Maria Eletta Sani lettera cc. 199- 200 mostero delle clarisse a Falerone


15 settembre 1752
Viva Gesù e Maria
I nostri pensieri sono diversi dalle disposizioni di Dio. Accadde che la mia Badessa fece altre istanze a monsignor Arcivescovo per non compire i sei mesi riguardo alla mi vestizione che sarebbe stata nel fondo dell’inverno e gli fu scritto se la licenza voleva dare per il mese di ottobre. E subito ha voluto che mi sia fatta la spronazione della volontà e sia passata al capitolo. E in fretta la mattina del 14 giorno dell’Esaltazione della Croce, uscii in chiesa per la spronazione della volontà, ma subito rientrai in monastero e per bontà di tutte queste Religiose fecero capitolo e fui passata a pieni voti. Io gli dissi: “ Avvertite che il giorno di oggi vi siete addossata la croce che sarò io.” Per ora già si è rimandata la fede e si aspetta la licenza che io incominci gli Esercizi spirituali e si saprà se vorrà venire mons. Vicario a vestirmi. E questo è facile che la mia vestizione sia il giorno della Madonna delle Vittorie, il primo di ottobre. Perciò si desidera … come si ha da contenere per compire la dote di duecento scudi. Se ci stava V(ostra) R(everenza), non ci avremmo pensato, ma giacché il Signore ha voluto privarci di questa consolazione, mi farà la carità di avvisarmi come si ha da fare. Veda se il Signore mi ha voluta priva di ogni consolazione. La sig.ra contessa non è mai venuta e nemmeno verrà più. Io gli richiesi i nove scudi e questi spero che me li manderà, per quando vengono i miei parenti. Siccome io, tempo fa, gli dicevo che ci volevano delle spese ed ella mi rispose che badassi a stabilirmi per farmi monaca che Dio vi avrebbe pensato e che ess(a) avrebbe pensato a tutto, io mi quietai. Giorni passati, gli scrissi le cose più necessarie per la mia vestizione, della spesarella che ci vuole, i dieci scudi per il pasto li domandai a mio padre e mi ha detto di darmi il regalo per mons. Vicario. Vedrò se mi è venuto quel quadretto. (Per) la cera, lo scrissi padre e spero che se la porterà quando ven(gono) loro. Ma la sig.ra contessa, sulle furie perché io gli scrissi alcune cose che volevo, si è tirata indietro e dice che vuole scrivere a V(ostra) R(everenza). Oh, basta, io non ci penso per non accrescermi angustia su angustie, ma io spero in Dio, ché lui mi provvederà. Bensì dico che il mio desiderio è la richiesta che io feci a lei di entrare per Conversa. E così sarebbe stato meno incomodo a Lei, onde la prego a raccomandarmi al Signore perché ne ho estremo bisogno. Il P. Aloisi va via da Macerata e va alla Città di Castello, Borgo San Sepolcro. Per fine richiedo la sua santa Benedizione.
La biancheria, parte me la danno i miei genitori. E il regalo per le monache l’ho fatto comprar io, onde alcune cose ci penso io, ma di tutto non posso. Scrissi al sig. conte Gelardi e alla sua sig.ra contessa Maddelena la quale è una signora di gran compitezza. e vorrebbe che gli scrivessi perché dice che la consolavo; io però prima di scrivergli richiesi lume da Dio …
< Aggiunta di mano diversa> -Soggiungo io Maria Geltrude dicendo che bisognando far venire i polli per il pasto di Mariuccia, scrivendo al sig. abbate Prosperi, se vi contentate, mentre il padre di Mariuccia darà i quattrini; noi soddisferemo detto sig. Abbate; con che caramente vi saluto –
\Ceralacca e indirizzo scritto da M(adre) Gertrude\ Al molto Rev.do Padre padrone colen.mo Il Padre Eusebio da Monte Santo Cappuccino Missionario Apostolico – Iesi per Serra dei Conti

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