Matelica documento delle Clarisse Beata Mattia 1286 settembre 12

1286.09.12: Procura per una multa vescovile

Nel nome di Dio. Amen. Nel suo anno 1286, indizione quattordicesima, a tempo di papa Onorio IV, il giorno 12 di settembre entrante; redatto nel monastero delle donne di Santa Maria Maddalena del castello di Matelica, mentre erano presenti Giacomo Bevenuti da Sefro, Francesco Marcloni e Domenico Petri Fainde, come testimoni; donna Mattia badessa del monastero di Santa Maria Maddalena di Matelica, con il consenso, la presenza e la volontà di Cristina, Agnese, Giacoma, Margherita, Catalina, Illuminata, Daniela, Graziadeo, Diotama, Lucia, Vittoria, Cecilia, Cristiana, Aurea, Giacomuccia, Cecilia, Giustina, Andrea, Eugenia, donna Filippa, Isaia, Simonetta, Filippuccia, Amedea, Mattia, Guiduccia, Benvenuta, Isabetta, e Sperandea, monache e suore del detto monastero, a nome e per conto del detto monastero e del suo convento, fece, stabilì e ordinò frate Giacomo Ugolini presente e ricevente come legittimo amministratore, attore e procuratore e nuncio speciale suo e del detto monastero, per ricevere per loro, a loro nome e a nome e per conto del detto monastero ed a favore dello stesso monastero, la conclusione e quietanza e condono validi in perpetuo, dal reverendo padre don Rambotto vescovo camerinese, riguardo alla condanna a cinquanta libbre ravennati e anconetane, fatta dallo stesso vescovo, riguardante il monastero nell’occasione e per la dismissione che lo stesso monastero fece nei riguardi del monastero di Sant’Agata; e per presentare al signor Gentile da Muralto canonico o a Mosca Savinelli, a motivo del mutuo o deposito di cinquanta libre ravennati ed anconetane, da ora al primo ottobre prossimo venturo, e per dichiarare questo debito di fronte al detto vescovo e a ricevere il precetto per detta quantità da detto don Rambotto vescovo camerinese ed a sottoporre sé, le stesse badessa e suore alla (minaccia di) scomunica da parte dello stesso contro il sindaco, la badessa e le suore ed a sottoporre il monastero all’interdetto ecclesiastico, qualora non soddisfacessero a detta quantità entro la ricordata scadenza; in generale a fare ed esercitare tutte e singole le cose che si considereranno opportune riguardo a quanto detto sopra. Promettono che tutto quello che verrà fatto dal predetto amministratore come sopra, lo riterrano  deciso e accettato sotto ipoteca ed obbligazione dei  beni e delle cose del monastero.

Ed io Atto(ne) del signor Giacomo notaio pubblico a richiesta ho scritto e pubblicato.

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