Blasi Mario parroco evangelizza terza domenica Pasqua anno A vangelo Luca 24,13ss

Parrocchia evangelizzazione terza domenica di Pasqua Vangelo Luca 23,13ss parroco don Mario Blasi

III di PASQUA (Lc.24,13-35)

“Stolti e lenti di cuore a credere”.

     Il giorno della Risurrezione di Gesù due discepoli si allontanano da Gerusalemme, ma per mezzo di Gesù che si fa pellegrino con loro, passano dalla speranza perduta alla speranza ritrovata, dalla tristezza alla gioia, dalla croce alla risurrezione.

La condizione essenziale per riconoscere il Risorto è l’intelligenza delle scritture e la frazione del pane.

Due discepoli di Gesù sono in cammino e si allontanano da Gerusalemme, e discutono su quanto è accaduto in quei giorni: discutono perché qualche cosa sfugge alla loro comprensione. Hanno perduto la speranza in Gesù, ma nel medesimo tempo continuano a pensare, a parlare e a sperare.

“Certamente avevano l’impressione che il Crocifisso, che pur aveva fatto fallire la loro speranza, nascondesse qualcosa”. “La ricerca dell’uomo – anche se correttamente condotta – non riesce da sola a comprendere tutto quello che è accaduto”. “La ricerca dell’uomo non è sufficiente, ma è importante”.

Il Risorto allora si avvicina e si fa compagno di viaggio. “La comparsa del Risorto è un evento improvviso, senza premesse, del tutto gratuito”.

          “Gli eventi di Dio sono indeducibili: semplicemente accadono”.

I due discepoli non lo riconoscono, “non perché Egli ha assunto un volto sconosciuto per apparire in incognito, ma perché i loro occhi non avevano la forza di riconoscerlo. Non tocca a Gesù cambiare volto, bensì ai discepoli cambiare lo sguardo”. “Il Risorto rimane necessariamente uno straniero, se non entra attraverso la comprensione delle scritture, nella verità del Crocifisso”.

“I due discepoli hanno visto e conosciuto quello che è accaduto in Gerusalemme, ma non hanno compreso il significato. Ora vedono il Risorto, ma non riescono a capire chi sia”. “Il Risorto rimane nascosto se non si comprende il Crocifisso”. “Gesù prende in mano la situazione. Ma non per cambiare la direzione del viaggio, bensì per mutare il significato: non più un semplice cammino verso Emmaus, ma verso l’incontro con Lui”.

“Lungo la strada i due discepoli hanno sottolineato la potenza del Suo insegnamento e delle Sue opere. Ora devono imparare a riconoscerlo diversamente; non più nel segno della potenza, ma nella dedizione”.

Nel condividere il pane, “i loro occhi furono aperti e lo riconobbero” (da B. Maggioni).

Il cristiano sperimenta la Risurrezione di Gesù nella misura che si fa pane per gli altri.

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