LETTERA SUOR MARIA ELETTA SANI CLARISSA FALERONE cc. 244- 245 esperienze spirituali diario

Sani Suor Maria Eletta Lettera cc. 244-245 <20 aprile. 1753 ?>
Viva Gesù e Maria
A gloria di voi, mio Dio, scrivo e per obbedienza del vostro Ministro. Ricevo una sua all’otto del corrente mese; appena l’ho potuta leggere riguardo che è tutta stropicciata, come se l’avesse avuta un cane in tutta rovinata. La stessa Badessa si è ammirata perché ha riconosciuto il suo carattere, per altro era come uno straccio. Pare che l’abbia avuta nelle mani il demonio. V(ostra) R(everenza) mi dice che ogni giorno scriva, io lo farò. Siccome tempo fa, mi diceva che scrivessi più di rado e perciò così facevo. Dissi al Confessore di ricevere più spesso l’assoluzione, ma non me la vuole dare più che di ogni otto giorni ed io l’ho desiderata più spesso, mi sono eletta il venerdì e mi confesso otto giorni. Dio dispone così, sia benedetto, ci vuole pazienza. V(ostra) R(everenza) vorrebbe che io conferisca tutto al Confessore. Ma (a) che serve? Lei non può credere come sia fatto il nostro Confessore. Benché più volte, gli abbia detto varie cose, o non mi ci risponde, o poche parole: non mi quieta niente. Il poverino è vecchio e si vede che è stracco di confessare. Onde io lo compatisco e lo prendo che sia volere di Dio, bensì ci consoliamo tutte perché presto finisce: questa estate ha finito il triennio. Speriamo che a nuova muta, il Signore ci aiuterà. Ohimè! quando peno a scrivere, mi è convenuto di mettere l’acqua benedetta nel calamaio perché il demonio ci si traversa: né penna, né braccio. La mente mi si confonde, mi si riscalda la testa, non ci vedo, richiedo aiuto a Dio e gli dico: “Signore io lo farò per obbedienza. Se voi volete datemi forza e liberatemi da queste avversioni diaboliche.” Giorni fa, mentre stavo in coro, dolendomi con il Signore: “ Mio Dio, perché tanto dolore continuo? Adesso nel petto mi fa quasi venir meno. Nel cuore mi ci sento un dolore che mi impedisce il respiro”. Insomma, facevo varie (e)sclamazioni. Mi intesi come una voce nel mio interno che mi disse: “Se io fui ferito nel costato e tu me l’hai aperto, ora … cos’(è) se tu provi questo dolore!? Ti serva per avere una continua memoria della mia piaga del costato”. Ora in quel punto non pensai a nulla. Mi pentii del tanto amor proprio che regna in me, bensì dopo ci feci riflessione con somma pena e rammarico. Richiesi perdono delle mie iniquità, mentre Dio così mi ha parlato nel cuore che io gli ho ferito e aperto il costato: questo è segno manifesto che abbia commesso qualche peccato grave in quel tempo di tentazioni. A me pare di certo che fosse la voce di Dio, mentre con una sovrana quiete e affetto verso Dio si trovava l’anima mia. Circa della purga del mio spirito, si trova in somma oscurità: non so dove mi stia, se che pena. E solo Dio lo sa. Mi sento un acceso desiderio di unirmi con Dio. Vado esclamando: “Dove siete mio Dio? Questo cuore non può stare più, se non trova voi, mia vita”. Mi accade più volte che quando sto in queste tenebre, non so distinguere se io stia all’altra vita, oppure in luogo di pena: mi pare che sia un Purgatorio. E neppure so se mi salverò. Se le anime del Purgatorio patiscono, almeno sono assicurate. Ma la pena che provo, non ha questo assicuramento essere salva. Questo è un doppio martirio, che prima non avevo. Mi credevo che la vita religiosa mi dovesse far vivere più contenta perché l’ho …. tanto desiderata. Ma, ohimè, mi avvedo che in questo mondo non si trova contento. Però vivo contenta perché spero di fare la divina Volontà; solo mi rammarica la mia mala vita. Il giorno delle Palme, dopo la Comunione, si usa fare la processione con le palme. E le monache cantano alcuni versi (con cui) la Chiesa fa memoria di ciò che accadde a Gesù Cristo nell’entrata che fece in Gerusalemme. In quel punto io mi intesi come Gesù per sua misericordia mi diede lume e anche queste precise parole che così dai cristiani gli viene fatto che con le palme di olivo gridano-: “Viva il nostro Dio! ” Questo mi faceva intendere che i cristiani con la bocca, dicono: “ Viva! Viva! il nostro Dio!” ma con le loro passioni, manipolavano grandi tradimenti. In questi santi giorni per me fu un dolore che tutto quel giorno, e anco(ra) mi seguita una grande afflizione e mi causa di non potermi tenere il pianto. In altre occasioni vedo la Passione di Gesù, ma non so dirgli il come, mentre tutta la vedo con lo spirito, ma priva di quella luce che le pro … per me. Il giovedì santo, la mattina, dopo la Comunione, mi intesi ravvivare una fede viva che con lo spirito vedevo e intendevo i divini misteri di questi santi giorni, più che se (li) avessi veduti con gli occhi corporali. Per mia fortuna, dopo tanti desideri di trovarmi nella Religione, quest’anno mi ci sono trovata. Messo il santo Sepolcro , con lo spirito mi intesi come di esser divenuta, fatta simile e in compagnia degli angeli a guardare il santo sepolcro del Corpo di Gesù Cristo. Ebbi lume nello spirito di adorare Gesù Sacramentato e di ringraziare di questo eccesso di amore e di tanti cristiani che non … gli corrispondono, anzi lo disprezzano e lo rifiutano. Ohimè, che pena! non posso profferirlo con la lingua, a sì perversa stoltezza e ingratitudine umana! Con lo spirito intendevo e vedevo come dal Cielo con un (g)lobo di angeli scendeva per fare il treno <=corteggio> al loro monarca e posatisi nell’urna dove era riposto il Santissimo, mi sentivo rapire lo spirito e come invitata da questi Beati spiriti che io dovevo prima adorare i divini Attributi della sua divina Maestà, ad uno ad uno. E ne ebbi tanto lume (ne)l mio spirito che lo adoravo con tale sicurezza che a me pareva di …/foro… / con lo spirito al tabernacolo del suo divino … (co)me sta in Cielo. Rimiravo la sua grazia, (potestà) … dia, Giustizia, Bellezza, (Re)galità, Beatitudine, Gloria,….Sapienza, Scienza, Armonia e infinite perfezioni. La lingua non sa spiegare. Dopo essermi trovata in s^ grandi bontà, mi intesi come dovevo (mutare) la vista che cambiava in vedere il sacro Corpo di Gesù tutto lacerato e appassionato, grondante di sangue nell’orto, nei palazzi del (falsi) Giudei, che così piagato e (male) ridotto lo adorai, come fu nell’orto, come per la via del Calvario, in Croce, in grembo a Maria addolorata e nel sepolcro. Lo stesso mi è accaduto la notte del venerdì, ché stetti con altre monache fino a sei ore. Partii per obbedienza, che non sarei mai partita, avendo una tale fortuna. Bensì se ci sarò viva un altro , spero di avere più libertà perché con la licenza della Badessa si può stare anche tutta la notte di questo giorno memorabile. Lo straordinario <=confessore> non è mai venuto. La prego di salutarmi la Angelina che preghi per me che se non ad amare Gesù nella Religione, mi si richiami ad altra vita. Io non ho mancato di pregare sia per V(ostra) R(everenza) che per Angelina in particolare questa notte. Le domando la santa Benedizione.
/ Ceralacca; indirizzo di altrui grafia/ Al molto rev.do Padre padrone colen.mo – Il Padre Giacinto Aloisi della Compagnia di Gesù – Perugia per Città San Sepolcro.
/ Sintesi altrui / – Novizia – Religione. Dice che si confessa ogni otto giorni e che non ha campo di conferire. Assalti del demonio perché non scriva. Dolore continuo nel cuore: così vuole Gesù e perché cresca la purga dello spirito, sue tenebre e oscurità. La domenica delle Palme ha vari lumi nella processione. Visione degli angeli che adorano sua divina Maestà e della Passione di Gesù Cristo.
< N. d. r.: Data corretta due volte.>

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