Fermo città d’arte nel centro storico, nelle chiese, nei palazzi, nei codici. Studio di Germano Liberati

NEL CENTRO STORICO DI FERMO esploriamo l’arte.     Liberati Germano

Non è da meravigliarsi se la parte predominante delle strutture edilizie e soprattutto delle opere di arte figurativa hanno carattere o liturgico o devozionale, promosse dal clero secolare e regolare e dalle confraternite laicali. L’attività più rilevante è certamente l’organizzazione della Piazza del Popolo e dell’attuale corso Cefalonia. Nella prima, infatti, sorse il palazzo arcivescovile iniziato dal vescovo Giovanni De Vetulis nel 1394 e rimaneggiato in molti interventi successivi. Tra il 1446 e il 1525, in mezzo a molte peripezie, si portò a termine il palazzo dei Priori; tra il 1502 e il 1532 il palazzo Apostolico; nel 1528 il loggiato di San Rocco.     In corso Cefalonia sorsero tra Quattrocento e Cinquecento alcuni splendidi palazzi, come il Vitali-Rosati e l’Azzolino e nel contempo le chiese della Pietà e quella del Carmine, della cui organizzazione primitiva si conserva una splendida tela di  Antonio Solario detto “Zingaro”.  Merita menzione la lunetta del portale dell’ospedale di Santa Maria della carità, splendido lavoro attribuito al maestro Giacomo di Giorgio da Sebenico.    Accanto all’attività edilizia si è dispiegata, concomitante e successiva, quella figurativa, in cicli di affreschi, polittici, tavole, sculture che hanno accompagnato l’architettura. Maestri delle più varie provenienze, locali o esponenti di scuole marchigiane, hanno ornato e arricchito iconograficamente chiese, oratori e conventi. Vi compaiono protagonisti di tutto rilievo: i Crivelli e i Crivelleschi, l’Alemanno, i Vivarini, i  Solari e maestri riminesi, bolognesi e ferraresi, umbri e toscani insieme ad artisti locali come Francescuccio  Ghissi, Marino Angeli, Giovanni e Vincenzo Pagani e Antonio Bonfini.      Non va dimenticata la produzione di oreficeria, di scultura lignea e di intaglio, con splendidi esempi di reliquiari, calici, croci astili, di cori e dell’arredo liturgico più vario, così pure l’arte della miniatura, di cui alcuni capolavori sono conservati nel Museo diocesano e nella Biblioteca comunale.

This entry was posted in Chiese, LUOGHI, PERSONE and tagged , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gentilmente scrivi le lettere di questa immagine captcha nella casella di input

Perchè il commento venga inoltrato è necessario copiare i caratteri dell'immagine nel box qui sopra