SERVIGLIANO giugno 1414 ampliamento della chiesa S. Maria del Piano di giurisdizione vescovile Fermana

SERVIGLIANO documenti della chiesa S: MARIA DEL PIANO anno 1414 giugno 11 e 22 con dominio e giurisdizione del Vescovo di Fermo, in un terreno della parrocchia San Marco.
“Giovanni de Firmonibus per grazia di Dio e della Sede Apostolica vescovo e principe di Fermo, scrive ai prudenti nobili uomini Massari di Credenza, ai governanti amministratori ed al Comune del castello di Servigliano, salute nel Signore. Da parte vostra è stata presentata a noi una richiesta per mezzo del vostro oratore Domenico di Angelo da Servigliano (Serbeliano) e conteneva che molti mesi son passati da quando una certa Cataluccia di Petruccio di Giovanni Venanzi da Servigliano, donna spirituale abbastanza devota a Dio e alla beata Vergine Maria, asserì e disse, dice e asserisce che a lei venne una divina rivelazione che rivelava che nel territorio di Servigliano in un terreno posseduto dalla pieve di San Marco di Servigliano, sito nella contrada che è chiamata il Piano di San Marco, presso i beni degli eredi di Cola di Anselmo, i beni di Antonio di Paolo Bocci, i beni di Giovanni di Nicoluccio Cimini e i beni della chiesa di Santa Maria del Castello Fermano e altri confini, si debba edificare una chiesa sotto il vocabolo di santa Maria del Piano, a riverenza della gloriosa Vergine Maria Madre del Signore nostro Gesù Cristo, affinché per intercessione e per le preghiere della stessa beata Vergine Maria presso nostro Signore Gesù Cristo, ogni diabolica e iniqua facoltà e le tempeste, le grandini, le guerre ed altre avversità del mondo, siano tolte e allontanate da questo castello di Servigliano, dal suo territorio e dai cristiani che qui abitano o che avranno modo di abitarvi in futuro, allontanata ogni cosa che a questi nel detto luogo e territorio potesse nuocere; ogni giorno questa donna spirituale Cataluccia insiste affinché si faccia questa chiesa e spinge gli uomini di questo castello affinché facciano questa chiesa; pertanto gli uomini Massari di questo castello, nel timore che per il ritardo della edificazione di questa chiesa non vogliano incorrere nell’indignazione di Dio onnipotente e della beata Vergine Maria, e nella speranza, rivolta a Dio onnipotente e alla beata gloriosa Vergine Maria, affinché dall’edificazione di questa chiesa provengano molti e prosperi beni per gli uomini di questo castello, volendo e intendendo essi far edificare questa chiesa sotto il vocabolo detto Santa Maria del Piano, nel luogo detto, con altare e campanile e farvi celebrare la Messa e gli altri divini uffici, a riverenza dell’onnipotente Dio e della beata Vergine Maria; fare ampliare questa chiesa per quanto possono, noi ci degnassimo di concedere, per grazia speciale, la licenza e la piena autorità di farlo; noi dunque benignamente vogliamo venire incontro alle vostre buone richieste e darvi il consenso con grazia, e vi avvertiamo che vi vogliamo esortare alla devozione buona e pia che avete verso la gloriosa Vergine Maria, piuttosto che dissuadervi, e diamo licenza e piena autorizzazione e concediamo, per mezzo della presente lettera, di edificarla e farla edificare nel luogo come sopra confinato, sotto il vocabolo di Santa Maria del Piano con altare e campanile, affinché vi si possano celebrare la Messa e altri divini uffici e li facciate celebrare e inoltre istituiamo e intitoliamo questa chiesa, che deve essere da voi edificata, sin da ora, come chiesa di Santa Maria del Piano e diamo commissione con la presente lettera a don Agostino di Stefano di Servigliano che ponga la prima pietra nella fondazione di questa chiesa, a riverenza dell’onnipotente Dio e della gloriosa Vergine Maria sua madre. Vogliamo che questa chiesa da costruire qui, e i governatori di essa che ci saranno nel tempo, in tutto, in segno di ricognizione del dominio e della giurisdizione dell’episcopato di Ferno, ogni anno nella festa di Santa Maria del mese di agosto, come censo e a titolo di censo, paghino e siano obbligati a pagare alla camera dell’episcopato di Fermo una libbra di cera, senza alcuna richiesta, in perpetuo sempre facendo salvi e riservati i diritti della pieve di San Marco di Servigliano. A testimonianza di ciò, abbiamo fatto scrivere la presente lettera e l’abbiamo fatta munire con apporvi il sigillo nostro pontificale di cui abbiamo fatto uso quando eravamo nella chiesa di Savona e ve l’abbiamo fatto appendere. Data a Fermo nelle case episcopali di nostra residenza, site presso la piazza, la chiesa di San Martino, la via e altri confini, il giorno 11 mese di giugno, indizione settima, dell’anno del Signore 1414 al tempo del papa Giovanni XXIII.

Documento del 22 giugno 1414 Indulgenza per le offerte alla chiesa di Santa Maria del Piano.
“Giovanni de Firmonibus, per grazia di Dio e della Sede Apostolica, vescovo e principe di Fermo, salute sempiterna nel Signore a tutti e singoli i fedeli cristiani. Mentre meditiamo le sublimità insigni dei meriti con cui la Regina dei cieli, la vergine Madre di Dio, gloriosamente risplende esaltata sopra le sedi celesti, come Stella mattutina; e mentre ripensiamo anche nell’intimo nostro animo che lei come Madre della Misericordia, della Grazia, della Pietà, Amica del genere umano e come consolatrice per la salvezza dei fedeli che sono aggravati dal peso degli errori, da premurosa esortatrice, sempre molto vigile, intercede presso il Re che lei ha partorito; consideriamo cosa degna e piuttosto un dovere di proseguire negli impegni di generose concessioni e onoriamo, con doni di indulgenze, le chiese che sono dedicate in onore del suo nome. Desideriamo dunque che la chiesa di Santa Maria del Piano in territorio del castello di Servigliano, della nostra diocesi, recentemente fondata e costruita, sia frequentata dai fedeli cristiani con onori adeguati, sia adornata efficacemente di ogni sua cosa, e sia migliorata in modo che vi confluiscano i fedeli a motivo della devozione ancor più liberamente, e porgano mani generose d’aiuti a questo suo ornamento e miglioramento, tanto che per questo vi si riconoscano rifocillati più abbondantemente del dono celeste della Grazia, Noi, confidando nell’autorità derivante dalla misericordia di Dio onnipotente e dai suoi beati apostoli Pietro e Paolo, con questa lettera da valere in perpetuo, concediamo nel Signore, misericordiosamente 40 giorni di indulgenze dalle penitenze impartite, per coloro che, veramente pentiti e confessati, devotamente visiteranno questa chiesa e porgeranno mani generose d’aiuti per il miglioramento o per la fabbrica di essa, nelle feste del Natale, della Circoncisione, dell’Epifania, della Resurrezione, dell’Ascensione, e del Corpo di nostro Signor Gesù Cristo, nella Pentecoste, e nelle feste Mariane della Natività, dell’Annunciazione, della Purificazione e dell’Assunzione; inoltre nelle feste della Nascita di san Giovanni Battista e di tutti gli Apostoli ed Evangelisti, infine in ogni prima domenica di ciascun mese di ogni anno. Dato a Fermo nel nostro palazzo vescovile, nell’anno del Signore 1414, indizione settima, giorno 22 del mese di giugno, nell’anno quinto del pontificato del nostro santo padre in Cristo, Giovanni XXIII papa per divina provvidenza.

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