Dipinto del Patrono degli Infermieri, dei Malati, degli Ospedali, san CAMILLO DE LELLIS, posto nello Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze, opera del pittore Salvatore Tricarico

DESCRIZIONE

TRICARICO Salvatore dipinge il celeste protettore dell’assistenza sanitaria nell’esercito, San Camillo,  olio su tela cm 72×125. Esposto nello Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze all’interno della Cappella dove sono esposte le reliquie di San Camillo.

 Un nuovo dipinto del pittore Salvatore Tricarico nativo da Calvello (Potenza) onora il soccorso ai militari feriti nelle gravi vicende dell’esercito. Camillo de Lellis fu dedito alle armi, come anche Salvatore Tricarico pittore ne scrive la storia: “Camillo, appena l’età glielo permise, si diede al mestiere delle armi, già esercitato da suo padre e per lui fu dannoso quando si appassionò sempre più al gioco, e in esso arrischiò grosse somme, tanto che si trovò ridotto in breve alla povertà più estrema. Abbandonò allora il mestiere delle armi e per sostentarsi si mise a fare il manovale in un convento di Cappuccini. Il guardiano, vedendolo di buona indole, gli fece una paterna ammonizione, che Camillo ascoltò con umiltà e quindi promise di riparare il passato. Dopo un periodo di tempo di riflessione e di preghiera, chiese di essere ammesso tra i figli di San Francesco e poté vestire l’abito dei Cappuccini. Nel dipinto si nota alla cintola raffigurato il rosario con la medaglia dei Francescani.”

  Il santo è in uno scenario di guerra, mentre sta in preghiera, davanti alla tomba del militare caduto. L’infermiere dell’esercito che giace sotto la croce fa elevare il pensiero al Cristo che ha redento il mondo con la sua Croce.

 In primo piano il pittore ha presentato il terreno su cui i poggiano i piedi nudi del celeste protettore del personale sanitario, un suolo scuro e petroso come sono le vicende umane nelle guerre. Camminiamo in un mondo che manca di pace e qui vediamo la personalità di San Camillo assorta a meditare sulle situazioni di difficoltà e di sofferenza. La sua mano destra poggia sul petto e indica quanta sensibilità di benevolenza e di dedizione ha in cuore per generosamente soccorrere i bisognosi di cure.

 In alto il cielo azzurro è in parte cinereo, ma ci sono anche le nuvole radiose che illuminano lo sfondo alpestre delle giogaie montane bianche innevate e nell’orografia dei versanti alpestri ci sono segni della vegetazione tipica delle gole dei declivi di questi contrafforti per cui l’insieme infonde un’attesa fiduciosa di pace. Il santo in tunica nera ha in mezzo al petto la croce rossa come l’ha anche sulla spalla destra nel mantello. Il volto di colore bruno e la fronte pensosa manifestano il desiderio di voler salvaguardare gli altri e di soccorrerli con impegno. Egli regge con una mano l’elmo emblematico nei simboli della croce rossa di ogni infermiere militare, elmo posato sopra il libro del Vangelo e delle preghiere è chiaro riferimento per elevare l’animo verso il Cielo.                          (13.06.22) Prof. Carlo Tomassini

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