Maria Eletta Sani lettera c. 161 Falerone Macerata

Maria Eletta Sani lettera c. 161
Viva Gesù e Maria
Ho fatta la Comunione, ma nel ricevere la sacra Particola ha fatto prova di strozzarmi ed affogarmi, ma la reliquia di Maria Ss.ma ha fatto la grazia di inghiottirla bene e dopo mi ha durato per qualche tempo il disturbo (con) le tirature di nervi dentro alle costole e fianchi. Nel ritorno che poi ho fatto (a) casa mi sono intesa quietare ed ho fatto l’esercizio della croce in spalla con la corona di spine e poi ho invitato Gesù ai flagelli con la disciplina. Questo è stato il ringraziamento. Dopo un po’ di tempo mi sono intesa rapire lo spirito in Dio. Ah! che io non so come mi vivere. Son fuori di me. Tutto di oggi non trovo luogo. Il mio spirito e il mio cuore stanno in un mare di afflizione, sbigottita, non so dove mi trovo. O Amore non corrisposto! Mentre il mio spirito stava in Dio, mi ha fatto intendere con chiara notizia e viva certezza come (a) Gesù veniva rinnovata la flagellazione: in che copia di sangue e di battiture! la diversità dei flagelli: chi con un peccato, chi con altri. Sono cose da non potersi ridire. Per mezzo di quella Luce divina vedevo con chiara notizia come si rinnova dai peccatori la passione di Gesù: cose più orrende di quando gli fu fatto dai Giudei perché Dio pareva che come lamentandosi, mi faceva intendere con il solo vederlo che anche (le) anime consacrate a iui, (ep)pure lo offendono. Oh, quanto trafiggono più il Cuore divino! Ma misere loro, perché vedevo la mano onnipotente del suo divin Padre che fulminava i flagelli. In questo procuriamo di pregare Dio che non ci flagelli per sua infinita misericordia. Mi creda però che di quante volte i’1 mio spirito si è trovato Dio, questa volta ne è impressionato tanto perché vedeva l’alto trono della Divinità e come le misere creature oltraggiano la divina Bontà con una rinnovazione dei suoi flagelli, ma flagelli da inaridire e morire di dolore anche chi li comprende. Io non ne posso parlare di più. Mi sento uscire di sentimento. Non ne posso dire più. O amore di un Dio strapazzato e non amato! Come si potrà più vivere, io non so. Ah! se potessi con le mie mani prendere tutti i cuori delle creature e fare che tutti rivoltati verso l’amato mio Gesù, riconoscessero il vero amore e una volta veramente amassero il mio Gesù. Mi creda che tutto di oggi sono stata come matta fuori di me, non trovo luogo sinché il mio spirito non si riunisce con Dio e con lui fare un dolce sfogo del mio penare. E questo lo spero da Dio: questa notte poter stare con Dio senza affari della casa. In fretta domando la sua santa Benedizione. Domani a sera verrò per fare la Confessione verso il tardi.
/Ceralacca e indirizzo/ Al P. Scaramelli.

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