superficiale della propria vita. Poi si sono riconosciuti figli del Padre celeste che li cerca per aiutarli e la loro vita di coppia è risorta. Si sono riavvicinati a Dio tramite la preghiera spontanea ed il Vangelo, accompagnati anche da qualche amico. Questa grazia di ritorno a Dio, passa attraverso la Chiesa, che per loro sempre prega.

Mentre si soffre un individualismo chiuso nel convivere senza matrimonio, si attende un’occasione di speranza, per aprirsi ad una luce e ad una verità che diano completezza ai profondi desideri. Nel pregare, una persona si coinvolge con la potenza divina d’Amore, e nello stesso tempo, si avvia a superare la sfiducia. Con la presenza di persone amiche, riprende il coraggio. Mai una persona è abbandonata dall’amore di Dio e mai la Chiesa allontana  dal mettersi assieme a pregare. Pregare non fa mai male. Così si ricomincia a sperare, a desiderare un progetto nuovo e con la divina grazia si comincia a risorgere.

Un matrimonio fallito, può risuscitare. Dopo la separazione, ciascuno cerca di dedicarsi, in compenso, a fare varie cose fino a stancarsi, e ricorre a rimedi per recuperare la calma e la spontaneità che provava in sé, nei momenti migliori del matrimonio. Chi ricorre al Signore e lo invoca, si ritrova ricolmato di grazia e di nuova energia. È certo che ai coniugi sposati solo civilmente o conviventi, non si possono dare i sacramenti ecclesiali della riconciliazione, né dell’Eucarestia. Invece, si offrono occasioni per pregare assieme con gli altri credenti. La serenità ritorna a regnare nel rendersi conto della presenza di Dio nel proprio cuore. Egli è sempre in mezzo ai due o tre mentre pregano.

Le cose non vanno bene quando i battezzati non pregano. Qualcuno li invita, e decidono di farlo comunitariamente. Allora la situazione comincia a cambiare. Avviene una sorta di commistione. La persona è come l’olio, e Dio è il pane; nella preghiera si fondono, si crea il pane oleato, nuova realtà. Prima, una persona era convinta che tutto dipendesse dal proprio impegno e dalla propria iniziativa; poi giunge ad accorgersi che c’è l’azione misericordiosa di Colui che ama tutti e che gli dimostra il suo amore, perché, quando era in sfasamento, lui è venuto incontro per salvarla e riempirla di nuove benedizioni.

Al contrario un matrimonio, non completato, butta via le risorse belle e buone. Manca il fatto sociale dell’impegno duraturo pubblico; si pensa solo a se stessi, gelosi del proprio fare. Si arriva all’indifferenza alla società e questo fatto colora di grigio la città. Non sempre si è sinceri, né si onorano gli impegni di famiglia. Solo la misericordia può medicare tali piaghe.

Diceva Paolo VI che un cuore nuovo sa cosa guardare, cosa comprendere, cosa desiderare. Un cuore puro è mondato dal pentimento e, del male conosce quanto basta per fuggirlo, mentre in ogni cosa scopre i raggi della sapienza e della bellezza. Il cuore forte è sincero, ardente, fedele, pronto al sacrificio e trasforma un ostacolo in stimolo per maggiormente amare, ogni errore in ravvedimento, ogni dolore in offerta, ogni grazia in gaudio. Un cuore dolce è grande come quello della Madonna, e trae dalla bontà, dalla pietà e dal servizio, l’unione con Dio.

Il Risorto crea la festa degli ex- delusi della vita. Nel cuore loro, all’improvviso, dilaga la speranza. Lui lambisce le sponde delle isole solitarie. Il Risorto è presente, pieno di misericordia, purifica dalle colpe, nutre spiritualmente per infondere vigore nelle dure prove dell’esistenza e per lottare contro il peccato e contro il male. Quando irrompe la Pasqua, diceva don Tonino Bello, i macigni rotolano via dall’imboccatura dei sepolcri. Si temeva che la notizia della risurrezione non potesse esserci.

Papa Francesco invita ad uscire dalle periferie esistenziali dell’ingiustizia, dell’assenza di fede, delle divisioni, delle convivenze solitarie,  per recuperare la speranza di quello che è buono, utile, bello, in particolare accrescere la misericordia verso le altrui necessità, verso gli scartati. Su questa strada si incontra il Risorto che porta la sua Parola, la santa Comunione, la fraternità fatta di perdono e di rispetto. Dove il Risorto è allontanato, arrivano le divisioni, le chiacchiere malevole, le antipatie, gli scandali economici ed immorali. Invece, la vita illuminata dallo Spirito del Risorto è pienezza di speranza e di bontà.

This entry was posted in ALTRO, Chiese, LUOGHI, Notizie Recenti, PERSONE and tagged , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gentilmente scrivi le lettere di questa immagine captcha nella casella di input

Perchè il commento venga inoltrato è necessario copiare i caratteri dell'immagine nel box qui sopra