Lettera di suor Maria Eletta Sani clarissa a Falerone (FM) al padre spirituale -cc. 41- 42-


Viva Gesù e Maria!
Mi scordai di dirgli che la sig.ra contessa Pallotta mi scriveva che da V(ostra) R(everenza) avessi ricevuta la vita di suor Crocifissa da Monte Novo la quale io gli avevo domandata ed ella mi scrisse che lei me la facesse dare. Un’altra cosa gli confido, ma in sigillo, siccome non mi diede l’animo di dirgli a voce perché dubitavo che gli poteva dispiacere, nel sentire lei che in ultimo mi disse se io ero contenta di restare in questo monastero che avessi parlato chiaro; ma io non potei parlare, stante che vi erano delle monache. Lei mi disse che se non mi piaceva di stare qui lei, mi avrebbe condotta anche in altri monasteri. Io però non so se lei me lo dicesse per burla oppure davvero. Mi creda che io mi sono rimessa alla divina volontà in tutto e anche in mano sua come il ferro in mano del ferraio che lo lavora a suo genio, così io mi rimetto (a) quello che vuole. Ma io desidero una carità, è che vorrei che quando dice la s. Messa pregasse per me su questo affare della Religione. Vorrei però che posasse ogni affetto e premura che lei ha di questo monastero il quale io compatisco. Solo desidererei che sentisse quello che il Signore gli ispira … Signore vi impegnate di parlare al cuore di quelli che gli domanderanno le grazie per conoscere la sua ss.ma volontà. Io lo pregherò acciò gli dia lume particolare, acciò io possa fare la sua volontà, che io non bramo la Religione, la desidero nello stesso modo non solo di esser religiosa, ma conversa. Gli dico quel che mi accadde il giorno della Visitazione 2. di luglio, mentre al mattino facevo orazione. Da Dio ebbi un lume di come io dovevo vivere una vita assai austera e penitente. Ripigliai quel bru(tto) respiro e come se Dio mi avesse voluta in un’altra religione più stretta o Cappuccina di Osimo. Mi sentii accendere di quel desiderio per essere in una vita penitente, per dare gusto al mio Signore, anche per fare penitenze dei miei peccati. Vedendomi in questa Religione assai comoda, priva di penitenza, da quel giorno in poi sempre mi sono raccomandata al Signore acciò desse lumi ai suoi Ministri. Poi ripensavo che il P. Scaramelli mi disse che di quel trasporto che io ebbi di essere entrata qui in questo monastero, gli dava dubbio che io non ci fossi restata monaca perché usci(rei) secolare, come gli avevo riferito, ma non so se lei se ne ricorda. Bene o basta: questo poco importa. Solo desidero la volontà di Dio. Se mi vuole qui, ne sono contenta. Se; se mi volesse in altre religioni più penitenti, ne godrei al sommo perché S. Pietro d’Alcantara diceva: “ Benedetto patire! Benedetta penitenza!” Perciò io da quel giorno in poi sempre ho detto: “Signore date lume dove volete che io stia”. Io poi pensavo che il vescovo Compagno(ni) di Osimo per me ne aveva qualche impegno per sua bontà e mi voleva aiutare per farmi entrare alle Cappuccine di Osimo. Ma la sig.ra contessa ne era contraria e gli dispiaceva. Ma io dico: “Chissà, quale sia la volontà di Dio”. Però io sentirò la sua risposta. Senta quel che il Signore gli dà lume. Egli ispira perché io dirò al mio Gesù: “Io ho fatto quel che mi ha detto il vostro Ministro. Chi sente la voce del vostro Ministro, sente voi”. Non si sgomenti, se io scrivo con tutta sincerità, ma nel sentire il suo parlare, quando stavo per partire, mi ha dato animo di aprirmi. Di nuovo gli dico che io sto rimessa alla divina volontà e ne son contenta, di ciò che accadrà di me. Io però anche (inclinavo) alle Gavotte dell’Oro , o alle Cappuccine. Ma (a) questo io non do fede. Solo mi rimetto a (quello che) lei farà. Si figuri di avere in mano la cera: così ne faccia quel che vuole. Perdoni il tedio e gli domando la sua Benedizione. 28 luglio
\\ Al Molto Rev. On. P.ne Col.mo/Il P. Eusepio Cappuccino Miss(ionario)/ Fermo per Monte Giberto

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