Maria Eletta Sani lettera c. 107 monastero Falerone

Maria Eletta Sani lettera c. 107
Via Gesù e Maria
A gloria di Dio incomincio a scrivere e per obbedienza del vostro Ministro. Ieri non ebbi tempo di scrivere, ma gli dico che san Luigi mi fece grazia che il nemico non mi molestò intorno all’impurità. Non può credere l’effetto e la devozione che mi ha risvegliato in san Luigi, mio gran santo, veramente gran santo. Desidero però (e) vorrei cinque grazie: la liberazione dall’impurità; la quiete per ricevere i Sacramenti; la bramata Religione presto possa giungere al giorno desiderato; la penitenza e la contrizione dei miei innumerevoli peccati. Farò desidero di fare cinque discipline con la mia disciplina e cinque volte venire a visitare san Luigi, in quel modo che visito la Madonna. Mi fece anche muovere il braccio che non potevo muovere; però ancora non è ritornato bene; ma si può sopportare le angustie e le turbazioni: non cessa il nemico di molestarmi con smanie e dolori da non poterci reggere: annoiamenti e dolori di morte, ogni volta in particolare che devo fare qualche obbedienza. (Certe) ore mi piglia con più veemenza. Adesso che scrivo quasi ogni verso: mi conviene lasciare e ripigliare. Quanto ci peno per scrivere solo Dio lo sa; ma a gloria di Dio sia tutto. Fare che questi rapimenti mi facciano crescere un desiderio continuo di Dio; anzi è tanto ansioso il desiderio anche sensibile che questa mattina non potevo provare cibo. Mi sentivo una smania di desiderio di Dio che, ripieno lo stomaco, non ho potuto mangiare. Mi sono sforzata (per) riguardo ai miei genitori, acciò non si accorgessero. Questo ancora mi seguita e tanto ansiosa che oggi mentre lavoravo mi sentivo accendere un desiderio di Dio. Mi si è commosso un tremore nel petto e quasi svenuta son restata, desiderando Dio e languendo e morendo di brama desiderio di Dio. Contenta restavo di morire languida per il mio Gesù, sì come in questi rapimenti di spirito, Dio, per sua infinita misericordia, mi dà notizia tanto chiara e Intelligenza della sua reale presenza e Divinità e amore incomprensibile, pare che lo spirito arrivi più alla cognizione e all’intelligenza più (da) vicino. Lo spirito è immortale e per(ci)ò non muore di desiderio; ma se questo desiderio cresce all’umanità sensibile, io dico che fa prova di restarci e di balzare fuori il cuore dal petto e lo spirito dal corpo: onde preghi il Signore per me che mi faccia grazia di presto arrivare al desiderio bramato di Dio. Così non si può vivere. Il mio cuore è trafitto e languido. Mi sento spirare a Dio e con voli rialzo lo spirito in cielo; ma questo mi accende di più brama e desiderio. Questo però mi dà contento e quiete che lo spirito pare che prenda riposo e resta languido in Dio. O desiderio che mi consuma il cuore! O amore sì grande! Dove siete tanto lontano da me? Io muoio e languida resto senza poter più formare parole. Chi non ama il mio Dio, non ha cuore in petto e non è di senso: è insensato. Richiedo la sua santa Benedizione. Domani verrò in chiesa alle ore ventidue e mezza.
/ Ceralacca e indirizzo/ Al P. Scaramelli

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