Maria Eletta Sani Eletta c. 165 diario epistolare monastero Falerone

Maria Eletta Sani lettera c. 165
Viva Gesù e Maria
A gloria di Dio incomincio a scrivere e per obbedienza del vostro Ministro. Ieri non ebbi tempo di scrivere per molte occupazioni. Io mi ritrovo mezza sbigottita. Mi aiuto con lo Spirito di fare quanto posso, ma gli assalti son grandi. La tempesta è terribile. Mi trovo in un mare di pene e di tentazioni, sazia della propria vita. Mi aiuto di sollevare lo spirito e questo mi dà un po’ di forza. Spesso vola il mio spirito al mio Dio, ora in compagnia di Maria Ss.ma mentre faceva partenza con Gesù glorioso che in breve salirà al Cielo, ora in compagnia dei discepoli a sentire il dolce divino parlare del mio Redentore Padre e Signore; Redentore perché il mio spirito è prezzo del suo sangue, vuole che sia sua, riconoscendo l’amorevolezza di Padre amante, le finezze della benevolenza di un Padre sì amante verso di me sua indegna figlia erra(nte\?) e iniqua. 0 Amore da me non corrisposto! Io non so dichiarare con la lingua l’amore di questo divin Padre, Signore sì grande (la) cui benevolenza riempie i Cieli tutti, Signore sopra a tutti i signori. Riconoscendo il mio spirito il mio Dio, intendo che solo in se stesso si comprende la sua stessa grandezza e gloria. Quanto si accende il mio spirito di più brama! “Oh, quando sarà quel momento che arriverò a possedere la vostra gloria, o mio Dio?” Altro non sa ripetere il mio spirito. Ritrovandosi il mio spirito in Dio, in quell’abisso di divinità, vero è che non si parla di formate parole, ma lo spirito (al) vedere Dio in lontananza e pure tanto lo spirito in rimirarlo, intendeva come Dio mi insegnava che la gloria che in sé racchiude per averne il godimento, mi dava a capire che per essere partecipe della sua gloria, incominci ad invitare (=imitare) Gesù nella sua vita cioè mi unisca a praticare le virtù di Gesù sinché visse nel mondo, abbia nel cuore e nello spirito l’unione di Gesù continua, la carità e l’amore di Dio ed in sollievo del prossimo, che io devo esercitarmi insomma (su ) tutta la vita di Gesù. Questa ha da essere la mi guida e lo specchio per vivere a uniformità di Gesù. Non ho più tempo di (dilungarmi stante che in casa vi sono delle persone ed io sono molto occupata. Richiedo la sua s. Benedizione.
Gli dò nuova che il cembalo già è ritornato in casa. Io però ancora non ho incominciato (a) suonarlo stante che ci sono dei forestieri in casa. Domani sera prima delle (ore) ventitré verrò per fare la Confessione. A me sarà di più confusione che di confessione. Dio sia quello che mi usi pietà.
/ Ceralacca ed indirizzo / Al P. Scaramelli

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