Maria Eletta Sani lettera c. 171 Macerata Falerone

Lettera di Suor Maria Eletta c. 171
Via Gesù e Maria
A gloria di Dio incomincio a scrivere, e per obbedienza del vostro Ministro, mio Dio. Per obbedirgli dunque fortezza datemi contro questo infernale nemico, che con mille maniere mi disturba e mi agita e mi distrae la mente, sì che a gloria di voi, mio sommo Bene, io conferisco tutto.
Già come gli accennai ieri, il rapimento fu che Dio, per sua infinita misericordia, rapì lo spirito e come guidandolo, Dio, dandomi notizie così chiare come in Paradiso viene amato da tanti, innumerabili anime Beate, a sfera, a sfera, mi guidava e mi faceva intendere con viva intelligenza, come Iddio riempie di Amore e di Gloria quelle anime Beate. Con lo stesso Amore di Dio, i Beati amano Dio e con la stessa sua Gloria, li fa gloriosi. O Amore, o Gloria, che io né so né posso dedurre! Poi, mi faceva intendere che le virtù ed i martìri, le mortificazioni da loro esercitate, quaggiù in terra facevano (loro) corone di Gloria. Pareva che aggiungessero (loro) gloria e rialzassero in sommo godimento. Ne avevo distinzione sì chiara che ad uno ad uno vedevo la distinzione di questi spiriti Beati. Che stupore porta al mio spirito! Subito richiesi una scintilla di quell’Amore di Dio che vedevo scendere dal cuore di Dio e si espandeva su quegli spiriti Beati e li trasformava in Dio, che parevano simili a Dio medesimo. Ben sì avevo distinzione però di Dio e delle anime Beate, esseri limitati, creati. Ma in Dio c’è tutto e si conosce il suo essere infinito increato incomprensibile … Lo spirito mi si perde e quasi sommerso resta perduto in quell’infinita Sapienza che da lingua umana non si può esprimere. Subito, Dio mi fece intendere che chi vuole l’Amore suo che scenda nel cuore … vuole una perfezione distinta di tutto, un distacco da tutto, una mortificazione di volontà e da tutte le passioni: che il cuore solo aspiri e desideri Dio solo, per ricevere in albergo, il suo Amore. Allora il cuore mio diventerà di all’Amore, come gli dissi a voce e gli feci una similitudine, ma sciocca, cioè come un ferro che si è infuocato e sta sul fuoco, non si conosce tra il fuoco medesimo. Non può credersi la sazietà che portano queste cose. Anche la medesima umanità, quando lo spirito ritorna all’umanità, pare che si ricopra di ottusità e di miseria e di oscurità. Io vorrei, se fosse possibile, fare che il mio cuore, il mio spirito st(ia) rivolto al Paradiso. Oh, quanto mi innamoro! Io dico che se si potesse comprendere da tutte le creature, non si vivrebbe così attaccati al mondo e alle stoltezze e vivere così balordamente. Oh, quanto mi fa compassione … vivere sì stoltamente. Io già vivo con le solite angustie e tentazioni, ma tutto offro a gloria del mio Dio e altro non desidero che la sua divina volontà. Questa mattina mentre facevo 1’obbedienza di fare la meditazione mi ha preso tanto malamente il nemico con disturbi e colpi in testa, che per necessità mi sono messa a sedere ché già mi sentivo morire dagli spasimi e disturbo nel corpo che sono cose diaboliche -tanto basti- e insoffribili. Dopo, verso il tardi, Gesù per sua infinita misericordia mi ha rapito lo Spirito e dandomi notizia del suo amore al suo divin Padre, fa vedere le sue piaghe, rinnovando la sua Passione … che trattenga la sua divina Giustizia, come armando la sua divina mano per scaricare sopra gli ostinati peccatori. Oh, Dio mio, che compassione verso i peccatori! Anche il mio spirito pareva che desiderasse da Dio misericordia verso questi ostinati peccatori. Ritornata in me, (di) altro non ho supplicato la divina misericordia, per questi ostinati. Mi ha causato un certo sbalordimento di testa: “Misericordia, Dio, pietà’ e misericordia e non giustizia!” A Maria ho fatto ricorso: e lì mi sono posata.
Preghi il Signore per me ché, in questo punto, mi ha preso un’inquietudine di anima che mi sento spirare. Oh, Dio mio, quante pene prova la misera anima mia! Quanto mi pare di essere infelice perché mi trovo involta fra mille laidezze e peccati di ogni genere. Richiedo la sua santa Benedizione. Ne resto accorata di piangere.
\ Indirizzo e sigillo \ Al P. Scaramelli

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