SANI SUOR MARIA ELETTA CLARISSA A FALERONE Lettera cc. 238- 239 esperienze spirituali diario

< Sani Maria Eletta Lettera cc. 238-239 > <5 febbraio 1753?>
Viva Gesù e Maria
A gloria di voi, mio Dio, incomincio (a) scrivere e per obbedienza del vostro ministro.
Giacché V(ostra) R(everenza)sempre più mi inculca il palesare il mio interno, io intendo di farlo per obbedienza, ma se si potesse riparlare a voce, oh! quanto mi sono mutate e cresciute le difficoltà, e mi sento chiusa, anche ripugnanza maggiore di scrivere di quando stavo in Macerata. Più volte con il Confessore mi sono aperta; ma Dio solo sa come resto, io, mai quiet(a), perché più volte mi ha detto che faccia così: se questi sono lumi di Dio, ridonateli a Dio. E se sono del demonio, voi dite che li rigettate. Così in dubbio mi lascia; onde a me pare di trovare più quiete di solo confessarmi e tirare avanti. Mi quieto e mi appago di questa carità che mi fa V(ostra) R(everenza)
Stavo in dubbio di scrivere che il giorno 14 , giorno del Nome di Gesù, pregavo per queste mie religiose siccome sempre la Madre Badessa e le altre, l’una con l’altra ci diciamo: “Pregate il Signore per me”, mentre raccomandavo a Gesù queste religiose, Iddio mi diede lume di varie religiose e superiore e di alcuni mancamenti dei loro interni, io in questo, presi più impegno e pregai il Signore che lui gli desse lume acciò li emendassero; ma da Dio intendevo che la sua bontà Grazia non mancano di dar(gli) impulso per emendarci. Questo lo scrivo per venire sincera.
Al 27 del corrente mese, mentre facevo in comune la via Crucis, siccome mi era (stato) detto che pregassi per una persona che io non conosco e fuori di questo luogo, mentre raccomandavo quest’anima alle Piaghe di Gesù, mi sentii trafiggere il cuore che quest’anima si trovava in peccato mortale, ché dalla piaga del Costato di Gesù uscivano alcune gocce di sangue e che queste si sarebbero cambiate in vendetta e in giustizia contro quest’anima. Ed ebbi lu(me) … (que)sto giovane non so qual morte farà, mentre se … … volee accasarsi con una che non è pari suo, essendo …..mo e che va in pericolo di morire ammazzato. Onde io non p(osso) esprimere la pena, e per il mio cuore fu un tormento, che due giorni e due notti ci sono stata male. La medesima sera, non potendo stare più in piedi, il mio spirito si sentiva languire, perdevo le forze nelle membra. La Madre Badessa cre(dette) che fosse febbre, mi fece andare a letto. Messa che fui a letto già (a)l moto e dolore del cuore non potevo reggere. Restai (as)sopita nei sensi e con lo spirito in Dio di nuovo ebbi lume che da quella amorosa piaga uscivano alcune gocce di sangue. Richiesi al mio Gesù che se gli piaceva il mio cuore, era aperto per ricevere quelle gocce di sangue, benché mi dovessero portare spasimo e dolori di morte, purché usasse misericordia a questo peccatore. E feci varie esclamazioni al mio Redentore. Parmi, ma non so in che modo, fosse tormentato il mio cuore, spirito e corpo. So bene che potrei farci un giuramento che io ero tormentata nel cuore, e spirito, e nel corpo da fierissimi dolori: nel petto, nella testa, braccia, mani e piedi e per tutte le giunture, che ancora mi seguita per le giunture come se fossero slogate. La mattina seguente, nella Comunione intendei e mi intesi questa ispirazione: che per intercedere la grazia della liberazione di quest’anima, ci interponessi Maria Addolorata con far(le) i sette Venerdì e alcune e varie Messe per le anime del Purgatorio. Mentre mi veniva ricordato che non mi scordassi di pregare per quest’anima peccatore, io gli diedi per consiglio che ricorr(esse) alla Ss.ma Vergine con far(le) i sette Venerdì e che facesse questa devozione per le anime dei Purgatorio e che avesse fede che il Signore l(a) consolerà. Una di queste notti non potevo dormire: fu una cosa così viva e chiara che già mi pareva di trovarmi al divino Tribunale. Io vedevo in chiaro tutti i miei peccati e difetti e mancanze e ingratitudine e poca corrispondenza, e tutto il bene malamente fatto e tut(to) quello stato di tentazione. So bene che dissi: ” Oh, che spavento!” Mi atterrii e, piangendo, mi gettai alla misericordia di Gesù e di Maria ….. … dolore della vita passata. Io questo lo cre(detti ) che fosse … entre mi causò contrizione. Bensì sempre resto … … che mi possa ingannare, ora che possa essere cosa del dem(onio) (op)pure inganno della mia fantasia. In tutte le cose che … ne sto con timore e timore, riconoscendo me medesima tanto inquieta che mi pare impossibile che Dio si voglia degnare di dare le sue gemme preziose all’anima di immonda come sono io. Conosco di essere un abisso di superbia, di tutti i vizi perversi. O Dio, non posso dire altro. Desidero di morire per non vivere così ingrata, perciò mi faccia la carità di pregare Iddio per me. Essendo di carnevale, tempo che più si offende la divina Bontà, mi sono offerta tutta a santa V(ostra) D(ivina) M(aestà) che se gli piace mi dia di patire come vuole che io mi offr(o) di patire nello spirito, nel corpo, come vuole. Siccome si pecca con tutti i sentimenti; così desidero di patire in tutti. E pare che il Signore in questo mi consola, ritrovandomi addolorata e afflitta nell’anima per le tante ingratitudini e peccati, e nel corpo piena di doglie e dolori; perciò mi serve di contento ed allegrezza che il Signore si serva me, indegna serva, in qualche cosa. La vigilia della Purificazione, pregai Maria Ss.ma che si degnasse di purificarmi il cuore. E la sera incominciai a patire e tutta la notte, che la maestra di quando ero educanda si credeva che io già morissi. Per un po’ restai senza respiro. Già sì impaurì, che io fossi morta. Il dolore è come fuoco nel cuore. Mi seguitò, fino alla Comunione. Ne restai sollevata con dire: ’Nunc dimittis servum tuum in pace’ desiderando di morire con il mio Gesù che nel cuore tenevo perché mi sentivo ricolma di giubilo e di pace e unità con Dio. E non mai più mi sarei, diseparata, perché avevo in me tutto il Bello e tutto il Paradiso. Le cose di questo mondo mi parevano un nulla. Mi consegnai tutta alla Ss.ma Vergine con i tre voti che sarò per fare, di povertà, castità e obbedienza. Dopo un pezzo, passato qualche tempo, due volte vidi che sotto al volto di Maria Ss.ma vi erano tre rose, una più in (al)to e due più basse. Quella in alto era più grossa, di questa non ebbi significato. (Che) voglia significarlo non l’ho capito. Se V(ostra) R(everenza) ne avesse lume, me lo potrà avvisare … che voglia Maria Ss.ma da me, mentre tenevo Gesù Sacramentato. Ma gli richiesi che mi facesse tanta grazia che la sua voce e parlare che faceva nel mio cuore, me lo facesse sentire come saette che mi penetrassero l’intimo dello spirito ché mi facesse stare quieta nelle cose che la sua divina Bontà usa, acciò non resti sì timorosa e dubbiosa nella locuzione interna, perché più volte l’anima mia parla con Dio e questo pure … te(mo) che sia il proprio spirito e non Dio. Così mi intendei rispondere che se Gesù mi permetteva che io restassi dubbiosa, era per mio vantaggio, ché l’assicurar(mi) mi avrebbe preg(iudi)cato, perciò ne (restai) quieta. Non mancai pregare per V(ostra) R(everenza) acciò Dio gli dia lume (giusto) per conoscere quell’anima che lei (non risolve) giudizio secondo il suo (sentimento), però già a quest’ora lo avrà conosciuto e avrà lume giusto; che così io capii. Non si meravigli se il Confessore nostro non gli rispose, mentre quando vuole scrivere, si fa scrivere da un chierico perché lui non ci vede, non ha vista e così mi figuro che non (abbia) … … …fare sentire ad altri le cose delle anime, che lui si faccia … … uto dalla monaca che … dotto, ma da lui. Circa delle … … virtù che mi richiede, dico che non fu nulla perché si fa tutto … oppure con l’obbedienza. Si incomincia la mattina subito che … va in coro, orazione e l’ufficio, lavoro, tavola, coro, letto. Se vi è… one di fare faccende ci vado con la licenza della Maestra se mi ..… che si faccia qualche ufficio basso, Io f(accio) volentieri, se di cucina, delle’inferme e di aiutare, insomma sono cose di niente. Le virtù interne: il mio desiderio è di acquista(rle). La presenza di Dio, in questa vorrei assodarmi, di parlare con lo spirito a Dio dell’umiltà, non so che dire. Se mi incontro di fare cose che mi ripugnano la natura, tanto con l’aiuto di Dio, mi vinco. Anche se mi viene ordin(at)o di prendere qualche cosa, pure mi sforzo. Dell’obbedienza, temo di dilettarci, perché si tratta di obbedire a tante. questo ci conosco che se io non f(acci)o quell’obbedienza pronta, mi dà gran rimorso di coscienza, benché siano momenti. Onde i difetti sono senza numero perché sono un impasto di iniquità e perciò mi pare impossibile che io possa giungere al mio desiderio che sarebbe di finire di peccare e di amare Dio. Delle regole che V(ostra) R(everenza)mi dice, io non capisco se come l’ho da scrivere. Gli domando la santa Benedizione.
La Madre Badessa … … e per carità si raccomanda alla sua orazione che si ritrova ….. necessità. A me farà la grazia di salutarmi la Angiolina con dirgli che preghi il Signore per me che ne ho bisogno; che io lo f(acci)o per lei.

/ Ceralacca; indirizzo di grafia altrui / Al molto rev.do Padre e padrone, colen.mo – Il P. Giacinto Aloisi della Compagnia di Gesù – Perugia per Città San Sepolcro.
/ Sintesi altrui / – Novizia – Difficoltà di palesarsi e di scrivere. Il Confessore non l’assiste. … Nella Comunione scopre i difetti di varie religiose. Prega per un’anima nel fare la Via Crucis: visione di essa e di tutto; visione del tribunale di Dio: le pare di stare al Giudizio. Chiede di patire di più nel carnevale e l’ottiene. Nella Purificazione, prega la Ss.ma Vergine che le purifichi il cuore e l’ottiene: modo con cui si fa. Vede tre rose sotto il volto della Madonna senza saperne il significato. Chiede a Dio lume e pace e risposta che ne riceve. Si occupa in offici bassi: suo desiderio di virtù.

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