PARTECIPAZIONE INTERGENERAZIONALE AI SACRAMENTI NELLA POTENZA DIVINA D’AMORE

LA LEALTA’ DELL’AGIRE CONSAPEVOLE (Amedeo Fattoretta)
Per i giovani che cercano la sincerità, il mistero celebrato vale in quanto si manifesta come esperienza di luce e di risurrezione e viene vissuto nell’assunzione di impegni quotidiani con la speranza di rinnovare questo mondo, grazie all’efficacia dell’amore operoso del Redentore. Sono le persone meno assuefatte a gesti tradizionali che manifestano la gioia dei sacramenti.
Se uno non capisse quello che fa, ne va di mezzo la sua lealtà nell’agire. Le motivazioni talora sono estranee alla coscienza cristiana. Quando uno andasse con tutta superficialità in chiesa a ricevere la santa comunione o l’unzione degli infermi si destano perplessità o problemi riguardanti la chiara consapevolezza personale del valore del sacramento. Se il gesto mancasse di autenticità cristiana l’interessato non dà valore a quello che si celebra. E’ sempre importante la serietà della scelta consapevole. Con gli altri si può riscoprire e verificare la bellezza del vivere autenticamente la vita della Chiesa.
Chi nelle celebrazioni si riunisce, convocato in assemblea con gli altri, spera di capire le opere meravigliose dell’amore misericordioso verso tutti, così recupera il nucleo fondamentale ed originario degli atti. A questi corrisponde una conversione nella piena coscienziosa sincerità. Ha valore l’autentica testimonianza personale dei valori cristiani recepiti nella dimensione antropologica ed in quella soprannaturale dell’amore divino. La promozione dell’integrità dei significati umani e soprannaturali arricchisce la dignità della persona umana.
In questi tempi di indifferenza, c’è l’esigenza di educare alla preghiera liturgica e personale i ragazzi, in modo progressivo, per giungere alla chiara comprensione che è indispensabile ai comunicandi ed ai cresimandi. Frutto dell’autentica partecipazione sacramentale è l’impegno di rispetto e servizio generoso nella comunità propria verso le persone vicine e verso quelle emarginate, chiamate sorelle e fratelli come figli adottivi dello stesso unico Padre celeste.
Viene ringiovanita spiritualmente la comunità dei credenti ad opera della potenza divina d’Amore, data la forza dello spirito di salvezza. Tutta la vita comunitaria parrocchiale converge nella celebrazione dei sacramenti con cui sperimenta prima di ogni altra cosa la comunione con il Risorto, nell’unirsi in lui e con lui.
I giovani cercano le testimonianze di fraterna condivisione. L’eterno sacerdote realizza con i credenti il culto pubblico per mezzo dei sacramenti a vantaggio di tutti. L’incontro e la comunione intergenerazionale che si realizzano nei sacramenti quando sono illuminati dalla fede, sono unione delle persone con il mistero trinitario. Alla Messa, anche ogni singolo defunto viene considerato come membro vivo della comunità celebrante l’Eucarestia. Sarebbe prioritario il voler favorire nella comunità parrocchiale la partecipazione attiva paritaria di ogni persona presente e consapevole che nel rito celebrato lo Spirito santifica i credenti.
I giovani cercano celebrazioni sacramentali autentiche che sono vera comunione con l’Immolato Risorto. Desiderano creare testimonianze di cordialità e opere fraterne. Non è autentica una spettacolarità celebrativa che turbasse il raccoglimento orante dell’assemblea. La dignità celebrative è ricevere e donare la condivisione spirituale con il corpo mistico di Cristo.
Quel che si desidera e si chiede per tutti è la potenza divina d’Amore.

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