Maria Eletta Sani lettera c. 157 Falerone Macerata

Maria Eletta Sani lettera (c. 157)
Viva Gesù e Maria
A gloria di Dio incomincio a scrivere e per obbedienza del vostro Ministro. La misericordia di Maria Ss.ma di LORETO mi ha fatto avere più quiete nell’anima mediante le sue promesse di ravvivare la fede e di fare precetti in nome del suo Ss.mo nome che il nemico (=demonio ) non avrà tanto potere sopra di me di molestarmi ed io ne ricevo evidente miracolo ché il nemico non manca di tentarmi anche con tentazioni di ogni sorte, anche di impurità; ma la grazia di Maria e con il suo Ss.mo nome fugge (da) me ed io non temo. Ben sì mi sento una malinconia interna che mi fa quasi desiderare la morte. Io mi trovo sbigottita e fuori di me. Mi sento un (non) so che, tanto afflitta che mi sento desiderio della morte: non intendo né capisco come mi trovo. Se provo qualche affetto buono, me lo vuole tramutare in cattivo con sentirmi saziata del proprio bene e anche della stessa grazia di Dio, sazia di tutto. Il dolore nel petto e nel cuore (è) pena, desiderio di amare Dio e di non poterlo amare quanto lo desidero, (è) pena ben grande. Eppure anche in questo ci sento un (non) so che di contrario e di pena.
Oh, come io ho da poter vivere, se anche dello stesso desiderio e amore che il cuore ha verso Dio ci sento una parte contraria che non lo vorrebbe; Questo mi figuro che sia il nemico. Questa è una pena che dichiarare non so perché mi sento quieta e della stessa quiete mi ci risveglia l’inquietudine e l’afflizione. Se mi sento che lo spirito va a Dio e con contento e desiderio e amore Dio ci …. subito ci sento la turbazione. Mi pare che muto lo stato: questo è un (non) so che penoso e non so come devo vivere. Mi rivolto verso Dio e dico: “Dove siete, mio buon Gesù? E come devo io vivere? Sentirsi desiderio e volare lo spirito a Gesù e poi aver pena dello stesso desiderio”. Se questo è cagionato da me stessa io dico che creatura più iniqua e malvagia non si trova sopra la terra. Poi mi sento mutazioni in me che non lo so capire né comprendere. Dei rapimenti poi non vorrei parlare perché mi ci sento rammarico e rimorso di doverlo dire; ma penso di fare l’obbedienza e di dare gloria a Dio. Mi è accaduto due volte entro oggi che lo spirito si è trovato in Dio alla cognizione divina dell’Essere infinito in tutto, la Perfezione divina del suo Amore e della sua Maestà e di chi lo arriverà a possedere. Beat(i) chi lo possiede e chi lo ama! Lo spirito mio si accende e si consuma e si distilla di puro desiderio e poi non poterlo possedere ….. si svanirà il brama(re). Ma poi ritornata in me, mi ci sento unito il cuore dell’affetto sensibile, che pare che il cuore si distrugga in amore e di desiderio di amare e di possedere Dio. Oh, che vivere penato! Per ogni parte si pena e si angoscia. Oh, quanto mi fa (desi)derare la partenza d(a) questo mondo e d(a) questo corpo perché vedo l’incatenamento dello spirito che non può arrivare al sommo Bene! In questa cognizione Dio per sua misericordia mi ha fatto capire che altra cosa è l’unione dello Spirito con Dio, lo starci unita e gustare del suo amore e della sua presenza: questa è una …grazia di Dio; ma altra cosa è lo stare al possedimento della sua infinita presenza. Io resto muta di questo: non ………. né parole da poterlo ridire. Domani già verrò per confessarmi alle ore ventidue e mezza. Richiedo la sua s. Benedizione.
/Ceralacca e indirizzo/ Al P. Scaramelli

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