Santa Vittoria in Matenano monastero nel 1236 Concessione dell’abate farfense Oderisio per vestiario.

Pergamena dell’archivio della parrocchia di Santa vittoria in Matenano. Documento notarile dell’abate di Farfa, Oderisio

Nel nome di Dio. Amen. Anno del Signore 1236, indizione nona, giorno 5 ottobre, nel territorio di Santa vittoria, alla presenza del signor Filippo da Coservano; Costantino notaio del signor Oderisio abate; Nicola da Florentano; Todino da San Germano e Guerriero camerario del signor abate, ai tempi del Papa Gregorio papa nono e di Federico imperatore. Sembra opportuno che a tutti i religiosi è lecito vivere del bene comune e che non manchino loro le risorse, soprattutto ai monaci secondo la regola del Santissimo padre nostro Benedetto, si divida per i singoli come di necessità.  Noi pertanto, Oderisio, per divina misericordia, abate Farfense, con il consiglio dei fratelli nostri di Santa Vittoria, concediamo, confermiamo, corroboriamo al convento dello stesso monastero, cioè al signor Rainaldo priore; al confratello Attone da Orano; al confratello Deuguardo da Capistrello; al confratello Leonardo da Perticaria e al confratello Giovanni da Monte San Martino, per noi e per i nostri successori, a voi presenti e ai nostri successori in perpetuo la terra del defunto Udiato, sotto la via e sopra la via posta nel vico di Sant’Ippolito; la terra che fu un tempo di Morico di Cencio e di Carbone di Copparo, tutta la terra del Castellare e di Cauda Pennulla, tutta la terra come questo monastero ha davanti alla porta di Santa vittoria; tutta la terra che il detto monastero ha in Gaianello; tutta la terra che esso ha in Fiurano; le decime del frumento da Monte Falcone; le decime del frumento e dell’orzo da Santa Trinità; tutti gli affitti che lo stesso monastero deve ricevere; il dazio di tutti gli uomini da Moriana e il dazio di tutti gli uomini di Monte Falcone, cose spettanti a questo monastero; il fruttato di due molini posti nel fiume Aso e le decime del mosto e del vino che lo stresso monastero deve avere dal castello di Monte Falcone per vostri panni, in modo che il fruttato dalle dette cose non sia diviso se non inquanto vien dato soltanto per gli indumenti dei monaci del detto monastero di Santa Vittoria; e chiunque abbia voluto infrangere questa nostra costituzione da sé o per mezzo di altri, o chi abbia la presunzione di contrastarla, incrra nella perpetua pena della scomunica. Ed io Bartolomeo fui presente a tutte le dette cose come si legge sopra per ordine dell’abate Farfa signor Oderisio e ho pubblicato.

NOTA BENE. Esistevano quattro copie che altri notai hanno fatto di questo documento. Alcune sono state asportate e sono mancanti. In due di esse nonostante che i notai dichiarino di averle fatte in modo preciso, si leggono delle varianti nel modo di scrivere i nomi propri dei luoghi o toponimi. Inoltre nota che questa pergamena è edita da Colucci Giuseppe,  Antichità Picene volume XXIX, pagina 83, numero 39.

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