PEDASO Cenno Storico di NEPI Gabriele autore

PEDASO  (Castrum Pedasi)

di Gabriele NEPI

Comune di 1.800 abitanti, a metri 4 sul livello del mare. Sin dal tempo dei Romani la zona dove ora sorge il centro doveva essere abitata, in quanto nelle vicinanze sono stati rinvenuti reperti importanti che lo testimoniano.

Inoltre, la posizione dello stesso nucleo abitativo, che si reggeva sulle retrostanti colline dell’attuale centro, posto tra Fermo e Cupramarittima, grosse città picene, e su una delle strade di grande transito della zona, lascia supporre che doveva essere stato un agglomerato urbano di una certa importanza.

Vi passò certamente Giulio Cesare nel 49 a.C. con le sue legioni, diretto verso Ascoli dopo aver costretto Fermo alla resa (1).

Nel 774 d.C. circa, si ha la prima menzione del porto sul fiume Aso. Si trova su un documento del Chronicon Farfense compilato attorno al Mille dalla Monaco Gregorio di Catino. Il testo del documento conferma la donazione del Porto sull’Aso e altre donazioni fatte da Hildebrando Duca di Spoleto (2).

In un diploma dell’imperatore Lotario, risalente al dicembre dell’anno 840, si parla di alcune possidenze dell’Abate di Farfa e tra l’altro è detto: “[….] Confermiamo nel territorio fermano il monastero di S. Silvestro di Santa Marina con ogni sua possidente, il porto sull’Aso e gli altri possedimenti [….] “ (3). Quindi il porto fluviale di Pedaso si trovava sulla foce del fiume.

Il Chronicon Farfense parla anche del Castello di Fageto situato alla foce dell’Aso: “ […] il figlio di Rampone tiene il Castello di Fageto ai piedi del fiume Aso presso il mare […] “ (4).

È evidente che tale castello e il porto non poterono altro costituire se non Pedaso, i cui abitanti, per sfuggire alle ricorrenti invasioni barbariche, si sarebbero rifugiati e fortificati in colline vicine più sicure, costruendovi necessariamente il Castrum Fagetum, cioè il castello Fageto. Questo avvenne certo prima del Mille.

Un altro documento, più sicuro, è quello che riguarda la sua appartenenza ai Vescovi di Fermo. Ad essi, infatti, tra il Mille e Millecento, erano soggetti 129 castelli fra cui quello di Pedaso, che vi figura con il nome di Castro Vetulo (Castrum Vetulum) (5).

Nel 1199 Pedaso è ceduto dal papa Gregorio IX  al Vescovo di Fermo il quale a sua volta, nel 1248, lo cede a tale città. In un documento della Santa Sede dell’anno 1290 è citata la chiesa di Santa Croce di Pedaso “Ecclesia Sanctae Crucis de Pede Asi”. La stessa Chiesa deve pagare annualmente alla curia romana una imposta censuaria, prima di 10 soldi, poi di 3 lire e 13 soldi, in seguito 20 soldi sino a che nel 1299 paga 18 soldi e tre denari (6).

Fino a tale epoca Pedaso risultava situato  sul “più alto pendio del monte con l’immediato sottoposto dirupo del fosso”, alquanto internato in direzione di Campofilone, così era raffigurato, in modo approssimativo, in una carta geografica delle Logge Vaticane che risale al 1580. Certamente non doveva trovarsi lontano dal mare né dalla foce del fiume (7). Nell’anno 1336, al tempo di papa Innocenzo IV, era soggetto a Fermo.

Il 22 settembre 1355 il  Cardinale Egidio Albornoz, inviato dal Papa, che si trovava ad Avignone, a riconquistare la Marca per conto della Santa Sede, da Fermo, invita i rappresentanti delle città e dei castelli dello Stato Fermano, a recarsi presso di lui per prestare giuramento di fedeltà alla Santa Chiesa e tra questi vi figura anche Pedaso, indicato “Castrum Pedasii” (8).

Nel 1450 Pedaso, con altri castelli della zona marina (San Benedetto, Cupramarittima, Massignano, Torre di Palme etc) su richiesta della Magistratura fermana invia un soldato tratto da ogni famiglia ( unum militem pro foculare) bene armato, a difendere Sant’Angelo in Trisongo, una località soggetta Fermo, nei pressi di Acquaviva Picena (9).

Nel 1507, negli Statuti di Fermo, figura fra i Castelli Minori, insieme a Moregnano, Moresco, Monteleone, Acquaviva, Monturano, etc. (10).

Nel XVII secolo Pedaso risulta sempre compreso nel territorio dello Stato Fermano e, il 15 agosto di ogni anno tra i castelli tributari di Fermo, nella cavalcata dell’Assunta, gli era riservato l’onore di sfilare per primo seguito dalle altre località.

1   […] recepto Firmo expulso lentulo[…] Asculum Picenum Profiscitur”, De Bello civili, lib.I, cap.XV.

2   ”In territorio firmano monasterium Sancti Silvestri […] portum in Aso vel alias res quas Hildebrandus dare ei condonavit”.

3   Chronicon Farfense, a cura di U. BALZANI, Vol.I, Roma, 1903.

4   Ibidem : “Filius Ramponis tenet Fagetum castellum in pede fluvii Aso iuxta mare”.

5   G.AMADIO , Toponomastica marchigiana, Vol.II, Ascoli Piceno 1953, pag. 132.

6   P.SELLA, Rationes Decimarum Italiae sec. XIII-XVI, Città del Vaticano 1950, pagg. 486,5 121,5 132,544.

7   R.ALMAGIA’, Monumenta Cartoggraphica Vaticana.

8   Pedaso è convocato, con pergamena datata 22 settembre 1347, insieme ai Comuni di Monte Secco, Porto San Giorgio,  Torre di

Palme, Lapedona, Monte San Martino, Altidona, Boccabianca, Marano, S. Andrea, Grottammare, San Benedetto del Tronto,

Mercato, Borumpadario,  (castello poi distrutto nei pressi di Acquaviva Picena), Acquaviva Picena, Massignano, Gabiano,

Cossignano, Monte Rubbiano, Moresco. (Archivio di Sato di Fermo, pergamena 1347).

9  G.NEPI, Storia di Acquaviva Picena, Macerata 1982.

10 Statuta Firmanorum, Ancona 1507.

<Grazie ad Albino Vesprini per la collaborazione>

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