ZOCCHI padre Raimondo Appunti anticipati di anni per le prediche su Sant’Antonio abate a Curetta

P. RAIMONDO ZOCCHI   Predica  17\1\ 1972, mattino a Curetta di Servigliano  su

SANT’ANTONIO ABATE

Leggiamo nel Vangelo che una donna ammirando la predicazione di Gesù alzò la voce in mezzo alla folla e disse: “Beato il seno che ti ha portato e le mammelle che hai succhiate”. Ma Gesù rispose: “Anzi, beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. Uno che ha capito il valore di questa frase di Gesù è stato il santo che oggi festeggiamo: sant’Antonio abate.  (Luca 11, 27s) Per raggiungere questa beatitudine, questa felicità è necessario: . Ascoltare la Parola di Dio nelle letture liturgiche e nella predicazione. E chi non può partecipare alla liturgia, ha da leggere la Bibbia o il Vangelo. ..Accettarla, ossia crederla, aderirvi, applicarvisi, ecco la fede: “Chi crede sarà salvo – Chi crede in me vivrà in eterno”. …Praticarla nella coerenza tra la parola e la vita. Difficoltà: “Gesù è bello, ma a me non fa comodo”.

“ Non chi dice: Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre …”  Sant’Antonio ha ascoltato la Parola di Dio, l’ha accettata, l’ha messa in pratica: infatti ha abbandonato il mondo è vissuto nel deserto facendo penitenza e pregando. ….Testimoniare Gesù: ascoltarlo nella sua Parola, con la fede e con le opere.

Accettare la Parola di Dio, accettarla, praticarla, testimoniare Gesù: ecco quello che ci insegna S. Antonio.

                                                               17\1\1972 pomeriggio a Curetta

PANEGIRICO DI SANT’ANTONIO

(Matteo 19,21) Disse Gesù.”Se vuoi essere perfetto, va’ vendi quello che possiedi e dàllo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”.  250 anni dopo in una chiesa d’Egitto, tra tanta folla che ascoltava, più o meno attenta alla parola di Dio, vi fu un giovane che accolse la Parola di Dio: “Va’, vendi quello che possiedi, dàllo ai poveri”.  Sapete chi fu questo giovane ricco, bello, nobile che mise in pratica le parole di Gesù? SantAntonio abate.  Lascia il mondo, si ritira nel deserto e lotta contro le forze dell’inferno. Passeranno 87 anni e quel giovane diventerà santo, un grande santo venerato in tutto il mondo.  Noi siamo qui per  onorare e per imparare.   Una sola riga di Vangelo segnò una svolta decisiva per la sua vita. Credette nella Parola di Dio e la mise in pratica ed ora gode la felicità dei cieli.   Che cosa dobbiamo imparare da sant’Antonio?  Amare il Vangelo. E vivere il Vangelo.  Amare il Vangelo: è il sunto della vita e dottrina di Gesù:  è perla preziosa; è la bussola del Cielo. Il Vangelo vale più di tutti i libri del mondo, più di tutti i discorsi degli uomini; le parole di Dio non passeranno.   La Luce dei popoli, ha il diritto di guidare i passi degli uomini anche nella nostra era atomica.   Vivere il Vangelo. Oggi guai a non conoscere il codice stradale: contravvenzioni e prigione; incidenti e disgrazie: Il Vangelo è un codice spirituale, la segnaletica per non sbagliare la strada della felicità. Guai a non seguirlo! Ne va di mezzo la salvezza eterna. Si rischia di andare all’inferno. Bisogna conoscerlo: per mezzo delle omelie, delle Letture, del Catechismo. Se non a tutti è detto: “Va’ vendi :::” però tutti devono distaccarsi dalla terra. Tutti devono essere puri. Tutti debbono ubbidire alla legge del Vangelo. A tutti è detto di amare Dio e il prossimo: Due dimensioni: “Consacrazione” e “Obbedienza”.

                                                                               1973 Curetta di Servigliano 17 gennaio

Sant’Antonio  L’anno scorso abbiamo considerato sant’Antonio, seguiace del Vangelo. Quest’anno consideriamo S. Antonio come                 Vero e perfetto cristiano

1.Vediamolo nel Vangelo: è valoroso soldato che combatte e si perfeziona per diventare sempre più simile al Maestro Divino. Un soldato deve combattere  i suoi nemici:  mondo,  passioni,  demonio

+ le sue armi: silenzio, digiuno, lavoro, studio ed esercizio delle virtù

+ vestito: poveramente, senza lusso

+ cibo pochissimo

+ letto la nuda terra e dormiva poco o per niente per darsi alla preghiera

+ giornate passate nel lavoro per guadagnarsi il cibo.

Due parole riassumono tutta la vita: preghiera e penitenza, le sue armi e le sue vittorie contro il mondo e le passioni. Ma dovette sostenere anche una lotta feroce contro il demonio che spesso gli appariva sotto forme di mostri e di bestie feroci per spaventarlo, ma anche da questo nemico uscì vittorioso: +disprezzandolo, non dandogli ascolto

+con il segno della Croce.

Il nome di Antonio divenne formidabile contro il demonio e le sue astuzie infernali.

2. Dice lo Spirito Santo: “La vita dell’uomo su la terra è una lotta. E’ una lotta su tutti i fronti: l’uomo lotta per guadagnare il pane, cercando lavoro

+ lotta contro le malattie, per mantenere salute

+ lotta per sistemare convenientemente i propri figli

+ lotta per ottenere giustizia sociale

Ma soprattutto deve sostenere lotte spirituali per osservare la legge di Dio, per vincere le tendenze cattive, per raggiungere un ideale di perfezione.  I nemici sono sempre quelli: il mondo, le passioni, il demonio.

Passioni in noi per i peccato, conseguenze del peccato.   Mondo che ci allontana da Dio, che ci porta alla rovina spirituale.   Demonio nemico principale di Dio e delle anime nostre.    Cristo ha dichiarato guerra : : : E la guerra per noi è cominciata con il santo Battesimo. Abbiamo fatto la triplice promessa di rinunciare a satana, alle sue opere e alle sue vanità. Siamo stati fedeli alle promesse battesimali? Chi regna in noi e nelle nostre famiglie: Cristo o satana? Le passioni o le virtù? La legge del mondo o di Cristo?    Sono interrogativi ai quali dobbiamo rispondere.

3.  Sant’Antonio con il suo esempio ci richiama al dovere fondamentale di essere veri e perfetti cristiani: fedeltà alla legge di Dio, fortezza d’animo contro i nemici dello spirito, intimità con Dio nella preghiera e nei sacramenti.  Sant’Antonio ci ammonisce: a scoprire il demonio che per noi non si nasconde sotto le forme di bestie come per Antonio, ma sotto forme più insinuanti: cinema scandaloso, compagnie cattive, balli sensuali, stampa pornografica . . . Quindi occorre fuggire il peccato e le occasioni.  Ci suggerisce i mezzi: preghiera e penitenza, pratica religiosa, frequenza dei sacramenti, vita sempre più in grazia. Per sostenere la lotta contro le forze del male, ci invita a pensare alla realtà del cielo ci infonde speranza del premio. Preghiamolo perché ci conservi come bravi cristiani, ci custodisca nella salute tutti gli animali, creati a nostro servizio.

1974 a Curetta 17 gennaio, mattino

Sant’Antonio

Pensiero preso dalla prima Lettura. Michea 6,6-8 “Con che cosa mi presenterò al Signore?

Dal brano di Michea risulta chiaramente che Dio non si compiace dei sacrifici di animali, nemmeno mostra gradimento per i sacrifici umani, vuole invece che

pratichiamo la giustizia, ossia che osserviamo i dieci comandamenti, che compiamo con esattezza e con costanza i doveri del proprio stato.

amiamo la pietà ossia l’orientamento di tutta la nostra vita verso Dio, particolarmente con la preghiera e la bontà verso il prossimo con l’esercizio delle opere di misericordia spirituali e corporali

che camminiamo umilmente con il nostro Dio, ossia alla sua presenza, sotto il suo sguardo, a braccetto con lui, in compagnia sua.

La vita di sant’Antonio abate è l’attuazione di questo programma: osservava i comandamenti di Dio, aveva una grande bontà verso Dio e verso il prossimo e camminava alla presenza di Dio, aveva Dio sempre presente nella mente, nel cuore e nell’azione.   Imitiamo sant’Antonio e saremo felici in terra ed in cielo.

Curetta  17 gennaio 1974

Sant’Antonio abate  APOSTOLO DELLA FEDE   Seguace del Vangelo, vero e perfetto cristiano, sant’Antonio fu anche apostolo della fede: un aspetto del santo che spesso non ricordiamo.

1  –  Verso il 300, finite le persecuzioni, sant’Antonio difese la Chiesa contro le eresie.  In Egitto: i peggiori focolai di eresie con gli Ariani secondo i quali Cristo non era Dio.   Antonio dal deserto esorta tutti: “Fuggite gli eretici, ubbidite alla Chiesa ed ai suoi rappresentanti, il papa i vescovi e i sacerdoti.”   Veduto il pericolo del popolo cristiano, lascia il deserto, scende in Alessandria, si reca dappertutto a mostrare la sua fede e a combattere i nemici della Chiesa: ad 85 anni ha ancora una parola calda e forte, è pieni di zelo, di premura per richiamare il popolo ai principi della fede, a convertirsi al Cristianesimo.

2  –  Come per gli uomini del suo tempo, così per noi, vale il suo testamento spirituale: amore alla vera fede e ubbidienza alla Chiesa.

Perché va male il mondo oggi?   Perché manca la vera fede e non si obbedisce alla Chiesa.

Molti credono al cristianesimo a modo loro, adattano il cristianesimo ai loro gusti, ai loro interessi personali.

Vogliono insegnare alla Chiesa; hanno gli stessi atteggiamenti degli eretici, combattuti da sant’Antonio.

Quegli eretici non dicevano di negare la fede, non dicevano di non essere cristiani, ma di capire Cristo meglio della Chiesa. Sant’Antonio cercò di convincerli del loro errore e di riportarli alla Chiesa cattolica., perché solo la Chiesa cattolica contiene la verità genuina, la salvezza.  Quindi non sono cristiani quelli che negano alcune verità oppure non obbediscono alla Chiesa, al papa, ai vescovi, ai sacerdoti: O con Cristo o contro di lui: non si può tenere il piede su due staffe: o cristiani, oppure anticristiani.

3  –  Il santo ci ricorda che la fede è un dono meraviglioso. Ricordate il sacramento del Battesimo e richiede la preghiera.  Ci  ricorda che la fede bisogna conoscerla sempre meglio: studio del vangelo ed ascolto della Parola di Dio.  Ci ricorda che la fede deve essere ferma e totale: tutte le verità, non  soltanto le verità che ci stanno a genio.   PROPOSITO

– Vivere la fede vera, osservando la legge e ricevendo i sacramenti.

– Essere apostoli, testimoni della fede, vivendo con purezza il nostro cristianesimo.

Dobbiamo essere cristiani convinti e praticanti.

ALTRO Panegirico di sant’Antonio datato in anticipo al Curetta gennaio 1975

( Questi appunti sono restati scritti, benché P. Raimondo morisse nell’ottobre 1974)

LEZIONI DI SUA MORTE.   Antonio morì a 105 anni, nel 356  e morendo andò a godere il tesoro che il Vangelo gli aveva promesso: “Avrai un tesoro nel cielo”.

Storia del re di Assiria.   Il santo volle che il suo sepolcro rimanesse sconosciuto, ma per volontà di Dio, la devozione dei popoli gli ha innalzato migliaia di statue e sotto ogni statua possiamo leggere gli insegnamenti del Vangelo:

–  “A che serve all’uomo guadagnare il mondo  se poi perde la sua anima?”

–  “Non accumulate . . . ”

–  “Non siamo fatti per la terra, ma per il paradiso

La Madonna a santa Bernadette: “Ti farò felice, ma non sulla terra

Fatevi tutti santi, perché questo è lo scopo principale di tutta la vita, il resto non serve a nulla.

Panegirico di sant’Antonio APPUNTI DI PREDICAZIONE  Curetta gennaio 1976

(Il nostro P. Raimondo nel manoscritto del 1974 ha datato le riflessioni da porgere due anni dopo , per completare il progetto, ma nel frattempo morì nell’ottobre 1974)

POTENZA E DEVOZIONE

Dopo la morte, la fama della sua santità e della potente intercessione si propagò dappertutto.

Sant’Antonio è uno dei santi più venerati.

In Italia si fanno feste molto solenni con i Sacramenti, la processione, la banda, i fuochi d’artificio.

–E’ un potente intercessore: interviene per proteggere le persone, gli animali e le cose.  Però bisogna pregarlo, rivolgersi a lui . . . .

— E’ un modello di virtù per tutti i tempi, impegno ad imitare le sue virtù caratteristiche.  Amore al Vangelo

Lotta contro le passioni disordinate

Vivere la propria fede, osservando i comandamenti di Dio

per diventare un cristiani perfetto, frequentando i Sacramenti.  Allora ci aiuterà e ci benedirà.  Benedirà le vostre fatiche, i vostri interessi, i vostri campi, le stalle, le case e le famiglie. Avrete un grande avvocato fino al giorno in cui passerete da questa terra al Cielo per godere insieme con Lui l’eterna felicità.

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